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DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario
DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario
DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario
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DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario

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Un racconto affascinante per territori ricchi di cultura antica e dalla storia recente estremamente vivace. Con la passione del viaggiatore attento, Giuseppe Giordano riporta con cura l'esperienza vissuta in Georgia e Armenia, passando per la Turchia, tra paesaggi naturali mozzafiato ricchi di testimonianze storiche e archeologiche. Con trasporto e curiosità visita ambienti urbani dai forti contrasti laddove un nuovo benessere cerca di sostituirsi a decenni difficili.

Giuseppe Giordano, pugliese, è da sempre appassionato di viaggi e fotografia tanto da farne la propria attività lavorativa.

Studia a Firenze e a Milano, dove consegue il diploma in Ticketing Sales Agent presso la Scuola Superiore del Commercio e del Tu-

rismo. Lavora nei settori del customer service, sales e marketing in diversi paesi europei - tra cui Norvegia, Irlanda, Regno Unito e Paesi Bassi - venendo a contatto con diverse realtà culturali, perfezionando sul posto la conoscenza delle lingue e conseguendo ulteriori diplomi e qualifiche professionali. Consegue a Bari la qualifica professionale di Direttore Tecnico di Agenzia Viaggi e Turismo e Promotore del Territorio.

Attualmente opera come guida multilingue specializzata nella progettazione di itinerari turistici su misura in Puglia, in Italia ed in diversi Paesi esteri. È inoltre consulente per attività di location scouting ed ha collaborato con la RAI alla realizzazione di diversi documentari come location manager. È consigliere in FEDERAGIT Terra di Bari, associazione nazionale di categoria per la promozione del patrimonio culturale, la valorizzazione di itinerari anche poco noti e per il turismo sostenibile.
LanguageItaliano
Release dateNov 29, 2016
ISBN9788822871701
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    DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario - Giuseppe Giordano

    Giuseppe Giordano

    DIARIO DAL CAUCASO - viaggio alla scoperta di un territorio leggendario

    UUID: baf20ee4-b616-11e6-b086-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com).

    Indice dei contenuti

    Premessa

    Diario dal Caucaso

    DIARIO DAL CAUCASO

    Viaggio alla scoperta

    di un territorio leggendario

    di

    Giuseppe Giordano

    Copyright © 2011-2016 by Giuseppe Giordano

    All rights reserved. This book or any portion thereof may not be reproduced or used in any manner whatsoever without the express written permission of the publisher except for the use of brief quotations in a book review or scholarly journal.

    ISBN 9788822871701

    Giuseppe Giordano

    E-mail: giuseppe@apuliatourguide.com

    Cell phone: +39 320 9524531

    Giuseppe Giordano

    www.apuliatourguide.com

    www.mypugliaexperience.co.uk

    Revisione editoriale, impaginazione e grafica

    Eido Lab APS – Bari

    www.eidolab.it

    Tutte le foto sono di Giuseppe Giordano. Queste ed altre fotografie del suo viaggio nel Caucaso sono a disposizione per l’acquisto. Per informazioni: giuseppe@apuliatourguide.com

    Alla memoria di mia Nonna, viaggiatrice, e di mio Padre.

    A mia Madre. Alla mia Amica Rosa per il supporto

    ed ai miei amici che mi hanno accompagnato in questo viaggio,

    Angela, mia insegnante d'inglese, Pinuccio, Cinzia e Benedetta.

    A Lali ed Hamsik e a tutti i miei amici georgiani.

    Premessa

    Come ogni viaggio che si rispetti anche questo è nato per caso, una sera di marzo del 2009, una domenica. Mi aspettavo di dover star via due settimane, ma alla fine sono rimasto più di un mese.

    Ero nella mia nuova casa di Bari. Il faticoso trasloco che aveva visto impegnati anche mio fratello e mia madre si andava ordinando tra una stanza e l’altra. Quella domenica, durante la visita di una amica, si animò il desiderio di evadere per un po’ di giorni. In pochi minuti decidemmo di prenotare online un viaggio per Istanbul.

    Quella notte rimasi sveglio per diverse ore. Quel viaggio di gruppo con l’amica, la sua famiglia e mia madre si sarebbe trasformato per me in un cammino in solitaria nel Caucaso dopo il ritorno in Italia dei miei compagni di viaggio.

