Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993
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Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica - Federico Dezzani
Alle radici dell’infamante Seconda Repubblica: il biennio 1992-1993
Si avvicina la fine la Seconda Repubblica, che legò indissolubilmente le sue fortune a quelle dell’Unione Europea: ogni passo verso il baratro dell’una è un passo equivalente dell’altra. Sull’altare dell’integrazione europea furono sacrificati l’economica mista ed i partiti che affondavano le radici agli albori del ‘900: privatizzazioni, deindustrializzazione, neoliberismo e sistemi maggioritari sempre più spinti, sono stati i tratti salienti della Seconda Repubblica. È stata soltanto una scommessa sbagliata? Un buon proposito terminato in tragedia? No, la Seconda Repubblica nasce geneticamente tarata e porta da sempre dentro di sé un cancro: le sue fondamenta furono gettate nel biennio 1992-1993, tra terrorismo e giustizialismo, omicidi di fedeli servitori dello Stato e incarcerazioni preventive, rapine e speculazioni. Le menti raffinatissime
vanno oltre l’omicidio di Giovanni Falcone.
1992: lo Stato salta in aria
Si avvicina, giorno dopo giorno, il collasso dell’Unione Europea, divorata da crisi economica, sfilacciamento politico, delegittimazione dell’élite e ribellione dell’elettorato: non si preannuncia una morte indolore, perché l’arroccamento dell’oligarchia, decisa a difendersi sino all’ultimo, implicherà necessariamente una dissoluzione caotica, sotto i colpi dei populismi
sempre più forti e determinati. Di pari passo con la disgregazione dell’Unione Europea, avanza quella Seconda Repubblica: tastare il polso dell’una è come tastare il polso dell’altra, perché il disfacimento avanza parallelo. Si può dire infatti che la Seconda Repubblica sia una figlia dell’Unione Europea, appositamente concepita per agganciare
l’Italia al processo di integrazione europeo: ne è un semplice prodotto, dal cui attento studio si poteva intuire già nei primi anni ‘90 che l’intero meccanismo era guasto, destinato ad una ignominiosa fine nel volgere di qualche decennio.
Studiare l’origine della Seconda Repubblica è ricercare le ragioni dell’attuale decadenza politica, impoverimento sociale e crisi economica: è analizzare quelle forze che hanno divorato l’Italia e portato alla consunzione l’intera Europa. L’esito tragico che stiamo vivendo in questi giorni era scontato, perché la Seconda Repubblica nasce geneticamente tarata e porta al suo interno le cause delle degenerazione attuale, allargabili a tutto il Vecchio Continente. La Seconda Repubblica nasce nell’ignominia e nel crimine, tra il delitto e la rapina, con la violenza ed il tradimento. Le sue fondamenta sono gettate nel biennio 1992-1993, tra il giustizialismo di Tangentopoli, le stragi di Capaci e di via D’Amelio, il pranzo luculliano a bordo del Britannia, speculazioni sfrenate, privatizzazioni vergognose, avvisi di garanzia ed omicidi eccellenti. Le fondamenta sono gettate sul fango e sul sangue e, a distanza di 25 anni, l’intero edificio sta per accartocciarsi su se stesso.
La caduta del comunismo ed il collasso dell’URSS nel dicembre del 1991, convincono l’oligarchia atlantica di aver conquistato l’egemonia globale: