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Il consulente senior del Boss
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Il consulente senior del Boss

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About this ebook

Alle volte, può essere difficile distinguere chi ti guarda le spalle da chi potrebbe pugnalarti alle spalle. 

Non c'è niente di ordinario nelle vite dei fratelli Reid. 

Il miliardario Alex Reid deve dividersi fra un'azienda prestigiosa, la moglie, i figli ed il fratello, senza mai perdere di vista chi trama nell'ombra per sottrargli la compagnia. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. 

Il country club di Mark sta diventando uno dei migliori del paese. Alla velocità della luce. Talmente velocemente che Mark riesce a malapena a tenerne il passo e a non lasciarsi sfuggire le occasioni che gli si presentano di continuo. Proprio come per suo fratello, quando il lavoro inizierà a consumarlo, riuscirà a non perdere di vista la donna che gli sta accanto?

Quando vivi sotto le luci della ribalta, sai che ci sarà sempre qualcuno pronto a mettere in dubbio il tuo successo, gettando delle ombre sulla tua vita. L'aspetto più triste di ogni tradimento è che non arriva mai dagli sconosciuti, ma da chi non ti aspetteresti mai.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateAug 19, 2017
ISBN9781507186893
Il consulente senior del Boss
Author

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Book preview

    Il consulente senior del Boss - Lexy Timms

    Indice

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3........................................17

    Capitolo 4........................................25

    Capitolo 5........................................31

    Capitolo 6........................................36

    Capitolo 7........................................40

    Capitolo 8........................................47

    Capitolo 9........................................55

    Capitolo 10......................................62

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13......................................88

    Capitolo 14......................................95

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Il Boss per sempre

    Nella serie L’assistente del Capo

    Nota dell’autrice

    Dove trovare Lexy Timms

    Altre serie

    Capitolo 1

    Jamie terminò la chiamata e tornò a sedersi sulla sua poltrona, appoggiando il telefono sulla scrivania. Si sfregò gli occhi, non più abituati a fissare lo schermo del computer per tante ore di fila.

    Dopo i mesi trascorsi a casa, era felice di essere tornata finalmente al lavoro. Almeno, lo era per la maggior parte del tempo. Le piaceva lavorare per suo marito, e passare del tempo con altre persone adulte, dopo mesi in cui era stata, per lo più, con i gemelli. I suoi figli, però, le mancavano molto. Le mancava prenderli tra le braccia e coccolarli tutte le volte che ne aveva voglia. Le mancava vederli giocare, per terra accanto a lei, mentre controllava le email, nei rari momenti in cui non si sedeva per terra a giocare insieme a loro. Non poteva di certo portarli al lavoro con sé, nonostante fosse la moglie del capo.

    Avrebbero potuto istituire una giornata in cui fosse consentito portare i propri figli al lavoro.

    Le cose erano cambiate mentre lei non c’era. Non tanto nel lavoro quotidiano della Reid Enterprises, ma sotto altri aspetti. C’era un’altra nuova app per gli affari. Nuovi sviluppi che si era persa, durante il periodo lontano dall’ufficio. Perfino ora che lavorava quattro giorni alla settimana le sembrava di perdersi sempre troppe cose, durante i tre giorni che trascorreva lontano dall’ufficio. Controllava costantemente l’email ed Emelie la teneva sempre aggiornata, ma quando, il martedì, tornava al lavoro, aveva la sensazione di essersi persa qualcosa.

    Forse tutto quello stress dipendeva dalle questioni finanziarie che ancora non avevano risolto. Sei mesi prima, dopo aver scoperto il problema, Alex aveva convocato Zander nel suo ufficio, ma il consulente senior aveva negato di avere a che fare con quella faccenda e, dopo ulteriori indagini, avevano scoperto che qualcuno si stava muovendo nell’ombra sfruttando una sorta di delega a suo favore. Jamie non comprendeva bene gli aspetti tecnici. Sapeva soltanto che non era stato Zander a derubarli.