    Perché il Caucaso?

    Mi dava l’impressione di essere una terra lontana, dove a causa dei tanti problemi geopolitici ci fosse ancora qualcosa su cui scrivere; una terra bellissima di cui avevo solo sentito parlare dai racconti di scrittori russi come Puskin e Lermontov nel suo Un eroe del nostro tempo e che dovevo andare a vedere con i miei occhi.

    Era da poco finita la guerra nell’ex stato sovietico della Georgia, un tempo parte dell’impero ottomano e poi di quello sovietico, e che aveva dato i natali a Josif Vissarionovic Dzugasvili, figlio di un ciabattino di Gori, passato alla storia con il nome di Stalin, capo della più grande nazione del mondo.

    L’immagine del paese dopo i recenti avvenimenti della guerra con la Russia dell’agosto 2008 ed i problemi economici mondiali avevano ridotto la presenza di stranieri all’interno del paese la cui primaria fonte economica era rappresentata dal turismo.

    Decisi che dovevo andare a Tbilisi, la capitale, per vedere come il paese stesse reagendo al cambiamento e quali opportunità turistiche ci fossero, e per questo mi misi in contatto con il Dipartimento del Turismo dello Stato della Georgia illustrando il mio progetto di visitare il paese e di scriverne.

    Il Ministero fu subito interessato e fu facile riuscire ad ottenere la loro collaborazione con il poco materiale cartaceo che si aveva a disposizione. Per mezzo di internet e attraverso il contatto di una agenzia, la Intertour di Tbilisi, una delle più grandi del Paese, nata nel 1996, avrei potuto muovermi nella regione caucasica in piena libertà e tranquillità.

    Questo mio viaggio mi ha portato inizialmente in Turchia, ad Istanbul, città sospesa tra occidente cristiano ed oriente islamico. Una metropoli in continuo movimento, sospesa così come il ponte sul Bosforo tra antiche tradizioni – i tanti veli e copricapi delle donne, la legislazione islamica, le splendide moschee – e la voglia di occidentalizzazione delle nuove generazioni, i tanti immigrati in Germania e l’apertura socio-politica mirata a far parte dell’Unione Europea.

    Attraversando la Turchia in pullman per tutta la sua estensione mi sono addentrato sempre più in quel paese dove prima di me, su antiche rotte come la via della seta, erano passati mercanti, carovanieri, scrittori, semplici viaggiatori e popolazioni in fuga.

    Poi in Georgia, in uno dei paesi più antichi del mondo, dove recentemente gli archeologi hanno ritrovato crani di ominidi risalenti a più di 1,8 milioni di anni fa, sui crinali di montagne dalle cime innevate (il Caucaso ospiterà le Olimpiadi invernali del 2015), fin lungo le tracce di antiche leggende come quelle del Vello d’Oro e della veste di Gesù.

    In questa terra ho potuto apprezzare e degustare vini prodotti secondo antiche tradizioni che si sono mantenute grazie al lavoro dei monaci che ancora abitano i tanti monasteri lì presenti. Una terra generosa di frutti in un territorio eterogeneo che si estende da monti innevati delle montagne caucasiche alla costa semitropicale del Mar Nero.

    Infine, questo mio viaggio mi ha portato in Armenia dove il Monte Ararat ricorda una delle più suggestive immagini del vecchio Testamento, l’approdo di Noè con la sua Arca dopo il diluvio universale.

    L’Armenia è paese moderno che vive sulle rimesse dei suoi figli lontani e sui flussi turistici di ricchi discendenti degli armeni della diaspora alla ricerca delle proprie origini, spesso alle prese con un difficile equilibrio politico con i paesi confinanti quali la Russia e la Turchia.

    Tra i mercanti in movimento sulle rotte caucasiche, già nell’anno Mille c’era un certo Krikorius, Gregorio, di discendenza armena, che insieme al clero e ai cittadini più in vista di Bari promosse la spedizione navale alla Basilica di Myra, in Turchia, per trafugare le spoglie di San Nicola, il Santa Klaus / Babbo Natale che tutti conosciamo, e dare così lustro ed una forte spinta economica alla città pugliese che avrebbe poi beneficiato di un ininterrotto flusso di pellegrini.

