E impareremo a sorridere
By Paolo Falco
()
About this ebook
Related to E impareremo a sorridere
Related ebooks
Guerra Interiore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Rabdomante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutti i silenzi del mondo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsEmotivazioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVoci di una piccola eternità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTeodora sta al 17 di via venerdì Rating: 0 out of 5 stars0 ratings365 Giorni senza di te Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon Aprite Questo Libro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDella Morte, Dell'amore (e una confessione) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUomini su carta Vol.2 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUno scrittore da strada nelle mani di Dio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo sono vento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLondon Girl Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCarlotta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPesce d'Aprile in love Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVorrei potessi vedermi ora Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuando decisi di non provare più sentimenti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMi stai chiedendo un sogno? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVale solo l'amore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRicomincia da te Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOltre l’infinito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMorte inutile di un polpo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNon ho mai smesso di farlo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl tranello dell'amore Rating: 0 out of 5 stars0 ratings52 Settimane Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSono una struttura pericolante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn anno, una vita Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAneurin e lo specchio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSogni di carta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPassepartout: Storie di un portiere notturno Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Comics & Graphic Novels For You
Storia dei fumetti di Alien e Predator: 1988-2018. Un universo raccontato per la prima volta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNancy In Hell 1: Nancy In Hell 1 Rating: 5 out of 5 stars5/5Medioevo bizzarro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelitto e castigo Rating: 5 out of 5 stars5/5Dragon Ball Z “It’s Over 9,000!” Visioni del mondo in collisione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBiancaneve e i sette nani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFantacomics Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti Illustrati Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl codice delle creature estinte: L'opera perduta del dottor Spencer Black Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsWatson & Holmes Uno studio in nero Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl grande Gatsby: Francis Scott Fitzgerald Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe avventure di Pinocchio: Storia di un burattino in 97 illustrazioni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUrban Jungle: Corteggiamento Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for E impareremo a sorridere
0 ratings0 reviews
Book preview
E impareremo a sorridere - Paolo Falco
Falco
Prefazione
Non so perché ho scritto un libro del genere. Io, abituato a Proust, a Mann, a Stendhal... Con le mie mani avrei potuto creare un capolavoro e invece ho speso il mio tempo nel raccontare una storia d’amore che finisce, e il dolore atroce che si prova cadendo nel vortice della vuotaggine.
Tutta la gente che conosco ha paura dell’amore ma lo ricerca costantemente perché sostanzialmente si nutre di esso. E le ho viste, le persone affamate, bramose del grande amore, come fosse uno sballo tremendo.
Oggi non so far altro che guardare il mondo con indifferenza, scrutando imparziale lo scempio insito in esso. Sono così distaccato da tutti voi che, guardandovi, mi viene difficile provare qualcosa.
Comunque, tornando al discorso di questo libro, l’ho scritto perché sentivo il bisogno impellente di espellere dal mio corpo obliato frasi di solitudine, grandezza di spirito e misticità.
E so che forse qualcuno ripudierà il mio scritto. De gustibus, io non biasimerò nessuno. Vorrei però sottolineare il fatto che ho lavorato intensamente in tempi di buio. A volte le parole non uscivano, credetemi. Una sera cancellai tutto quel che avevo scritto. Erano all’incirca cento pagine. Andarono distrutte, perse nella vacuità satura di cose non dette. Perciò lo iniziai a riscrivere da capo, senza nemmeno avere una trama in mente. Quel che ne è uscito non è che un insieme di pensieri confusi tratti dalla mia mente, la mente di un eccentrico ragazzo narcisista e misantropo che mai si è adattato a questo mondo. Dopotutto però, credo sia un buon libro.
Ad ogni modo, cercherò di assimilare le critiche che deriveranno dai commenti posteriori all’uscita di questo libro, per comprendere appieno i miei errori.
Alcuni, poi, diranno che ho scritto questo libro solamente per uno scopo commerciale. Se anche tu la pensi così, puoi fotterti in partenza.
Sapete, fratelli, questa non è che un’altra storia banale priva di filo conduttore scritta da un giovane senza estro. Perciò non dovete sentirvi in obbligo di leggerla solo perché siete miei parenti o miei amici.
Riguardo al libro che ho cancellato, beh, spesso mi chiedo se quello sarebbe stato un libro migliore di quello che avete adesso fra le mani. Ma ora è tardi per i ripensamenti. In fondo, so di aver riportato, in questo libro, capitoli dannatamente sublimi e grandi. Forse non li capirete né li apprezzerete, ma questo non mi riguarda più di tanto.
Un tizio seicentosessantasei giorni fa mi disse che sono un ragazzo pressoché felliniano. Diamine, aveva proprio ragione! Se monsignor Federico fosse ancora vivo gli chiederei di poter girare un film insieme. Ma, anche in questo caso, è tardi.
A volte, sapete, credo che io sia destinato a fare la storia. Altre volte invece vengo risucchiato in un oblio oscuro e divengo mesto e inutile. Ma questa notte, crogiolandomi nel buio, so di voler vivere la mia vita senza mai risparmiarmi.
