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Tumulto di Emozioni
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Tumulto di Emozioni

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ATTENZIONE: 18+

Questo è un romanzo con contenuti erotici, adatto a un pubblico adulto.

Il libro rappresenta l'ultimo capitolo della serie Il Milionario, preceduto da Clausola d'AmoreUna Seconda Opportunità.

Bella è una giovane ragazza attraente, ma con pochi grilli per la testa. Tutto ciò che desidera è terminare gli studi universitari per riscattare una vita con poche aspettative per il futuro. Per sbarcare il lunario accetta di lavorare come donna delle pulizie per Harvey Carlson, un playboy miliardario che quando non è impegnato a dirigere grosse multinazionali si diletta a sedurre donne bellissime e sofisticate. Bella non ha alcuna intenzione di lasciarsi coinvolgere da lui, ma quando le viene fatta una certa proposta, le cose prendono una piega inaspettata. Le viene offerta una scandalosa somma di denaro soltanto per fingere di essere la fidanzata di Carlson, senza alcuna implicazione sessuale o sentimentale.

Ma quando l’attrazione che provano l’uno per l’altra diventa insostenibile, non sarà più possibile riuscire a distinguere la realtà dalla finzione e al loro contratto di fidanzamento verrà aggiunta una clausola…

Parte 1 – Clausola d’Amore

Parte 2 – Una Seconda Opportunità

Parte 3 – Tumulto di Emozioni

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateApr 21, 2017
ISBN9781507177310
Tumulto di Emozioni

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    Tumulto di Emozioni - Sierra Rose

    Tumulto di Emozioni

    Il Milionario - Parte 3

    Sierra Rose

    Capitolo 1

    Bella James strizzò gli occhi per ricacciare indietro le lacrime. Era il momento che aveva sempre aspettato, il momento che più aveva temuto negli ultimi sei anni della sua vita. Da quando aveva deciso di fuggire via, con tanto di gravidanza non programmata, dalla lussuosa tenuta di Harvey Carlson, in Arizona, all’appartamento di sua sorella a Tulsa. Aveva tenuto nascosto il suo stato interessante, non aveva mai contattato l’uomo che amava con tutto il cuore—ma solo per proteggere i loro due gemelli dalla ricca e potente madre di lui, la medesima donna che aveva sentito promettere di portare via qualunque figlio di Harvey Bella avesse messo al mondo. Aveva rinunciato all’amore della sua vita per tenere al sicuro i suoi bambini, continuando a desiderarlo, ma senza vacillare un solo momento, determinata a tenere con sé i piccoli.

    I gemelli, Caden e Corinne, andavano all’asilo, adesso. E Bella non faceva più la domestica, ma era una dirigente del marketing, con le competenze adeguate per ricevere uno stipendio alto e potersi permettere una tata a tempo pieno per farsi aiutare con i bambini. Ma nel profondo del cuore era rimasta la ragazza di ventidue anni che aveva ascoltato per caso il suo fidanzato dire alla madre che con lei non faceva sul serio, e che anche se così fosse stato, se lei avesse avuto un bambino, avrebbero potuto facilmente ottenerne la custodia.

    In quel momento, la gioia di Bella di aver scoperto di essere incinta era stata fatta a pezzi insieme al suo cuore. Aveva così lasciato il suo amore, cominciato una nuova vita e fatto tutto ciò che poteva per i figli. Quando Harvey era tornato inaspettatamente nella sua vita, assumendo il controllo della compagnia in cui lei lavorava, Bella aveva provato a ignorare l’attrazione che ancora provava per lui, ma il desiderio era stato irresistibile. Harvey era ancora l’uomo che più amava, era inutile negarlo, anche se aveva detto a sé stessa che si trattava soltanto di un flirt, di un vecchio sfizio. Ed era stata molto attenta a far sì che lui non venisse a sapere che aveva avuto dei figli. Almeno fino a quel momento.

    Adesso eccola lì, seduta al saggio di danza di Corinne, col suo capo, nonché amante, dietro di lei. Si era intrufolato tra gli spettatori, aveva preso posto e assistito allo spettacolo. Bella lo sentiva, se lo sentiva nella ossa, che Harvey aveva riconosciuto in quella piccola reginetta della scena la propria figlia. Al contrario delle altre bambine, che provavano timidamente a eseguire in modo corretto i passi, guardandosi l’una con l’altra per rassicurarsi o per copiare le mosse, Corinne aveva disteso le braccia ed aveva compiuto la maggior parte della coreografia con quel suo modo di fare impertinente, abbandonandosi alla musica. Mentre guardava orgogliosa sua figlia, a Bella erano spuntate le lacrime agli occhi. Ma quando si era voltata a cercare un fazzoletto nella borsa e aveva scorto un uomo, e quell’uomo era proprio Harvey, si era sentita come precipitare sull’asfalto da un palazzo di trenta piani. Si era sentita male. Avrebbe voluto urlare, anzi no, stringere tra le braccia i suoi bambini e fuggire via, per non rivederlo mai più. Il suo primo istinto era stato quello di scappare, esattamente come era successo sei anni prima, quando era sola e incinta. Il suo unico pensiero erano stati i bambini, tenerli con sé.

