Architettura della Fotografia: Da Fuoco e acqua
Di Paolo Grassi
Descrizione
Ampio spazio è dedicato alle opere uniche contemporanee del progetto "Da fuoco e acqua" realizzate per mezzo della stampa manuale in resino-pigmentype (derivata dalla resinotipia), tecnica che consente di mettere in evidenza l'essenza e la matericità e permette di ottenere esemplari unici non riproducibili.
L'artista ha studiato una certificazione multimediale delle fotografie realizzate denominata “LE-Strip” che permette inequivocabilmente di conoscere tutti i dati dell'opera e crea una “pipeline” fra l'opera d'arte reale, stampata su carta e la sua proiezione virtuale che si genera con le informazioni presenti nel sito web www.lephotoart.com.
Nota: La versione E-Book differisce per alcuni aspetti dalla versione cartacea.
Maurizio Paolo Grassi è fotografo e architetto, nasce in Toscana nel 1961.
Negli anni '70 del '900 inizia un percorso artistico che utilizza il linguaggio fotografico come strumento di ricerche.
Affianca il lavoro di architetto alla ricerca fotografica sviluppando una serie di temi artistici dedicati alla lettura del paesaggio e al colore nelle città.
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Architettura della Fotografia - Paolo Grassi
Paolo Grassi
Architettura della fotografia
Da fuoco e acqua
Titolo: Architettura della fotografia. Da fuoco e acqua
Autore: Maurizio Paolo Grassi
ISBN 9788827543672
ISBN versione cartacea 9788892696877
Grafica e fotografia Maurizio Paolo Grassi
Revisione Maria Rita Manzoni
In copertina Balance
56x75 cm. 2017. Performance della resino-pigmentype
Copyright Maurizio Paolo Grassi 2017
Tutti i diritti riservati
Per informazioni o contatti:
mail@lephotoart
www.lephotoart.com
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.
NOTA: La composizione grafica di questa edizione digitale, per i limiti imposti da tale mezzo è differente dalla relativa edizione a stampa che è possibile acquistare nelle librerie e online sui principali store.
Indice dei contenuti
PENSIERO E FORMAZIONE
E-Levare Levare per elevare l'opera
Vele al Vento La forza delle immagini
Brovira Un amore a prima vista
Click di famiglia La poetica degli errori
Architettura Integrazione di volumi e immagini
Architettura della fotografia
Composizione strutturale dell'immagine
Materia fisica della stampa
Fotografia e arte La riproducibilità dell'opera
Le Strip La certificazione multimediale
La goccia Il simbolo
PERCORSO ARTISTICO
Gli anni '70/'90
La ricerca grafica
Il corpo e il movimento
Dagli anni '90 a oggi
La lettura del paesaggio
Il colore nella città
Il mare delle Cinque Terre
DA FUOCO E ACQUA Il fascino delle opere uniche
Sardegna anni '70
Architettura e città
Stati Uniti anni '90
Francia e Spagna
Arte e paesaggio
Arte e archeologia industriale
DIETRO LE QUINTE Il mistero
delle resino-pigmentype
BIOGRAFIA
PENSIERO E FORMAZIONE
E-Levare
Levare per elevare l'opera
Una serie di figure che si stagliano in controluce nel pulviscolo bianco del marmo. Visi di scultori con capelli e baffi imbiancati. Una coltre bianca e protettiva che rendeva tutto favoloso.
Questi i ricordi della mia infanzia.
Sono nato a Carrara, cittadina a nord della Toscana, nota per l'estrazione e lavorazione del marmo bianco da sempre utilizzato dagli artisti di tutto il mondo. Mio nonno materno, cavatore di marmo, mi accompagnava a visitare i laboratori dove nascevano le grandi opere monumentali.
E' in questi luoghi che ho potuto vedere dal vivo la scultura che Michelangelo definiva arte che si fa per forza di levare. E' in questi ambienti che ho scoperto che il volume di un'opera si cela latente nel materiale grezzo e viene pian piano portato alla luce dall'attento lavoro dello scultore.
Qui ho visto incarnato il principio che si applica a ogni opera dell'ingegno umano: dal lavoro dei campi, dove l'aratro modella la superficie del terreno, alle opere d'arte dove l'artista modella prima mentalmente e poi plasticamente le forme.
Anche nella fotografia, l'arte che da sempre ho sentito come a me più congeniale, è grazie al processo di rimozione del superfluo che la materia prende la forma e viene rivelata dai raggi luminosi. Gli antichi lo chiamavano labor limae ma il principio è valido in ogni epoca.
Scultore con modello. Modellino in gesso, modello e artista al lavoro sull'opera in marmo. 1980.
Nell’ambito della ricerca fotografica si individuano solitamente due filoni: quello della fotografia specchio della realtà
, in cui l’oggetto inquadrato vale per se stesso e quello della fotografia indizio
della realtà, in cui l’oggetto diviene presenza tangibile di un’assenza. Io ho scelto una terza via, quello della fotografia come sintesi del reale
, in cui l’oggetto inquadrato viene riportato alla sua forma pura, alle sue linee essenziali attraverso un continuo e-levare. Le inquadrature delle mie fotografie sono precise, strette, spesso asimmetriche, così da sintetizzare le peculiarità dell’oggetto fotografato ed evidenziarlo rispetto all’ambiente in cui è inserito.
Tendo ad eliminare gli elementi che possono portare all’individuazione del contesto temporale e che creano disturbo: auto, passanti, ecc. tutti tratti