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La saga degli Olmezzo
La saga degli Olmezzo
La saga degli Olmezzo
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La saga degli Olmezzo

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About this ebook

La storia è quella di una famiglia nobile e potente che si articola in tre parti. I personaggi non sono reali ma inseriti in luoghi realmente esistenti. Da Milano a Londra, da qui in Scozia, tra peripezie e colpi di scena, si sviluppano episodi che coinvolgono anche le diplomazie di Paesi coinvolti nei fatti e con momenti di rischio per la protagonista. Nelle vicende si inserisce un personaggio chiave che, narrando in prima persona, contribuirà a definire un increscioso e pericoloso intrigo. Alcune rivelazioni modificheranno scelte e imporranno decisioni che daranno impulsi inaspettati alla storia e ne cambieranno di volta in volta lo sviluppo.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateJan 19, 2018
ISBN9788827807705
La saga degli Olmezzo

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    La saga degli Olmezzo - Giancarlo Laghezza

    33

    Parte prima

    1

    Una folata di vento turbinò foglie nell'aria e arruffò i capelli di Yvonne, che passeggiava sul lungolago. Nulla l'avrebbe appagata di più del trascorrere il fine settimana nella sua villa di Desenzano sul Garda, lontana dagli impegni e soprattutto dalla grigiosità di Milano. L'aveva acquistata qualche anno prima per andarvi solo d'estate ma poi era divenuta il suo rifugio, dove si rilassava e acquietava le tensioni accumulate in ufficio.

    Yvonne Versini e Claudio Robano, esperti di rating e marketing bancario, erano contitolari dell'agenzia di consulenza e investimenti finanziari V &R. Si erano conosciuti a Londra nel corso di un tirocinio alla Werringhton Financial ltd. Claudio aveva conoscenze di prestigio negli ambienti dell'alta finanza grazie alla contessa Federica d'Albiago Garonnè, sua ex moglie. Il matrimonio era finito per le continue scappatelle sentimentali che le tante occasioni mondane gli avevano offerto: lei aveva chiesto e ottenuto il divorzio, pur conservando un rassegnato contatto formale per i due figli nati dall'unione.

    Il rapporto di Yvonne con il socio era asettico. Aveva sempre evitato che Claudio entrasse nella sua vita privata, sia per la diversità dei caratteri sia per l'amicizia con Federica.

    Il ritorno al lavoro del lunedì la rituffò nella consueta routine.

    Esaminando svogliatamente la corrispondenza, notò su un foglietto un brevissimo appunto con la grafia di Claudio:

    Werringhton→ 50 mln → Airvantage

    Cosa diavolo... forse ho capito! mormorò sorpresa.

    Uscì dal suo ufficio e aprì la porta della stanza del socio con il foglietto fra le dita.

    Cos'è questo che ho trovato fra la posta?

    Lo sguardo nel vuoto di Claudio celò il tempo per una risposta credibile.

    Volevo parlartene, per questo l'ho lasciato lì…

    (Claudio deplorò la sua distrazione: non avrebbe dovuto dimenticare fra la posta quell'appunto).

    Le parole sottacevano l'evidenza di una scusa o di una bugia, che però non sfuggì all'intuito di Yvonne. Ebbero una discussione lunga e concitata che terminò, come sempre, con due pareri diversi. Yvonne uscì dalla stanza visibilmente contrariata.

    Le cause del contrasto erano state il barone Valerio Torregiani d'Olmezzo e cinquanta milioni di euro.

    La somma, depositata presso la Bolton Royal Bank di Londra, era destinata a diverse possibilità d'investimento tramite l'agenzia Werringhton, con l'impegno del rendiconto preventivo su qualsiasi operazione sia alla V &R che allo stesso barone.

    L'agenzia londinese, invece, aveva investito l'intero importo in quote societarie dell'Airvantage Aeronautic senza i pareri della V &R e di Torregiani ma con il complice assenso di Claudio.