    Il che significava che qualcuno stava ancora agendo liberamente alle loro spalle. Avevano tentato di bloccarlo più volte, ma era sempre ricomparso. Era un passo avanti a loro e Jamie sapeva che tutto quello stress stava consumando Alex. Suo marito aveva assunto degli esperti informatici, finanziari, addirittura un investigatore privato. Ogni volta che pensavano di aver preso il truffatore, però, quello cambiava tattica oppure trovava modi nuovi di agire contro la compagnia. Lui, o lei, come pensava Jamie, cambiava continuamente il numero identificativo tramite cui agiva. Inoltrava le richieste da computer diversi. A volte, si fermava abbastanza a lungo da farli sperare di aver smesso definitivamente, soltanto per ricomparire all’improvviso nelle ispezioni settimanali che Alex aveva predisposto. Alex era talmente esausto che Jamie temeva potesse decidere di chiudere l’attività e risolvere così il problema.

    La Reid Enterprises, però, era la sua creatura, l’aveva costruita fin dalle fondamenta, e, per questo, non l’avrebbe mai lasciata andare senza combattere.

    Se avesse deciso di licenziare un dipendente dopo l’altro, per trovare il ladro, Jamie non l’avrebbe biasimato, arrivati a quel punto.

    Tutti quei problemi con la compagnia gli impedivano di tornare a casa prima, come le aveva promesso. Era uno dei motivi per cui Jamie aveva deciso di lasciare i bambini di più con la tata e tornare al lavoro. Così, se non altro, avrebbe visto suo marito, ogni tanto, e ci sarebbe stata se avesse avuto bisogno di lei. Forse non avrebbe trovato il colpevole, ma, almeno, avrebbe aiutato in altri modi. In più, avrebbe alleviato un po’ lo stress di Alex, il che le sembrava un motivo sufficiente per tornare al lavoro, indipendentemente da quanto le sarebbero mancati i gemelli.

    Non si trattava di rinunciare a loro per quattro giorni alla settimana. Jamie se lo ripeteva di continuo, nei momenti in cui le sembrava che non ce l’avrebbe fatta. Li avrebbe visti comunque, durante quei quattro giorni lavorativi.

    Un colpo leggero alla porta la distolse dai suoi pensieri, facendole alzare la testa e risistemare la mani sulla tastiera del computer. Avanti, rispose.

    La porta si aprì silenziosamente ed Emelie vi si affacciò. Signora Reid? Le ho portato i documenti che mi aveva chiesto.

    Ah, sì, grazie Emelie. Jamie sorrise alla donna e disse, come faceva almeno tre volte a settimana, Sai che puoi chiamarmi Jamie.

    Emelie le restituì il sorriso. Sì, signora Reid. Lo so.

    Jamie rise. D’accordo, se proprio insisti. Grazie per i documenti.

    La donna appoggiò la cartellina sulla scrivania e si girò, sparendo in corridoio. Alex aveva proposto di mandarla via o farla lavorare soltanto nei giorni in cui Jamie non era in ufficio, ma Jamie l’aveva dissuaso. A quel punto, Emelie Eriksson conosceva i meccanismi interni della Reid Enterprises bene quanto lei. Forse meglio, considerando che Jamie era rimasta ferma per quasi un anno. Jamie, inoltre, non voleva farle perdere parte dello stipendio. Nei giorni in cui erano entrambe al lavoro, avrebbe potuto occuparsi di altre cose o fare da assistente a Zander. Lui lavorava quasi quanto Alex, ultimamente, ed un’assistente personale gli avrebbe fatto comodo.

