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Superterroni family: Il primo reality scritto
Superterroni family: Il primo reality scritto
Superterroni family: Il primo reality scritto
Ebook147 pages1 hour

Superterroni family: Il primo reality scritto

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About this ebook

Benvenuti a Superterroni Family, il primo esperimento di reality scritto, anziché ripreso dalle telecamere, anche perché non ce lo possiamo permettere. Uno di noi, ovvero io, starà seduto in un angolo di una famiglia campione e annoterà tutti i dialoghi e quanto succede. La famiglia campione che seguiremo è la famiglia Scapissi.


Giancarlo Busacca nasce ad Acate il  31 luglio del 1961. Autore di romanzi polizieschi è anche sceneggiatore e regista teatrale.
LanguageItaliano
PublisherPasserino
Release dateDec 26, 2017
ISBN9788893456388
Superterroni family: Il primo reality scritto

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    Superterroni family - Giancarlo Busacca

    figlio.

    GIORNO 01

    Prima giornata del nostro reality, sono a casa Scapissi seduto su una sedia in un angolo del soggiorno per non dare disturbo. Magari se la sedia avesse anche il quarto piede sarebbe meglio, cercherò di stare attento per non cadere. Sinceramente non ho la più pallida idea a cosa vado incontro, vediamo cosa succede.

    -È una disgrazia,- dice Cosimo disperato - se non riusciamo a trovare una soluzione divento pazzo, abbiamo ereditato un sacco di soldi da una zia ricchissima e non li possiamo avere perché quella disgraziata ha messo una clausola nel testamento. Se non sposiamo a nostra figlia entro tre mesi perdiamo l’eredità. Trovare un marito per nostra figlia non è facile, perché è talmente brutta, che appena un pretendente la vede scappa.

    -Esagerato nostra figlia non è brutta, è un tipo – dice Immacolata

    -Se poi si tagliasse i baffi sembrerebbe una tipa

    -Sempre il solito esagerato, sempre il solito berbero scontroso, sei nato zotico e morirai cafone, mai che mi porti un fiore

    -Ora che c’entra, ricominciamo con la solita storia, ma perché ti dovrei portare dei fiori se sei ancora viva

    Cosimo sente un rumore

    -Hai sentito? Ci sono i ladri in casa

    -Figurati, poveri come siamo che ci vengono a fare qui

    -Non lo so, ma alle volte vedendo che siamo poveri, portano qualche cosa loro

    Entra Daria, Cosimo corre per cercare di afferrarla, ma subito la situazione si capovolge ed è Daria a bloccarlo per un braccio

    -Ti ho preso arrenditi- dice Cosimo

    -Ma se sono io che la sto bloccando

    -L’ho fatto apposta così non scappi

    -Cosimo fermo quella è Daria la nostra cameriera

    -E da quando in qua abbiamo una cameriera?

    -Da oggi, una persona del mio ranco ha bisogno di una collaboratura domestica, ora che stapiamo per diventare ricchi, ma che dico ricchi! Di più, ricchioni

    -Ma come parli?- chiede Cosimo

    -Parlo come parlano le vere signore… Daria

    -Siii

    -Ti presento il mio consorzio

    -Si il consorzio agrario, sono il marito

    -Buongiorno, mi chiamo Tromba Daria, parlo veloce perché ogni tanto mi viene la tartaglia, sono la vostra nuova cameriera di mattino di giorno di sera, sono una donna tuttofare che sa pure lavare cucinare, cucino bene pesci, pesci fritti, gamberi, sogliole, scampi e gamberetti…

    -Ferma ma lei è una donna elettrica, una elettrodomestica – la interrompe Cosimo

    -Siccome ogni tanto balbetto allora per evitare o parlo veloce o canto

    -Immacolata mi spieghi come la dobbiamo pagare se ancora non abbiamo preso l’eredità

    -Guarda che non la dobbiamo pagare, è la figlia illegittima di Turi il lento, quello che ha il negozio di mobili, siccome è troppo veloce e il padre non la sopporta, ci paga lui per tenerla qua da noi. (Immacolata esce dalla stanza)

    Entra la figlia Fiamma

    -Papà

    -Ah! Sei tu

    -Ti sei spaventato?

    -Ti ho detto mille volte, che prima devi chiamare e poi entri. Mettiti sul collo quella bella campana che ti ho regalato, così si sente il rumore ed uno capisce dove sei

    -Ho l’impressione che ieri ho mangiato qualcosa di pesante, mi sa che ho l’alito un tantinello brutto

    Cosimo odora da due metri di distanza e a momenti sviene

    -Come ti sembra papà?

    -Ma una cosa minima, sciacquati la bocca con un poco di varecchina e ti passa tutto

    -Papà devi essere sincero con me, ma tu pensi che io sono brutta

    -Non c’è una domanda di riserva? Figlia mia che vuoi che ti dica, tu hai una bellezza nascosta, basta scoprire dov’è. La tua è una bellezza interiore, peccato che non sei un calzino, così uno ti potrebbe rivoltare.

    -A te va sempre di scherzare

    -Comunque figlia mia non ti preoccupare, perché ho detto a Luigi, il sensale di matrimoni, di trovarti un marito ad ogni costo, vivo o morto

    -Ma papà che me ne faccio di un marito morto

    -Tu niente, ma noi risparmiamo i soldi delle bomboniere. Ora vai di là che sto aspettando l’elettricista.

    Fiamma si allontana, suonano alla porta, Daria va ad aprire, è l’elettricista, lo butta a terra e gli punta una lampada tascabile in faccia.

    -Chi sei? Confessa.