    Yvonne non riteneva fosse stata una scelta saggia, in quel momento del mercato finanziario e in tempi così economicamente delicati, impiegare quel denaro in un solo investimento. Nell'eventualità di flessioni negative dell'industria aeronautica, sarebbero sortite perdite alquanto dolorose sia per il barone sia per le agenzie. Inoltre, non tollerava che le decisioni fossero assunte violando gli accordi stabiliti con i clienti. Claudio, incautamente, aveva espresso affidabilità all'operazione effettuata dalla Werringhton, cercando di convincere Yvonne che non sarebbe stato opportuno informare per il momento il barone. L'iniziativa dei colleghi inglesi, anche se non regolare, aveva avuto come obiettivo un'acquisizione consistente di quote.

    Yvonne, invece, aveva considerato che il silenzio assenso sull'operazione, in caso di perdita, avrebbe comportato per ciascuna delle agenzie il pagamento di una penale al barone sul mancato utile. Non le andava giù dover subire perdite economiche per scelte volutamente azzardate di altri e con conseguenti rischi imprevedibili.

    L'investimento, in realtà, poteva fruttare buoni utili. La scelta della Werringhton era stata suggerita da informazioni riservate su una commessa di notevole entità, che avrebbe reso particolarmente appetibile l'acquisto di quote societarie dell'Airvantage Aeronautic, con possibilità di accedere al consiglio dei soci.

    La Bolton Royal Bank notificherà presto a Torregiani il prelievo della somma da parte della Werringhton per l'acquisto delle quote, con le autorizzazioni della V &R e del barone, che in realtà non ci sono state! aveva sottolineato Yvonne con tono preoccupato.

    E se invece andasse tutto bene, rifiuteresti una provvigione di due milioni di euro?

    E tu come garantiresti che questo avverrà? e, più esplicitamente, Perché, diversamente, la cifra che dovremmo sborsare potrebbe metterci con le gomme a terra!

    Come si potrebbe garantire qualcosa di futuribile; il nostro lavoro è fatto anche di rischi!

    Bene, allora i rischi si affrontano considerandone il merito, l'entità e i ripari in caso di perdite, perciò l'investimento andava valutato secondo gli accordi; adesso glielo dirai tu a Torregiani che hai avallato l'azione unilaterale della Werringhton e della possibilità, seppur remota, che tutto possa andare a puttane!

    Stai scherzando? Aveva esclamato Claudio sollevandosi di scatto dalla poltrona, come fosse stata imbottita di spilli. Io non dirò proprio nulla né al barone né ad altri, potrebbe mettersi sul chi vive e annullare immediatamente l'operazione, buttando alle ortiche noi e gli inglesi!

    Un attimo di silenzio lo aveva spinto ancora a tentare di convincerla.

    Lo vuoi capire, Yvonne, che la nostra attività è come puntare su dei numeri alla roulette?

    Di quale roulette parli, di quella russa? Gli aveva risposto ironicamente, uscendo dalla stanza e chiudendo nervosamente la porta.

    Trascorse la settimana con apprensione, contrariata dal comportamento del socio che aveva consentito una procedura irregolare all'agenzia inglese. La divergenza nel modo di concepire la professionalità a volte rendeva tesi i loro rapporti, così aveva evitato di parlare con lui, affidando lo scambio delle funzioni d'ufficio alla segreteria.

    Il venerdì era fluito con freddezza e indifferenza tra i due soci e Yvonne decise di non tornare a casa.

    Premette nervosamente l'acceleratore della sua Lamborghini Murcièlago con uno stridìo di gomme sull'asfalto. Avrebbe trascorso il fine settimana sul lago. Mentre guidava il cellulare squillò a lungo, ma scelse di non rispondere e lo spense.

    Il paesaggio, andando da Milano a Brescia e verso il Garda, fa porgere lo sguardo all'orizzonte e mozza il fiato vedere i monti innevati specchiarsi nelle increspate acque del lago.

    Lei era sempre stata attratta da quello spettacolo che la faceva sentire libera e lontana dagli impegni, divenuti meno lievi per i rapporti non sempre facili con Claudio, che amava il rischio imponderabile di rincorrere lauti guadagni immediati e che lei invece non condivideva.

