La nascita del sistema bancario a San Marino: Monti di pietà, Cassa di risparmio, Banca mutua popolare e istituti cattolici, 1850-1940
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Al centro di questa vicenda sta la nascita e l'iniziale evoluzione della Cassa di risparmio della Repubblica, di cui si ricostruiscono le origini, a partire dall'attivismo della Società operaia e di mutuo soccorso (Sums) che ne è promotrice, le spinte riformatrici sotto la presidenza di Pietro Franciosi agli inizi del Novecento, l'acquisizione di una posizione di rilievo tra le istituzioni della Repubblica e la successiva compromissione col fascismo nel ventennio tra le due guerre. Accanto a questo periodo centrale, ve ne sono poi altri, dall'effimera parabola della banca mutua popolare e dallo scandalo che seguì il suo fallimento nel corso della crisi bancaria di fine Ottocento, alle vicende del Prestito a premi e degli altri progetti finanziari che accompagnarono i faticosi sforzi di modernizzazione della realtà politica ed economico-sociale sammarinese. Dopo la prima guerra mondiale, infine, un ruolo di rilievo assunsero le esperienze creditizie sorte in seno al mondo cattolico: dalla nascita della banca agricola industriale, per iniziativa del Credito romagnolo e degli ambienti del popolarismo nazionale, alla prima affermazione della Cassa rurale di Faetano, maggiormente legata alla realtà di base del mondo contadino sammarinese.
Il quadro che ne emerge è, in definitiva, quello di una piccola società agraria e della sua difficile modernizzazione sul piano economico e finanziario non meno che su quello politico, sociale e culturale. Si tratta insomma di una realtà distante (anche se tutt'altro che impermeabile) rispetto alle grandi trasformazioni che si verificano in quella fase a maggior ragione lontana dalle vicende recenti del sistema bancario sammarinese nell'attuale mondo globalizzato o anche solo della sua espansione nel più limitato contesto italiano del secondo dopoguerra. E, tuttavia, lo sguardo ad un passato che può apparire remoto permette di cogliere alcune delle radici, delle ragioni profonde e delle costanti che informano ancora oggi posizioni e scelte del sistema bancario e, in certa misura, della società e dei ceti dirigenti sammarinesi nel loro complesso.
L'autore
Francesco Chiapparino insegna storia economica alla Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” dell'Università Politecnica delle Marche (Ancona). È coordinatore della rivista «Proposte e ricerche».
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La nascita del sistema bancario a San Marino - Francesco Chiapparino
Francesco Chiapparino
La nascita del sistema bancario a San Marino.
Monti di pietà, Cassa di risparmio, Banca mutua popolare e istituti cattolici, 1850-1940
La nascita del sistema bancario a San Marino. Monti di pietà, Cassa di risparmio, Banca mutua popolare e istituti cattolici, 1850-1940
di Francesco Chiapparino
Quaderni del Centro Sammarinese di Studi Storici, n. 41, 2016
Collana fondata da Sergio Anselmi e diretta da Ercole Sori
Editing Maria Chiara Monaldi
© 2017 Bookstones
via dell'Ospedale 11
47921 Rimini
www.bookstones.it
Proprietà letteraria riservata
Per informazioni e contatti: info@bookstones.it
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isbn: 978-88-98275-50-2
Opera approvata dai membri del Comitato Scientifico del Centro Sammarinese di Studi Storici, dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino: Girolamo Allegretti, Ivo Biagianti, Michele Conti, Leo Marino Morganti, Stefano Pivato, Maurizio Ridolfi, Laura Rossi, Ercole Sori.
