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Il Suo Alato Vichingo: Una Storia d’Amore Paranormale
Il Suo Alato Vichingo: Una Storia d’Amore Paranormale
Il Suo Alato Vichingo: Una Storia d’Amore Paranormale
Ebook80 pages1 hour

Il Suo Alato Vichingo: Una Storia d’Amore Paranormale

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ATTENZIONE: State per leggere un racconto breve molto SEXY, creato per regalarvi immenso piacere.

Più di mille anni fa, Erik e i suoi fratelli vichinghi furono maledetti. A causa delle sue imponenti e spezzate ali, Erik è costretto fuggire da ogni città. Stanco di scappare, si nasconde in un parco a tema dove può stare al fianco della persona per lui più importante: la sua migliore amica Siobhan. 

Sarcastica, efficiente e bellissima, Siobhan è un leprecauno immortale che lavore come direttore finanziario del parco Winter Wondernasium. Farebbe qualsiasi cosa per il suo più caro amico, Erik, incluso nascondere i suoi sentimenti per proteggerlo dai poteri che la tormentano.

Quando il parco diventa protagonista di uno scandalo che minaccia i segreti di Erik e Siobhan, i protagonisti dovranno decidere che cosa è più importante: la libertà o l'amore?

Questa novella indipendente fa parte della saga Her Elemental Viking. e può essere letta in qualsiasi ordine. Non ci sono finali in sospeso e finiscono per come dovrebbero: e vissero tutti felici e contenti.

LanguageItaliano
Release dateSep 5, 2017
ISBN9781507166451
Il Suo Alato Vichingo: Una Storia d’Amore Paranormale

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    Il Suo Alato Vichingo - AJ Tipton

    Il Suo Alato Vichingo

    Il Suo Alato Vichingo

    Una Storia d’Amore Paranormale

    Alice Arcoleo

    Il Suo Alato Vichingo

    Autore AJ Tipton

    Traduttore Alice Arcoleo

    Immagine di copertina di Chameleonstudio74.

    Copyright © AJ Tipton 2015 Il diritto di AJ Tipton di essere identificata come l’autrice di quest'opera è tutelato dal Copyright, Designs and Patents Act del 1988 (o altre leggi analoghe a seconda del proprio Paese). Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dell'opera può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa, in alcuna forma o con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, attraverso fotocopie, registrazioni audio o altro), senza il precedente consenso scritto dell'autrice, a eccezione di brevi citazioni riportate in recensioni o articoli. L’opera non può essere modificata, prestata, noleggiata o distribuita in altro modo senza il consenso scritto dell'autrice. Il consenso potrà essere ottenuto previa richiesta a a.j.tipton.author@gmail.com.

    Questo libro è vendibile solamente a un pubblico adulto. Contiene scene di sesso esplicite e linguaggio crudo che potrebbero essere considerati offensivi da alcuni lettori.

    Questo libro è un'opera di fantasia. Tutti i personaggi, i nomi, i luoghi e gli avvenimenti contenuti nell'opera sono fittizi. Ogni somiglianza a persone reali, vive o decedute, a organizzazioni, eventi o luoghi è puramente casuale.

    Tutti i personaggi sessualmente attivi in quest’opera hanno 18 o più anni di età.

    Siobhan si trascinò a lavoro ancora in uno stato confusionale, passandosi le dita tra i nodi dei suoi selvaggi capelli rossi e abbassando la sua fedora. Una tazza di caffè annacquato da tavola calda le ustionò le dita attraverso lo scadente contenitore, ma lei a malapena se ne accorse .

    È successo davvero?

    Dopo tre anni insieme, Steve aveva avuto le palle di dirle, «Forse dovremmo essere solamente amici… di letto.»

    Siobhan sospirò. Peccato fosse così difficile trovare delle maledizioni. Raddrizzò la sua fedora per la terza volta da quando aveva parcheggiato l’auto. Nel diciassettesimo secolo, avrei trovato un buon incantesimo a ogni angolo.

    Maledetto Steve e i suoi fottuti problemi a impegnarsi.

    Il cuore le doleva come se lo avessero stritolato fino a prosciugarlo. Avrebbe preferito trascorrere la giornata nella sua routine post rottura invece di andare a lavoro, ma aveva finito tutti i giorni di ferie disponibili.

