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Modena, Domani: AEM Contest 2016
Modena, Domani: AEM Contest 2016
Modena, Domani: AEM Contest 2016
Ebook177 pages2 hours

Modena, Domani: AEM Contest 2016

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"MODENA, DOMANI” è il tema del primo contest letterario promosso e organizzato dalla Associazione Editori Modenesi. Come sarà la città in un prossimo o lontano futuro? Il tema proposto ha lasciato agli autori ampie possibilità narrative e spazi immaginativi, stimolando i concorrenti a prospettare possibili e inedite trasformazioni della città e rivelandosi un argomento stuzzicante soprattutto per i partecipanti non modenesi, che hanno avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza della nostra città e immaginare storie tra i vicoli e le strade, i monumenti e i personaggi. I racconti riuniti in queste pagine rappresentano il risultato di questa prima iniziativa. 12 storie diverse tra loro, ma accomunate da un grande senso di appartenenza alla città e al suo territorio. Storie che hanno un comune denominatore: la preoccupazione per un futuro che non lascia troppo spazio alla positività, risultato evidente di una evoluzione dei problemi del presente. Un disagio palpabile che riguarda diversi aspetti del nostro vivere attuale: la difficoltà dei rapporti umani, l’inquinamento, l’immigrazione, la guerra, la paura.
RACCONTI E AUTORI
SOPRAVVISSUTI - Simone Covili
LA SIRENA UNDERGROUND - Gabriella Giovanardi
18 APRILE 2024 - Franca Pacchioni
LA CITTADELLA - Marzia Pasquariello
IL SUO POSTO PREFERITO - Lorenzo Plini
MODENA CITTÀ FUTURA - Paolo Poggi
SCAMBI DI TEMPO, SCAMBI TEMPORALI - Rosella Quattrocchi
L’ALBA VERDE - Andrea Righi
L’ORLO DELL’OBLIO - Alessandro Rossi
MACCHIE INDELEBILI - Mario Terlizzi
MODENA 2046 - Alberto Vallini
DISTRETTO 411 - Andrea Vincetti
LanguageItaliano
Release dateNov 19, 2016
ISBN9788868103422
Modena, Domani: AEM Contest 2016

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    Modena, Domani - AA.VV.

    MODENA, DOMANI

    Prima Edizione Ebook 2016 © Damster edizioni, Modena

    Per conto di Associazione Editori Modenesi

    ISBN: 978-88-6810-342-2

    Foto copertina  su licenza AdobeStock.com

    Associazione Editori Modenesi

    Via Paolo Ferrari 51/c

    41122 Modena

    www.editorimodenesi.it

    Damster Edizioni

    Via Galeno, 90 - 41126 Modena

    http://www.damster.it  e-mail: damster@damster.it

    Associazione Editori Modenesi

    MODENA, DOMANI

    Racconti

    INDICE

    INTRODUZIONE

    Il contest 2016

    SOPRAVVISSUTI

    LA SIRENA UNDERGROUND

    18 APRILE 2024

    LA CITTADELLA

    IL SUO POSTO PREFERITO

    MODENA CITTÀ FUTURA

    SCAMBI DI TEMPO, SCAMBI TEMPORALI

    L’ALBA VERDE

    L’ORLO DELL’OBLIO

    MACCHIE INDELEBILI

    MODENA 2046

    DISTRETTO 411

    AUTORI

    ASSOCIAZIONE EDITORI MODENESI

    INTRODUZIONE

    Il contest 2016

    Modena, domani è il tema del primo contest letterario promosso e organizzato dalla Associazione Editori Modenesi.

    Come sarà la città in un prossimo o lontano futuro?

    Il tema proposto ha lasciato agli autori ampie possibilità narrative e spazi immaginativi, stimolando i concorrenti a prospettare possibili e inedite trasformazioni della città e rivelandosi un argomento stuzzicante soprattutto per i partecipanti non modenesi, che hanno avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza della nostra città e immaginare storie tra i vicoli e le strade, i monumenti e i personaggi.

    I racconti riuniti in queste pagine rappresentano il risultato di questa prima iniziativa.