Indice
Abbreviazioni usate
Presentazione di Massimo Merlino
Presentazione di Ercole Sori
Introduzione
Economia, società e credito a San Marino tra Otto e primo Novecento
I monti di pietà a San Marino nell’Ottocento
Appendice al capitolo II
La nascita della Cassa di risparmio e la Sums
Appendice al capitolo III
La parabola della Banca popolare sammarinese
San Marino e la sua Cassa di risparmio tra fine XIX e inizio XX secolo
Appendice al capitolo V
La Cassa di risparmio e gli istituti cattolici tra le due guerre mondiali
Appendice al capitolo VI
Abbreviazioni usate
ABAI Archivio della Banca Agricola Industriale, San Marino
AECF Archivio dell’Ente Cassa Faetano, Faetano, San Marino
ACRRSM Archivio della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino
ASRSM Archivio di Stato della Repubblica di San Marino
ASBd'I Archivio Storico della Banca d'Italia, Roma
ASSums Archivio Storico della Società Unione di mutuo soccorso, San Marino
BSRSM Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino
Presentazione di Massimo Merlino
Perché fare storia delle banche
Per mille motivi, culturali, socio-economici, didattici si deve fare storia delle banche. Ma in questi anni, nella Repubblica di San Marino, per rendere tutti più consapevoli delle vicende di un settore così importante per l'economia dell'antico Stato e per trovare da questo una nuova forza identitaria che dia fiducia e visione per il futuro all'intera comunità.
E Chiapparino fa uno sforzo significativo non solo di ricostruzione di eventi e di cambiamenti storici, ma di forte coinvolgimento del lettore, di passione civile che trasmette emozioni, che ci fa ripercorrere anche una grande vicenda umana di questa comunità.
Un giorno qualcuno scriverà del mondo visto da San Marino, da questo formidabile laboratorio sociale dove si ripercorrono in vitro, si simulano come su un impianto pilota vicende, conflitti, protagonisti, non dissimili da quelle eterne delle società sviluppate, ma proprio perché su una scala più piccola, più umane, più vicine al nostro sentire.
Così ripercorriamo il difficile cammino dalla povertà contadina alla società industriale e postindustriale, ma non in modo asettico. Quegli sforzi, quell'impegno solidaristico dei primi Monti di Pietà, delle Società di Mutuo Soccorso, delle prime Istituzioni bancarie, sono vicende che sentiamo come nostre nella lettura di questa notevole ricerca. E ne restiamo ammirati. Ma come è stato possibile in un contesto di partenza così isolato, in una natura montuosa bella quanto matrigna, un simile progresso civile ed economico?
È la segreta forza originaria di questa comunità, quella a cui i sammarinesi devono attingere oggi, dopo sette anni di crisi internazionale, con difficoltà però non maggiori di quelle affrontate nell'Ottocento e dopo la creazione del Regno d'Italia, dopo la prima guerra mondiale e nella crisi del '29. E tutte superate, magari anche con i difficili periodi di emigrazione, ma ormai tutte alle spalle come certamente lo saranno le attuali difficoltà, sempre insuperabili per chi le vive sulla propria pelle, ma sempre opportunità di rilancio in una prospettiva storica.
La nostra Banca CIS, storica ma non abbastanza per il periodo temporale considerato nella ricerca che arriva alla seconda guerra mondiale, è orgogliosa di aver contribuito a questo ricupero delle radici di Istituzioni troppo facilmente oggi criticate, che hanno costituito da sempre lo specchio delle vicende umane e sociali della Repubblica e la sua struttura portante. Ringrazio il prof. Ercole Sori di averci segnalato questa opportunità e di curare con tanta passione le ricerche sulla storia di San Marino.
La storia è per noi non già passiva contemplazione di vicende di tempi che non ritornano, ma momento di studio e ricarica delle nostre energie sempre rivolte a costruire il futuro, che mai come oggi dipende da noi.
Massimo Merlino
Presidente Banca CIS – Credito Industriale Sammarinese
Presentazione di Ercole Sori
L'attività di ricerca del Centro Sammarinese di Studi Storici, nel decennio 2004-2014, pur nella casualità degli stimoli e delle competenze che indirizzavano ora all'uno ora all'altro tema, ha di fatto seguito un percorso a posteriori riconoscibile. In quel percorso si è cercato di mettere meglio a fuoco, dal punto di vista storiografico, periodi, temi e attori della vicenda storica sammarinese che apparivano relativamente meno sondati o particolarmente importanti alla luce delle non poche peculiarità che la Repubblica mostra agli occhi dello storico.
