Debord e la Internet Society: libri Asino Rosso
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Book preview
Debord e la Internet Society - Raimondo Galante
Raimondo Galante
Debord 2.0 e la Internet Society
UUID: e6d7be4e-8d13-11e7-8a22-49fbd00dc2aa
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write
http://write.streetlib.com
Indice dei contenuti
Nota editoriale
Premessa dell'autore
"Parte I 'La Società della Rappresentazione secondo Debord'
INTRODUZIONE
1 - LO SPETTACOLO E IL PRIMITIVISMO TECNOLOGICO
2 - IL PROBLEMA DELL’ ALIENAZIONE E LA NEGAZIONE DADAISTA
3 - IL FALLIMENTO DELL' ILLUSIONE SURREALISTA COME LA CONSEGUENZA DEL DOMINIO SPETTACOLARE GLOBALE
4 - L’ AMBIGUA STRATEGIA DELL’INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA CONTRO LA PROLETARIZZAZIONE DEL MONDO
5 - DEBORD E IL FUTURISMO
6 - DEBORD E IL DADAISMO
7- DEBORD E IL SURREALISMO
8 - DEBORD E LA TEORIA CRITICA DELLA SCUOLA DI FRANCOFORTE
9 - IL DOMINIO DELLO SPETTACOLO E LA TEORIA CRITICA DEI FRANCOFORTESI
Parte II
LA SOCIETA' DELLA RAPPRESENTAZIONE UPDATE"
Introduzione
1 - IL VERO VOLTO NASCOSTO DELLO SPETTACOLO: LA RETE
2 - IL CONTINUO RINNOVAMENTO TECNOLOGICO
3 - LA SCOMPARSA DELL’ AURA
NELL’OPERA D’ARTE
4 - L’ INFORMAZIONE SPETTACOLARE
5 - IL SEGRETO GENERALIZZATO
6 - L’ETERNO PRESENTE SPETTACOLARE
7 - SCIENZA SPETTACOLARE E SCIENZA ETICA
8 - IPOTESI GAIA: IL FUTURO DELLA POLITICA?
9 - UNA NUOVA VISIONE DIALETTICA, OLISTICA (EVOLUTA)
10 - D.O.C. Dialettica-Olistica-Creativa (Evoluta...)
Conclusioni minime
Biografia minima di Raimondo Galante
Note bibliografiche
Catalogo Asino Rosso
Nota editoriale
ASINO ROSSO
GIORNALE BLOG
Debord 2.0 e la Internet Society
di Raimondo Galante
A.R. (libri Asino Rosso 09)
a cura di Roberto Guerra
http://asinorosso.blogspot.com
Via Antolini, 15, 44123 Ferrara
Agosto 2017
Cover: Futurguerra Debord 2.0
Premessa dell'autore
Guy Debord post-situazionista...
Guy Debord, La Società dello Spettacolo
ed. SugarCo 1990, cap. IV par. 87 pag. 135: … la borghesia è la sola classe rivoluzionaria che sia mai stata vincitrice; nello stesso tempo che essa è la sola classe per la quale lo sviluppo dell’economia sia stato causa del predominio da essa conquistato sulla società.
Nella tesi n. 19 della Società dello Spettacolo i (1967), massima opera di Guy Debord, si può forse trovare la chiave interpretativa per comprendere appieno la struttura della società tecnologica di massa occidentale. In essa Debord scrive Lo spettacolo è l’erede di tutta la debolezza del progetto filosofico occidentale, che fu pure una comprensione dell’attività, dominata dalle categorie del vedere; così come si fonda sull’incessante dispiegamento della razionalità tecnica precisa che essa è uscita da questo pensiero. Esso non realizza la filosofia, filosofizza la realtà. E’ la vita concreta di tutti degradata in universo speculativo.
In queste parole possiamo trovare una critica affatto velata alla filosofia occidentale e in particolare alle sue origini platoniche. Platone è, infatti, il filosofo greco che, introducendo la nozione di idea come forma pura anticipa quella che sarà la tendenza dominante in tutta la filosofia occidentale, quella della ricerca di una dimensione rappresentativa e concettuale della realtà separata dalla realtà stessa. L’idea è infatti per Platone l’unica vera realtà e il mondo intelligibile l’unico modello accettabile di realtà. Si verifica quindi ad opera della filosofia una vera e propria scissione tra ciò che è rappresentabile e quindi visibile (non si dimentichi che eidon in greco antico è la forma dell’aoristo di orao, il verbo che giust’appunto significa vedere).
In base a ciò che risulta essere visibile all’occhio umano si ha una rappresentazione della realtà in cui si cerca di porre una netta distinzione tra ciò che è bene e ciò che non lo è. Scrive infatti Platone nel Timeo: La vista a mio giudizio, è diventata per noi la causa della più grande utilità, in quanto dei ragionamenti che ora vengono fatti intorno all’universo, nessuno sarebbe stato fatto, se non avessimo visto né gli astri, né il sole né il cielo. Ora, invece il giorno e la notte, in quanto sono veduti, e i mesi e i cicli degli anni e gli equinozi e i solstizi hanno realizzato il numero e ci hanno fornito la nozione del tempo e la ricerca intorno alla natura dell’universo. Da queste cose ci siamo procurati il genere della filosofia, del quale nessun bene maggiore né venne né verrà al genere umano, essendo un dono datoci dagli dei. E dico appunto quello degli occhi è il bene più grande.
ii L’obbiettivo è quello di definire una visione del mondo in cui sia nettamente e chiaramente distinguibile il bene dal male. L’idea platonica è il tentativo più coerente di formulazione di una rappresentazione della realtà in cui il giudizio sia facilmente individuabile e inequivocabile. Rappresentare la realtà quindi significa anche alterarla sensibilmente e semplificarla in modo da poterla codificare e interpretare. Questo secondo Debord è il peccato originale che affligge la filosofia da quando è nata, e che imprime con un marchio a fuoco la struttura della società occidentale la cui ultima evoluzione è ciò che Debord chiama lo spettacolo
.
