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L’ultimo papiro
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Ebook160 pages2 hours

L’ultimo papiro

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About this ebook

«Nonostante la vita lavorativa passata nel settore bancario, l’arte, nelle sue più multiformi espressioni, ha sempre accompagnato la mia vita». Così l’autore, Renzo Febbrari, ci svela la sua più grande passione, con una sfumatura particolare, la lettura, che non si è fermata a un solo ambito, ma ha toccato le più svariate discipline. Proprio da questo amore è nato naturale il bisogno di approcciarsi alla scrittura e – dopo un esordio con articoli sul giornale del gruppo aziendale e la composizione di poesie e racconti inediti – nasce L’ultimo papiro, un romanzo thriller interessante e intrigante, che attraverso pagine scorrevoli e coinvolgenti proietta il lettore in un’indagine internazionale, su un tema di estrema attualità: le fonti della religione cristiana. Riprendendo dubbi e teorie che da sempre percorrono la storia della Cristianità, l’Autore esamina più attentamente le ragioni umane, personali e spirituali che muovono le azioni degli uomini... spesso in direzioni del tutto inattese.
LanguageItaliano
Release dateFeb 28, 2017
ISBN9788856781731
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    L’ultimo papiro - Renzo Febbrari

    Albatros

    Nuove Voci

    Ebook

    © 2017 Gruppo Albatros Il Filo S.r.l. | Roma

    www.gruppoalbatrosilfilo.it

    ISBN 978-88-567-8173-1

    I edizione elettronica febbraio 2017

    A chi ha sempre creduto in me,

    a mia moglie e a mia figlia

    «Non litighiamo mai per questioni di religione,

    perché la fede di un uomo appartiene personalmente a lui,

    come la sua voce, il colore dei suoi occhi, e i suoi pensieri.

    Non si può litigare sui pensieri di un uomo.»

    (Cavallo Pazzo, capo tribù dei Sioux Oglala)

    Capitolo I

    Londra, Metropolitan Police Service - Murder Squad

    Lunedì 10 marzo 2014, ore 9.10

    Erano le ore 9.10 del mattino e nella Sezione Omicidi della Metropolitan Police Service, meglio nota come Scotland Yard, il personale in servizio si era da pochi minuti seduto alle proprie scrivanie mentre un sole malaticcio, passando attraverso i vetri, illuminava insufficientemente i locali, cosicché quasi tutto il personale aveva le lampade da tavolo accese.

    Mentre l’Ispettore Godrano stava entrando nella stanza, squillò il telefono per una chiamata esterna. L’agente Fisher, al secondo squillo, sollevò il ricevitore e dopo aver ascoltato con attenzione quanto gli veniva comunicato dalla persona dall’altra parte del filo, si apprestò a riferirlo all’Ispettore Godrano. Costui era soprannominato Gordon dai colleghi a causa dell’assonanza fra il suo cognome e quello del commissario di polizia reso famoso dal personaggio di Batman; inoltre, per maggiore seppur casuale coincidenza fra i due, vi erano anche le identiche iniziali dei nomi, ossia J.W., che stanno per John Walter nel caso di Godrano e James (detto Jim) Worthington per il più famoso ispettore di Gotham City. In verità Godrano doveva il suo cognome al piccolo paese natio del bisnonno, appunto Godrano, in provincia di Palermo.

    L’impiegato dell’anagrafe di Sua Maestà che registrò i dati dell’antenato, all’arrivo di costui sul suolo britannico, trascrisse erroneamente quale cognome del bisnonno il nome del paese natio indicato sul documento d’identità. Il bisnonno Sebastiano era emigrato, ancora giovane, in Inghilterra, a causa della povertà che regnava a quei tempi in quel piccolo paese della Sicilia, soprattutto tra la gente come lui, di umili origini.

    Nel corso della sua vita a Londra, il bisnonno Sebastiano, per sfamare la famiglia, fece mille mestieri, mentre suo figlio Mario, ossia il nonno di John, si arruolò nell’esercito britannico e, finita la guerra, grazie alle referenze più che positive rilasciate dal suo comandante sul comportamento valoroso da lui tenuto in battaglia, riuscì ad entrare nelle forze di polizia di Sua Maestà, seppur al gradino più basso della scala gerarchica. Il padre dell’Ispettore Godrano fu a sua volta poliziotto ed ottenne, anche se ormai alla soglia della pensione, il grado di sergente. Godrano, che aveva da poco compiuto 42 anni, era diventato ispettore di Scotland Yard circa 3 anni prima. Era entrato nel corpo di polizia sia per i buoni risultati ottenuti negli studi che per le rassicuranti note sulla integerrima disciplina da lui sempre tenuta al college; il fatto che il genitore ed il nonno fossero stati al servizio del Regno era un’ulteriore conferma dei sani principi del ceppo famigliare.

