VADO e TORNO sarà vero?!?...
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VADO e TORNO sarà vero?!?... - Umberto Damiano Boccia
INTRODUZIONE
La vita è una cosa meravigliosa e ci passa ogni giorno sotto gli occhi, veloce, mentre noi siamo impegnati a guardare altrove. Solo quando ci troviamo di fronte ad un bivio oppure a scelte capiamo di essere stati poco attenti, che forse con un po’ più di attenzione avremmo potuto evitare quella situazione. Altre volte invece il dover prendere una decisione è obbligatorio forse pericoloso, rischioso, ma fermi non si può stare. Destra o sinistra, sì o no, bisogna decidersi e andare avanti: rischiando o rimanendo cauti, sperando in una condizione migliore o accontentandosi di quella attuale.
Ma la vita DEVE andare avanti inesorabilmente, quindi la scelta và fatta. In fretta o ponderata, ma bisognerà prenderne una.
Leggendo Vado e torno ci si può rendere conto di come possono essere nettamente diverse le strade che una persona può percorrere durante il suo cammino. Ah se avessi fatto così…Eh se potessi tornare indietro
…Quante volte ce lo siamo detti nel corso della nostra esistenza? Ma siamo poi sicuri che quello che abbiamo non ci basta e l’aver scelto in passato di fare diversamente ci avrebbe condotto a migliore sorte? Siamo veramente certi che l’oggi non è così bello come un plausibile domani, o che il domani possa essere certamente meglio dell’oggi?
Nessuno potrà mai darci questa risposta, ma almeno provare ad immaginare tramite la storia dell’autore le svolte che una vita può prendere Vi potrà far riflettere sul Vostro presente, sul passato e vedere il Vostro futuro con un’ottica diversa.
Buona lettura
immagine 1Prologo
ADESSO VAI A LAVORARE
FINALMENTE A LAVORO
FINALMENTE A LAVORO: NOIA
FINALMENTE A LAVORO: GIOCATA
SVOLTA INASPETTATA
BORN IN THE USA
NOT BORN IN THE USA
FIGALAND
SARANNO FAMOSI
LA DECADENZA
NOTORIETA’
FIGALAND CHIUDE
CONSIDERAZIONI FINALI
RINGRAZIAMENTI
Prologo (che poi è la fine del libro precedente)
Ero confuso a tal punto da non sapere distinguere se era sudore quello che mi bagnava oppure se avevo fatto la pipì a letto. L’unica certezza era costituita dal fatto che puzzavo come uno yak!
Incredibile a dirsi e tanto di più a credersi:
avevo sognato. Un lungo incubo ossessionante.
La Stella Cadente S.p.A. Enterprise Associated With somebody and CO. (e vorrei vedere i Vostri volti ora che state leggendo questo nome per l’ultima volta), i miei colleghi, Don Salvario non erano mai esistiti! Erano stati solamente i figli della mia fervida immaginazione notturna. Un assillo provocato probabilmente dalla cattiva digestione della bagna cauda sapientemente cucinata la sera prima da mia nonna.
Ora finalmente iniziavo a raccapezzolarmi…pardon! A raccapezzarmi: non ero andato a ballare con i miei amici perché ero leggermente raffreddato ed ero rimasto a casa tutta la domenica.
Verso le ore diciannove mia nonna era venuta a farci visita con un pentolone fumante del saporito piatto e avevamo cenato innaffiando il tutto con diversi pintoni di vino rosso barbera, peraltro di ottima annata.
Avevo fatto il bis più volte, poi con la pancia gorgogliante riempita di acciughe aglio, vino e verdure mi ero buttato direttamente sotto le coperte. Non avevo neanche avuto la forza di lavarmi i denti.
Il mio stesso alito pestilenziale mi aveva annichilito provocandomi probabilmente una perdita di tutte le funzioni vitali, da lì a due mesi non avrei potuto più baciare una ragazza per via dell’olezzo che emanavo ad ogni respiro. Il resto ormai é storia!