Quest’indagine sarà compiuta servendosi degli strumenti interpretativi e delle riflessioni prodotte soprattutto nel corso del novecento da artisti, filosofi, sociologi che hanno avuto nella loro vita a cuore la comprensione della struttura e delle evoluzioni della società occidentale. Tale ricerca non sarà quindi affatto facile, e non avrà come riferimento una unica disciplina ma in essa si cercherà di utilizzare tutti gli strumenti utili ad una comprensione veramente interdisciplinare e completa a 360 gradi del problema, che può complessivamente essere definito dal termine falsificazione
.
Un contributo di particolare rilievo sarà dato dalle riflessioni contenute nei testi e negli articoli di Guy Debord e dell’internazionale Situazionista e da quelle contenute nelle opere dei filosofi della Scuola di Francoforte e di un suo collaboratore d’eccezione Walter Benjamin. Infatti, tali autori sono da considerarsi non a torto, coloro che hanno maggiormente studiato l’origine e lo sviluppo della società tecnologica di massa, e che ne hanno individuato la vocazione al dominio globale.
Bisogna poi ricordare la matrice culturale che accomuna, sebbene in maniera diversa questi autori, cioè la riflessione economico-sociale marxiana unita a una ricerca estetica mirata ad individuare una funzione sociale per l’arte. Non bisogna dimenticare che Debord è un figlio non sufficientemente riconosciuto di una matrice culturale duplice: la cultura d’avanguardia e il marxismo.
L’incontro e la fusione di queste due differenti culture, destinate singolarmente, per la loro incompletezza, al reciproco fallimento, daranno invece origine al tessuto economico-sociale del novecento e ne costituiranno lo stile estetico. Il mondo che ci accingiamo qui a descrivere è quello che possiamo vedere con i nostri occhi: la società capitalista e tecnologica di massa, contraddistinta da due fondamentali caratteristiche di riferimento per tutta la nostra ricerca. La prima è il dominio della tecnica, la seconda è la prevalenza su scala globale dell’economia del libero mercato.
Questi due caratteri, che ritornano costantemente e segnano indelebilmente il nostro modello sociale ed economico, sono interdipendenti tra loro e hanno precise ragioni storiche che ne giustificano e ne determinano il successo. Scopo di questa ricerca sarà di indagare a fondo su tali ragioni servendoci dell’illuminante contributo degli studiosi già citati e in particolare delle riflessioni, tuttora scientificamente non superate, che si possono trovare negli articoli e soprattutto nei testi scritti da Guy Debord. Lo scopo finale è quello di riuscire a delineare un esauriente quadro dell’identità della società tecnologica di massa, e aiutarci a comprendere il significato del periodo storico nel quale stiamo vivendo.
"Parte I 'La Società della Rappresentazione secondo Debord'
frammenti (Edizione Integrale pubblicata da Tracce Edizioni 01/2002)
INTRODUZIONE
L’analisi economica e sociale promossa da Guy Debord e dalla sua Internazionale Situazionista è tanto più importante quanto più si riallaccia ad un’esigenza culturale presente in tutto il Novecento elaborata dalle Avanguardie storico-artistiche, con lo scopo di far affiorare dalle ceneri dell’arte e quindi della cultura tradizionale una nuova percezione estetica del mondo.
Nato agli albori del secolo, prima del primo conflitto mondiale, il Futurismo è il primo di questi tentativi, tutto teso verso una socializzazione dell’arte non più prodotta con gli strumenti tradizionali e soprattutto non più percepita e valutata come prima.
L’opera d’arte non è più dominio esclusivo dell’artista, ma un prodotto della tecnica moderna che diviene l’unico valore socialmente riconosciuto. Le divisioni all’interno dell’arte proprie della cultura romantica e idealista del secolo precedente corrispondevano ad un’esigenza istituzionale per cui ogni forma artistica godeva della sua peculiarità e di un suo modo di produzione e di fruizione specifico, ora devono cadere in nome della rivoluzione futurista.
Tutte le arti dalla Letteratura alla Musica, alle Arti Figurative devono esprimere solo l’entusiastica adesione al nuovo modo di vivere promosso dallo sviluppo economico e tecnologico che offre i mezzi per liberarsi dai vincoli espressivi nati da una cultura passata, i cui valori morali e religiosi legati ad una situazione sociale politica ed economica arretrata non hanno più ragione di esistere
In questa prima fondamentale esperienza ci sono già tutti gli elementi delle altre avanguardie europee che segneranno col loro passaggio la storia di questo secolo e ne determineranno i valori culturali. Essi vengono alla luce partoriti dalla riflessione sullo sviluppo della tecnica e sono segnati da due tendenze opposte ma complementari: la riqualificazione in un contesto nuovo dei valori del passato e il tentativo di individuarne di nuovi adatti ad esprimere adeguatamente il presente. Pertanto i cromosomi costituenti il dna dell’avanguardia sono essenzialmente due: lo straniamento e il primitivismo. Tutto il complesso codice genetico di questa esperienza storica e culturale viene scritto dalle differenti combinazioni di questi due fondamentali geni.
Lo straniamento consiste nello spostare una parola dal suo consueto contesto in un contesto assolutamente nuovo e inedito per quella parola. Questo concetto, espresso per la prima volta, nel Manifesto tecnico della letteratura futurista
, riguarda nel caso specifico il paroliberismo