10 dilemmi morali. Un'introduzione all'etica per problemi
By Dario Berti
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10 dilemmi morali. Un'introduzione all'etica per problemi - Dario Berti
Indice
Introduzione 5
1. La morale dipende da Dio? 11
2. Esiste una morale oggettiva? 25
3. Non è forse giusto che prevalga il più forte? 33
4. Possiamo fidarci del sentimento? 43
5. Può l’amore renderci felici? 51
6. Conta solo il piacere nella vita? 63
7. La virtù deve essere imposta per legge? 79
8. È giusto fare il bene della maggioranza? 87
9. Come facciamo realizzare una società equa? 104
10. È più importante l’eguaglianza o la libertà? 110
Dario Berti
10 dilemmi morali
Un’introduzione all’etica per problemi
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | 10 dilemmi morali. Un'introduzione all'etica per problemi
Autore | Dario Berti
Immagine di copertina a cura dell'autore
ISBN | 978-88-92641-73-0
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
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Introduzione
Immaginate di trovarvi in una situazione del genere: c’è un vagone ferroviario con i freni rotti che viaggia a una grande velocità. Davanti al vagone ci sono cinque persone legate ai binari. Se proseguirà nella sua corsa, il vagone ucciderà quelle persone. Voi però avete la possibilità di tirare una leva e di far deviare il vagone su un binario laterale, dove c’è una sola persona legata. Se non fate nulla, muoiono cinque persone. Se invece tirate la leva, ne muore solo una. Tirereste la leva? Se la vostra risposta è sì, allora probabilmente pensate che, in certi casi estremi, sia giusto uccidere una persona per salvare la vita di cinque.
Adesso però considerate questo caso. Siete un chirurgo a capo di una clinica. Avete in cura cinque pazienti che hanno bisogno di un trapianto urgente di organi per rimanere in vita. Ogni paziente necessita di un organo diverso. A un certo punto si presenta un individuo sano per una visita di controllo. Vi viene un’idea: potreste anestetizzare il paziente con un inganno e usare i suoi organi per salvare gli altri cinque che avete in cura. Anche in questo caso, se non fate nulla, muoiono cinque persone. Se uccidete il paziente sano, salvate cinque vite.
Siete sempre dell’idea che è giusto uccidere una persona per salvare la vita di cinque? Suppongo di no. Ma perché? Che cosa è cambiato? Dopotutto, in entrambi i casi dobbiamo scegliere se non fare nulla, e lasciare che cinque persone muoiano, oppure compiere un’azione che causa la morte di una persona, e salvare la vita di cinque.
Forse adesso, pensandoci meglio, vorrete cambiare la vostra risposta iniziale. Meglio non tirare la leva e lasciare che il vagone investa le cinque persone. Almeno in questo modo non avrete partecipato attivamente alla morte di nessuno e vi sarete attenuti alla massima che dice: Non uccidere!
Eppure anche questa soluzione è difficile da accettare. Il fatto che voi non facciate nulla per salvare la vita di cinque persone non vuol dire che non avete alcuna responsabilità per quello che succede. Dopotutto, avreste potuto fare qualcosa, avreste potuto tirare la leva e salvare quelle persone, ma non l’avete fatto. Anche l’omissione di soccorso è un’azione.
Come vedete, non è affatto facile capire cosa è giusto fare in situazioni del genere. I due casi che ho presentato sono molto astratti, certamente. Ma la vita reale presenta spesso delle situazioni che sono altrettanto complesse e difficili da risolvere.
Questo libro parla dell’etica ed è rivolto a tutti coloro che si avvicinano a questa materia per la prima volta e hanno bisogno di un testo per iniziare. Per questo motivo, ho cercato di scriverlo nel modo più chiaro ed elementare possibile, limitando al minimo l’uso di espressioni gergali. I pochi termini tecnici che troverete sono tutti illustrati con degli esempi. Idealmente, uno studente di scuola superiore dovrebbe essere in grado di leggere l’intero libro senza difficoltà.
