Il Paese che Vorrei
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Anteprima del libro
Il Paese che Vorrei - Giglio Reduzzi
G.R.
Prima Parte
Coda di Agosto
18 agosto 2017
Dopo aver scoperto che, in tutto l’Universo che conosciamo, non ci sono esseri viventi di tipo umano con cui noi si possa mai entrare in contatto, tanto meno avere uno scambio di idee, il problema di sapere se siamo soli o no è privo di ogni significato pratico.
Tanto vale credere, come si è sempre fatto, che la Terra sia l’unico pianeta abitato da Uomini.
Il che, oltretutto, rende plausibile l’idea di un Dio che, non solo si occupa di noi, ma ci pone al centro delle Sue attenzioni.
Proprio come dice il Cristianesimo (Incarnazione, Aldilà, ecc.)
Se ci fossero altri uomini in giro per l’Universo, sarebbe ugualmente possibile credere ad un Dio creatore, ma sarebbe arrogante da parte nostra pensare che Egli si occupasse di noi in via esclusiva.
19 agosto
Quello di essere più benvoluto in Patria che nell’UE, rappresenta uno strano destino per Orban, il primo ministro ungherese.
Ciò probabilmente dipende dal fatto che egli è l’unico leader europeo che:
ha a cuore gli interessi del suo Paese, che insiste a chiamare Patria;
vuole preservare le radici cristiane dell’Ungheria e difenderle da ogni contaminazione modernista;
vuole preservare l’amicizia con la Russia, di cui riconosce l’importanza, per l’Europa, di averla così duramente conquistata.
19 agosto
Quando ho scritto della possibilità che il Duomo di Milano diventasse presto una moschea o, quantomeno, un luogo di culto a disposizione di entrambe le religioni (cristiana e musulmana), temevo di aver esagerato e di aver fatto sobbalzare più di un’anima bella.
Ma debbo ricredermi.
Leggo infatti che a Birmingham, dove già esistono centinaia di moschee ed un minareto, circolano petizioni per ottenere che i fedeli, tramite autoparlante, possano venire invitati alla preghiera almeno tre volte al giorno. (La regola vorrebbe che fossero cinque.)
Nella medesima città si stima che tra meno di tre anni (2020), saranno 683.000 i musulmani che parteciperanno alla preghiera del venerdì, mentre saranno solo 679.000 i cristiani che andranno a messa la domenica.
A Londra (423 nuove moschee), alla messa domenicale che si svolge nella centrale Chiesa di S. Giorgio non si vedono più di dodici/venti persone, mentre la moschea di Brune Street ha il problema opposto ed infatti i fedeli sono obbligati a pregare per strada.
Non si vede perché lo stesso fenomeno non debba verificarsi, con il consueto ritardo, anche da noi.
Ma passiamo alla cattolicissima Spagna.
Qui le cose non vanno meglio.
Oriana Fallaci (che anche gli intellettuali di sinistra ora vanno riscoprendo, dopo averne dette di tutti i colori sul suo conto) già una quindicina d’anni fa scriveva ne La forza della ragione
:
<
E prosegue:
<
E a fondarla non furono i figli di Allah. Furono gli spagnoli dell’estrema sinistra………...passati da Carl Marx a Maometto.
Subito i nababbi marocchini, i reali sauditi e gli emiri del Golfo si precipitarono a benedirli con i soldi e l’Associazione fiorì.
Si arricchì di apostati che venivano da… (segue elenco)…
Senza che il governo intervenisse. E senza che la Chiesa cattolica si allarmasse.>>
20 agosto
Ieri l’onesto ma modesto successore di Renzi, ci ha raccontato che la cittadinanza agli immigrati è una ricchezza anche per noi italiani, perché quelli, acquisendo la cittadinanza, insieme ai diritti, acquisiscono anche i doveri.
(Quasi che adesso non abbiano doveri!)
Purtroppo un sacco di gente sente queste parole, le trova ragionevoli e gluglu le manda giù.
La gente non pensa che c’è una soluzione ancora più semplice: non dar né diritti né doveri a nessuno, prima di aver tolto dall’indigenza il popolo italiano.
Lo ius soli, l’ho già detto, è roba che incentiva l’immigrazione e che pertanto va bene a Paesi come il Canada e l’Argentina, che hanno tuttora bisogno come il pane di nuovi abitanti e, soprattutto, ne avevano i secoli scorsi.
Estenderlo alla sovrappopolata Italia può essere utile solo ai partiti a corto di voti. Non certo ai cittadini privi di lavoro.
Inoltre nei Paesi disabitati, oltre agli abitanti, mancava anche una cultura degna di questo nome.
In quei territori si partiva da una tabula rasa che era la condizione ideale per la crescita di una società multietnica.
E’ il famoso meltingpot
americano.
Da noi è diverso, da noi gli immigrati si trovano spaesati proprio perché da noi la cultura c’è e come.
Nasce da origini antichissime che –ahimè- sono incompatibili con quelle musulmane, quanto lo è l’olio con l’acqua.
Non a caso, quando gli islamici si installano da noi, formano un’enclave, che non somiglia affatto al resto della nostra società.
Sono le enclave che troviamo nelle periferie di Marsiglia, Parigi, Bruxelles, Londra e Birmingham.
E che presto troveremo anche da noi.
Ho un malizioso sospetto: dato che il progetto di legge volto a favorire la concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati non gode di molto favore parlamentare, ma è fortemente voluto da Renzi (che vuol tornare al governo), temo che esso sia stato messo nell’agenda di Gentiloni, non tanto per farlo approvare, quanto per farlo fallire, costringendo il governo alle inevitabili dimissioni.
20 agosto
Già in precedenza mi sono sforzato di dimostrare l’incompatibilità della religione islamica con la nostra.
Ma l’ho fatto principalmente evidenziando come essa si sia manifestata nei fatti.
Cioè con le guerre che l’Islam ha sempre condotto contro l’Occidente cristiano ed in particolare contro la penisola italica, costringendo le nazioni che allora l’abitavano a proteggere le loro