    Aveva provato a far finta di nulla, a dire qualcosa riguardo al fatto di non sapere che Harvey avesse tempo per dei saggi amatoriali di danza. Lo trovo il tempo, quando si tratta della mia famiglia, aveva risposto lui, con una voce affabile dietro cui celava una gelida minaccia. Lui sapeva, naturalmente. Era ovvio che lo sapesse. Come poteva essere altrimenti? I due gemellini biondi avevano dei meravigliosi visetti angelici che somigliavano tantissimo al suo. Harvey stesso era bellissimo, forse persino più di quanto non fosse in passato, adesso che aveva ventotto anni ed era un Amministratore Delegato di successo.

    Tu...lo sai? gli aveva chiesto Bella, sentendo uno sciame di farfalle che agitarsi dentro al suo stomaco.

    Eri incinta quando te ne sei andata?

    È complicato.

    Complicato? Perché non mi hai detto nulla? Avrei provveduto ai miei figli e non ti saresti mai trovata in difficoltà.

    Io non sono in difficoltà.

    Adesso. Ma che mi dici di quando dovevi finire i corsi universitari? E chi è che badava a loro?

    Mia sorella. E mi sono presa cura dei bambini in modo eccellente. Non bisogna essere per forza ricchi per crescere dei bambini e dare loro tanto amore e qualunque cosa di cui abbiano bisogno.

    Lo sguardo di Harvey era duro. "Come hai potuto?"

    Non è questo il posto adatto, replicò Bella, per farlo tacere.

    Sono padre? Sono stato padre per tutti questi anni?

    Sì.

    Mi hai tenuto fuori da tutto, mi hai fatto perdere ogni cosa. Non ho mai neppure tenuto i miei figli in braccio. Hai idea di quanto mi senta ferito? Vado a dire ai miei figli che sono il loro papà. Hanno tutto il diritto di conoscere la verità!

    Qui? Sei impazzito? Ti prego, non fare scenate. Per favore non dirgli nulla. Non stasera.

    Sono figli miei, Bella. Non che tu ti sia premurata di dirmi che ho due bambini che in giro per il mondo. Cosa hai detto a loro riguardo al padre?

    Io—questo non è né il momento, né il posto giusto, Harvey. Ti supplico. Non rovinare il primo saggio di danza di Corinne con una scenata che i gemelli non riuscirebbero nemmeno a capire. Si tratta di un problema tra te e me. Lascia che le vada a dare i fiori, faccia qualche fotografia e poi torni a casa.

    Credi di poter andare avanti come se non fosse successo nulla? Far finta che io non esista soltanto per il tuo tornaconto?

    Certo che no. È solo che non voglio dare spettacolo insieme a te in una scuola di danza, nemmeno fossimo da Jerry Springer¹, quando domattina spetta loro una giornata di scuola.

    Giornata di scuola. Cioè i miei figli vanno a scuola. Non sapevo nemmeno di averli che già hanno bisogno di essere messi a letto per andare a scuola— Harvey scosse la testa sconcertato.

    Prima il bagnetto, lo corresse Bella. Ne parleremo domattina e penseremo a come gestire la situazione. Non credo che andare da due piccoli di cinque anni come un perfetto sconosciuto e dire loro ‘Ciao, sono il vostro papà’ sia il modo migliore di affrontare la cosa. La sua voce era disperata, supplichevole, ma non le importava. Avrebbe fatto qualunque cosa al mondo pur di uscire con tutti e due i suoi figli da quell’edificio, caricarli in macchina e correre a casa. Passare una serata normale e pensare a quell’inferno il mattino successivo. Perché era proprio un inferno, quello che si stava per scatenare. Riusciva a sentire la paura fin dentro le viscere. Doveva portare i piccoli fuori di lì. Come avrebbe spiegato, altrimenti, l’irrompere di una terribile litigata in mezzo agli spettatori?

    Harvey era una brava persona, ma aveva anche una grande influenza. E lei lo aveva fatto incazzare. Non era il caso di stargli intorno mentre elaborava tutte quelle informazioni e maturava una reazione. Perché con ogni probabilità quella reazione sarebbe stata esplosiva. Perciò avrebbe parlato con lui il giorno dopo, quando entrambi avrebbero avuto modo di calmarsi e riflettere. Quando lei non sarebbe stata tanto ansiosa di fuggire da un luogo pubblico e lui, si sperava, sarebbe stato meno determinato a reclamare i propri figli.

