Io me lo leggo, Speciale Natale !
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Buone Feste!
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Io me lo leggo, Speciale Natale ! - Monika M Writer Blog
racconto!
Il calendario dell’Avvento!
─ Cos’è un calendario dell’Avvento? ─
Quella semplice domanda, fatta da suo figlio, l’aveva rattristata.
Nessuno avrebbe potuto comprendere quel malessere, per tutti era unicamente una richiesta di spiegazioni, ma per lei significava altro.
Sara finì di cucinare la cena in silenzio, la sua mente cercava una via d’uscita.
Lei odiava le feste, erano legate a ricordi di infelicità.
Chiuse gli occhi e immaginò suo figlio ormai uomo: le avrebbe odiate anche lui?
Ricordava bene quanta sofferenza le recava non ricever doni come tutti gli altri bambini, e ancor più la faceva soffrire il nascondere quel malessere per non ferire i suoi genitori che non potevano permettersi quei regali costosi, neanche una volta l’anno.
Lo ricordava bene ed era questo ora a farla soffrire: suo figlio era destinato allo stesso strazio?
Dopo aver risparmiato il più possibile ora possedeva quanto bastava per donargli la copia meno brutta del gioco di marca in voga: il robot che Matteo desiderava tanto.
Ma un calendario dell’Avvento prevedeva un dono al giorno, come avrebbe potuto fare?
Sara malediceva chiunque avesse messo in testa a suo figlio quella sconosciuta esigenza.
I suoi amici lo avrebbero quindi ricevuto? Avrebbe lui dovuto mentire come faceva lei da bambina?
Ricordava la vergogna di esser povera, le bugie dette e le lacrime versate.
─ Quella tristezza non ti passa più ─ sussurrò stringendo forte la paletta di legno nella mano serrata dalla rabbia e trattenendo le lacrime; ora non era più una bambina, adesso era una donna forte.
Una soluzione doveva esserci e l’avrebbe trovata.
La foto della madre, morta ormai da anni, la vegliava dal comodino.
Era sua abitudine parlarle prima di coricarsi, forse quella figura le mancava e le sarebbe mancata per sempre e più volte si era posta la domanda: Si finisce mai di essere figli?
Del resto lei era divenuta mamma a sua volta, e molto giovane. Una ragazza madre, si dice oggi; sembra faccia tutto un altro effetto sulla società, ma i risultati sono gli stessi: devi crescerti un figlio tutto da sola ed è dura! Sbuffò; troppe volte aveva indugiato su quell’errore di valutazione verso un uomo egoista ma che le aveva donato la gioia più grande della vita.
Si sdraiò pensando di passare una notte insonne a caccia di una soluzione che doveva pur esserci.
─ E se lavorassi il giorno di Natale? ─ bisbigliò come a chieder consiglio a quella silente figura che sempre accanto sapeva di avere.
─ Il capo dice che ci darebbe il doppio della paga. Matteo potrebbe stare dalla signora Lia... ─
Chiuse gli occhi, il giorno dopo avrebbe chiesto al capo del personale di metterla in turno il giorno di Natale, poteva così anticipare una piccola somma e trovare qualcosa di economico per il calendario dell’Avvento.
Il dormiveglia la faceva sentire in balia di onde dolci che la cullavano, una sorta di rilassatezza invase il suo corpo, ancestrali ricordi la fecero nuovamente sentire cullata attaccata al seno materno.
Il volto, adagiato sul cuscino, le sembrava percorso da lievi scosse elettriche, simili a quelle che produceva la tv una volta spenta e che da bambina amava accarezzare.
Le palpebre chiuse sembravano essere oltrepassate da una strana luce blu intenso, irreale, che solo una luce artificiale avrebbe potuto produrre.
Una sirena! La sua mente immediatamente diede una spiegazione logica e razionale a ciò che era convinta di intravedere; era sempre stata così lei, non avvezza a credere ai miracoli di Natale.
Si svegliò con animo sereno come non le accadeva da tempo, probabilmente era per via di quel sogno.
Dalla morte della madre non le era mai capitato di sognarla, lo aveva desiderato tanto; del resto era l’unico modo per rivederla, e quella notte finalmente era stata accontentata! Felice si diresse in cucina per preparare la colazione.
La casa molto piccola la faceva muovere come una gatta, attenta a non far nessun rumore che potesse svegliar Matteo prima del necessario e fargli perdere così minuti di riposo.
Preparò meccanicamente la macchinetta del caffè lasciando libera la mente di tornare a quel sogno.
Sicuramente si era suggestionata da sé chiedendo consiglio a quella foto posta accanto al letto, tanto da sognarne poi la risposta.
Sorrise al dolce ricordo di sua madre. "Ai figli bisogna dar tempo, non giochi;
è quello che da grande ricorderanno e non certo i giochi che rompono e sostituiscono ogni anno! Tu un giorno, come me, per lui non ci sarai più e tutto ciò che potrà restare sono i ricordi, solo quelli sopravvivono alla morte!"
Poteva aver senso per un adulto forse, ma per un bambino? Matteo voleva il suo calendario dell’Avvento o non lo avrebbe chiesto e in cuor suo lei giurò che suo figlio lo avrebbe avuto, a ogni costo!
La tavola era pronta per la colazione e Sara decise che era ora di svegliare Matteo.
Aprì delicatamente le imposte così da far entrare la luce che, delicata, lo avrebbe destato senza violenza.
Rise nel vederlo correre a riparar il viso sotto le coperte così da non esser raggiunto da quei raggi che gli annunciavano che era ora di alzarsi.
─ Dai pigrone è ora di andare a scuola! ─, disse tirando via le coperte dal lettino e dando vita a una lotta giocosa con il figlio.
─ Questa notte nonna è venuta a trovarmi! ─ disse infine Matteo, lasciando senza fiato Sara.
Come era possibile? Sognare contemporaneamente la stessa persona era un caso?
Credeva al caso?
─ E cosa hai sognato? ─, chiese curiosa.
─ Mi ha spiegato cos’è il calendario dell’Avvento! ─, rispose felice mentre correva in cucina a far colazione.
Sara lo seguì, lentamente, le gambe avevano iniziato a tremare.
─ Desideri riceverne uno? ─ chiese allora allegra Sara per mascherare lo stordimento.
─ No! Ma è un segreto non posso dirti altro! ─ rispose infilandosi una fetta di ciambellone così grossa in bocca che non permetteva di continuare la discussione, neanche volendo.
─ Sei sicuro che non ne vuoi uno? Se vuoi mamma te lo regala! – insisté; le sembrava strano che Matteo rifiutasse.
Il bambino sbuffò.
─ Nonna mi ha detto che ne abbiamo uno già fatto, era tuo, di quando eri bambina! Volevo farti una sorpresa... ma tu insisti sempre! ─ rispose scocciato.
─ Mio? Di quando era bambina? Matteo quello è stato solo un sogno non è la realtà! ─
─ Nonna è venuta veramente! Vuoi una prova? Andiamo in cantina, mi ha detto che sta nel baule verde, quello con le cerniere di ottone che tu non mi lasci mai guardare. ─
─ Farai tardi a scuola se perdiamo tempo con queste sciocchezze, e io al lavoro! ─ tagliò corto.
Che assurdità era mai quella? Lei aveva ricevuto un calendario dell’Avvento?
Ma quando mai!
─ Ci vorranno solo cinque minuti, mi sbrigo a lavarmi i denti e vediamo!
Nonna non ha mai detto bugie! ─
─ Matteo era un sogno! ─
─ No! La nonna è venuta questa notte, dice che possono farlo solo tre volte... ─
Sara decise che era necessario visionare quel