Un primo blocco di studi ha ampliato l'indagine su un periodo storico, l'età contemporanea, per il quale era oramai necessario affrontare di petto
alcune questioni, come la necessità di spingere lo sguardo oltre confine (e dunque esaminare il rapporto tra storia italiana e storia sammarinese) e di superare reticenze e partigianerie che continuavano a gravare sulla ricostruzione della vicenda politica nel periodo 1922-1957[1].
Un secondo gruppo di studi si è rivolto a una componente dell'economia e dell'immagine che la Repubblica proietta all'estero, all'insegna della indubbia fama turistica che essa vanta ormai da lungo tempo. Dunque occorreva affrontare la storia delle origini del settore turistico sammarinese nonché il formarsi, nel tempo, di una identità fattuale o anche mitica in grado di attirare l'attenzione di viaggiatori e turisti. Questi lavori sono stati in grado di offrire materiali utili a una ridefinizione della natura del turismo sammarinese, della sua organizzazione e dei possibili scenari futuri entro i quali esso possa crescere e riqualificarsi[2].
Il terzo insieme di ricerche[3], arricchito da questo 41° volume, ha messo sotto osservazione un settore dell'economia, il credito bancario, che, assieme a pochi altri indicatori, accompagna i primi passi della Repubblica nel mondo moderno. È un mondo rispetto al quale lo Stato di San Marino è tenuto ai margini, perlomeno fino agli inizi del XX secolo, dall'isolamento geografico, dalla depressione economica e dall'arretratezza politico-istituzionale. La nascita della banca moderna può così essere annoverata tra i fattori che convergono nel forzare le necessarie trasformazioni del sistema politico e nel cambiare il clima economico. Tutto ciò non significa che il lavoro su queste tre aree tematiche sia esaurito. Il lavoro di Francesco Chiapparino, che qui presentiamo, si ferma al 1940 e pertanto comprende la storia di sole tre banche, la Cassa di Risparmio, la Cassa rurale di Faetano e la Banca agricola. Per quest'ultima, a differenza delle prime due, non è stato accordato l'accesso all'archivio e ciò ha comportato necessariamente una ricostruzione per grandi linee della sua storia.
Infine, è doveroso porgere un ringraziamento alla Banca CIS-Credito Industriale Sammarinese e al suo presidente prof. Massimo Merlino, il quale, udite le difficoltà del Centro nel sostenere finanziariamente tutti i progetti di ricerca in cantiere, nel 2013 ha sottoscritto una convenzione che, con un sostanzioso contributo, ha assicurato la stampa di questo volume.
[1] Appartengono a questo gruppo M. Ridolfi, a cura, Il Risorgimento. Mito e storiografia tra Italia e San Marino. A 150 anni dall'unificazione italiana, 2013 [con i saggi di V. Rossi, Il Risorgimento e la nascita del Regno d'Italia visti dalla Repubblica; V. Casali, Lo sviluppo della cultura risorgimentale a San Marino; D. Bagnaresi, Il racconto sammarinese del Risorgimento tra Otto e Novecento; S. Cruciani, Le relazioni politico culturali tra l'Italia e la Repubblica di San Marino nell'uso pubblico della storia (1948-1990)]; S. Cruciani, Passioni politiche in tempo di guerra fredda. La Repubblica di San Marino e l'Italia Repubblicana tra storia nazionale e relazioni internazionali, 2010; G. Sorgonà, Ezio Balducci e il fascismo sammarinese (1922-1944), 2014.
