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Amore in Camice - Parte 5
Amore in Camice - Parte 5
Amore in Camice - Parte 5
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Amore in Camice - Parte 5

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About this ebook

Questo è il quinto libro di una serie composta da otto libri.

Un anno pieno di imprevisti è appena finito: eventi inattesi, cambiamenti inaspettati ed un amore sorprendente. Elijah e Charity hanno scoperto di aspettare il loro primo figlio. Si stanno ancora abituando alla vita da sposati, dopo aver vissuto ognuno per conto proprio tanto a lungo. Un cambiamento non sempre facile, questo. Charity combatte le nausee mattutine e cerca di trasformare la casa da scapolo di Elijah nel loro nido, senza smettere di preoccuparsi di suo padre. Il loro rapporto tormentato è migliorato, sicuramente, ma sono entrambi testardi e la pensano diversamente su molte cose. Mentre la vita procede, senza mai perdere la sua imprevedibilità, Elijah e Charity devono impegnarsi per formare un nucleo solido che tenga la loro nuova famiglia al sicuro perché l’amore va preservato affinché possa durare in eterno.

*NON si tratta di un libro erotico, ma di una storia d’amore. Indicato per un pubblico adulto. Il libro contiene situazioni legate alla sfera sessuale, ma non contiene scene di sesso esplicito.*

SAVING FOREVER è una serie Best-Seller, composta da 8 libri, che narra le vicende di Charity Thompson e del dottor Elijah Bennet. 

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateFeb 1, 2017
ISBN9781507172070
Amore in Camice - Parte 5
Author

Lexy Timms

"Love should be something that lasts forever, not is lost forever."  Visit USA TODAY BESTSELLING AUTHOR, LEXY TIMMS https://www.facebook.com/SavingForever *Please feel free to connect with me and share your comments. I love connecting with my readers.* Sign up for news and updates and freebies - I like spoiling my readers! http://eepurl.com/9i0vD website: www.lexytimms.com Dealing in Antique Jewelry and hanging out with her awesome hubby and three kids, Lexy Timms loves writing in her free time.  MANAGING THE BOSSES is a bestselling 10-part series dipping into the lives of Alex Reid and Jamie Connors. Can a secretary really fall for her billionaire boss?

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    Book preview

    Amore in Camice - Parte 5 - Lexy Timms

    Indice

    Capitolo 1.........................................................1

    Capitolo 2......................................................11

    Capitolo 3......................................................17

    Capitolo 4......................................................25

    Capitolo 5......................................................33

    Capitolo 6......................................................38

    Capitolo 7......................................................47

    Capitolo 8......................................................59

    Capitolo 9......................................................65

    Capitolo 10...................................................73

    Capitolo 11...................................................79

    Capitolo 12...................................................84

    Capitolo 13...................................................93

    Capitolo 14.................................................100

    Capitolo 15.................................................104

    Capitolo 16.................................................109

    Capitolo 17.................................................117

    Capitolo 18.................................................124

    NOTA DELL’AUTRICE..................................128

    DOVE TROVARE LEXY TIMMS..................129

    Prossime uscite...............................................130

    Altre serie.........................................................131

    Il viaggio d’orientamento.............................134

    Prologo...........................................................136

    Capitolo 1......................................................138

    Capitolo 2......................................................145

    Capitolo 3......................................................154

    Capitolo 1

    Charity si spostò i capelli dalla fronte, sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo. Le sembrò che la temperatura, nella stanza, fosse aumentata di almeno dieci gradi, ma era impossibile perché il termostato la manteneva costantemente fresca.

    La sensazione di calore, in realtà, si sprigionava dal piccolo ballerino dentro di lei. Con fare protettivo, si portò la mano sul rigonfiamento, appena accennato, della pancia. Era spuntato un paio di settimane prima, finalmente. Non che si vedesse molto. Riusciva ancora a nasconderlo senza alcun problema. Nonostante questo, la pancia, prima inesistente, adesso iniziava a crescere. Alla nocciolina, lui o lei che fosse, serviva più spazio.

    Thompson-Bennet? Ci sei o no?

    Charity sbatté gli occhi, asciugandosi la fronte con il dorso della mano. Quattro camici bianchi seguivano il capo dagli impeccabili occhialetti. Come fa, a vedere con quelli? Si avvicinò, in fretta, al tavolo d’acciaio, afferrando il quadernino per gli appunti e mettendosi in fila insieme agli altri.