Mai avevo lavorato in una ditta di servizi da tè.
Mai avevo conosciuto un Alessio Picchio, un Quadrigno o un Don Salvario o altri simili personaggi da antologia o per meglio dire da galleria dei mostri.
Tutte queste esperienze che vi ho narrato le ho semplicemente vissute nella mia mente, figlie della paura inconscia della sveglia del giorno seguente, quando avrei dovuto realmente alzarmi per recarmi al mio vero posto di lavoro.
Insomma tutto era svanito come in una bolla di sapone ma ora avevo due grandi problemi. Risolsi subito il primo alzando la cornetta e telefonando in ufficio comunicando che sarei stato a casa in mutua causa influenza intestinale…viva l’assenteismo cronico del lunedì italico.
L’altro problema invece ahimé mi rimase…l’alito feteva!
Andai in bagno mi lavai la faccia e i denti. Quando fui vestito andai nuovamente a lavarmi i denti facendo dei lunghi risciacqui della cavità orale con del collutorio alla menta. Quando fui finalmente sveglio ingoiai due pasticche di quelle ultra fresh
di ultima generazione…accesi il mio pc…e iniziai scrivere una storia comica, un diario da far leggere a degli amici:
Il diario di un onesto
lavoratore.
ADESSO VAI A LAVORARE
Ho sonno, non ho voglia Max…non ho voglia di andare a lavorare oggi: Sono affari tuoi…se ci vai bene altrimenti io non ne voglio sapere
. E lui ci andò. Mio fratello è sempre stato un tipo preciso e rigoroso, poche parole…solo fatti. Mi tirai sù e dopo essermi stiracchiato per bene feci il classico gesto che porta a schifarsi immediatamente di se stessi: alitare nel palmo della mano a conchiglia
davanti alla bocca per sapere se l’alito puzza o meno. Puzzava, diamine se puzzava.
Il diario di un onesto lavoratore iniziai a scriverlo, ma non mettendomi in mutua, bensì la sera: da persona puntigliosa quale sono non mi sentirei neanche a posto con la coscienza standomene a casa in finta
malattia.
Mi affrettai a cercare le ciabatte, sempre da mare anche in inverno, e andai a lavarmi i denti alternando lo spazzolino agli sciacqui con il collutorio. Niente il fetore della bagna cauda non se voleva proprio andare. Stonato dall’olezzo del mio stesso fiato intrapresi le operazioni
di routine …vestizione, buongiorno mamma (papà usciva sempre prima per lavoro), caffè, via in garage a prendere il mio fedele scooter nero con numero giallo 46. Casco in testa e luci accese anche di giorno sfrecciavo tra le vie di Torino in direzione ufficio; ma tra un sorpasso, una frenata e un vaffa ad un automobilista disattento che magari mi stava per investire, nella mia testa come petali di una margherita che si sfogliano ad uno ad uno echeggiavano le parole vado?
, torno?
…vado e non torno?!
.
Ero titubante dubbioso su quel che dovevo fare. Tutto era sempre così monotono ogni giorno, tutto uguale, tutto grigio, la vita che è splendida di per sé si raggrinziva di settimana in settimana: lavoro, week-end in discoteca, stadio, amici, ragazze o…poi lunedì e alé di nuovo con la solita altalena. Il lavoro d’ufficio peraltro, se non è allietato da personaggi mitologici come quelli del mio sogno* appena fatto o animato da antagonisti che te lo rendono più interessante, è pallosissimo!
E’ vero sì che il lavoro serve per vivere, per carità di Dio guai se mancasse, ma anche vero che non si vive solo per lavorare. Quando una persona ha degli interessi oppure è felice anche solo per il fatto che fuori ci sia bel tempo mentre invece è costretta a stare fra quattro mura…ecco qua la faccenda diventa oppressiva.