[2] Si tratta dei lavori di D. Bagnaresi, Miti e stereotipi: l'immagine di San Marino nelle guide turistiche dall'Ottocento a oggi, 2009; P. Battilani e S. Pivato, a cura, Il turismo nei piccoli borghi fra cultura e ri-definizione dell'identità urbana: il caso di San Marino, 2010; M. Troilo, Il turismo a San Marino. Un contributo essenziale all'economia della Repubblica, 2011.
[3] L'insieme è costituito da G. Nicolai, Il tesoro della Repubblica. Archivi e fonti per la storia del credito sammarinese (secc. XIX-XX), 2014, e da A. Ciuffetti, La concordia tra i cittadini. La Società Unione e Mutuo Soccorso di San Marino tra Otto e Novecento, 2014. Com'è noto, la Cassa di Risparmio di San Marino nasce nel 1880-'82 come diretta filiazione del sodalizio mutualistico.
Introduzione
Chi cercherà riferimenti alle, a volte movimentate, vicende bancarie sammarinesi che di recente hanno periodicamente riempito le cronache dei giornali finanziari, è destinato probabilmente a rimanere deluso da questo volume, almeno in prima battuta. La ricostruzione delle pagine che seguono, infatti, si colloca in un contesto distante da quello odierno, non solo temporalmente.
Quella in cui ha luogo la gestazione del sistema creditizio di San Marino è essenzialmente ancora una società agraria tradizionale o, al più, nelle prime fasi del suo processo di modernizzazione e, dunque, molto lontana dalle dinamiche del mondo integrato attuale in cui anche la Repubblica è profondamente immersa. Le vicende che qui si descrivono, sono quelle di una piccola comunità dell'entroterra appenninico romagnolo-montefeltrano, inserita nell'ambiente sociale ed economico circostante e, anche, nella vivacità per cui si connota, ma irrimediabilmente diversa da quella delle cronache attuali. Una simile distanza, d'altra parte, è anche accentuata dall'oggetto specifico qui in esame: se ci sono ambiti in cui le trasformazioni sono più rapide e a volte vertiginose, tra di essi figurano sicuramente quello bancario e finanziario. Ciò che qui si presenta è una storia di monti di pietà, casse di risparmio e banche popolari: istituzioni che si collocano all'origine del moderno sistema bancario italiano e che già di per sé, tra Ottocento e primo Novecento, avevano finalità, forme di organizzazione e motivi stessi di esistenza molto differenti dalle banche attuali. Nel caso sammarinese, questi istituti arrivavano per lo più con un certo ritardo rispetto alle dinamiche generali della penisola, spesso quale riflesso dell'evoluzione di questa parte d'Italia, e avevano le piccole dimensioni che imponeva loro lo stretto collegamento alla società locale, con le sue minute vicende economiche, politiche e anche umane.
Lo sforzo di transfert che la ricostruzione di questo piccolo mondo a cavallo tra Otto e Novecento impone a chi è interessato alle vicende sammarinesi attuali, o anche solo incuriosito da esse, nondimeno non è inutile. Già soltanto la percezione della distanza che gli organismi istituzionali e di credito locali hanno dovuto coprire dalla situazione descritta in questo libro a quella di oggi, permette di cogliere l'entità delle difficoltà, dei rischi e delle insufficienze a cui tali organi hanno dovuto far fronte nei decenni recenti. Le strutture bancarie, e più in generale istituzionali, assai esili e a volte rudimentali - si pensi alle casse rurali - consegnate al secondo dopoguerra dall'evoluzione che in queste pagine si è tentato di ricostruire, hanno in seguito dovuto affrontare le grandi trasformazioni della modernizzazione del miracolo economico prima e della globalizzazione poi.