    Giunta alla villa, entrò nel garage, scese alcuni pacchi dalla macchina, sistemò qualcosa nel guardaroba, aprì qualche persiana e si pose comodamente sul divano. La sua tranquillità era però turbata dall'azzardato investimento dei soldi del barone e pensava a possibili soluzioni di rimedio che ponessero al riparo la V &R da sgradite sorprese.

    Per un attimo pensò che forse una telefonata avrebbe potuto far sortire qualche idea, ma a chi chiedere?

    Riacceso il cellulare notò una chiamata anonima con un numero lunghissimo e sconosciuto, come fosse quello di un consenter; contrariata, lo posò nervosamente sul tavolino.

    Il cellulare squillò a lungo, mentre lei si era quasi assopita. Immaginò che potesse essere Claudio e attese un po', indecisa se rispondere oppure no. Notò lo stesso lungo numero e rispose Chi parla?

    Dottoressa Versini? Chiese una voce dall'accento strano, quasi dall'oltretomba, in un italiano anglofono.

    Sì, chi è lei?

    Charles Boolth della Werringhton di Londra.

    Ah…dica mister Boolth.

    Ho avuto un colloquio con Claudio, che mi ha informato delle sue perplessità sull'affare Airvantage. Vorrei darle dei chiarimenti, lei ha una linea telefonica fissa?

    Sì, certamente.

    Se vorrà darmi il numero, la richiamerò fra poco, grazie…

    Lo concesse con riluttanza: quel numero era incognito e faceva parte della sua privacy.

    Posò il cellulare e si trasferì alla scrivania vicino al telefono. Nell'attesa lo sguardo si posò oltre la finestra, verso i monti. Vedendo le acque appena crespate e luccicanti del lago, per un attimo fu rapita da quella quiete che tanto le mancava a Milano. Guardò i gabbiani volteggiare nell'aria, tuffarsi a prendere il cibo e ascoltò il loro garrire, che regalava musicalità al silenzio, nel verde degli alberi intorno alle ville. Squillò il telefono e attese un po', cercando di indovinare cosa volesse Boolth.

    Pronto, mister Boolth?

    Sì, dottoressa Versini…l'ho chiamata per tranquillizzarla e per dirle che nell'affare Airvantage c'è una certezza di guadagno avallata da una commessa di centocinquanta cacciabombardieri Velx-710 per la repubblica popolare cinese, ed è un affare che porterà dodici miliardi di sterline nelle casse di quella società. E qualcosa di ragguardevole anche nelle nostre!

    Bene, mister Boolth, ma allora perché non coinvolgere anche il barone, secondo le procedure che lei ben conosce?

    Per questione di tempo. L'immediatezza dell'investimento ha preceduto altre eventuali richieste e consentito l'acquisto di un pacchetto considerevole di azioni, che produrrà lauti guadagni e forse anche altro!

    E se andasse male? ribatté Yvonne.

    Noi abbiamo posto tutto il denaro su una notizia certa ma riservata, non posso dirle di più al momento!

    Sì, va bene, ma si tratta di cifre importanti; la posta in gioco è notevole ed io non vorrei correre il rischio di pagare penali! chiarì con fermezza Yvonne.

    Non vi sarà nessuna penale dottoressa Versini e le ripeto di non preoccuparsi, a presto!

    A ben risentirci, spero, mister Boolth!

    Chiuse il colloquio nervosamente, sentendo il bisogno di distrarsi un po' e accese il televisore.

    Il tramonto tinse di rosa le acque del lago e andò a bere un aperitivo sulla veranda, godendosi lo spettacolo di quella natura dolce e imprevedibile. Ogni volta che guardava la fine di un giorno, riceveva impressioni differenti e acquisiva stati d'animo diversi. L'oscurità sopraffece la luce, ma l'investimento dei cinquanta milioni la teneva ancora sveglia.

    Pensò a come poter attutire un'eventuale perdita, anche se Boolth ne avesse assicurato l'improbabilità, sperando di trovare una soluzione.

