Time hole. Ali di luce
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Time hole. Ali di luce - Claudio Cattani
Innella
Capitolo uno
Candy è buona per natura, paziente, scrupolosa, tenace, non conosce ansia ed emozioni. Ascolta pazientemente il brusio di un universo a lei ancora sconosciuto. E’ come una bambina avvolta in una nebbia crepuscolare. Una serie di led accesi indica che il processo è in corso. Linguaggi lineari a tratti illogici e confusi le parlano di bellezza, creatività, arte, amore, sovrapposti a guerre, orrori e devastazioni da parte dell’uomo. Ma Candy non appartiene al genere umano. Le sue labbra sono fredde e il volto ricavato da uno stampo che non prevede al momento neppure l’ombra di un sorriso. Il corpo slanciato è modellato per assomigliare a quello di una giovane donna. Un androide perfetto in ogni dettaglio, frutto delle ricerche più avanzate nel campo delle bio tecnologie e della cibernetica. Non avrà mai sete, fame, sonno. L’energia necessaria alle sue attività fisiche e cerebrali proviene direttamente dalla luce immagazzinata in una micro batteria situata al posto del cuore. Le reazioni a determinati stimoli vengono seguite e programmate in attesa del suo risveglio da un sonno profondo durato molti mesi.
Manca un solo giorno a quel momento e Robert Meyer, presidente dell’ARA, Advanced Research Agency, attende di incontrare l’uomo che la sveglierà allungando semplicemente una mano. L’androide si trova in una teca di cristallo al penultimo piano di una torre alta 1.130 metri, sede centrale dell’ARA. Una struttura verticale in ferro, alluminio, vetro e cemento con oltre 200 piani progettata copiando la natura. Le fondamenta ricalcano le radici di un albero, frammentate, elastiche e quindi in grado di ammortizzare le oscillazioni atmosferiche. L’edificio poggia su un’isola artificiale nella baia di San Francisco poco distante dal Golden Gate Bridge. Solo un ristretto gruppo di scienziati ha lavorato al progetto dell’androide nato dalla mente geniale di John Forster, scomparso in un incidente aereo poco prima che la sua creatura potesse prendere corpo.
Robert Meyer ha passato oltre quindici anni della sua vita in quella torre prendendo decisioni a volte sgradevoli ma necessarie. L’umanità ha un’incredibile capacità di adattamento a nuovi modelli di sviluppo ma i segreti del cosmo che hanno assillato la mente umana per millenni sono rimasti tali. Molti sono morti per scoprirne gli aspetti più nascosti ed altri moriranno nell’incessante corsa verso l’ignoto. Nonostante gli straordinari sviluppi della tecnica, lo spazio continua a mostrarsi ostile bruciando colossali somme di denaro senza alcun risultato pratico. Le enormi distanze che separano il nostro mondo dalle Galassie e dai pianeti abitabili recentemente scoperti restano invalicabili. Solo la Luna, più vicina e benevola, ha accolto i primi pionieri attratti dalla possibilità di arricchirsi con ricerche minerarie tra mille difficoltà ambientali. La sopravvivenza stessa dell’ARA come polo tecnologico mondiale è in discussione a causa di una serie di insuccessi che ne hanno minato le fondamenta.
Di fronte a queste pressanti necessità, Meyer, prima della scadenza del suo mandato, ha deciso di affidare un incarico molto particolare a uno dei più noti agenti dell’intelligence, Paul Gautier. Quest’uomo dovrà indagare a fondo su alcuni episodi avvenuti nel passato e tenuti misteriosamente nascosti nei sotterranei della Torre. Geniale, combattivo, abituato a confrontarsi con il terrorismo e la criminalità organizzata, non teme confronti nel suo campo d’azione. Ha un unico difetto, non sopporta la disciplina e per questo motivo si considera un mercenario senza bandiera.
Entrato da pochi minuti nella torre, Paul resta affascinato dalle immagini animate della crosta terrestre riprese dallo spazio ed inserite ad arte sui pannelli degli ascensori gravitazionali. Alcuni particolari sono nitidissimi in un contrasto di tonalità che sfumano verso l’azzurro. In pochi istanti un cilindro di cristallo lo porta in vetta alla Torre alla velocità di 25 m/s percorrendo la distanza in un soffio. Esce dall’ascensore provando solo un leggero ronzio alle orecchie. Giunto di fronte alla porta del presidente, emette un segnale in codice per mezzo del proprio auricolare e l’ostacolo si apre in uno sbuffo di energia.