Calarsi nelle vicende di un secolo fa e seguirne il dipanarsi attraverso i decenni cruciali a cavallo tra XIX e XX secolo permette anche di percepire alcune costanti della vicenda sammarinese contemporanea. L'alterità e, ad un tempo, la profonda permeabilità rispetto al circostante contesto italiano, la cronica e quasi strutturale carenza di normativa di cui San Marino soffre e, al tempo stesso, beneficia - uno Stato senza o con pochissime leggi: quasi un paradiso per l'individualismo italiano e la sua insofferenza alle norme -, i tanti e spesso tutt'altro che intuitivi fili che legano il microstato al resto della penisola, in un gioco di rimandi tra una profonda dipendenza e la costante, quasi testarda, rivendicazione di autonomia, sono solo alcuni degli elementi che, seppure declinati nello specifico delle dinamiche bancarie, emergono con evidenza dalla ricostruzione del passato e permettono di comprendere più a fondo la situazione e le vicende attuali della Repubblica.
Infine, da un punto di vista più strettamente storiografico, il caso delle istituzioni creditizie sammarinesi e della loro evoluzione tra Otto e Novecento mostra una sua rappresentatività, ancorché ovviamente limitata dai connotati statuali del contesto locale in cui si colloca. L'abbondanza e la varietà delle esperienze nel comparto del credito che una, pure piccola e relativamente appartata, realtà come San Marino conosce, la rende per molti aspetti esemplare della vivacità economica e, soprattutto, associativa e istituzionale di questa parte d'Italia, in particolare dell'area romagnola. La Repubblica conosce praticamente tutto (o quasi) il ventaglio di istituti no-profit
attraverso i quali si forma la prima ossatura delle strutture bancarie moderne in ampie porzioni non metropolitane della penisola a cavallo tra secolo XIX e XX. Nonostante il ritardo con cui, come si è detto, tali esperienze in alcuni casi intervengono in ambito sammarinese e a volte la loro parzialità, il loro succedersi permette di seguire l'evoluzione del processo di costruzione sociale del mercato
del credito che interessa una larga fetta dell'Italia centro-settentrionale. Una simile vicenda, è resa più intellegibile e lineare dalle piccole dimensioni del contesto in cui ha luogo, che consente di osservarne nel dettaglio, in vitro
quasi, motivazioni, dinamiche e sviluppi.
L'argomento di questo volume, d'altra parte, è lungi dall'essere stato inesplorato. Esistono vari contributi che si occupano della storia delle istituzioni bancarie a San Marino prima della seconda guerra mondiale, da quello di Menetto E. Bonelli all'articolo di Cristina Biancone, al recente studio di Gilda Nicolai[1], particolarmente prezioso per il presente lavoro, ad altri ancora dedicati a vicende specifiche e singole banche. Di essi, naturalmente, si è qui fatto largo uso, tentando di raccordarne i contenuti e di inserirli in un quadro d'insieme dell'evoluzione economica e sociale sammarinese.
In questo tentativo, chi scrive si è giovato dell'aiuto di molte persone, che ovviamente non hanno alcuna responsabilità sui limiti del risultato finale e che nondimeno meritano un doveroso riconoscimento. Il mio sentito ringraziamento va anzitutto a Ercole Sori, che ha suggerito e reso possibile questo lavoro, al presidente della Banca di credito industriale sammarinese, Massimo Merlino, che ha contribuito finanziariamente al progetto editoriale, a Marco Moroni e Augusto Ciuffetti, con cui tante tematiche sono state discusse, a Gilda Nicolai, con cui ho condiviso parti importanti della non sempre facile ricerca sul campo. Altrettanto sentita è la riconoscenza verso tutto il personale di istituzioni, biblioteche e archivi su cui questo studio ha potuto basarsi, in particolare verso Michele Conti dell'Archivio di Stato di San Marino, Claudia Malpeli e Vanna Tabarrini della Biblioteca di Stato, Filippo Carattoni della Cassa di risparmio della Repubblica, Graziano Bartolini dell'Ente Cassa rurale di Faetano, Daniela Conti dell'Archivio storico Sums e Isabella Cerioni dell'Archivio storico della Banca d'Italia. Un pensiero, infine, va a mia moglie e ai miei figli, per la pazienza e le doti di sopportazione di cui, come sa bene chiunque faccia questo lavoro, hanno dovuto dare prova durante la realizzazione di queste pagine.