    Incinta di cinque mesi e di nuovo al lavoro, in ospedale. In realtà, quel lavoro non era remunerativo, ancora. Lavorava in corsia, adesso. In qualche modo, Elijah, suo padre, Julie e Simon l’avevano convinta a completare il tirocinio. L’ultimo step per diventare un medico, dopo la laurea in medicina. Rieccola lì, quindi, una specializzanda al primo anno, più grande di tutti gli altri specializzandi, al seguito del dottor Intrattabile, di turno quel giorno.

    Il suo vero nome era dott. Fulton, ma gli specializzandi lo chiamavano dottor Intrattabile a sua insaputa. Gli altri specializzandi sapevano che Charity era la figlia del dott. Thompson e che aveva sposato il sexy dott. Elijah Bennet. Quello che non sapevano, invece, era che fosse incinta.

    ...siete specializzandi quindi lavorerete accanto a medici qualificati e al personale medico, in un ambiente professionale che vi consentirà di fare pratica ed imparare sotto una supervisione diretta, il dott. Fulton continuò a parlare mentre attraversavano il corridoio, dall’obitorio fino all’ascensore. Questo rappresenta lo step decisivo per diventare medici qualificati. Alcuni di voi non ce la faranno. Non è affatto semplice. Ci si aspetta che mettiate prontamente in pratica tutta la teoria che avete studiato, che salviate delle vite. Dovrete pensare ed agire molto velocemente e contemporaneamente. Non c’è spazio per la riflessione ed i ripensamenti, in sala operatoria. La chirurgia di oggi non è una piacevole passeggiata nel parco. Il cuore di questo paziente deve essere salvato e un’incisione o una sutura sbagliate potrebbero ucciderlo.

    Mandy, la ragazza davanti a Charity, fece un sospiro tremolante. Charity le picchiettò sulla spalla e le bisbigliò, per non farsi sentire dal dott. Fulton. Vuole spaventarci. Pensa di essere ancora sul campo di battaglia e di dover distinguere i soldati dai ragazzini. Tu non sei un ragazzino. Fatti sentire e dimostragli che sei un uomo. Una donna. La dottoressa donna.

    Mi scusi, Thompson-Bennet. Il dott. Fulton premette il pulsante dell’ascensore e tornò a guardarla, dall’alto in basso. Si rifiutava di utilizzare il titolo di dottore, davanti ai cognomi degli specializzandi. Testardo ed intrattabile. Ha qualcosa da dire, prima che ci cambiamo?

    Fu combattuta per mezzo secondo, ma sapeva che lui non aspettava altro che schiacciarla come un insetto. Elijah l’aveva avvisata di evitare qualsiasi tipo di commento se voleva assistere il dott. Fulton in sala operatoria. Stavo soltanto dicendo a Maddy che è arrivato il momento di separare i soldati dai ragazzini.

    Il sopracciglio, grigio, del dott. Fulton si sollevò. Pensi di essere un soldato, Thompson-Bennet? la provocò.

    Lei gli rispose con il saluto militare. Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, ma non riuscì proprio ad impedirselo. Sissignore. Come riuscì a mantenere un’espressione seria fu un mistero anche per lei.

    Bene. Il dott. Fulton strinse le labbra in una linea dura mentre le porte dell’ascensore si aprivano. Sei un veterano quindi puoi guidarci tu, oggi.

    Si era fatta avanti e quello, adesso, avrebbe potuto diventare il giorno migliore, o peggiore, dell’intero tirocinio. Era un veterano per via dell’età e perché aveva già fatto un anno di tirocinio, in passato. Aveva già l’abilitazione alla professione medica. Quando suo padre l’aveva saputo aveva cercato di convincerla a prendere l’abilitazione professionale all’esercizio dell’osteopatia. Le aveva detto che le avrebbe rinfrescato la memoria e le avrebbe consentito di conoscere lo staff dell’ospedale Thompson. Se avesse fatto così, la specializzazione successiva sarebbe stata una passeggiata: sarebbe diventata medico ed avrebbe potuto occuparsi anche dei suoi pazienti.

    Era pazzo.

    Quello degli specializzandi era un lavoro molto duro, notoriamente. Lo sapevano tutti. Lavorava già tante ore, turni da 16 ore, più di 60 ore a settimana. Non aveva tempo per studiare per l’abilitazione all’esercizio dell’osteopatia, indipendentemente da quanto le sarebbe servito per accorciare i tempi ed entrare nelle grazie dello staff. Un’ulteriore specializzazione avrebbe aumentato ulteriormente le ore, sarebbe arrivata a lavorare quasi 80 ore a settimana. Non era quello che voleva, per ora.

    Gli specializzandi seguirono il dott. Fulton nella camera del paziente. Aveva modi orribili, fuori dalla sala operatoria, ma era un eccellente chirurgo e, anche se non l’avrebbe mai ammesso, era anche un ottimo insegnante. Li interrogò sull’intervento, spiegò al paziente ogni passaggio e poi chiese, di nuovo, agli specializzandi della procedura mentre si dirigevano in sala operatoria.