Robert Meyer è solo al centro della stanza, la luce entrando da una serie di ampi lucernai opacizzati rende quasi neutra ogni cosa. Vedendo entrare l’agente lo saluta indicando la teca di cristallo alla sua sinistra: Benvenuto nel futuro!
– E’ quella la cyber macchina sperimentale?
domanda l’altro avvicinandosi al diaframma di cristallo. Si chiama Candy. La stiamo programmando. L’uomo ha un’enorme differenza rispetto agli altri animali, può elaborare una cultura complessa basandosi sulla trasmissione di informazioni attraverso la memoria. Quest’androide farà altrettanto, utilizzando un cervello artificiale di nuova concezione. Saprà ascoltare, rispondere e imparare.
Paul non mostra alcun segno di meraviglia. E’ abituato alla vista di robot più o meno sofisticati che considera semplici corollari dell'ingegno umano. Non potranno mai uguagliare una creatura vivente. Ricambia il gesto di saluto: Perché usare uno stampo femminile?
domanda Mi sembra fuori luogo.
- Seguiamo alla lettera il progetto iniziale del professor Forster che prevedeva un robot femmina.
Il presidente è appesantito, affaticato da un tenore di vita con troppe responsabilità e poche pause. Paul al contrario è giovane, dinamico, dotato di quell’intuitiva capacità di centrare sempre l’obiettivo. Di statura media, profilo greco, occhi scuri, potrebbe passare per un uomo del sud se non fosse per un particolare, i capelli biondi ricordano quelli di un vichingo. Nato a Rouen in Normandia, sul suo volto riecheggia la storia di un popolo innamorato del mare e dell’avventura. Dopo avere frequentato l’accademia aereo spaziale in Colorado, ottiene il brevetto di volo orbitale entrando a far parte dell’Intelligence Global Power specializzandosi in cibernetica.
Ho accettato l’incarico incuriosito dalle potenzialità legate all’inchiesta e al compenso.
dice estraendo dalla tasca il proprio memory e dirigendo il raggio d’azione sulla parete. Mi permetto però di farle notare che una navicella spaziale non può sparire nel nulla all’interno di una grotta con il pilota a bordo. Ci deve essere una spiegazione logica. Conosciamo entrambi le universali leggi della fisica.
Meyer a sua volta indica un ologramma al centro della stanza: La ringrazio per la franchezza, comunque l’intera documentazione relativa all’episodio è rimasta confinata negli archivi dell’Agenzia per molti anni fino a quando qualcosa d’inaspettato ha riacceso il nostro interesse.
– E’ riapparso il pilota?
domanda Paul con un’espressione a metà strada tra lo stupore e il divertito. Ha indovinato! Ma il fatto non è avvenuto ai giorni nostri, bensì alla fine dell’Era Glaciale con un salto temporale di circa diciottomila anni.
La reazione dell’altro è istintiva. Trattiene a stento l’impulso di gridare: Non esiste apparecchiatura al mondo capace di portarci nel passato.
esclama alzando entrambe le braccia in un gesto plateale – L’ha fatto una donna che sostiene di essere stata protagonista dell’evento. La descrizione di ciò che accadde nel settembre del 2098 è riportata in un file immesso in rete in modo clandestino violando tutti i protocolli di accesso. Ovviamente è stato subito bloccato.
– Se non mi trovassi all’interno di questa struttura ritenuta uno dei più importanti poli tecnologici del pianeta, scoppierei in una sonora risata. Anche la fantasia ha un limite!
- Avrà modo di leggere tutti i dettagli nel dossier che le consegneremo. Ciò che le chiedo è di indagare e fare luce sull’episodio che potrebbe cambiare il futuro del pianeta fornendoci un’impensabile nuova fonte di energia. L’uomo ha sempre affrontato qualunque difficoltà durante le sue esplorazioni ma avventurarsi nello spazio richiede tempo ed i viaggi potrebbero durare anni o secoli. Il comitato intergovernativo sulle risorse planetarie ha redatto il mese scorso un rapporto di valutazione rischi spaventoso. Siamo ancora troppo vulnerabili e privi di soluzioni a breve termine per affrontare viaggi di questo tipo.