    Fra le varie ipotesi che le balenarono in mente ricordò che le imprese, per garantirsi da disastri naturali o da altro ricorrono alle coperture assicurative, e chi affida un appalto chiede una garanzia fidejussoria per eventuali danni o inosservanze contrattuali. A un tratto le s'illuminarono gli occhi, si alzò di colpo dalla poltrona ed esclamò Certo, perché non l'ho pensato prima, ecco forse cosa ci vorrebbe! Prese il cellulare.

    Pronto, Claudio!

    Yvonne, cosa vuoi a quest'ora, ora sono impegnato!

    Lascia stare quella puttanella che ti sei portato a letto e ascoltami bene! Dall'altra parte sentì uno sbuffo ma non volle dar peso.

    Mi ha chiamato quel mister Boolth e, forse, mi ha quasi convinta.

    Bene, finalmente, e mi chiami solo per questo?

    No, ma per salvare capre e cavoli, nell'eventualità di un insuccesso, si dovrà agire al più presto per un rimedio!

    Sì, ma quando? rispose sottovoce, nel timore di dover interrompere i suoi piaceri.

    Ora sono a Desenzano ma lunedì tornerò prestissimo a Milano; dovremo sistemare tutto entro la giornata, ciao e buona…lasciamo stare!

    Claudio, seccato dall'interferenza della socia, guardò la bionda sdraiata seminuda al suo fianco e con voce mielata Mia cara, voi donne quando amate siete arrendevoli ma quando lavorate sarebbe meglio non averci a che fare... Un altro pinot?

    Man mano che l'alba schiariva il cielo, così si affievolivano le luci dei lampioni delle ville e delle strade, tingendo di colori il mondo sul lago. Yvonne, scorgendo l'arrivo di una bellissima giornata di sole, pensò che le avrebbe fatto bene un po' di movimento. Indossò la tuta, uscì da casa e si diresse sulla pedonale del lungolago per fare jogging.

    Il profumo delle siepi lungo il bordo del vialetto era inebriante e riempiva i polmoni, così decise per una lunga passeggiata senza correre, al tepore di quella magnifica domenica soleggiata, fermandosi di tanto in tanto sui pontili a guardare le barche ondeggiare lievemente sull'acqua e ad ascoltare il garrire dei gabbiani. Tornando, sentì l'ossigeno entrarle in corpo a stuzzicarle l'appetito, e pensò che una bella doccia calda con un buon pranzetto a base di persico in trattoria sarebbe stata un'ottima conclusione di mattinata.

    L'idea della sera precedente le aveva alquanto sopito la preoccupazione sull'affare Airvantage, facendole trascorrere più serenamente il pomeriggio e la notte: si era accesa una speranza per appianare i problemi, e le bastò.

    Il mattino della domenica si fermò al solito bar, chiacchierando con le amiche del paese, che la informavano sugli avvenimenti locali. Non che le interessassero quelle notizie, ma le ascoltava solo per distrarsi e per sentirsi parte dell'ambiente. Fece un giro sul battello, come il solito, lungo le rive del lago, approfittando per visitare qualche trattoria di borgata e fermarsi a pranzare nella quiete del verde. Così si sentì rilassata e, complice il tempo, rincasò nel tardo pomeriggio.

    La lettura di qualche rivista col sottofondo di un po' di musica le addolcì la serata. Andò a letto presto, rimuginando sugli impegni per il lunedì.

    La porta dell'ufficio si aprì di colpo, facendo volare qualche foglio sul pavimento e Claudio borbottò qualcosa. Yvonne entrò portando con sé il vento e il suo profumo; posata la borsa sul tavolino, sedette guardando il socio con un sorriso di sfida, mentre lui fece un cenno per voler capire, Allora, Yvonne, cosa diavolo avevi da dirmi di tanto urgente?

    Senti, caro, tu sei disposto a perdere moneta, se l'affare dovesse fare cilecca?

    Certamente no, non sono qui a guardare le stelle!

    E allora cosa si potrebbe fare per limitare eventuali danni?

    Le perdite si possono sempre avere in questo lavoro e se dovesse avvenire, pazienza!