    Charity nascose la mano nella tasca del camice, non voleva che qualcuno la vedesse tremare. Conosceva la procedura e si era esercitata, la sera prima, su un acino d’uva per le suture. Era sicura di sé, ma anche nervosa. In che cosa si era cacciata?

    Charity!

    Si fermò di fronte ad una porta aperta. Elijah la raggiunse in corridoio: aveva lo stetoscopio intorno al collo ed indossava il camice blu. Quel colore faceva risaltare, ancora di più, i suoi bellissimi occhi. Le rivolse un grande sorriso e la guardò, con le mani sui fianchi e le scarpe da ginnastica che stridevano sul pavimento. Come sta andando?

    Era semplicemente delizioso. Molto attraente. Forse erano gli ormoni della gravidanza, ma aveva un aspetto ed un profumo... Dovette fare un passo indietro per recuperare la concentrazione e rispondere alla domanda. Va tutto bene. Tu come stai? Era stato di guardia, la notte precedente, quindi non si vedevano da prima di cena.

    Sto bene. Hai dormito, stanotte?

    Sul serio? Voleva davvero parlare del loro letto? Arrossì mentre una sensazione piacevole le si diffondeva nel basso ventre. S-sì. Tu eri di guardia?

    Le rispose con un cenno della testa.

    Dottor Bennet, vuole che aspettiamo tutti che finisca di parlare con sua moglie o possiamo andare a prepararci per salvare la vita di un uomo? la voce del dott. Fulton arrivò chiaramente dalla fine del corridoio.

    Elijah gli rivolse un gesto della mano. È tutta sua, dottor Fulton. Non sia troppo buono con lei. Si sfiorò le labbra con le punte delle dita e poi le sfiorò appena la pancia. ’Giorno, nocciolina.

    Il suo tocco le provocò un brivido lungo la schiena. Mi scrivi più tardi? gli sussurrò.

    Certo. Cerchiamo di pranzare insieme. Mi libero per pranzo. Potrei farci portare qualcosa, che dici? Nel mio ufficio? Le fece l’occhiolino e Charity non riuscì a capire se stesse alludendo a qualcos’altro o se si trattasse di un occhiolino innocente. Era stato così veloce e discreto.

    Vada per il pranzo. Ti faccio sapere quando finisco. Lo salutò con un cenno della testa e si affrettò per raggiungere gli altri mentre il dott. Fulton si schiariva rumorosamente la gola. Si sforzò di non sorridere, ma non ci riuscì.

    Se mezzo minuto con Elijah le faceva quell’effetto che effetto le avrebbe fatto una vita intera?

    Dieci minuti dopo erano fuori dalla sala operatoria. Di nuovo, Thompson-Bennet. Come procederai? le abbaiò il dott. Fulton. Charity era davanti al lavandino. Aveva ricostruito la procedura, assicurandosi di considerare tutti i possibili imprevisti che avrebbero potuto verificarsi. Perfino gli altri specializzandi la guardavano stupiti ed impressionati. Non voleva mettersi in mostra. Per niente. Il dott. Fulton continuava a chiederle se sapeva quello che stava per fare.

    Le lezioni del corso di medicina, il mezzo anno di tirocinio, prima che sua madre si ammalasse: ricordava tutto quanto. Essere di nuovo in ospedale, e rifare tutto daccapo, tenere di nuovo in mano un bisturi, operare le provocava una scarica di adrenalina. Non voleva scendere da quel treno.

    Indossò la mascherina, fece scorrere la porta girevole con il sedere, entrò in sala operatoria e raggiunse il dott. Fulton.

    Ancora una volta.

    Prese in mano il bisturi, tenendolo a mezz’aria mentre si preparava a ripetere, di nuovo, il procedimento.

    Il dott. Fulton la interruppe. Stavolta ripetilo in silenzio e lascia che siano le tue mani a mostrarmelo.

    Esitò per un millesimo di secondo soltanto, prima di mettersi all’opera. Da quel momento in poi, le uniche parole che pronunciò furono istruzioni al personale di sala operatoria.

    L’operazione fu portata a termine in meno di un’ora.