    Jamie recuperò il file dello stesso documento che le aveva appena portato Emelie e li esaminò minuziosamente, confrontandoli. Fece un sospiro di sollievo, quando realizzò che non c’erano discrepanze tra il file ed il documento cartaceo, grata ad Alex per aver conservato le versioni cartacee dei documenti, permettendole, così, quel confronto. In questo modo, inoltre, avrebbero tenuto i clienti fuori dai problemi che stavano affrontando, ma non ci sarebbero più riusciti se il truffatore avesse iniziato a sottrarre soldi dai loro investimenti o ad alterare i portfolio. Dovevano assolutamente contenerlo o l’intera azienda avrebbe rischiato grosso. Sospirando, Jamie contrassegnò il file come ‘letto’ e ne archiviò una copia dell’ultima versione. Non trascorreva tutto il suo tempo così, ma ne passava comunque la maggior parte in quel modo, affannandosi a controllare un portfolio dopo l’altro mentre si assicurava di non trascurare tutti gli altri suoi doveri. Quando avrebbero scoperto chi fosse l’impostore, Jamie avrebbe chiesto al giudice di costringerlo a controllare e ricontrollare documenti per almeno un anno, come parte della sentenza. Se lo meritava.

    Il telefono vibrò sulla scrivania e Jamie gli lanciò un’occhiata, trovandovi il promemoria sul suo incontro con l’amministratore delegato della Zephyr Technologies, tra mezz’ora, per pranzo. Avrebbero discusso della possibilità che la donna diventasse un investitore della Reid Enterprises e Jamie si ritrovò a pensare a quell’incontro con un entusiasmo che la sorprese. Era raro che si ritrovasse a lavorare con delle donne a capo di grandi aziende.

    Si alzò, si stiracchiò e portò le mani sulla schiena, inarcandola. Nell’ultimo periodo, tra i gemelli ed il lavoro, non aveva avuto molto tempo per allenarsi ed il fisico ne stava risentendo.

    Infilò il computer nella borsa che si sistemò sulla spalla, prendendo il portafoglio mentre usciva. Attraversò la porta che conduceva all’ufficio di Alex, invece di quella che dava sul corridoio, per salutarlo prima di andarsene.

    Quando entrò, Alex alzò lo sguardo e le sorrise. Un sorriso stanco che non raggiunse gli occhi segnati e che le fece desiderare di portarlo fuori di lì. In un posto in cui avrebbe potuto rilassarsi, almeno per un po’. Era passato troppo tempo dall’ultima volta che erano stati in vacanza. Un giorno, presto, avrebbe rimediato.

    Ciao, amore, gli disse. Come va?

    Si alzò mentre lei attraversava la stanza per raggiungerlo. Jamie lo abbracciò ed appoggiò la testa sul suo petto. Lui la strinse immediatamente tra le braccia, tenendola vicina.

    Meglio, adesso che sei qui, le rispose. Dove vai?

    A pranzo con Marla Whitehall. Della Zephyr Technologies. Uno dei nuovi, potenziali investitori.

    Alex annuì, sfiorandole la testa con il mento. Giusto, disse. Me n’ero dimenticato. A dir la verità, sono felice che ci vada tu e non io. Ho già troppo da fare, qui, per andare anche ai pranzi d’affari.

    Jamie lo sapeva perfettamente. Era un’altra delle ragioni per cui era ritornata al lavoro. A lui non erano mai piaciute le pubbliche relazioni tanto quanto piacevano a lei. Io non vedo l’ora, veramente. Si spostò quanto bastava per guardarlo con un sorriso sulle labbra. Potrebbe essere bello trascorrere un po’ di tempo con una donna, per una volta.

    Alex rise. Vedi altre donne tutti i giorni. La Eriksson. La tata.

    Quelle con Brianna non sono delle vere conversazioni. Emelie ed io non parliamo davvero. Lei si limita a portarmi dei documenti e a scomparire.

    Non dirmi che sei ancora gelosa di lei.

    No, ma non ho superato il fatto che sia bella come una top model e tanto intelligente da essere la tua assistente personale. Come se non bastasse, ha anche una bellissima personalità. Insomma, ha tutte le fortune.

    Non esagerare. Alex le mise un dito sotto il mento, sollevandolo perché lo guardasse negli occhi. Non hai nulla da invidiarle, sotto ogni punto di vista.

    Tu sei di parte, ribatté Jamie.

    Anche tu lo sei.

