La cicatrice del cielo: Immagini e storie di un pellegrino a Gerusalemme e in Terra Santa al tempo della guerra (con foto)
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L'idea del cammino mai nasce per caso. Una parola scambiata con un amico, il brano di un racconto che ti infiamma dentro e ti fa sognare. Le foto sfogliate assieme e la passione conturbante di chi c'è stato, ha visto e ha vissuto. Un mosaico di emozioni che prende forma poco alla volta, tessera dopo tessera.
L'origine è sempre diversa, spesso inaspettata. Un bagliore fugace, una scintilla impercettibile penetra, dritta come saetta, al centro del cuore. Lì per lì non te ne accorgi. La monotonia del feriale, l'inganno dell'infrasettimanale che vuole spiegare tutto e non tiene senso alcuno quasi la soffocano. Le sottraggono calore, ne assorbono l'energia, scatenano tempeste improvvise pur di spegnerne la luce. Intanto passano i giorni, i mesi, stagioni intere. La fiammella, sepolta dalla cenere dell'ordinario, non dà segni di vita. Finché accade l'inatteso. L'impossibile. D'un tratto si risveglia prende vigore la senti si fa spazio sgomita cresce sì come sta crescendo si allarga ancora e t’abbraccia t’avvolge ti riempie. Il desiderio, prima invisibile e segreto, spalanca impetuosamente le porte. Esplode con fragore.
E capisci che è giunta l'ora. Ora di lasciare, di lasciarsi sorprendere, di partire per tornare poi differenti, rinnovati, carichi di speranza, forieri di gioia. È tempo di scegliere.
Sguinzagli internet, ti affanni a racimolare le poche informazioni disponibili in rete, giri le biblioteche nella spasmodica ricerca dell'unica guida esistente, ti attacchi all'e-mail lanciando richieste d'aiuto dall'altra parte del Mediterraneo. Tra mille difficoltà, cerchi di organizzare ogni cosa al meglio. Per fortuna la Spagna è stata ottima maestra. Il cammino di Santiago, anzi i cammini, quei tremila chilometri percorsi a piedi, in estate, dai Pirenei all'oceano, nei boschi rigogliosi delle Asturie o nel deserto ardente dell'Andalusia ti sembrano un allenamento sufficiente.
Magari sapevi fin da allora che un giorno saresti giunto a Gerusalemme. Che il sogno, chissà quando, chissà come, si sarebbe trasformato in splendida realtà. Dentro un viaggio ce ne sta sempre un altro. Dietro l’effige di San Giacomo, nelle ampie navate della cattedrale ridondanti d’invocazioni e profumate d’incenso, si nascondeva il volto di Cristo. Le vie di Santiago de Compostela avevano l'aspetto sornione di quelle, più aride e polverose, della Città Santa. La mescolanza di popoli, l’intreccio di torme vocianti di pellegrini da ogni dove che in praza do Obradoiro si scambiavano grida d’esultanza e pianti incontenibili era inatteso preludio del guazzabuglio di razze, culture e religioni che da secoli si contendono a fil di spada la sponda orientale del Mediterraneo. Lasciando ferite aperte, sanguinolente, cicatrici difficili da rimarginare.
Ecco, il momento è arrivato. Si parte.
Buona lettura.
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La cicatrice del cielo - Nicola Soloni
zaino
Sommario:
Prologo
2 luglio, arrivo a Saronno
3 luglio, Saronno – Akko
4 luglio, I’blin – Nazaret, 23 km, 6 ore
5 luglio, Nazaret
6 luglio, Nazaret – Monte Tabor, 16 km, 3 ore e 30’
7 luglio, Monte Tabor – Migdal, 22 km, 5 ore
8 luglio, Tabgha – Monte delle Beatitudini, 6 km, 1 ora e 30’
9 luglio, Tiberiade - Gerico
10 luglio, Gerico (e l’intricata questione israelo-palestinese)
11 luglio, Gerico – Alon, 18 km, 7 ore
dall’11 al 17 luglio, Gerusalemme (e dintorni)
Gerusalemme è…
Santo Sepolcro
Tomba della Vergine
Giardino del Getsemani
Tomba di David e Cenacolo
Betlemme
Ein Kerem
Yad Vashem
Muro Occidentale
Monte del Tempio e Cupola della Roccia
Appendice: consigli per il pellegrinaggio
Prologo
Pellegrinaggio è confine tra sogno e realtà. Confine labile e incerto, limite mutevole, indefinito. Come il ricciolo bianco dell'onda, sospeso tra cielo e mare.