    Ben fatto, dottoressa Charity. Fulton le rivolse un cenno di assenso quando Charity fece un passo indietro. Voi quattro, tutti, mangiate qualcosa e dormite un po’. Avete un aspetto orribile. Tutti tranne una. Avete 75 minuti, prima del turno in pronto soccorso. Si spostò per far entrare un’infermiera. Poi alzò gli occhi e guardò Charity. Te lo dico chiaramente. Non ti chiamerò dottoressa Thompson o dottoressa Bennet. E di sicuro non esiste che ti chiami dottoressa Thompson-Bennet. Dovrei riprendere fiato ogni volta. Quindi trova un nome e sarà così che ti chiamerò, d’ora in poi. Si tolse i guanti e li buttò nel bidone, prima di sparire oltre la porta.

    Mandy si avvicinò a Charity mentre uscivano dalla sala operatoria. Che ne dici di dottoressa T.B.?

    Charity si tolse la mascherina e sorrise. T.B. Come tubercolosi? Arricciò il naso.

    Ti ha chiamato dottoressa. Non lo fa mai. E usa sempre il cognome, mai il nome. Mandy sospirò, grattandosi il collo. Ti ha chiamato dottoressa Charity, è incredibile.

    Charity si strinse nelle spalle: non voleva dare troppa importanza a quello che era appena successo, ma moriva dalla voglia di raccontarlo a Elijah.  Lo è stata anche la procedura!

    E tu sei stata fantastica! Quanti anni di tirocinio avevi già fatto? Mandy sbadigliò. Scusa. Non sono annoiata, sono esausta.

    Va’ a riposarti. Charity le indicò la piccola stanza con i letti in cui riposavano tra un turno e l’altro. Hai un’ora. Ti porterò qualcosa da mangiare e ti sveglierò prima del prossimo turno.

    Tu che farai, intanto? Studierai come ricostruire alla perfezione una trachea distrutta? scherzò Mandy. Le diede un colpetto con il gomito. Va’ dal tuo sexy marito dottore. Fatevi una sveltina. E salutamelo.

    Durante la sveltina? Charity rise. Potrebbe essere un po’ strano.

    Mandy alzò gli occhi al cielo. Tu sei matta, la dottoressa matta. Con il dito disegnò dei cerchi vicino alla tempia. E incredibilmente intelligente. Ottimo lavoro. Io non ne sarei stata capace.

    Certo che ce l’avresti fatta. Avresti fatto quello che ho fatto io.

    No, invece. Tale padre, tale figlia. Ho visto il dottor Thompson operare. È stato come assistere al concerto di un violinista. Non c’erano una persona e uno strumento, il violino era l’estensione del musicista. Tu sei come lui, in sala operatoria... come il dottor Thompson. Senior.

    Charity non sapeva che cosa dire. Sapeva di avere la bocca spalancata per la sorpresa, ma non si sforzò di chiuderla.

    Mandy sorrise. Vai a cercare il dottor Bennet. Poi torna qui e svegliami. Sbadigliò, appoggiandosi alla porta, chiusa, della stanza con i letti. Ti chiederei i dettagli, ma sei una donna sposata e non una che si sta divertendo con un superiore qualsiasi. Entrò nella stanza prima che Charity potesse dire qualcosa.

    Charity prese il telefono dalla tasca e si diresse all’ascensore. Mandò un messaggio a Elijah: Arrivo. Ho appena finito. Ho un’ora libera.

    Guardò fuori dalla finestra del terzo piano e si prese un attimo per osservare la città. Un’ala dell’ospedale occupava il lato destro. Decine di finestre facevano capolino sulle pareti grigie, catturando quanta più luce possibile. Suo padre era stato molto chiaro: voleva che l’edificio si sviluppasse a raggiera, dal centro, in modo che gli spazi fossero tutti connessi e non troppo distanti uno dall’altro.

    Strinse la coda di cavallo e sistemò una ciocca di capelli, biondi, dietro l’orecchio. Stranamente, i capelli le erano cresciuti molto velocemente nell’ultimo periodo. La frangia, ormai troppo lunga, aveva bisogno di essere accorciata, ma non aveva avuto tempo per il parrucchiere. Magari nel fine settimana.

    Le porte dell’ascensore si aprirono e, prima di entrare, attese che un uomo, in completo, uscisse. Sorrise, alla vista di un dottore con la testa china sul telefono. I capelli, castano scuro, leggermente spettinati gli conferivano un’aria sexy, ulteriormente sottolineata dall’ombra di barba sulla linea della mascella. Non alzò lo sguardo.

    Lei si girò di spalle e premette il bottone del sesto piano, già acceso. Chiuse gli occhi e sospirò silenziosamente, ripensando alla prima volta che l’aveva visto. Per ironia della sorte, nello stesso ascensore.

    Ricordava di aver fissato a lungo il suo viso, invece del badge. Almeno, adesso, non avrebbe dovuto chiedersi che aspetto avesse senza maglietta, lo sapeva perfettamente ormai.

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