Sono una di loro
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La domanda viene ufficialmente accolta e quel timbro pone fine alle titubanze. In una penombra che trasuda presagio, un po’ come fosse quell’ultima cena, riuniti attorno al tavolo della spaziosa e modesta cucina, il papà Luigi, senza nemmeno toccare la mezza patata che ha nel piatto, prega: Alora, ragazit, sa fegna? A n’aven gnent da magnar, pero aven al brazz fortj. Nu a seŋ onesti, con dal curagg e dla voja ad far: andegna tutt’i assiem a star a Roma? (Allora, ragazzi miei, che si fa? Non abbiamo da mangiare, però abbiamo le braccia forti e siamo onesti, coraggiosi e con la voglia di fare: andiamo tutti insieme a vivere nei pressi di Roma?). Stazione di Ferrara, dicembre 1933: papà Luigi, mamma Argia assieme ai figli Giovanni, Vittorio, Pasquino, Nevio e Gina. Le note di quella banda che dovrebbe galvanizzare in realtà fanno scendere le ultime lacrime fino a bagnare la terra che stanno per lasciare.
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Sono una di loro - Daniela Montanari
LORO
Un po’ di numeri e date
La dinastia cui apparteniamo è di origine nobile, più che nobile: principi e re, regine e principesse si sono susseguiti nel corso degli anni fino a oggi. Uso questo sostantivo femminile per raccontare la discendenza da cui abbiamo ereditato, oltre allo stemma araldico, un DNA invidiabile. Siamo forti, onesti, invincibili, miserabili, fuggiaschi e ladri. Arrivisti, modesti, farabutti e preti; commercianti, bancari, attori, armatori, idraulici e muratori. Macellai, impiegate, sarte, mugnai, pastori e poeti. Siamo noi: i Montanari.
Sul territorio dell’Emilia-Romagna vivono oltre quattromila famiglie e la maggiore concentrazione dei miei avi proviene, oltre che da Ferrara città, dai comuni di Finale Emilia, Mirandola, Vigarano Mainarda, Bondeno e Poggio Renatico. Tuttavia risultiamo numerosi anche in Lombardia, nelle Marche e, ovviamente, nel Lazio (circa trecentocinquanta famiglie). Ovviamente
perché alcuni dei diretti capostipiti da cui discendiamo hanno reso florida una terra a quel tempo malsana, prendendo parte alla colonizzazione dell’Agro Pontino.
Eh, addirittura! – qualcuno starà dicendo – perché, in effetti, gli eroi li sceglie chi scrive la storia, e io – mi perdonerete – ho già scelto i miei. In questo dipanarsi di date e accadimenti ci sono due sovrani imperatori ai quali è dedicato il libro: Manobri (è dialetto e si pronuncia calcando sulla b
) e Luigi (anche in questo caso, in dialetto, si calca sulla g
). Luigi è il papà di Stefania, Michele e Veronica, mentre Manobri è il mio. Il suo nome è Agostino – forse perché è nato il primo giorno di agosto – ma meglio conosciuto dai suoi conoscenti e parenti d’infanzia col soprannome.
Nel mondo sono stimate poco più di quarantamila persone, in Italia ottomilacinquecento – più di seimilasettecento famiglie – e il nostro cognome è panitaliano
, ossia esteso su tutto il territorio nazionale.
A Ravenna è il primo per diffusione; a Bologna il decimo, a Ferrara il tredicesimo.
Nei report che seguono, i dati sono aggiornati (secondo mie letture e interpretazioni) all’autunno 2015.
All’interno della regione Emilia-Romagna
Sul territorio di Bologna e provincia
Sul territorio di Ferrara e provincia
Alcuni report della regione Lazio:
Attorno al XIII-XIV secolo, l’uso del cognome ha preso a divulgarsi anche tra le estrazioni sociali più modeste, soprattutto dopo che il Concilio di Trento, nel 1564, ha sancito l’obbligo, per i parroci, di censire con nomi e cognomi ciascun abitante, al fine di evitare matrimoni tra consanguinei. Tuttora gli elenchi più completi sono in mano alla Curie, poiché cominciarono proprio loro a redarre i Libri Renatorum (dei battesimati), i Confirmatorum (dei cresimati), i Matrimoniorum (dei matrimoni), poi i Mortuorum (dei morti) e infine lo Status Animarum (un resoconto dettagliato – si suppone con cadenza annuale – delle composizioni famigliari di un paese, divisi per frazioni /fondi /rioni); ancora oggi è fonte imprescindibile e preziosa per qualsivoglia ricerca genealogica.
L’uso del cognome è divenuto quindi obbligatorio durante il Decennio Napoleonico, dove si sono affermati i due modi di conservare un archivio, quali lo Stato Civile e l’Anagrafe, con le medesime caratteristiche rimaste tuttora in egual modo strutturate. La storia dei cognomi, concludendo con un po’ di azzardo, deriva da poche e precise caratteristiche:
il cognome del casato per i più abbienti
un soprannome frequente (es: il Rosso
, poi modificato in Rossi)
l’indicazione del paese o della zona di provenienza (es: appunto Montanari)
il mestiere svolto dalla tal famiglia (Muratori, Facchini ecc.)
Ricercando tra gli emeriti omonimi dai tempi antichi a oggi, annoveriamo:
Montanari Goffredo, vescovo a Torino a metà del 1200;
la famiglia Montanari di Vicenza, che a partire dai primi decenni del 1700 fa edificare l’ancora celebre palazzo Leoni Montanari (tuttora sede di gallerie artistiche);
Palazzo Montanari, a Bure di Sopra (VR) situato proprio nel cuore della Valpolicella classica;
Palazzo Montanari di Forlì, ancora attualmente sede dell’Archivio Storico (facente parte dell’Università di Bologna);
8421 Montanari
– cambiando totalmente soggetto – è invece un asteroide scoperto nel 1996, dedicato all’astronomo Geminiamo Montanari;
Navigazione Montanari SpA è una società marittima di rilevanza, attualmente quotata in borsa;
Repubblica del Caucaso del nord, conosciuta anche come la Repubblica dei Montanari, pur nella sua temporanea durata agli inizi del 1900, costituita tra quelle repubbliche oggi meglio conosciute come Cecenia, Ossezia, Dagestan e Inguscezia;
Numerosi i Montanari che hanno preso parte ai moti carbonari e alla resistenza.
Molto accreditata, infine, la versione di un avvocato di celebre talento di Mirandola, Grazio, di padre Giovanni (1750 circa) abitante presso la villa delle Roncole¹: grazie alla sua professione diede per primo lustro al nostro cognome. Con evidenti probabilità, fatte le dovute ricerche, ne discendiamo come ceppo.
Come si può ben immaginare, non popoliamo solo il nostro Paese, ma siamo disseminati in tutto il mondo:
Alcuni report esteri:
Il nostro cognome pare quindi attribuito direttamente a montagna
, con le più ampie derivazioni. Per esempio, Montanaro si sviluppa nel meridione, principalmente in Puglia; Montani ha due ceppi: uno in Italia centrale e l’altro in Lombardia. Poi tutti gli altri a seguire: Monticelli, Montagnini, Monti, Monte ecc.
Noi
L’origine della discendenza, il nostro punto zero, non mi è stato per ora possibile definirlo. Quando ho iniziato a ricercare non avevo