Se però state cercando un testo che affronti in maniera sistematica e approfondita i problemi dell’etica avete preso in mano il libro sbagliato. Tutto ciò che dirò è incompleto e abbozzato per due ragioni. La prima è che, volendo essere breve, ho dovuto essere molto selettivo. Mi sono occupato solo di alcuni problemi etici, tralasciandone molti altri. Non dovete pensare che le cose di cui non parlo siano meno importanti di quelle di cui parlo. La seconda ragione è che, anche restando ai problemi che ho scelto, mi sono limitato a indicare solo gli aspetti che a me sembravano più interessanti. Tenete a mente che, per ogni tema affrontato, si potrebbe dire molto, molto di più.
Come dice il sottotitolo, in questo saggio l’etica viene trattata per problemi. Non troverete una trattazione storica della materia. Credo che questo tipo di impostazione sia preferibile, perché riflette il modo in cui si fa effettivamente filosofia. Un filosofo è uno che, innanzitutto, si meraviglia del fatto che le cose non stanno come aveva pensato e che vuole vederci chiaro. Per lui il mondo non è uno spettacolo da contemplare, ma un enigma da sciogliere. Se non avvertite il carattere enigmatico del mondo, non potete sentire il bisogno della filosofia, e quindi vi sembrerà inutile. Anzi, vi sembrerà che il filosofo si complichi inutilmente la vita, perché si inventa dei problemi che non esistono.
Il contributo che i filosofi hanno portato per rispondere alle dieci domande di questo libro è stato immenso. Non perché abbiano trovato delle risposte definitive (ve lo dico subito: secondo me è un po’ ingenuo credere nelle risposte definitive), ma perché ci hanno permesso di mettere meglio a fuoco i problemi e, soprattutto, di evitare un sacco di errori e ingenuità.
Penso che lo studio dei problemi etici sia molto utile su un piano individuale, perché raffina notevolmente il nostro senso critico. Prima ancora che fabbricare nuove teorie, i filosofi si occupano di esaminare le opinioni e le convinzioni comuni allo scopo di stabilire se abbiano un qualche fondamento, una qualche giustificazione valida. Tutti noi abbiamo la testa piena di opinioni su come dobbiamo vivere. Opinioni che ci derivano dai nostri genitori, dall’educazione che abbiamo ricevuto a scuola, dai libri che abbiamo letto, dalle esperienze che abbiamo vissuto nel corso della nostra vita. Sulla base di queste opinioni operiamo delle scelte, prendiamo delle decisioni che spesso sono molto importanti. Non solo per noi, ma anche per gli altri. La filosofia morale è un invito a esaminare criticamente le opinioni che abbiamo ricevuto dagli altri. Non perché queste opinioni siano false – non è detto che lo siano –, ma perché la critica ci consente di valutarne la consistenza.
Perché dovremmo fare questa fatica? Non potremmo semplicemente accontentarci delle opinioni che abbiamo ricevuto dalla tradizione? Possiamo, certamente. Molti lo fanno. Ma c’è un prezzo da pagare: accettare passivamente le opinioni altrui significa pensare con la testa degli altri. Chi pensa con la testa degli altri, agisce anche con la testa degli altri.
In questo libro dialogheremo con alcuni grandi filosofi del passato e ci confronteremo con le loro soluzioni per capire se sono valide oppure no. Ma non ci limiteremo alle opinioni dei grandi. Qualche volta prenderemo in considerazioni anche quelle della gente comune. Penso infatti che si possa fare filosofia anche partendo da un ritaglio di giornale, o esaminando i commenti di un utente anonimo su Yahoo Answers. Se alla fine avrete acquisito alcuni strumenti per comprendere e orientarvi meglio nel mondo nel quale viviamo, questo libro avrà raggiunto il suo scopo e il mio sforzo sarà stato ampiamente ricompensato.
Prima di iniziare, però, vi voglio dare un avvertimento. Fare filosofia è rischioso. La filosofia è un’attività destabilizzante, pericolosa, perché insinua il veleno del dubbio su quelle cose che sembrano più ovvie, più familiari, più scontate, rendendo così la nostra vita più incerta, più problematica. La filosofia ci allontana dal sentiero rassicurante del senso comune: non dandoci nuove