    La risposta sortì un effetto incandescente su Yvonne.

    Pazienza un corno! Così addio alla provvigione oltre al pagamento di una penale a scatola chiusa!

    Contrariata per la leggerezza di Claudio sul problema si alzò e, avviandosi all'uscita, Mio caro socio io, oggi stesso, andrò a farmi una polizza assicurativa che mi possa proteggere dalle eventuali perdite in quest'operazione e, per il futuro, anche in altre!

    No, un momento, che cosa farai? chiese, preoccupato da qualsiasi cosa avesse pensato Yvonne.

    Lo sai che questo significherebbe far entrare nei particolari terze persone e Boolth ha raccomandato riservatezza su questa storia fino al suo esito!

    Al diavolo tutti, io devo garantirmi anche dalle operazioni oscure di questi inglesi; come te non riporrei tutta questa fiducia, loro sono un'agenzia che può assorbire anche perdite di un certo tenore, noi no!

    Chi dovrebbe emettere questa polizza?

    Ne parlerei a porte chiuse con De Majo, è una persona accorta, diplomatica e sarebbe un affare anche per qualche sua compagnia!

    Però con molto tatto, sperando che non venga a costare più di una penale! disse abbozzando un sorrisetto sarcastico.

    Vedremo, ma bisogna assolutamente assumere una precauzione!

    Yvonne fece alcune brevi telefonate, poi chiamò l'agenzia assicurativa dalla quale ottenne l'attenzione sperata. La risposta fu che in serata la faccenda sarebbe stata risolta.

    De Majo entrò nella stanza di Yvonne con fare circospetto, tolse il cappello, chiuse la porta e si accomodò nella poltrona di fronte a lei e a Claudio. Aprì la borsa di pelle ed estrasse una cartellina.

    Era un ometto piccolo, con gli occhiali cerchiati d'oro e un viso rubicondo, un'erre marcata e una particolare cadenza verbale denotavano le sue origini siciliane. Meticoloso, ben vestito, esponeva sul bavero della giacca il distintivo di commendatore, guadagnato forse per il benservito a politici e a facoltosi industriali. Esordì con un sorrisino di soddisfazione sotto i baffetti biondo-brizzolati.

    Bene, egregi signori, ho studiato la questione e vi comunico che una delle mie assicurazioni è disposta a emettere una polizza che vi garantisca per quel che ci siamo detti telefonicamente; ma c'è una condizione, se permettete... sistemando meglio gli occhiali per darsi un tono, La Master Insurance di Gibilterra è l'unica compagnia che verrebbe incontro alle vostre esigenze, ma con una polizza quinquennale per la copertura assicurativa di tutte le vostre operazioni. L'importo di questa proposta, da versare subito e annualmente è di cinquemilacinquecento euro. Così da domani sareste garantiti su ogni eventuale perdita e ne otterreste il rimborso totale o percentuale secondo i casi, previa verifica di regolarità e di merito, che comunque sarei sempre io ad accertare! Una strizzatina d'occhio suggerì l'eventuale complicità.

    Signor De Majo intervenne Yvonne Mentre lei prende un caffè e legge una rivista, permette una velocissima consultazione tra soci?

    Certamente, gentilissima, attenderò; ma ricordate che è stato difficile convincere l'agenzia principale sull'emissione di questa polizza!

    Claudio, entrato nella stanza, chiuse la porta e sbottò sottovoce

    Cinquemilacinquecento euro annualmente per cinque anni; esoso l'amico!

    Claudio, se saltasse l'affare Airvantage, noi perderemmo la provvigione pattuita ma la Master Insurance ci rimborserebbe una grossa fetta o addirittura l'intero importo di un'ignota penale che, comunque, dovremmo versare al barone; almeno così il danno sarebbe limitato o annullato, anche se poi l'assicurazione aumenterebbe l'importo del premio, ma in tal caso potremmo rifiutare il rinnovo! Trascorsero un po' di tempo a leggere attentamente clausole, note, microscopici richiami e valutati vantaggi e svantaggi, decisero di dover procedere e chiudere.

