3Narratori: Il libro delle ombre
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About this ebook
“Nessun individuo può sfuggire alla propria ombra”
"Il libro delle ombre" è un ebook che raccoglie cinque racconti (più uno) di vario genere, con un filo conduttore che è quello delle ombre che ciascuno di noi, così come i personaggi dei racconti, si trascina dietro e che deve affrontare quotidianamente. I cinque racconti sono stati selezionati nell'ambito del concorso "3Narratori" ospitato e organizzato dal blog Argonauta Xeno.
I racconti inclusi nella raccolta sono:
- "Argentea falena" di Roberta Eman
- "Digitale purpurea" di Emilia Cinzia Perri
- "Fantasmi dalle orbite vuote" di Gabriele Nannetti
- "Il re degli Amadriadi" di Alfredo Canovi
- "Sheut" di Marika Michelazzi
- "Il libro delle ombre" (cornice) di Marco Stabile
La copertina è stata illustrata da Paola Cocchetto.
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Book preview
3Narratori - Marco Stabile
Argonauta Xeno presenta
3Narratori
Il libro delle ombre
L' ombra
Una prefazione
Questo libro mi ha visto crescere. C'è molto del mio passato alle sue origini e insieme siamo sopravvissuti a così tanti stravolgimenti, piccoli e grandi, che metterci oggi la parola fine mi porta, oltre a una grande soddisfazione, un leggero senso di straniamento, come quando, altre volte, mi è capitato di leggere storie o pensieri scritti molto tempo prima. Non c'è male, per un progetto iniziato nel 2014, che ha visto coinvolti cinque autori (più il sottoscritto), quattro editor, una illustratrice e una lettrice, e vede la luce a tre anni e mezzo di distanza rispetto a quanto avessi preventivato.
Nel mezzo sono cresciuto, dicevo. E sono cresciuti anche coloro che mi hanno aiutato. C'è chi si è laureato, chi si è addentrato nel mondo del lavoro, chi si è sposato e ha avuto una splendida bambina, una meravigliosa tempivora, che ha tuttavia lo straordinario potere di allontanarle, le ombre. Troppi cambiamenti per non lasciare un'impronta, come direbbe il misterioso personaggio del mio racconto.
Questo libro, in fondo, è la mia ombra.
Per questo motivo, forse, 3Narratori - Il libro delle ombre non rispecchia più l'ambizione iniziale di incentivare la letteratura di immaginazione nella blogosfera; ne raccoglie tuttavia lo spirito e ne diventa testimonianza, con la speranza mia e di tutti coloro che ci hanno lavorato di aver prodotto un ebook di qualità e di piacevole lettura.
Se non ci siamo riusciti, la colpa è del curatore.
Se invece ci siamo riusciti, il modo migliore per ringraziarci è condividere questo libro e lasciarci un giudizio su Goodreads o sul portale dove l'avete scaricato.
E se ancora voleste leggere altri racconti nati con lo stesso spirito, ma senza il tema delle ombre, potete recuperare il primo volume 3Narratori - Racconti scelti, sempre gratuito.
Grazie per l'attenzione,
Marco Stabile aka Argonauta Xeno
Treno 10760
21 novembre 2017
~ ~ ~
Nella sua bizzarria, era un bellissimo oggetto.
Rigirò la lampadina, interrogandola con le dita. Mario non l'aveva comprata, sebbene si ricordasse di quel vecchio cinese che aveva provato a vendergliela. Se l'era semplicemente trovata dentro al marsupio, pigiata in mezzo alle sue cose.
Non era nemmeno una semplice lampadina, di quelle che si usano in casa: era di forma affusolata, come una piccola lingua di fuoco. Lungo il vetro opaco, l'indice seguiva una scanalatura a spirale che tuttavia non sembrava mai raggiungerne la punta; mentre sul fondo incontrava un cilindretto di ottone alla cui base, anziché il consueto elettrodo, c'era una superficie liscia su cui erano incise alcune tacche, toccate da una lancetta sottilissima.
Probabilmente non valeva una lira.
Bing. Fermata prenotata.
Mario scese dal tram e si accoccolò sotto la pensilina. Non faceva davvero freddo, ma Milano era ormai entrata in quella stagione incerta in cui le notti arrivano leste e a tradimento, portandosi via il caldo del traffico.
Udì alcune voci in avvicinamento e, senza pensarci, ficcò la lampadina nel marsupio. Sbirciò di lato, verso l'uscita della metro.
Erano due ragazze troppo truccate, di poco sotto i venti. Si interruppero non appena lo videro ed evitarono accuratamente la panchina, fermandosi a confabulare sotto il tabellone ATM. Almeno non lo guardavano.
Mario non desiderava attenzioni: stava bene da solo, così da potersi crogiolare nella malinconia del suo amore non corrisposto. Era così patetico, ma la risposta di quella sera ancora gli bruciava dentro, tanto che pur di disfarsene riusciva a trovare interessante anche una stupida lampadina.
Tirò fuori di nuovo il giocattolo; intanto quelle continuavano a parlare di vestiti e simili cavolate. Si accorse in quel momento che la lampadina non era inerte nelle sue mani, come aveva inizialmente pensato, ma emanava una sottile vibrazione.
Spuntarono in lontananza le luci di un tram. Mario lo tenne d'occhio finché non gli si fermò davanti. Le due donne salirono.
Poco dopo arrivò anche l'1. Aveva il solito aspetto, un po' retrò e trasandato, nonostante l'inedita insegna rossa. Il tram sferragliò curvando attorno alla stazione; mentre ultimava la svolta, gli sembrò di udire un richiamo proveniente dalle lamiere.
Mario si stropicciò gli occhi e diede la colpa alla stanchezza, poi salì sul mezzo.
Era uno di quei vecchi tram con i sedili in legno e il fascino del passato, nonostante fossero tutti rifatti di recente. C'erano ancora parecchi passeggeri: volti stanchi, perlopiù. Si sedette suo malgrado di fianco a una coppietta cinese, intenta a scambiarsi ideogrammi con i loro smartphone. Di fronte a lui c'era un tizio in giacca e cravatta, che in testa aveva più gocce di sudore che capelli. I suoi occhi arrossati fissavano un punto indefinito poco al di sopra della sua testa e la cosa lo mise a disagio, così distolse lo sguardo.
Udì ancora il richiamo, che proveniva da qualche parte tra le lamiere e le assi di legno della vecchia carrozza, ma questa volta riuscì a distinguere alcune sillabe.
«Non sfuggile...»
Era poco più di un sussurro, ma nonostante il fracasso del mezzo gli sembrò che fosse proprio rivolto a lui.
Una voce, quindi.
Aveva lo stesso timbro di quella del vecchio che lo aveva quasi fregato, quella sera,