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Incantesimi d'amore e altri disastri
Incantesimi d'amore e altri disastri
Incantesimi d'amore e altri disastri
Ebook130 pages1 hour

Incantesimi d'amore e altri disastri

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About this ebook

Peggio non può andare, pensa Lara, cercando di dare una scossa alla sua vita amorosa con un rituale magico. Sembra funzionare meglio del previsto, dato che all'improvviso sono entrati nella sua vita ben due uomini, invece dell'uomo dei sogni, che aveva ordinato all'universo.

La tranquilla vita di Lara diventa all'improvviso molto turbolenta…

Un romanzo stregato di Birgit Kluger

LanguageItaliano
PublisherBirgit Kluger
Release dateDec 17, 2016
ISBN9781507166291
Incantesimi d'amore e altri disastri

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    Incantesimi d'amore e altri disastri - Birgit Kluger

    1

    La stampante sfornò una pagina. Poi un'altra. Lara afferrò i documenti.

    Così tardi e ancora in ufficio? Molto bene. Molto bene. Vedo che sei dedita al tuo lavoro.

    Era Gerd! Il suo capo! Si girò velocemente, il cuore le batteva forte. Le mancava solo questo.

    Sì, ma ho appena finito. Stavo per andarmene!

    Invece di farla passare, allungò la mano. Si tratta della presentazione per il prossimo aggiornamento?

    No. Lara infilò le carte nella sua borsa a tracolla. Solo la presentazione degli autori. Ti ho inviato tutto per email. Desiderava solo lasciare l'ufficio, ma Gerd le bloccava il passaggio.

    Perché non chiamiamo la serie 'Green Logistik'. Da quando Gerd aveva frequentato un seminario di management a New York, non faceva altro che usare termini inglesi.

    Perché non chiamiamo invece la serie 'Logistica verde'? Siamo una casa editrice di saggistica tedesca, non americana.

    Lara. Gerd fece una pausa. Le era più simpatico quando ancora le era permesso chiamarlo Signor Schmiemüller. Dobbiamo adattarci ai tempi. Io non assumo più laureati d'economia, ma Bachelor. Non possiamo continuare con i termini impolverati di una volta, ma dobbiamo adeguarci alla concorrenza internazionale. Pensavo di aver ampiamente spiegato tutto ciò nelle ultime settimane. Voglio persone con una visione, che hanno il coraggio di pensare 'out of the box'.

    Capisco. 'Green Logistik'. Nessun problema. La cosa migliore è approfondire l'argomento nella riunione di redazione di lunedì. Adesso devo andare.

    Prima che Gerd la potesse tormentare con altre 'visioni', riuscì a farsi strada. Voleva tornare a casa. Erano le otto di un venerdì sera. Ti auguro un buon fine settimana, disse mentre si precipitava nel corridoio.

    Si trovava finalmente fuori al sicuro e corse sotto la pioggia battente verso la sua auto.

    Aprì la macchina e sprofondò sul sedile. C'è mancato poco. Con la mano allontanò dal viso i capelli bagnati. Nonostante l'auto fosse parcheggiata solo a pochi metri dalla casa editrice, Lara era bagnata fradicia. Se Gerd avesse visto quello che stava stampando, avrebbe potuto dire addio al suo lavoro.

    Mise in moto la macchina, diede uno sguardo veloce alle sue spalle e si immise nel traffico. Le strade erano ancora molto trafficate, ma questo era normale a Monaco. Molto più normale che trovare a quest'ora Gerd ancora in ufficio.

    Lara era abituata agli straordinari, ma Gerd, il titolare della casa editrice, poteva venire e andare quando voleva. Non era famoso per lavorare tanto, ma per essere tanto curioso.

    Ma tutto ciò non aveva importanza. Davanti a sé aveva tutto il fine settimana. Finalmente poteva mettere in pratica il suo progetto. Lara si fermò a un semaforo rosso. Le prudevano le dita, voleva tirare fuori dalla borsa i fogli e leggere le istruzioni, ma si trattenne. Le serviva calma, forza e pace interiore. Doveva prendere in mano il proprio destino e plasmarlo in base a come si immaginava il futuro. Doveva potersi concentrare, potersi focalizzare sul proprio obiettivo, se voleva realizzare i suoi piani.

    2

    Era sabato sera quando Lara suonò alla porta della sua migliore amica con una bottiglia di vino rosso e due pizze. Mentre Daniela apriva, dalle sue spalle arrivò un fulmine arancione che passò tra le gambe di Lara, dileguandosi velocemente giù per le scale.

    Jojo! Torna indietro! Senza salutare Lara, Daniela corse giù per le scale. Lara rimase a guardarla a bocca aperta. Si trattava forse di un gatto?

    Sentì riecheggiare, Micio, micio.

    Un'altra palla di pelo le guizzò davanti.

    Se avesse avuto le mani libere, Lara si sarebbe stropicciata gli occhi. Un secondo gatto? Entrò nell'appartamento di Daniela, mise il cibo sul tavolo della cucina e ritornò nel corridoio per aiutare la sua amica.