    Va bene, firmiamo l'accordo e licenziamo la questione, acqua in bocca con Boolth e con chiunque; non lasciamo gli atti in mano a nessuno, anzi, tienili tu in cassaforte! suggerì Claudio.

    Certo, caro, cosa credevi che io potessi lasciarli in pasto alla biondina che ti porti a letto e che quando entra nel tuo ufficio mette gli occhi e le mani dappertutto?

    Ho l'impressione che tu sia invidiosa commentò con un sorrisetto furbo Claudio.

    Proprio no caro e, oltretutto, a me non piace il pinot! esclamò Yvonne, indicando la bottiglia dimezzata nel cestello.

    (Claudio si biasimò di nuovo per aver lasciato quella bottiglia sul tavolo del salottino).

    De Majo risistemò tutti gli atti, Claudio e Yvonne apposero le firme sulla polizza, consegnarono il primo assegno e tennero l'atto originale riservato al contraente.

    Mi raccomando, per qualsiasi dubbio o chiarimento io sono a vostra disposizione concluse De Majo. Dopo una stretta di mano e qualche convenevole andò via.

    La nebbia, scesa fitta sulla città, avvolgeva dolcemente ogni cosa. Milano senza nebbia perde la sua misteriosità e il velo appena trasparente le offre quell'atmosfera con la quale nulla e tutto scompare come in un magico caleidoscopio dalle sfumature grigie. Yvonne, contenta per la conclusione del problema, guardò dalla finestra verso il parco e mormorò È tutto opaco, stasera cenerò al ristorante qui vicino e poi andrò a dormire.

    Giunta a casa, dopo una gradevole doccia profumata, andò a porsi nell'accogliente grande letto.

    2

    L'ambasciatore della Repubblica Popolare cinese a Londra chiese al segretario Ju Ho Cin di ritirare dall'Airvantage tutti i documenti necessari per il trasferimento degli aerei in Cina. La data di consegna sarebbe stata decisa e comunicata in seguito da Pechino.

    Ju Ho Cin scese dall'auto ed entrò nella hall degli uffici dell'Airvantage Aeronautic accompagnato da due guardie del corpo, ufficiali di polizia vestiti all'inglese ma con gli occhi a mandorla. Passarono diritto davanti alla reception lasciando interdetta l'impiegata, che aveva accennato un saluto non ricambiato. Entrarono nell'ascensore e salirono al secondo piano dell'edificio.

    Buongiorno, mister Westmoore! salutò Ju Ho Cin tendendo la mano al direttore generale della società.

    Buongiorno mister Ho Cin, è stato puntuale come sua abitudine!

    Grazie, mister Westmoore, parliamo di affari?

    Accomodatevi, prego. La commessa è pronta e può essere acquisita dal vostro governo in qualsiasi momento, la documentazione di rito è anche perfezionata e le relative autorizzazioni sono state rilasciate dal Foreign Office. Westmoore consegnò a Ho Cin una valigetta contenente un plico e alcune cartelle.

    Qui ci sono tutti i documenti per l'esportazione e alcune raccomandazioni tecniche sull'aereo; mancano ancora le certificazioni dei collaudi finali, che sono in via di definizione.

    Bene, mister Westmoore, è un piacere fare affari con l'Airvantage; appena tornerò in ambasciata comunicherò a Pechino che potrà procedere al versamento a vostro favore dei primi sei miliardi di sterline, mentre i restanti sei saranno versati a consegna avvenuta su suolo cinese, come nell'accordo sottoscritto tra i nostri due governi. La data del trasferimento dei Velx-71O verrà comunicata nei modi e termini che stabiliremo. Sorbirono un tè discutendo di argomenti diversi dagli affari. Ho Cin era un appassionato di musica classica e lo evidenziò quando Westmoore gli offrì un biglietto per la Royal Albert Hall, che accettò con un sorriso come quando a un bimbo si porge una barretta di cioccolato.

    I tre ridiscesero, attraversarono la hall come fossero in una parata militare, ignorando ancora una volta la ragazza della reception che, comunque, accennò di nuovo un saluto.