[1] Cristina Biancone, Gli Istituti di Credito sammarinesi: origini ed evoluzione, in Quattro studi sulla storia della Repubblica di San Marino e di Rimini: secoli XVIIIXIX, Quaderni del Centro Sammarinese di Studi Storici, San Marino 1998, pp. 89-116; Menetto E. Bonelli, I pionieri. Banche, Banchieri, e... a San Marino, 1874-1905, Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino, San Marino 2007; Gilda Nicolai, Il tesoro della Repubblica. Archivi e fonti per la storia del credito sammarinese (secc. XIX-XX), Quaderni del Centro Sammarinese di Studi Storici, San Marino 2014.
Economia, società e credito a San Marino tra Otto e primo Novecento
Una ricostruzione della vicenda delle moderne strutture creditizie a San Marino non può che prendere le mosse dal contesto in cui tali organismi vengono emergendo, cioè dall'ambiente economico e sociale della Repubblica nel tardo Ottocento. Un certo spazio verrà anche dedicato ai gruppi dirigenti di quest'ultima e, perciò, alle dinamiche politiche, in senso lato, in cui inevitabilmente le questioni riguardanti l'attività bancaria vengono a inserirsi. Questo quadro introduttivo si completa poi con dei cenni alle forme assunte dal credito nel contesto sammarinese in età moderna, prima cioè della comparsa di organismi di tipo moderno in tale settore della vita economica. Le varie esperienze di monti pignoratizi della storia della Repubblica, che pure rientrerebbero in questa tipologia, sono invece trattate a parte nel capitolo successivo.
Il quadro economico e sociale
La relativamente vasta bibliografia sull'evoluzione economica e sociale di San Marino tra tardo XIX secolo e prima guerra mondiale restituisce l'immagine di un territorio con un assetto eminentemente agrario, economicamente dominato dalle attività rurali e dai ceti titolari della proprietà della terra. Gli studiosi sono concordi nell'evidenziare la notevole articolazione di questa possidenza, unitamente alla forte frammentazione fondiaria tipica dell'alta collina appenninica. La vasta varietà di diritti collettivi, proprietà comuni e usi civici che, assieme a una marcata impronta silvo-pastorale, caratterizzano il panorama agrario sammarinese durante tutti i secoli della prima età moderna tra XVI e XVIII, sopravvive in parte ancora nel XIX, quando pure si riduce sensibilmente sotto la pressione della crescita demografica e del conseguente ampliamento delle terre messe a coltivazione[1]. La mezzadria o spesso, semplicemente, la colonia parziaria, che pure accompagnano la sistemazione delle colture permanenti attorno a borghi e castelli probabilmente già dal XV secolo e sicuramente dalla fine di quello successivo, si diffondono con lentezza e in maniera imperfetta
rispetto alla bassa collina e alle aree vallive della Toscana e delle Marche[2], coerentemente con quanto in certa misura avviene nelle aree preappenniniche e in particolare in quella romagnola[3].
Nel corso del XIX secolo questo tipo di conduzione conosce un tardivo sviluppo, specie dopo che gli Statuti agrari del 1813 - per altri aspetti largamente disattesi nella pratica - accentuano gli oneri colonici a favore dei proprietari. Da circa un terzo della forza lavoro attiva dei primi anni Venti, essa arriverà ad interessare il 40% degli occupati a fine secolo e forse più, con un incremento che, per quanto parziale, mostra la prosecuzione dei trend dei secoli precedenti. A quella data, nondimeno, benché i rapporti mezzadrili costituiscano ormai la forma contrattuale prevalente nelle campagne della Repubblica, la maglia poderale è tutt'altro che affermata e le proprietà risultano ancora largamente frazionate, oltre che di dimensione media notevolmente inferiore rispetto alle regioni dell'Italia centrale. Ciò che ne deriva è soprattutto l'accentuata dispersione della proprietà: