La Trilogia
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Book preview
La Trilogia - Gianni Marchi
L’autore
La casa al mare. I confini.
Dopo tanti anni di incertezze, dopo altrettanti rinvii per paura di sbagliare l’investimento, i suoi cognati si erano finalmente decisi ad acquistarla.
La casa al mare era situata vicino alla spiaggia e confinava con un’altra, più grande, di proprietà di una signora che aveva voluto mettere subito i puntini sulle i
in merito ai confini.
Che – secondo lei – non erano quelli che erano segnati sulle mappe catastali che quel, secondo lei, arrogante vicino le aveva sbattuto sotto il naso. I confini reali erano invece di qualche centimetro più in qua di dove i nuovi arrivati avevano edificato il muretto divisorio. Ed allora, per non lasciare che la faccenda piano piano scivolasse nel dimenticatoio, aveva tirato un filo di ferro proprio dove, secondo lei, passava il confine fra le due proprietà. Era uscita di primo mattino sulla spiaggia ed aveva piantato un paletto nella sabbia al quale, armata di una robusta pinza, aveva assicurato il filo di ferro. L’altra estremità l’aveva legata al gancio arrugginito di una precedente recinzione (così almeno si era convinta) che era rimasto conficcato in un sasso che emergeva dalla sabbia e che era in linea con la sua idea del confine.
Era stata un’azione tardiva perchè era stata posta in essere soltanto dopo che i vicini avevano costruito il muretto. Ma ,se anche per ipotesi fosse stato così, quella pettegola intrigante non lo avrebbe potuto dire prima?
– si chiedevano Giulio e sua moglie. No, lei aveva atteso che costruissero il muretto rivestito da quei bei tasselli di pietra rosa, che terminassero di piantare quella bella recinzione fatta di grosse canne di bambù e poi, quatta quatta, era uscita quando tutti ancora dormivano con la sua bella pinza a preparare quella sorpresa. E’ proprio una deficiente!
– aveva detto Giulio alla moglie – quando aveva scoperto quella novità. Se la nostra nipotina dovesse inciamparsi in quel filo, le faccio un culo così!
– aveva minacciato Giulio fuori di sé mimando con le mani le dimensioni del sedere che, di certo, le avrebbe gonfiato in quella misura. E Alessia, sua moglie appunto, conscia che quell’episodio avrebbe potuto creare un corto-circuito devastante fra Giulio e la vicina, si era riproposta di parlarle e capire le sue intenzioni. Quest’ultima aveva motivato questa sua azione con falsi sorrisi di circostanza, dicendo che aveva lavorato in uno studio notarile per anni e che la sua precisione e la sua pignoleria la portavano a ricercare sempre la retta via in tutte le cose che faceva. Aveva ribadito che, dopo che aveva scoperto quel cippo quasi al livello della sabbia era andata al Centro documentazione storica del Comune dove aveva rinvenuto che in quel tratto di costa c’era stata una colonia, ormai demolita da anni, edificata dal Duce per l’accoglienza dei bambini del tempo, i cosìddetti figli della Lupa
. E aveva fatto della ricerche più approfondite e, da una foto d’epoca, che conservava gelosamente, risultava che quel cippo, resto del vecchio muro dell’epoca, coincideva con il