E lo so, questo romanzo è solo una piccola parte di quello che potrei darvi. Manifesterò il mio eclettismo quando giungerà per me il momento di mostrarmi a voi nella mia completa nudità. Per adesso, accontentatevi di questo. Un giorno, forse, vi porgerò la perla. E sarà devastante, fidatevi.
Ora sta partendo un altro pezzo dei Led Zeppelin e non intendo perdermene una nota. Statemi bene, fulgide anime.
Che dio vi benedica.
If the sun refused to shine,
I would still be loving you
When mountains crumble to the sea,
there will still be you and me
Led Zeppelin – Thank You
Se il sole si rifiutasse di splendere
io ti amerei comunque
quando le montagne crolleranno in mare
io e te ci saremo ancora.
1_
Qualche volta mi capita di sentirmi in colpa per tutto quel che ho, ma ciò nonostante non riesco a far altro che restare immobile di fronte al corso degli eventi.
Se mi guardo attorno trovo ingiusto il fatto che ci sia così tanta bellezza. Io tutto questo incanto non credo di meritarlo. Eppure, al di là dei miei fardelli, vorrei poter stringere tutta questa bellezza in un pugno, ma è così tanta che non ce la farei. Perciò la lascio andare. E non mi interessa sapere dove andrà perché io, il sommo sfarzo, l’ho toccato con mano e questo è tutto quel che veramente conta.
In quelle occasioni, io divengo libero, e fluendo vertiginosamente cerco di cogliere la bellezza in ogni cosa, anche nel più insignificante squallido scorcio.
E mi soffermo a pensare a tutte le cose che ho ancora da fare, alle persone che ancora devo conoscere, alle donne che ancora necessito di amare, alle albe che ancora ho bisogno di guardare e in quei casi, la vita mi appare incredibilmente ricca. Noi abbiamo ancora un sacco di giorni davanti, e lungo il viaggio troveremo la grande bellezza, nascosta fra le allucinazioni grevi e le realtà deturpate. Scossi da immense visioni, brilleremo incessantemente. E non possiamo aspettare perché noi siamo qui, adesso, e che tu ci creda o no stiamo facendo la storia. Ci sarà tempo domani per rimpiangere, per affondare il pugnale nei meandri del corpo.
La strada posta davanti a noi è cosparsa di luci divine e la percorreremo tutta, consapevoli che oltre lo spazio e il tempo c’è qualcosa di ancor più grande della nostra celata immensità.
Sarò banale, ma la vita dobbiamo viverla intensamente, senza mai risparmiarci. Non è lecito aver paura del rischio.
La bellezza, la grande bellezza, dobbiamo lasciarla scivolare via. Deve espandersi. Solo allora guarderemo le cose con altri occhi.
E lo so che forse non comprendi ciò che sto dicendo. Ma un giorno, ci arriverai anche tu. E sarà bellissimo.
2_
Io ho due vite.
Quella prima che ti conoscessi.
Quella dopo averti conosciuta.
3_
Il giorno che ti ho conosciuta eri seduta in un angolo del treno, raggomitolata su te stessa.
Avevi un libro sulle ginocchia e un biglietto del treno nella mano. Sta di fatto che il romanzo non lo stavi leggendo. Lo guardavi, certo, ma lo vedevo che eri assorta nei tuoi pensieri.
Siccome il vagone era pieno, mi sedetti davanti a te. In genere cerco sempre i vagoni vuoti, non amo sedermi vicino ad altri passeggeri. Ma devo ammettere che tu eri un’ottima compagna di viaggio.
Spesso fissavi il paesaggio al di là del finestrino, con lo sguardo innocente e malinconico di chi cerca di recuperare i bei momenti.
Io ti guardavo con la coda dell’occhio. Eri incantevole, sul serio. E mi chiedevo quando saresti scesa. Forse solo una fermata più in là. Invece scendesti all’ultima, proprio come me. Capii che era giusto fermarti, perlomeno provarci, anche solo con una scusa. Scelsi quella del libro.
Ti chiesi cosa stessi leggendo in precedenza.
Il libro in questione era Madame Bovary
. Non ti nascosi che a me, quel romanzo, non piaceva.
«Perché no?» mi chiedesti. «Io lo trovo meraviglioso.»
A dirla tutta, io trovavo meravigliosa te. Ma non te lo dissi subito, credo che farlo sarebbe stato uno sbaglio.
Perché ci sono cose che, per quanto belle, devi tenere per te. È importante ricordare che il corso delle cose dipende da un milione di fattori diversi. Siamo scelte, siamo occasioni, ma non basta coglierle, bisogna saper anche aspettare.
E comunque eravamo fermi sul binario. Attorno a noi, un sacco di gente camminava in fretta. Chissà dove stavano andando tutte quelle persone.
Eravamo d’intralcio, e con la scusa di andarcene da lì ti offrii un caffè. Non rifiutasti.
Seduti nel bar della stazione, parlammo di libri attorno a un mare di pendolari, uomini incazzati, bambini agitati. E mi sembravi perfetta.
Ti chiamavi Sara. Un nome che mi è sempre piaciuto. M’ispira serenità.
Non eravamo minimamente imbarazzati. Tu mi parlavi dei libri che avevi letto, io ti ascoltavo volentieri. Avevi un’espressione che ancora adesso, a distanza di tempo, io non riesco a