    Ecco. Prima di fare qualunque cosa, lascia, che ti presenti Madame Giselle, l’insegnante di danza di Corinne. Dovremmo assolutamente dirle quanto sia stato fantastico il saggio. Ci ha messo davvero tanto impegno. Bella tirò Harvey per un braccio, e lui si lasciò condurre da un’anziana signora vestita in modo stravagante, con un voluminoso foulard a motivo floreale che le scendeva dai capelli.

    Ah, Madame, lo spettacolo è stato bellissimo! fece Bella, baciandola sulle guance e poi presentandole Harvey. Lui è il mio caro amico, nonché entusiasta mecenate delle arti, Harvey Carlson. Harvey, ti presento la leggendaria Madame Giselle, direttrice di questa scuola di danza."

    "La prego, la prego, ‘L’école des danseuses’²! Ma mi permetta di farle vedere; deve assolutamente scoprire la straordinaria storia di questo luogo..." la corresse la donna in un lieve accento francese. Quindi prese il braccio di Harvey e lo portò—proprio come Bella sapeva avrebbe fatto—verso la parete su cui erano esposte le foto dei suoi trionfi di danza e di tutti i saggi passati. Ne avrebbero avuto per un quarto d’ora almeno, dieci minuti se lui si fosse comportato in modo del tutto scortese. Ma lui scortese non lo era mai. Bella sospirò, corse nel backstage e spinse il bouquet tra le mani di Corinne, baciandola e tirando fuori il cellulare per fare delle foto. Poi strappò il tablet dalle mani di Caden e portò entrambi di corsa verso la macchina, con Maria al seguito.

    Aveva paura, c’era poco da girarci intorno. Era terrorizzata e voleva che i suoi bambini fuori da quel dannato parcheggio. Harvey non sarebbe mai venuto a bussare alla porta di casa sua per svegliarli. Non era una persona incivile. Quella rapida fuga le avrebbe fatto guadagnare tempo sino al giorno successivo. Non che sarebbe mai riuscita a dormire, ovviamente, visto che l’intero suo mondo si stava sgretolando, ma poteva tirare un po’ il fiato, con i bambini nei propri letti e la loro vita, per il momento, indisturbata.

    Con entrambi nei seggiolini e Caden che passava dal chiederle di riavere indietro il tablet per finire il livello del gioco al lamentarsi perché aveva in faccia ‘quegli stupidi fiori’ di sua sorella, Bella guidò fino a casa. Le tremavano le mani, sudava. Sorrise troppo e parlò con voce troppo allegra, mentre li portava dentro per ficcarli in una vasca e poi mettere loro il pigiama. E fu allora che vide un uomo nell’ombra, seduto sulla sua veranda. Avvicinandosi, riuscì a guardarlo meglio. Non si trattava di Harvey, era soltanto Max. Tirò un sospiro di sollievo.

    ¹The Jerry Springer Show è un talk show statunitense in cui famiglie problematiche o disfunzionali discutono in studio dei loro problemi, spesso degenerando sino a culminare in vere e proprie risse – N.d.T.

    ²Letteralmente dal francese: Scuola di Ballerini – N.d.T.

    Capitolo 2

    Non appena incrociò il suo sguardo, sul viso di Max comparve un grosso sorriso.

    Sei una gioia per i miei occhi.

    Ehi, Max, fece Bella.

    Sono arrivato giusto qualche minuto fa.

    Maria la guardò. Porto i bambini dentro e gli comincio a fare il bagno.

    Arrivo subito, le rispose Bella.

    Credevo foste già a casa, a quest’ora, fece Max. Dov’eravate finiti?"

    È una lunga storia.

    Sei arrabbiata con me. Te lo leggo in faccia.

    Non è per te.

    Mi dispiace di non essere riuscito a venire al saggio, ma ero davvero impegnato col lavoro. Non sono tanto bravo con i bambini, ma se mi dai un’altra occasione, saprò farmi perdonare da te e...Carrie e...Kyle.

    Come poteva non conoscere ancora i nomi dei piccoli? Va bene che non ci aveva mai trascorso del tempo insieme, ma almeno quelli avrebbe dovuto saperli! Se fosse stata davvero importante per Max, lui, i nomi dei suoi figli, li avrebbe imparati.

    Bella scosse la testa. Ho tante cose per la testa. È tutto così opprimente. Mi sento come sprofondare.

    Che succede? Si tratta di noi due? Perché allora cercherò di fare meglio.

    No, non è per noi due. Ho appena avuto uno scontro con il padre dei gemelli e lui, in questo momento, non è troppo contento di me, per usare un eufemismo.

    Max si lasciò sfuggire un lungo sospiro. "Si tratta di stronzate da ex? Perché, davvero, non mi va proprio di stare a sentire storie che riguardano la tua vecchia fiamma.

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