    Ma la carica di ispettore, aldilà delle prove d’esame da lui superate, se l’era meritata sul campo, quando in un paio di inchieste nelle quali la Sezione Omicidi brancolava nel buio, Godrano, allora Vice Ispettore, era stato determinante nell’identificare gli assassini.

    I colleghi lo rispettavano e ammiravano e lui, dal canto suo, aveva la capacità di conciliare il ruolo di superiore in grado con quello di amico cui confidare i problemi personali. Quello che John chiedeva ai sottoposti in cambio della sua disponibilità era la lealtà, sia nei suoi confronti che verso le Istituzioni.

    Sul piano personale, da un paio d’anni John aveva una relazione sentimentale con Eleanor Church, 35 anni, laureata in Storia Antica all’Università di Newcastle Upon Tyne.

    Eleanor avrebbe voluto continuare gli studi come ricercatrice ma, per intervenute necessità sia famigliari che economiche, si dovette prendere cura per tre anni della madre. Il decorso della lunga malattia terminò con la morte della donna e in quel periodo Eleanor prosciugò i risparmi della famiglia, trovandosi costretta a cercare un lavoro; fortunatamente ne trovò uno, più che decoroso, come insegnante di lingua inglese in una delle tante scuole private per stranieri presenti a Londra.

    Eleanor conobbe Godrano il giorno in cui si verificò un incidente nella scuola dove lei insegnava; accadde che uno studente, spinto da un compagno di classe durante un banale litigio, cadde e sbatté la testa sullo spigolo di un gradino della scala che univa i due piani dell’istituto, finendo in coma. Quando la polizia arrivò, lo studente era già stato condotto in ospedale e Godrano fu ricevuto da Eleanor Church quale incaricata dalla direzione della scuola di fornire la dovuta collaborazione alla polizia. Godrano dovette tornare altre volte in quella scuola e in una di quelle occasioni l’Ispettore, che nel frattempo aveva preso un po’ più di confidenza con la donna, le disse: «Eleonor, devo ancora compilare un mucchio di scartoffie riguardanti l’incidente e mi serve il tuo aiuto, ma è già ora di pranzo e prevedo che ne avremo ancora per un bel po’. Che ne dici di andare al pub qui all’angolo a mangiarci qualcosa mentre compilo i moduli? Non sono nemmeno riuscito a fare colazione stamane e muoio di fame!».

    Lei accettò con un sorriso e quello fu il primo di vari incontri che, ripetendosi nel tempo, trasformarono una simpatia in un vero e proprio rapporto di coppia. La relazione si fece sempre più seria e spesso i due passavano insieme la notte, ma fino a quel momento non avevano ancora preso la decisione definitiva di vivere insieme, anche se tutto faceva presagire che ciò sarebbe successo a breve.

    Capitolo II

    Londra

    Lunedì 10 marzo 2014, mattino

    L’agente Fisher, non appena ebbe finito di ascoltare la chiamata e riposta la cornetta, riferì all’Ispettore che, dall’altra parte del filo, una voce di donna aveva dichiarato di aver trovato, steso per terra e sporco di sangue, il corpo ormai esangue del proprietario dell’appartamento in cui si era recata per fare le pulizie. Godrano, non appena fu a conoscenza del messaggio, chiese al suo assistente di seguirlo per fare un sopralluogo all’indirizzo fornitogli dalla donna.

    Circa mezz’ora dopo l’Ispettore e il suo Vice stavano entrando nell’appartamento situato al secondo piano del n. 6 di Crawford Road; la vittima era distesa sul pavimento dello studio in una pozza di sangue ed il corpo mostrava una profonda ferita al collo. Si capiva dalla posizione che la vittima aveva portato istintivamente e inutilmente le mani alla gola nel vano tentativo di fermare la copiosa fuoriuscita di sangue e il corpo appariva rannicchiato su se stesso, disteso quasi al centro della stanza, vicino alla scrivania.

    Godrano, valutando la profondità della ferita e il punto in cui quell’uomo era stato colpito, giudicò che la vittima fosse morta pochi secondi dopo aver ricevuto la pugnalata, senza riuscire a fare nulla. Un solo colpo che non dava scampo, era la mano di un esperto.