    12 storie diverse tra loro, ma accomunate da un grande senso di appartenenza alla città e al suo territorio. Storie che hanno un comune denominatore: la preoccupazione per un futuro che non lascia troppo spazio alla positività, risultato evidente di una evoluzione dei problemi del presente. Un disagio palpabile che riguarda diversi aspetti del nostro vivere attuale: la difficoltà dei rapporti umani, l’inquinamento, l’immigrazione, la guerra, la paura.

    La classifica dei vincitori

    Due le giurie che hanno decretato i vincitori del contest:

    – la Giuria popolare, composta dal pubblico che ha scelto tre racconti fra quelli finalisti pubblicati on line sul sito www.editorimodenesi.it. e sulla pagina Facebook di supporto;

    – la Giuria tecnica, formata da editori, scrittori, giornalisti, operatori culturali che ha premiato altri tre racconti.

    Come votare

    Potete votare per definire il miglior racconto (giuria popolare) i tre modi differenti:

    – direttamente sul sito a questo indirizzo http://www.editorimodenesi.it/index.php/i-racconti-in-concorso

    – Sulla pagina facebook: https://www.facebook.com/groups/362238760779650/

    – Via mail inviando una mail a contest2016@editorimodenesi.it

    La cerimonia di premiazione

    Appuntamento il 10 dicembre 2016 alle ore 17 al Mercato Albinelli di Modena che, con il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, il Sindacato Nazionale Giornalai (Sinagi) Modena, Edicola Amica, DISTANZE Concept Store, la Gazzetta di Modena, è tra i partners e organizzatori dell’iniziativa, patrocinata dal Comune di Modena, Assessorato alla Cultura.

    E ora siete pronti  per partecipare alla nuova edizione del contest?

    Potete partecipare dal 31 marzo 2017, direttamente attraverso le pagine del sito dell’AEM

    www.editorimodenesi.it

    La storia della Associazione Editori Modenesi

    La storia dell’Associazione comincia il 28, 29 e 30 novembre 2008, quando 14 case editrici del territorio organizzano in Piazza Grande la prima rassegna dell’editoria modenese: Libriamodena. Una festa del libro e della lettura che vede protagonisti non solo gli editori, ma anche le associazioni culturali che nell’area geografica modenese pubblicano libri e riviste.

    La ricca proposta editoriale offerta ai visitatori, l’affluenza di un folto pubblico attento ed interessato, la possibilità di incontro e scambio di idee fra lettori, autori ed editori, le presentazioni di diverse novità editoriali decretano il grande successo dell’iniziativa e la convinta intenzione di ripeterla e consolidarla nel tempo.

    Proprio da questa felice esperienza di collaborazione e reciproco scambio, nasce fra gli editori l’idea di costituire un’associazione culturale senza fini di lucro, tesa a diffondere presso il vasto pubblico dei lettori e degli operatori culturali la conoscenza del composito panorama editoriale presente nel territorio modenese.

    Nasce così ufficialmente, il 20 marzo 2009, l’AEM, che ha come scopo principale di riunire, in un affiatato gruppo di lavoro, gli editori modenesi al fine di promuovere, diffondere e far conoscere le pubblicazioni realizzate attraverso mostre, fiere, rassegne, iniziative culturali: diventare cioè un punto di riferimento per coloro che producono o vendono libri e per coloro che i libri li leggono. L’intento è dunque di promuovere e valorizzare il libro e la sua storia, creare una continuità tra passato e presente, prendere contatti con luoghi e persone, esportare oltre il territorio la produzione locale che tanto interesse e stupore ha suscitato per la varietà e la qualità delle edizioni e degli argomenti trattati dagli associati, avvicinare il pubblico alla multiforme attività editoriale che nasce nel nostro territorio e che spesso non trova la giusta visibilità nei circuiti della piccola e grande distribuzione.

    Gli appuntamenti

    L’associazione vi invita a non mancare agli appuntamenti che organizza in diverse piazze della provincia: Modena, Vignola, Fanano, Sestola, Sassuolo tra le principali. Non solo mostre mercato dove potete trovare le novità e le pubblicazioni degli editori associati, ma anche occasioni per assistere a presentazioni, incontri con l’autore, mostre dedicate al libro e al suo mondo.

    Il programma completo è sempre disponibile sul sito www.editorimodenesi.it.