    Ugh.

    Siobhan entrò nel Winter Wondernasium, stampandosi un sorriso professionale in faccia. Lo sforzo le provocò un fastidio sulle guance. Salutò velocemente gli addetti alla biglietteria e fece un cenno con la mano alla sicurezza.

    Non sarebbero così amichevoli se conoscessero la mia vera identità, Siobhan pensò, concentrandosi sul suo sorriso.

    Notò il riflesso del suo cappello nell’occhio vitreo di un pupazzo delle nevi plastificato e ripensò immediatamente alle parole di Steve della sera precedente. «Sai quanto mi piaci, ma le tue corna… mi terrorizzano. Anche i miei figli le avrebbero?»

    Coglione.

    Siobhan evitò di sistemare nuovamente il cappello. Tre anni. Abbastanza da farle credere che l’avesse accettata per quello che era: un semplice leprecauno. La maggior parte delle persone credeva che i leprecauni avessero pentoloni d’oro (falso) e concedessero desideri (vero), ma quasi nessuno sapeva delle corna. Anche quando durante gli appuntamenti era onesta sulla sua identità, le corna erano sempre la sorpresa del terzo appuntamento.

    Fortunatamente, un semplice cappello riusciva a coprire le lisce e tondeggianti sporgenze sulla sua testa per gli accompagnatori più facilmente impressionabili.

    Siobhan aveva una lunga storia con tali esemplari.

    Continuava a ripetersi che tre anni della sua vita non fossero nulla. Steve sarebbe rimasto per altri sessanta anni circa, al massimo.

    Hai più di settecento anni. Vali molto di più.

    Odiava quanto il suo rifiuto la ferisse.

    I suoi piedi affondarono sulla neve finta che ricopriva il viale centrale del parco giochi invernale.

    Si guardò attorno alla ricerca di Erik, ma il suo migliore amico probabilmente era ancora negli spogliatoi cercando di fa entrare i suoi muscoli e le ali nel costume della mascotte. Siobhan aveva incontrato Erik intorno al 1850 dopo aver lasciato l’Irlanda ed essersi trasferita in America. Erik—un vichingo immortale colpito da una maledizione—era arrivato nello stesso periodo, fingendo di essere un angelo caduto scacciato dal Vaticano. Anche se non glielo avrebbe mai detto, Siobhan comprendeva perché quel camuffamento avesse funzionato così a lungo. I lineamenti perfetti di Erik e i tonici muscoli rispecchiavano l’immagine di una creatura celestiale. Nonostante secoli d’inganni, Siobhan sapeva quelle ali non avessero niente di angelico: erano l’opprimente fardello di una maledizione lanciata migliaia di anni fa.

    Immaginandolo mentre si spogliava lentamente per prepararsi al suo turno, trattenne un altro respiro.

    Non pensarci neanche. Erik è off limits.

    Era una regola così vecchia che non ricordava nemmeno perché l’avessero stabilita.

    Quasi. Le bastò uno sguardo al suo riflesso per ricordarsene. Si fermò davanti all’insegna della Sala degli Specchi, facendo il punto della situazione. Era piccola, non minuta come i leprecauni delle favole. La sua carnagione pallida si era arrossata velocemente al sole ed era ricoperta da lentiggini. Era magra ma forte, e si assicurava che i suoi riccioli rossi fossero sempre in ordine. Il suo aspetto non era male; Steve non aveva mai avuto niente da ridire sul suo viso.

    Erano le maledette corna.

    Siobhan scosse la testa, ritornando al presente. Di solito quello era il suo momento preferito al parco: l’ora prima dell’apertura quando tutte le attrazioni riprendevano lentamente vita come enormi creature che si stavano risvegliando con striduli ingranaggi e luci accecanti. Le orde di bambini urlanti e genitori annoiati non erano ancora arrivate, e il sole si rifletteva sulle decorazioni invernali.

    Camminò attorno a un gruppo di pupazzi di neve con occhi inspiegabilmente realistici e la statua di trenta piedi di Percy il Pinguino, la mascotte del parco, con la sua testa ruotante e le ali in movimento.

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