L'idea del cammino mai nasce per caso. Una parola scambiata con un amico, il brano di un racconto che ti infiamma dentro e ti fa sognare. Le foto sfogliate assieme e la passione conturbante di chi c'è stato, ha visto e ha vissuto. Un mosaico di emozioni che prende forma poco alla volta, tessera dopo tessera.
L'origine è sempre diversa, spesso inaspettata. Un bagliore fugace, una scintilla impercettibile penetra, dritta come saetta, al centro del cuore. Lì per lì non te ne accorgi, continui a seguire il tran tran quotidiano. La monotonia del feriale, l'inganno dell'infrasettimanale che vuole spiegare tutto e non tiene senso alcuno quasi la soffocano. Le sottraggono calore, ne assorbono l'energia, scatenano tempeste improvvise pur di spegnerne la luce. Intanto passano i giorni, i mesi, stagioni intere. La fiammella, sepolta dalla cenere dell'ordinario, non dà segni di vita. Finché accade l'inatteso. L'impossibile. D'un tratto si risveglia prende vigore la senti si fa spazio sgomita cresce sì come sta crescendo si allarga ancora e t’abbraccia t’avvolge ti riempie. Il desiderio, prima invisibile e segreto, spalanca impetuosamente le porte. Esplode con fragore.
E capisci che è giunta l'ora. L'attesa ha finalmente termine. Ora di lasciare, di lasciarsi sorprendere, di partire per tornare poi differenti, rinnovati, carichi di speranza, forieri di gioia. È tempo di scegliere.
Al colmo della felicità azzardi una confidenza, sottovoce ne parli in famiglia, la condividi con gli amici intimi, in disparte, gli occhi luccicanti. Subito si materializza una selva di ostacoli, intricata e pungente. Sei considerato pazzo avventato imprudente. In Terra Santa, da solo? Stai scherzando? Non leggi i giornali, non vedi cosa sta succedendo laggiù? Attento, sottovaluti i pericoli. E poi a piedi…dove andrai a dormire? Tranquillo, non temere. La tua scelta richiede anche questo. Devi affrontare i dubbi, vincere i tentennamenti, superare le perplessità. Il fuoco del desiderio si tempra al crogiolo dell'incertezza. Sai che è l'ultima prova che ti si para davanti, per saggiare la resistenza e l'inflessibilità del tuo proposito. Il muro più alto, talvolta il più arduo da scavalcare. Niente paura, in fondo controcorrente ci sei sempre andato.
Sguinzagli internet, ti affanni a racimolare le poche informazioni disponibili in rete, giri le biblioteche nella spasmodica ricerca dell'unica guida esistente, consulti con frequenza giornaliera il sito di Trenitalia per un Frecciabianca che ti porti a Milano a prezzo dimezzato, ti attacchi all'e-mail lanciando richieste d'aiuto dall'altra parte del Mediterraneo, confidando in una risposta positiva. Tra mille difficoltà, cerchi di organizzare ogni cosa al meglio. Per fortuna la Spagna è stata ottima maestra. Il cammino di Santiago, anzi i cammini, quei tremila chilometri percorsi a piedi, in estate, dai Pirenei all'oceano, nei boschi rigogliosi delle Asturie o nel deserto ardente dell'Andalusia ti sembrano un allenamento sufficiente.
Magari sapevi fin da allora che un giorno saresti giunto a Gerusalemme. Che il sogno, chissà quando, chissà come, si sarebbe trasformato in splendida realtà. Dentro un viaggio ce ne sta sempre un altro. Dietro l’effige di San Giacomo, nelle ampie navate della cattedrale ridondanti d’invocazioni e profumate d’incenso, si nascondeva il volto di Cristo. Le vie di Santiago de Compostela avevano l'aspetto sornione di quelle, più aride e polverose, della Città Santa. La mescolanza di popoli, l’intreccio di torme vocianti di pellegrini da ogni dove che in praza do Obradoiro si scambiavano grida d’esultanza e pianti incontenibili era inatteso preludio del guazzabuglio di razze, culture e religioni che da secoli si contendono a fil di spada la sponda orientale del Mediterraneo. Lasciando ferite aperte, sanguinolente, cicatrici difficili da rimarginare.
Ecco, il momento è arrivato. Le tappe programmate, i contatti verificati, lo zaino pronto. Si parte.
Buona lettura.