    Catalogo on line

    Sempre sul sito è disponibile il catalogo delle pubblicazioni degli editori associati, con schede illustrative dei libri e la possibilità di acquistarli direttamente on line.

    Edicole

    Grazie alla collaborazione con SINAGI e Edicola Amica (www.edicolaamica.it) è possibile scegliere il libro che si intende acquistare e farselo recapitare direttamente presso la vostra edicola di fiducia, in qualunque tutte le località della provincia di Modena, senza nessuna spesa aggiuntiva.

    Massimo Casarini

    Presidente Associazione Editori Modenesi

    SOPRAVVISSUTI

    Simone Covili

    Questa è un’altra guerra. Diversa dalle precedenti, più infida. La città è deserta, battuta da un vento caldo. Un pulviscolo sottile riempie l’aria dandole la densità e il colore della segatura. Il sole opaco è quasi allo zenit. Faccio un paio di respiri profondi, devo esser certo che i filtri della maschera funzionino: l’aria pulita mi riempie i polmoni. Calco il visore, imbraccio il fucile ed esco dalla casa. Sento ancora le viscere in fermento, mi capita dopo ogni viaggio, vorrei rimettere per avere un po’ di sollievo, ma so che sarebbe inutile. Attivo il drone geostazionario. Non appena è in orbita inizio a ricevere sul visore le informazioni sul territorio.

    Un punto, a un chilometro e mezzo dalla mia posizione, lampeggia insistentemente. Al quartier generale sono convinti che i sopravvissuti si siano raccolti nel vecchio rifugio creato durante l’era Neo-Ducale. Il viale alberato si snoda davanti a me, lo percorro per un centinaio di metri poi imbocco un sottopasso e sbuco in rua Muro: un dedalo di strade che conosco bene. Continuo a camminare. Percorro i portici di Canalchiaro con circospezione, buttando un occhio a ogni svolta, oltre ogni angolo. Le auto sono abbandonate lungo la strada, le portiere aperte, nemmeno un cadavere. L’attacco è stato improvviso, nessuno ha avuto il tempo di fuggire. La maggior parte della popolazione è morta senza accorgersene, senza lasciare traccia, neanche un corpo da poter compiangere. Ed è successo in ogni parte del globo. Un attacco efficace, ma non così efficiente come credevano. Ci sono ancora degli umani sopravvissuti, qui e in altri luoghi.

    Il portico finisce e la vista si apre su quella che una volta era la facciata del Duomo. Il bel rosone non esiste più, tutta la struttura è stata tagliata all’altezza delle trifore da cui si eleva una cupola sbrecciata di un intenso blu cobalto. I simboli della fede sono spariti, sia quelli cristiani che quelli mussulmani. Anche qui il duomo, la meschita, non è altro che un memoriale rimasto a ricordare di quando l’uomo si uccideva per antiche ideologie. Alzo gli occhi a fissare la Ghirlandina dalla forma squadrata, alta fino alla cella campanaria. Da lassù potrei vedere i dintorni e capire se al quartier generale avevano almeno ragione sulla direzione.

    La porta è chiusa, una catena passa tra due maniglie di metallo. Estraggo dalla tasca la gomma di termite e la modello attorno al lucchetto che ne chiude le estremità. Regolo il laser del puntatore del fucile e colpisco il materiale, che sprigiona una scintilla. Mi volto di schiena, mentre sento l’odore della combustione. Conto fino a tre e quando ho finito il tintinnio del metallo contro la pietra della pavimentazione mi avverte che la porta è aperta. Spingo gli scuri di legno, salgo alcuni gradini, supero la sala della Secchia. La tromba della torre si eleva sopra di me, mentre la scala di pietra, addossata alla parete, mi invita a salire. Faccio i gradini a due a due fino ad arrivare alla stanza dei Torresani. Le trifore su ogni lato lasciano spaziare lo sguardo sull’intera città. Guardo fuori: sono ancora troppo in basso, devo salire fino al piano delle campane. Noto una piccola porta chiusa con un chiavistello, lo tiro e salgo la stretta rampa. Delle campane rimangono solo le anelle a cui erano fissate. Il piano, completamente aperto, è circondato da una balconata. Le trifore qui sono state trasformate in un unico varco, nello stile islamico, e sulla chiave di volta di una di queste è riportata una scritta: Qibla.