- Cosa si aspetta dalla mia inchiesta? Migliaia di scienziati studiano quotidianamente questa realtà ed io non ho certo la bacchetta magica.
Meyer proietta un nuovo ologramma contenente la lista degli ultimi eventi climatici ritenuti estremi. E’ sconcertante, non crede? Il pianeta si sta ribellando. Non le chiedo l’impossibile. Avrà pieni poteri e sarà libero di agire come meglio riterrà opportuno. Scopra cosa nasconde la memoria messa in rete. Descrive un Time Hole, la possibilità di infrangere le barriere del tempo. Abbiamo bisogno di risposte. Oltre all’androide le consegno questa cache contenente una parte dei codici di accesso di secondo livello. Il mio mandato sta per scadere. Desidero ricevere un suo rapporto dettagliato entro dieci giorni. Potrà visionare archivi e dossier relativi al personale e a quanto le ho appena esposto.
– Un tempo decisamente limitato partendo da zero.
dice l’agente infilando la cache nella tasca della giacca dopo averla fatta girare più volte nel palmo della mano. Le anticipo che la missione venne organizzata e finanziata con il contributo dei migliori cervelli dell’epoca e ciò nonostante fu un fiasco colossale.
In quell’attimo una serie di led inizia a lampeggiare a fianco all’androide attirando l’attenzione di Paul: Quando è prevista l’attivazione?
- Domani alle nove in punto.
– Che tipo di precauzioni avete adottato?
– Prevalentemente software. Candy può interfacciarsi a Titan, un potente computer quantico.
– Dove si trova l’hardware?
– A Dawson City in Canada, ai confini con l’Alaska.
- Come avviene il collegamento?
- Tramite quattro satelliti con copertura totale dell’intera superficie terrestre.
– L’androide è in grado di operare in completa autonomia?
– Intende dire, scollegato dal computer centrale?
– Esatto!
– Può chiederlo direttamente al professor Mattias Barrow, allievo di John Forster che in questo momento sta ascoltando la nostra conversazione dal centro operativo di Dawson City.
Tramite un supporto di comunicazioni satellitari, la proiezione olografica cambia colore e appare Barrow a grandezza naturale al centro della stanza. I capelli bianchi e l’ovale del viso ricordano vagamente Einsten come viene ritratto negli antichi libri di storia. La voce è stridula intervallata da continui colpi di tosse: Fa freddo da queste parti. Finirò per prendermi un malanno.
dice rivolto all’agente. Lei desidera sapere se Candy può operare autonomamente? Senza alcun dubbio. Deve rivolgersi a Titan solo per attingere informazioni o elaborare calcoli complessi.
– E’ pienamente cosciente di questo fatto?
- Parlare di coscienza è fuori luogo. Candy è un prototipo sperimentale e va considerato tale. Una cyber macchina teoricamente molto intelligente che dovrà adattarsi al nostro mondo, ma pur sempre una macchina.
- Può prendere iniziative personali?
L’altro non risponde subito. E’ colto da un violento colpo di tosse. Credo che lei stia imboccando una strada sbagliata. Candy è innocua come una bambina. Non conosce il male e non sarebbe in grado di vivere una propria dimensione. Dipende da ciò che le abbiamo insegnato. E’ programmata per essere docile e obbediente.
- Non sono convinto. Ci sono parecchie incognite. Ogni essere umano da piccolo ignora la violenza ma la storia ci insegna che il cervello è in grado di produrre atrocità persino inimmaginabili. La nostra civiltà è progredita facendo costantemente uso di odio e violenza.
- Ma l’uomo ha il libero arbitrio. Noi invece stiamo parlando di un computer molto avanzato, ma pur sempre dotato di un cervello artificiale nel quale abbiamo inserito dati e flussi di informazioni selezionate.
- Riguardanti la storia dell’intero pianeta?
- Certamente. Arte, poesia, musica, bellezza. Candy sarebbe in grado di tenere una conferenza sul Rinascimento o sulle invenzioni di Leonardo Da Vinci.
Paul decide di interrompere quella discussione che ritiene del tutto inconcludente: La ringrazio professore. Le auguro buon lavoro e cerchi di stare al caldo.
La proiezione si dissolve lasciando