2 luglio, arrivo a Saronno
Sedici capitoli. Giusto la durata del viaggio. Puoi leggerne uno al giorno. Perfetto. Non c'è di meglio. Hai deciso di lasciarti guidare dal sottile libello che serbavi sullo scaffale più alto, quello che l'associazione Amici di Santiago consegna ai pellegrini, assieme alla credenziale e a un prezioso vademecum per neofiti. Un pomeriggio gli hai lanciato uno sguardo distratto, con un soffio l’hai liberato dalla polvere e mentre ne apprezzavi, soppesandolo, le pagine vuote alla conclusione di ogni coppia di capitoli, spazio bianco pronto ad accogliere le tue riflessioni, hai stabilito di riservargli un posto nella tasca dello zaino.
Non ti appartiene la lettura dei testi sacri. A dire il vero, talvolta ti ci sei cimentato, senza successo. Costanza e passione ti hanno in fretta abbandonato. I racconti, quelli sì ti incantano: le straordinarie pagine di Erri De Luca sui Dieci Comandamenti, sui libri di Rut e Giona hanno trovato in te terreno fertile.
Non ti riconosci nobile paladino della cristianità, mai ti sei visto addosso la pesante corazza del difensore della fede, né hai mai guidato lo sterminato esercito dei penitenti sventolando il dorato vessillo del cattolico modello. Piuttosto hai avvertito, con intensità e modulazione diverse al volgere delle stagioni, un senso angosciante di inadeguatezza, l'ombra di una temuta insufficienza, il sospetto di una relazione col divino talmente fragile da risultare evanescente. Poi i lunghi silenzi, le pause sofferte, fino all'orlo del precipizio, al baratro, alla vertigine. Spesso ti scopri sperduto, brancolante, privo di punti di riferimento. Alla ricerca disperata di una parola di conforto, di un aiuto disinteressato.
Alla ricerca, è questo ciò che sei: cercatore
di Bellezza e Verità. Del Fine ultimo, del Senso profondo. Profeta della Meraviglia e dello Stupore di fronte al Creato.
Ecco, il libretto che fa capolino tra le pieghe dello zaino, il Vangelo secondo Marco, vorrebbe tenere l'impavida robustezza dello scoglio cui aggrapparsi durante le tempeste e i naufragi del cuore, la fioca luce della lampada che osa rivaleggiare con le tenebre, la praticità feriale del bordone a sostegno del pellegrino quando il sentiero si fa ripido e accidentato. Come un amico fidato, un compagno fraterno.
Stai per visitare i luoghi dove Lui è vissuto, le strade che ha calpestato, i villaggi che ha attraversato, la grotta che l'ha visto nascere, il mare teatro delle sue scorribande. Ingaggiarlo quale guida nella terra che meglio di altri conosce ti sembra una buona idea. Custode dei tuoi passi è il compito che gli hai affidato fin dal principio.
Così, comodamente seduto sul Frecciabianca diretto a Milano, stropicci le prime pagine del suo diario con una certa curiosità. Ti commuove quando solleva, prendendola per mano
, la suocera di Simone. Gesù solleva, toglie peso al corpo, imprime uno slancio di vita. Non si limita a toccarla, ma stende il braccio sotto il suo, l’accompagna nello sforzo, la rimette in piedi. Un gesto di amicizia, di sincera fratellanza. Vorresti che prendesse anche la tua mano e ti educasse, ti conducesse fuori al largo, finalmente libero. Vorresti sentirlo vicino, familiare.
Poco a poco ti stai aprendo allo stupore. Nel Vangelo meraviglia e lode a Dio vanno a braccetto. L'una tallona l'altra, si marcano strette, appena lo spazio di una congiunzione. Contempli con gli occhi, ricolmi il cuore, ti sorprendi e quindi ringrazi. Tiri l'aria, la annusi. Si è alzata una brezza nuova, la percepisci proprio adesso, fresca, leggera. Profuma di pulito, di panni stesi al sole, di prati primaverili vestiti a festa.
La sera è calata da un pezzo quando arrivi a Saronno. Guadagni l'ostello a passo veloce, il tragitto in treno ti ha stancato parecchio, non vedi l'ora di riposare. Gentile l’hospitalero, s'informa sulla tua meta e ti racconta l'esperienza di un'amica rimasta affascinata dai colori mutevoli del deserto di Palestina. Pare un ottimo viatico. Lo ringrazi, gli stringi la mano e ti stringi sotto le lenzuola. Il grande viaggio è solo all'inizio.
3 luglio, Saronno – Akko
Fa un certo effetto, lì vicino. Continui a fissarlo, non riesci a staccargli gli occhi di dosso. Allungando la mano potresti persino toccarlo. Al solo pensiero, un brivido potente ti attraversa dalla