    L’Ispettore passò poi in rassegna le altre stanze dell’appartamento; la camera aveva un solo letto a una piazza e ciò significava che l’uomo viveva da solo.

    Quando entrò in cucina, Godrano vi trovò, seduta su una sedia e con un bicchiere d’acqua in mano, una signora grassoccia di mezza età in tenuta da lavoro; era chiaramente la donna delle pulizie che, di prima mattina, aveva telefonato per la denuncia.

    L’Ispettore si presentò e le fece alcune domande; purtroppo la donna sapeva ben poco, erano solo tre settimane che la ditta di pulizie per cui lavorava le aveva affidato quella casa e di solito, quando lei arrivava, il proprietario era già uscito. La signora aveva una copia delle chiavi dell’appartamento e, pertanto, finito il proprio lavoro che eseguiva in solitudine, se ne andava. Godrano incaricò l’assistente di prendere le generalità della donna e di lasciarla libera.

    Nel frattempo, mentre Godrano iniziava ad ispezionare i locali, un uomo che si rivelò essere il vicino di casa, un certo William Butler, sentendo insoliti rumori si era affacciato all’uscio dell’appartamento di fronte al suo, posto sullo stesso pianerottolo, per curiosare. Godrano lo vide e pensò di fargli delle domande, sperando di ricevere informazioni utili sul caso.

    La vittima si chiamava Jeremy Carter, era un archeologo di 47 anni, celibe, che si recava periodicamente all’estero per effettuare scavi e ricerche e spesso vi restava anche per diverse settimane. Il vicino di casa sapeva che l’ultima volta Carter era rientrato da una spedizione in Egitto i primi giorni di ottobre 2013; si ricordava bene il periodo perché Carter da quel paese gli aveva mandato una cartolina, che lui ancora conservava. Sulla stessa vi erano scritte queste parole: La spedizione è stata molto positiva, ho trovato importanti manoscritti antichi e sarò di ritorno fra un paio di settimane.

    Il fatto che l’archeologo, una persona molto riservata, avesse pensato di inviargli una cartolina, Butler se l’era giustificato collegandolo a un episodio precedente; incontrandolo casualmente mentre entrambi ritiravano la posta dalle rispettive cassette all’entrata del palazzo, l’archeologo si era lamentato con lui del fatto che, al ritorno da un suo viaggio, aveva trovato parte della sua corrispondenza sparsa per terra, probabilmente perché inserita male nella cassetta da qualche portalettere frettoloso. Butler allora si era offerto di controllargli periodicamente, quando l’altro era via, la cassetta delle lettere e, dopo avere ritirato da questa la posta, l’avrebbe inserita sotto la porta d’entrata dell’appartamento di Carter, in modo che non andasse persa o che qualcuno potesse ritirarla.

    A conferma di quanto detto, l’uomo corse a prendere la cartolina e la mostrò all’Ispettore; era datata 18 settembre 2013 e l’illustrazione era divisa in due parti, sulla sinistra mostrava la cartina di una località lungo il corso del Nilo chiamata Nag Hammadi, mentre sulla destra vi erano riprodotti degli antichi papiri egizi.

    All’Ispettore il nome di quel luogo, in quel momento, non disse nulla, ma le cose sarebbero ben presto cambiate.

    Godrano chiese anche al vicino di casa se avesse visto qualche persona far visita occasionale all’indirizzo della vittima, ma quello rispose dicendo che non ricordava di aver mai visto, almeno da quando abitava lì, nessuna donna, o per meglio dire nessuno in assoluto, fargli visita.

    Le uniche persone che aveva visto entrare erano gli addetti alle pulizie che, ad ore prestabilite della settimana, venivano a svolgere i lavori indicati nel contratto di servizi stipulato con gli abitanti del palazzo. Butler volle anche esprimere un suo giudizio sulla vita di Carter e disse che, secondo lui, visto che se ne stava spesso lontano da casa, semplicemente non avrebbe potuto avere una vita di coppia normale, ossia un legame fisso con un’altra persona. Infine costui precisò all’Ispettore che, siccome lui stesso si assentava da casa diverse volte nell’anno, nel fine settimana, per andare a trovare la vecchia madre a Brighton, non poteva escludere che proprio in quei giorni qualcuno avesse potuto far visita alla vittima.

    «Ad esempio – aggiunse – proprio oggi, che è un lunedì, sono da poco rientrato a Londra con un treno proveniente da Brighton».

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