    Westmoore sollevò la cornetta del telefono: Charlie, il trasferimento è prossimo, ma ancora non si può rendere pubblica la consegna; sapremo presto la data, tu tieniti pronto e per ora non fare nulla, aspetta mie direttive.

    La giornata era uggiosa a Pechino, col cielo coperto e qualche gocciolina di pioggia. Al ministero degli esteri cinese Yong Hai entrò nella grande sala della segreteria, con una gigantografia di Mao Tse Tung sulla parete alle sue spalle, e premette il pulsante sulla sua scrivania. Un militare entrò battendo i tacchi in segno di saluto e si avvicinò a Yong.

    Tenente, porti questo alla cancelleria e dica al funzionario di consegnarlo con urgenza al ministro!

    L'ufficiale uscì, con passo quasi marziale, si avviò in fondo al lungo corridoio e consegnò il plico.

    Il telefono di Yong Hai squillò ripetutamente.

    Chi parla? Sì, sono Yong Hai. Buongiorno ambasciatore Chen Young! Il plico è arrivato ed è già sulla scrivania del ministro. Attendiamo da lui disposizioni per accreditare la prima tranche del prezzo pattuito e per il trasferimento in Cina dei Velx-71O, ma dove e quando non sono ancora noti; a presto e buona giornata!

    Nella casa da tè la maestra di cerimonia servì le tazze piene di bevanda calda con dimsum, i tipici stuzzichini cinesi. Intorno al tavolo del separé quattro persone parlottavano sottovoce e con fare circospetto.

    Si è saputo che sta per arrivare un gran numero di nuovi cacciabombardieri dall'Inghilterra, la notizia è di fonte certa. Disse uno di loro guardandosi furtivamente intorno.

    Un altro, con voce roca e bassa, Remenov vorrebbe conoscere al più presto i particolari del trasferimento in Cina. I russi ci pagheranno bene le informazioni e in dollari! Bevve un sorso di bevanda, e precisò Ho sentito che la consegna avverrà con una portaerei fino alla costa e poi da lì, con piloti cinesi già addestrati, saranno trasferiti alla base, ma i particolari ancora non si conoscono!

    Si dice che gli aerei abbiano qualche problemino nell'impostazione strutturale; quando superano una certa velocità le ali entrano in vibrazione! Informò ancora il primo, che fece appena in tempo a finire la frase. Qualcuno aprì violentemente la tendina del separé.

    Fermi tutti e non muovetevi! Ordinò l'ufficiale che era entrato di sorpresa con altri cinque poliziotti e mitra spianati.

    Controllate se sono armati, ammanettateli e portateli tutti e quattro al Kwiung!

    Il Kwiung era un carcere di massima sicurezza, circondato da tre cinte di pali d'acciaio e filo spinato, riservato ai prigionieri politici e speciali da dove era impossibile sortire se non da morti o, più raramente, perché riconosciuti innocenti.

    I quattro, ammanettati e strattonati, furono fatti entrare in un ambiente angusto, con quattro sedie, una scrivania e una luce bassa. Fatti sedere, fu chiusa la porta.

    Voi avete delle informazioni riservate su un affare tra i governi cinese e inglese, vorreste dirmi gentilmente di che si tratta? Chiese l'ufficiale, velando la domanda con un tono di apparente cortesia, che divenne presto più incisivo. Prima me lo direte e prima andrete via da qui!

    Noi non sappiamo nulla… Rispose uno dei quattro, Stavamo solo bevendo una tazza di te!

    Ehi voi, attenzione, la pazienza ha un limite! Disse più duramente l'ufficiale, che nel frattempo aveva fatto entrare un soldato armato di pistola con la fondina semiaperta.

    Io devo sapere subito di cosa stavate parlando nella casa da tè, e d'ora in poi non sarò più gentile con voi; poiché tu hai parlato per primo, continua a farlo! Ribadì con tono marcato l'ufficiale all'uomo che aveva risposto.