    Sotto il dominio dei Bizantini, Bari era composta da una società multietnica dove convivevano pacificamente diversi popoli tra cui Greci, Longobardi, cristiani, musulmani, ebrei e, tra le genti d’Oriente, anche gli Armeni.

    All’arrivo delle reliquie a Bari, il 7 maggio del 1087, il primo miracolo che si attribuisce a San Nicola riguardò proprio un armeno che era rimasto paralizzato per tutto il lato sinistro del suo corpo.

    All’interno della Corte del Catapano (il governatore bizantino), dove fu costruita la basilica che avrebbe ospitato le ossa del santo, esisteva già da alcune decine di anni la chiesa di San Giorgio, fatta costruire dal chierico armeno Mosese, indicata come San Giorgio degli armeni o del porto in quanto un tempo le navi provenienti da Costantinopoli arrivavano fin sotto l’attuale arco scaricando le merci che poi venivano vendute sulla piazza antistante.

    Ancora oggi accanto al portale di destra della basilica è possibile vedere il cosiddetto braccio barese, lungo 58,5 centimetri, che serviva a misurare le stoffe che proprio in quella piazza venivano vendute sotto il controllo di un canonico che vigilava affinché le vendite avvenissero secondo i regolamenti depositati all’interno della basilica.

    Lì sorgeva anche il quartiere armeno, di cui oggi, in strutture romaniche, è rimasta l’attuale chiesa di San Gregorio, detta appunto armena, dove attualmente si svolgono celebrazioni di rito ortodosso rumeno in attesa che una nuova chiesa, di cui si sono poste le basi in un’altra zona della città, venga completata per accogliere la fede, così come allora, dei tanti emigrati e commercianti provenienti da varie parti del mondo.

    Ma il borgo antico di Bari ospita anche altre chiese di origine armena, come Sant’Onofrio e la chiesa di Sant’Anna, donata dalla Regina Isabella d’Aragona ai milanesi giunti in città alla sua corte e poi ribattezzata di Sant’Ambrogio in onore del loro santo patrono.

    Insieme alle chiese, tracce della presenza armena si possono notare in alcuni cognomi baresi che troviamo anche incisi sui muri esterni della Basilica di San Nicola, quali Armenise, Amoruso (che in armeno significa cambiavalute) ed ancora Maurogiovanni, Trevisani e Pascali.

    Diario dal Caucaso

    Bari, 29/05/2009

    Come sempre succede nel giorno della partenza per un lungo viaggio, si continua a fare valigie andando da una parte all’altra della casa. Questo va bene; no, forse meglio quest’altro; quale sarà la temperatura?

    Il mio bagaglio è rappresentato da uno zaino per spostamenti veloci e di ogni tipo all’interno di una sacca ( air-sea travel ) con un cambio biancheria, qualche maglietta, pantaloni lunghi per evitare punture di insetti, un paio di scarpe da trekking per terreni accidentati, occhiali da sole, una torcia per leggere al buio e districarmi per le strade isolate, un piccolo kit di pronto soccorso e poi taccuini dove annotare i miei appunti; e non può mancare la mia macchina fotografica digitale, una piccola ma ottima Lexus Panasonic.

    Raggiungo nel primo pomeriggio di una giornata di sole il nuovo aeroporto di Bari dedicato a Papa Giovanni Paolo II, Karol Jozef Wojtyla, il Papa viaggiatore con i suoi cento viaggi i quali hanno creato una fitta rete di relazioni tra le varie culture, civiltà e religioni nel segno dell’Ecumenismo.

    Sono in partenza per Istanbul, città dello Stato, la Turchia, da cui proveniva quell’attentatore che nel 1981, proprio in un giorno di maggio, attentò alla vita del Papa sparando due colpi di pistola e colpendolo all’addome, in una piazza San Pietro gremita di fedeli.

    Non si sono mai saputi i motivi del gesto. Alcuni ipotizzano che si cercasse di stabilizzare l’area dell’Europa orientale, di cui il Papa polacco faceva parte, sotto l’egida dell’Unione Sovietica, altri invece accusano fazioni interne al Vaticano, in un

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