    -Sono l’elettricista

    -Stai attento a quello che dici, perché ti faccio impagliare e ti uso come un porta ombrelli

    -Lascia stare questo povero cristo

    Cosimo aiuta l’elettricista a rialzarsi

    -Buongiorno sono l’elettricista, mi dica qual è il problema

    -Mia figlia

    -Sua figlia?

    -No scusi, mi sono confuso è la lampada… certe volte si spegne di colpo senza motivo

    -Vediamo, mi faccia dare un’occhiata… ci vorrebbe (mentre controlla la lampada, Daria gli porge il cacciavite) … ora mi servirebbe (Daria porge la pinza) ora… (Daria gli porge del nastro isolante)… ma lei signorina è elettricista?

    -No ma ne capisco

    -Di elettricità

    -No di elettricisti, sono stata fidanzata con i tre elettricisti del paese

    -Ma in paese siamo in quattro

    -Non c’è problema, ti aspetto stasera bello

    -Mi scusi la domanda, ma lei è sposato? –chiede Cosimo incuriosito

    -A si, appunto – si accoda Daria

    -Scapolo praticante, (Cosimo comincia a fregarsi le mani) il problema è nella presa, che è bruciata, mi serve una femmina

    -Per questo non c’è problema, al posto della cameriera, che non ne vale la pena, le posso dare mia figlia (chiamandolo in disparte)

    -Ma no, che ha capito, io mi riferivo alla presa della corrente

    -Perché io non posso andare? - chiede stizzita Daria

    -Tu hai tutti gli uomini che vuoi, mia figlia no. Guardi visto che casualmente siamo nell’argomento le faccio vedere una foto… mia figlia ha fatto pure la fotomodella… ragazza immagine de la Prece

    -Cos’è sta Prece

    -Una fabbrica di casse da morto

    -Sembra vestita come una prostituta, ma cosa rappresenta?

    -La morte puttana

    -Senza offesa, ma sua figlia è brutta forte

    -Ma guardi questa qui è stata presa da più vicino e si vede meglio

    -Non capisco… questo vestito marrone

    -No, questa è la cassa da morto, mia figlia è l’altra

    -È sicuro?

    -Che fa non riconosco mia figlia

    -Senza offesa, ma dire brutta a sua figlia è fargli un complimento

    -Va bene essere brutti, ma sua figlia se ne approfitta – aggiunge Daria

    -Ma che dite brutta!!! La vostra è un’espressione forte, il bello è ciò che piace e poi mia figlia è una ragazza che va tutti i giorni dall’estetista

    -Interessante

    -Solo che non la fanno entrare dice che gli fa scappare i clienti… ma lei non si arrende e poi ogni giorno le facciamo fare i fanghi

    -E come mai?

    -Così almeno per un pò non la guardiamo… ecco guardi quest’altra foto

    - (guarda perplesso la foto, la gira e la rigira) scusi ma da che parte si guarda?

    -Ma che è un quadro di Picasso? – dice Daria

    - (Cosimo gira la foto) Ma così guardate questa è la testa e queste sono le gambe… (si ferma rigira la foto) anzi no così… questa è la testa e queste sono le gambe

    -Si ma così il mare nella foto viene in alto

    -E si vede che quel giorno c’era il mare mosso

    -Non mi sembra convinto neanche lei

    -In effetti mi sto confondendo

    -Comunque bella quella tuta attillata in pelliccia, non mi piacciono quei pezzi di stoffa rossa.

    -Guardi che quei pezzi di stoffa rossa sono il costume da bagno, che fa la voleva vedere nuda, pezzo di assatanato

    -Ma allora quella non è una tuta di pelliccia

    -Donna pelosa, donna virtuosa

    Daria si avvicina all’elettricista

    -Daria la finisci di starci appiccicata – dice Cosimo

    -È che mi ricorda un vecchio fidanzato, l’ho lasciato perché era troppo rozzo, pensate che mi ha fatto la dichiarazione d’amore con una scorreggia

    -Aldo Scapissi

    -Esatto lo conosce?

    -Certo è mio cugino, fece la dichiarazione a sua moglie dopo avere mangiato cinque chili di fagioli, vi lascio immaginare cosa gli è uscito

    -E la moglie

    -Lei si era mangiata sette chili di fagioli, abbiamo dovuto evacuare il paese per un mese, l’aria era talmente irrespirabile… ma torniamo a cose più serie, allora che mi dice di mia figlia

    -Che è brutta, che le devo dire

    -Lei mi sembra un poco monotono, guardi che mia figlia ha una bella dote

    -Ma non c’è dote che tenga, non scherziamo!

    -Guarda che se si sposa mia figlia le do 50mila euro

    -Qu…qua…quanto?

    -E ci aggiungo pure una casa in paese

    -Ca…casa?

    -Una casa in campagna con incluso un bel vigneto e venti barattoli di bicarbonato

    -E il bicarbonato a che serve

    -Per farle digerire la cosa

    -Mi fa rivedere la foto?

    -Ma certo se la può tenere se vuole

    -Ma quanto è alta

    -L’altezza non ha importanza, io avevo un fidanzato talmente basso che quando pioveva era l’ultimo a saperlo e poi con una dote simile cosa pretende –dice Daria

    -No è che prima la foto l’ho guardata con occhi distratto… magari intanto che vado a prendere la presa nuova, me la guardo meglio e ci penso

    L’elettricista esce, prima di uscire Daria lo abbraccia e tenta di baciarlo

    -Immacolata presto vieni – dice Cosimo euforico (entra la moglie) - Daria che fai?

    -Lo stavo collaudando, ma poca cosa

    -Immacolata hai sentito?

    -Si ho sentito, magari… volesse il

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