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Non è successo niente
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Ebook96 pages43 minutes

Non è successo niente

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About this ebook

Ventiquattro ore nella frenetica vita di una famiglia borghese raccontata in prima persona dai tre protagonisti. Marco, top manager di una multinazionale svedese, Laura, regista di sfilate di moda e la figlia Sofia, tenuta sempre sotto controllo.

Tutti e tre hanno una grande voglia di crescere, ma una immensa paura ad affrontare problemi e crisi di ciò che questo comporta.

Bastano poche ore per scardinare presunte sicurezze che tutti e tre credevano consolidate.
LanguageItaliano
Release dateJan 8, 2017
ISBN9788822886071
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    Non è successo niente - Alessandra Perotta

    LAURA

    MARCO

    Sogno questo giorno sin da quando studiavo alla Bocconi.

    Mi viene quasi da piangere all'idea di tutto quel tempo in ufficio sino a tardi.

    L'international board mi ha convocato all'headquarter per definire il mio futuro professionale.

    Questo significa:

    aumento di stipendio;

    autista;

    potere;

    trasferimento alla sede centrale.

    Si, si, si Evvai!

    Cazzo, Marco, ce l'hai fatta. Tutti questi anni a farti un culo così è servito a qualcosa: selezionare impiegatucoli da tre soldi che non devono avere un grande spirito critico, prima, e definire piani di carriera dei top manager poi.

    E poi Piazza. Pace all'anima sua. Mi ha insegnato tutto di questo mestiere, ha letteralmente dato la vita all'azienda. Certo che se non fosse schiattato forse oggi non sarei qui.

    - Grazie, Piazza. Mi senti da lassù? Grazie. La promozione la dedico a te.

    Forse mettermi a gridare a quest'ora non è stato molto furbo.

    Sofia mi guarda con i suoi occhioni grandi. Ha il viso stropicciato di sonno e non riesco a fare altro che stringere forte la mia bellissima bambina perché felice così non lo sono mai stato.

    - Torni presto, papà?

    - Certo! Domani sera.

    - Allora non tanto presto.

    - Si, però quando torno andiamo tutti fuori a festeggiare. Anche mamma torna domani.

    - Viene Aurora?

    - Si.

    - Ma perché non mi lasciate da sola? Ora sono grande, non ho bisogno di quella che mi fa la guardia. Patrizia è da quando aveva 8 anni che sta in casa da sola e io sono stufa di fare la figura della bambina piccola con quella lì.

    - Sofia…

    - Basta, io quella non la voglio.

    - Sofia…

    - Se viene oggi…..

    - Ne abbiamo già parlato. A tua madre e a me non interessa cosa fanno gli altri genitori. Queste sono le regole di casa nostra. Tu non stai da sola.

    - Fino a quando?…

    - Ora devo andare, altrimenti perdo l'aereo. Torna a letto. Alle 7.00 Aurora verrà a svegliarti e ti porterà a scuola.

    - Ma…

    - Niente ma, fila.

    [1]  Quello stronzo di Donato Donati dovrà leccarmi il culo parecchio se vuole cercare di fare un passo fuori dal suo ufficio.

    SOFIA

    Cos’è successo?

    È la voce di papà. La luce del bagno è accesa. Sono le 5.00.

    - Papà?

    Non mi sente. Scorre l'acqua. Mi alzo. Il pavimento è gelato.

    Anche oggi sarebbe partito senza salutarmi.

    Io sono grande. Non sono più una bambina. Gliel'ho fatto vedere buttando via tutte le mie Wings, ma niente. Continuano a trattarmi come un cucciolo di leone: mi mandano la baby sitter quando gli adulti sono fuori per la caccia.

    Ma in fondo chi se ne frega, non ci sono mai. Se non fosse per quella rompipalle di Aurora la mia vita sarebbe perfetta.

    Si, si, ho capito. Me ne torno a letto. Ti lascio credere che mi rimetto a dormire, ma poi vedrete la mia strategia d'attacco.

    LAURA

    - Le Hogan sono le scarpe ideali per viaggiare. Della Valle è un genio: in una scarpa ha condensato l'eleganza degli strass con la comodità e la praticità. Il tacco, poi, slancia le gambe e riescono a valorizzare la figura persino di quella nana seduta in business. Vedi, quella è una che si sa vestire e sopratutto sa scegliere la scarpa giusta. Mica come quella seduta qui davanti a noi in prima che si è messa una zeppa enorme: ma a queste glielo ha mai spiegato nessuno che piedi, gambe e caviglie si gonfiano in volo? Va a rischio di prendersi una storta non appena scende. Bisogna essere stupidi per non capire banalità del genere.

    - …

    - Di cosa stavamo parlando?

    - Di figli.

    - Ah, si, giusto, con i figli quello che conta

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