    Cattivo, cattivo micino sussurrava Daniela. Baby talk? Aveva compreso bene? Il gattino bianco-nero-arancione in braccio a Daniela faceva le fusa.

    Si tratta forse di un desiderio represso di maternità? domandò Laura.

    Non dire scemenze. Ecco. Daniela le mise il fagotto di pelo tra le braccia. Solo due minuti e ti garantisco che non te ne vorrai più separare.

    Anche un gatto nero è corso via disse Lara. Accarezzò delicatamente l'animale. Da bambina non aveva mai avuto un animale domestico. Suo padre, medico, era fermamente contrario a tutto quello che potesse essere 'antigienico'. Suo madre non voleva combattere contro peli di gatto. A un certo punto Lara aveva rinunciato al suo desiderio di avere un animale domestico.

    Accidenti. Anche Katrina è scappata? Daniela sparì di nuovo nella tromba delle scale. Katrina? Dove sei? sentì Lara riecheggiare dal basso. Scosse la testa. Davvero Daniela pensava che l'animale le avrebbe risposto?

    Con Jojo tra le braccia entrò in salotto.

    Oh mio Dio. Rimase immobile. La stanza che di solito era pulita e ordinata, sembrava come essere stata investita da un uragano. Le tende non solo erano storte, ma erano anche strappate. Come se un essere dotato di artigli avesse tentato di arrampicarsi. Dei libri erano sul pavimento vicino agli scaffali. La fodera del divano era strappata.

    Sicuramente questa non è opera tua, Jojo. Tu sei un bravo gattino, vero? La responsabile è sicuramente quella cattiva di Katrina. Sei così doooolce. Maledizione. Daniela aveva ragione, stava già parlando come la sua amica.

    Ecco qui la piccola malfattrice! Daniela le mostrò il gomitolo nero, che Lara fissava con i suoi occhi verdi. A differenza di Jojo, Katrina non faceva le fusa. Probabilmente stava già pensando alla prossima incursione.

    Sono stati i gatti a fare tutto questo? Lara si riferiva alla devastazione. Sì. No. Perché credi si chiami Katrina? disse Daniela e sollevò il gattino in alto. Sei moooolto cattiva.

    Daniela, stai parlando a un animale come se fosse un bambino.

    Non è vero!

    Si che lo è. Sei moooolto cattiva imitando Daniela.

    Forse un po'. Ma sono così graziose.

    Entrambe si sedettero sul divano. Mentre Jojo faceva le fusa e si raggomitolava tra le braccia di Lara, Katrina saltò dalle braccia di Daniela e uscì dalla camera impettita.

    Per quale motivo si trovano qui?

    È solo una cosa momentanea. La mia collega gestisce una struttura per gatti abbandonati. Queste due le sono state affidate. Poiché non ha più spazio, mi ha chiesto di occuparmi di Jojo e Katrina fino a quando non trova per loro un padrone.

    Jojo saltò dal grembo di Lara e facendo le fusa, si strusciò contro le gambe di Daniela.

    Davvero troverai il coraggio di separarti da loro?

    Cosa? Ma naturalmente. Martina mi ha promesso che si tratta solo di una o due settimane. Spero che non si sbagli.

    Uno, due settimane. Certo, certo

    Sì. Io..., Daniela non riuscì a completare la frase. Sentì un forte rumore provenire dalla cucina. Subito dopo Katrina le passò davanti e sparì nella stanza da letto.

    Mi sono dimenticata della pizza!

    Nella cucina regnava il caos. I cartoni delle pizze erano finiti sul pavimento come la bottiglia di vino rosso, i cui frammenti di vetro erano sparsi sulla tovaglia ormai anch'essa finita a terra. Un lago di vino si era formato sotto il tavolo da cui delle impronte di zampe di gatto andavano verso il corridoio. Lara notò solo in quell'istante che continuavano sul tappeto bianco.

    Chiunque abbia dato il nome a Katrina, lo aveva fatto a ragion veduta disse tra sé.

    Questa bestiola. Daniela raccolse con attenzione alcuni frammenti di vetro. Ha sicuramente tentato di arrampicarsi sulla tovaglia. Non avrebbe potuto saltare così in alto.

    Gatto intelligente.

    Se continua così, la riporto a Martina.

    Non è stata colpa di Katrina. Non avremmo dovuto lasciare qui le pizze. Ha sentito l'odore del cibo.

    Hai ragione. Daniela sospirò e raccolse spazzando gli ultimi frammenti di vetro. Poi prese uno straccio. Ci volle un po' di tempo affinché ripulissero insieme la cucina.

    Come farai a eliminare le macchie di vino dal tappeto? domandò Lara.

    Non ne ho idea. Spero ci sia qualche sostanza chimica che ci riesca.

    Daniela fissava con fronte aggrottata la traccia rossa, che attraversando il corridoio scompariva nel salotto. Sembra che debba ordinarci qualcosa da mangiare, disse frugando in un cassetto della cucina. Sempre italiano o preferisci qualcosa di indiano, cinese o thailandese?

    Italiano. Volevo davvero mangiare pizza.

    Pure io. Daniela digitò il numero di telefono

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