    La guardò con quegli occhi azzurri che riuscivano sempre a raggiungere le parti più nascoste e profonde di lei, accendendole tutte. Non fallivano mai, anche in un momento come quello, in cui erano entrambi talmente esausti da addormentarsi non appena sfioravano il materasso. Jamie annuì soltanto, non fidandosi della sua voce che avrebbe sicuramente tradito la sua eccitazione. Era decisamente di parte, quando si trattava del marito.

    Bene, disse Alex, chinandosi per baciarla, a lungo e lentamente.

    Quando Jamie si ritrasse, le tremavano le ginocchia e non riusciva a pensare ad altro che a quanto le sarebbe piaciuto annullare il pranzo e trascorrere la pausa insieme al marito, nel suo ufficio. Se solo avesse potuto farlo. Dopo, disse, ne riparleremo.

    Alex le sorrise. Sarò molto felice di riparlarne, signora Reid.

    La sua risata bassa, calda, l’accompagnò mentre usciva dalla stanza e si allontanava da lui prima che il desiderio avesse la meglio su di lei.

    ***

    Marla Whitehall era più giovane di quanto Jamie si aspettasse e aveva gli occhi azzurri incorniciati da un paio di occhiali alla moda e da un caschetto di capelli neri. Sorrise a Jamie mentre si stringevano la mano e si sedevano una di fronte all’altra.

    È molto bello conoscerla, finalmente, signora Reid. Devo ammetterlo, aspettavo questo incontro da un bel po’, le disse.

    È un piacere anche per me, signorina Whitehall. Jamie sorrise. Era bello, essere di nuovo al lavoro ed interagire con degli adulti. Molto bello. Siamo sempre lusingati quando delle nuove compagnie sono interessate ad entrare a far parte della Reid Enterprises. Penso che la Zephyr Technologies sia molto promettente. Quello dell’energia sostenibile è un settore in espansione, di questi tempi, come lei saprà meglio di me, e molti dei nostri investitori vorrebbero entrare a farne parte.

    Marla rise. Lo credo bene. La prego, mi chiami Marla. So che questo è un pranzo d’affari, ma signorina Whitehall è davvero troppo lungo. Il suo sorriso si allargò. Ci farà risparmiare del tempo.

    Diamoci del tu, allora. Lo preferisco anche io.

    Il cameriere arrivò proprio in quel momento e dovettero interrompere momentaneamente la conversazione per ordinare del vino e qualche antipasto da dividere mentre aspettavano le portate principali.

    Dimmi, esordì Marla, dopo che il cameriere se ne andò, che cosa vuoi sapere della Zephyr Technologies?

    Jamie si sporse in avanti, sulla sedia. Alla Reid Enterprises interessa la possibilità di prendere parte ad attività commerciali uniche, fin dalle prime fasi. Vorremmo che i nostri clienti fossero i primi a sapere di eventuali opportunità future importanti e di successo, soprattutto di quelle che potrebbero essere interessati a supportare. Da quello che ho visto, la tua azienda risponde a tutti questi criteri.

    Assolutamente. L’innovazione è fondamentale, per noi. Come sicuramente saprai, stiamo studiando dei modi nuovi per sfruttare l’energia eolica. Cerchiamo delle soluzioni migliori per l’ambiente. Per gli uccelli. Per tutto. Dobbiamo trovare nuovi modi di produrre energia rinnovabile, per non dover più utilizzare le miniere ed il petrolio nello sviluppo dei prodotti. Per farlo, vogliamo creare un’energia eolica che sia totalmente, e non parzialmente, sostenibile.

    Continuò a parlare e Jamie l’ascoltò, annuendo di tanto in tanto. Sapeva molte delle cose che Marla le stava dicendo, aveva letto i documenti che le avevano inviato e aveva fatto molte altre ricerche, prima di concordare quell’incontro, quindi era già intenzionata ad includere la Zephyr Technologies nel portfolio della Reid Enterprises, ma se si fosse mostrata troppo interessata Marla avrebbe pensato di avere un vantaggio su di lei

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