    Noi non sappiamo di cosa state parlando, signor ufficiale! Ribattè l'uomo.

    Gli arrivò in pieno viso un colpo a dorso di mano del soldato e un rivolo di sangue uscì dal naso. Stordito e confuso chinò il capo e, con parole fioche, Ci sono notizie su molti cacciabombardieri in arrivo dall'Inghilterra!

    L'ufficiale si avvicinò e chiese a voce bassa E voi come lo sapete? Attese invano un riscontro. Allora, ve lo dico io!

    Si avvicinò alla scrivania e aprì un fascicolo, indicando di volta in volta nell'ordine ognuno dei quattro.

    Tu lavori all'archivio di stato del ministero degli interni, tu lavori come usciere all'ambasciata inglese, tu lavori alla segreteria del Ministero della Difesa e tu lavori al Ministero della Scienza e della Tecnologia. Svolgete tutti e quattro funzioni particolari, per cui vi è facile attingere informazioni di questo tipo; ora mi direte chi vuole questa notizia!

    Il soldato si avvicinò di nuovo con cipiglio minaccioso.

    No, fermo! Scattò l'uomo col naso sanguinante La notizia è richiesta e ben pagata dall'ambasciata russa!

    L'ufficiale, burbero, incalzò Da chi, in particolare?

    L'uomo accennò a un respiro profondo e, rassegnato, Sappiamo solo che si chiama Remenov!

    Il viso dell'ufficiale si contrasse e, rivolto al soldato, ordinò Fa' venire subito Lyun Ching!

    Lyun Ching era un funzionario dei servizi segreti cinesi. Un tipo sottile, con gli occhialini tondi dai vetri quasi neri, un po' scesi sul naso aquilino, che lasciavano intravedere due occhi piccoli ma attenti e mobilissimi. Entrò nella stanza e pose lo sguardo sui quattro con un ghigno poco rassicurante.

    Di cosa si tratta?

    L'ufficiale si appartò con lui per qualche minuto.

    Lyun Ching, pensieroso, rivolgendosi ai quattro, Se quanto avete detto è vero e se il nome che avete fatto è la persona giusta, purtroppo, noi abbiamo le mani legate; si tratta di un alto funzionario dell'ambasciata russa molto protetto anche in Cina e che ha l'immunità diplomatica!

    L'ufficiale si avvicinò ai quattro, questa volta con fare più amichevole, e ordinò al soldato di togliere le manette.

    Ascoltate, voi potrete uscire da qui anche oggi, ma siccome siete cittadini cinesi e funzionari di stato, dovrete comportarvi come tali e fare un favore al vostro paese, altrimenti da qui non uscirete mai più!

    Diteci cosa dobbiamo fare! Chiese timorosamente quello col naso sanguinante.

    Per quando era la consegna delle notizie?

    Appena avremmo avuto indicazioni più precise su alcuni aspetti dell'arrivo degli aerei.

    Bene, allora prenderete contatto con Remenov nel modo fra voi convenuto e gli consegnerete il plico con tutte le informazioni!

    Come? Osservò quello incredulo.

    Farete come vi dico, poi prenderete ugualmente il prezzo pattuito e sparirete; sarà anche il premio che la Cina vi darà per aver collaborato.

    D'accordo, per quando dovremmo fissare l'incontro? Domani sera alla casa del tè.

    L'ufficiale e Lyun Ching si scambiarono uno sguardo d'intesa.

    "Così si è reso anche pan per focaccia alla Russia e pareggiato i

    conti in sospeso per i MIG-35 consegnati ai nordcoreani tre anni fa; Remenov non potrà fare nulla per le false informazioni che riceverà e quando se ne accorgerà ci penserà il ministro a convocarlo e a chiudere in qualche modo la storia!" disse Lyun Ching.

    I quattro, accompagnati dal soldato, uscirono dalla stanza e furono portati in una saletta d'attesa. Dopo qualche ora, un ufficiale consegnò una busta sigillata e, con sguardo e tono risoluti, intimò: Questo è quello che darete!

    Uscirono dal Kwiung, allontanandosi velocemente

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