C’è anche chi fa lavori peggiori del mio e più pesanti quindi bisogna sempre essere grati per quello che si ha, ma la filosofia del pensare di essere felici sapendo che c’è chi sta peggio non è nelle mie corde. I miei dubbi rimanevano ed ero molto indeciso sul da farsi immediato; sapevo, mentre zig zagavo nel traffico, che quel giorno, nel bene o nel male, avrebbe dato una svolta alla mia vita.
* il diario di un onesto
lavoratore (il mio primo libro…);
SE VUOI CHE BOCCIA VA → VAI A PAGINA FINALMENTE A LAVORO: NOIA
SE VUOI CHE BOCCIA VA E NON TORNA → VAI SVOLTA INASPETTATA
SE VUOI CHE BOCCIA VA E TORNA→ PROSEGUI CON FINALMENTE A LAVORO
HAI SCELTO CHE boccia VA E TORNA, OK grazie
FINALMENTE A LAVORO
E’ singolare pensare come dopo due libri sul lavoro si arrivi solo adesso a parlarne realmente. Arrivato quindi in ufficio, parcheggiai, salii, presi il caffè alla macchinetta. Insomma tutto come sempre, la solita noia, la solita routine. Le solite chiacchiere calcistiche del lunedì, i soliti musi lunghi. Così è se vi pare
dice Pirandello… e quindi rassegnato accesi il pc e incominciai una giornata delle tante, che si ripeterono fino al giorno della mia pensione. Nulla cambiò quel giorno e neanche nei seguenti. Così passai il pomeriggio tra fatture, fax, archivio e telefonate. Quando poi ebbi inforcato il casco mi diressi come sempre verso la palestra dove praticavo l’arte della chiacchiera più che gli esercizi, ma almeno era uno svago.
Ricordo sempre i dibattiti in sauna con i miei amici Gaetano e soprattutto Daniele suo cugino, diventato poi nel tempo il mio migliore amico. I l mio compagno di scorribande giovanili, forte appoggio esterno alla famiglia che avevo in quanto gli altri miei amici, che non frequentavano la palestra, in quel periodo erano impegnati giustamente con i rispettivi lavori e fidanzate e non mi calcolavano. Non che lui fosse single o disoccupato ma il suo sostegno fu sempre forte e costante nel tempo e di questo gliene sono grato, relativamente a quel periodo .
Andai in palestra…esercizi dicevo pochi, baccagliamenti alle ragazze tanti, chiacchiere calcistiche e… sauna, doccia, saluti agli amici, garage e rientro a casa. Che palle, era già buio, mi aspettava la cena e poi nanna, domani martedì si va di nuovo a lavorare.
Erano già le 21.00 e dovevo ancora salire a casa. Arrivai a sù
e come tanti italiani mammoni, trovai pronta la cena calda e come sempre il sorriso di mio padre e di mia madre ad accogliermi*. Tolsi la giacca posai la borsa in vasca la metto a posto dopo
e andai a mangiare. Che due cog***ni si potrebbe pensare. Sky TG24 snoccialava le notizie del giorno in sequenza tra boiate del primo ministro dell’epoca, fatti di sangue irrisolti e goal della domenica appena trascorsa. Finita la cena andai a dormire.
Il giorno dopo quel vado, vado e torno o vado e non torno mi girava ancora nella testa, ma un po’ di meno. All’indomani ancora meno…e così via, scemando passarono i giorni, le settimane, i mesi. Arrivai però alle agognate ferie estive che noi italiani siamo obbligati a fare in agosto a differenza del resto d’Europa dove ad esempio stilano un piano ferie ad inizio anno in modo tale che l’azienda rimanga sempre aperta e chi ama la neve può usufruire del riposo in inverno, chi ama il mare in estate e chi ama i funghi in autunno.
Ma noi siamo in Europa solo per pagare le tasse, quindi l’Italia chiude per ferie ad agosto, tutti beneficiamo
dei prezzi di alta stagione che ci