    Tocco il visore per attivare la girobussola: la freccia virtuale punta alla mia sinistra. Mi affaccio in quella direzione, osservando l’oloschermo che indica un punto preciso sulla mappa, oltre il Palazzo Ducale. Sotto di me la città dorme di un sonno eterno. Premo due tasti e piloto il drone, in orbita, fin sopra ai Giardini Ducali. In breve una scansione volumetrica del terreno senza edifici appare sullo schermo. Muovo una ghiera per mettere in evidenza il settore in cui dovrebbero trovarsi i sopravvissuti. Trovo qualcosa. Un avvallamento innaturale, proprio nel punto geolocalizzato dal quartier generale: una volta ogni tanto quegli stronzi ci prendono. Comunque non ne avrò la certezza finché non sarò arrivato, visto che a causa delle nano-macchine batteriche usare il rilevatore termico sarebbe inutile.

    Mi allontano dalla balconata quando un movimento attira la mia attenzione: qualcosa o qualcuno è entrato in un negozio, spero solo non abbiano liberato i mastini. Scendo veloce dalla torre, poi corro in strada. Attraverso piazza Torre fino a fermarmi alle spalle della statua dedicata al Tassoni. Imbraccio il fucile e osservo il portico attraverso il mirino. Dal negozio non arriva alcun movimento e lo stesso vale per strada, la via Emilia è un viale silente e immoto. Aggiro la statua tenendo l’arma puntata. Mi muovo rapido fino a portarmi dietro una delle colonne del portico. Lo vedo, è un sopravvissuto: la sua testa riempie completamente lo spettro del mirino. Con circospezione mi avvicino poi, col fucile puntato, attraverso la soglia del negozio. Un bambino, fermo davanti allo scaffale dei biscotti, si volta. Sul volto indossa quello che era un flacone di detergente di plastica trasparente, al posto del tappo un pezzo di spugna gialla. «Volevo solo quelli» dice indicando una confezione di Pavesini. Mi avvicino allo scaffale, prendo i biscotti e glieli passo. Lei, solo ora mi accorgo che è una bambina, mi guarda grata. I capelli biondi sono incrostati di sporcizia e fuliggine. «Grazie» dice. A sentire la sua voce un brivido mi percorre la schiena. Mi abbasso verso di lei per vedere la maschera improvvisata, è ben fatta: io l’avrei fatta uguale. Metto l’indice davanti alle labbra, nascoste dietro la maschera antigas: non serve entrare in confidenza. Le faccio cenno di seguirmi, poi mi volto e lascio il negozio. La bambina mi raggiunge e senza dire altro mi si affianca, stringendo al petto i biscotti.

    Passiamo accanto a piazza Mazzini, dove la Sinagoga era stata sostituita dal monumento alle religioni, un’opera che fondeva in essa i simboli delle fedi dell’uomo. La targa all’ingresso della piazza riporta in lettere cubitali un’iscrizione:

    IN RICORDO DELLA NOSTRA DEBOLEZZA, DI QUANDO L’UOMO NON CREDEVA IN SÉ STESSO.

    PER NON DIMENTICARE LA GUERRA, PER RICORDARE LA PACE OTTENUTA

    2200 DEL CALENDARIO GREGORIANO

    CINQUANTESIMO ANNO DELL’ERA NEO-DUCALE

    PRIMO DELLA RIFONDAZIONE.

    Qui c’erano voluti cento anni in più. Con maggior determinazione osservo le indicazioni del visore: cinquecento metri all’incrocio con Canalgrande, poi a sinistra fino ai Giardini. Imbocchiamo il viale costeggiato da palazzi storici, passiamo accanto al Tribunale e poi al Teatro, dedicato a un certo Pavarotti: sinceramente non ricordo chi fosse. La bambina continua a rimanermi accanto senza dire nulla.

    Quando raggiungiamo il limite del parco il cancello in ferro battuto è aperto. Le scansioni non rilevano alcun movimento e il geolocalizzatore indica un sito poco più avanti. Appoggio una mano sulla spalla della piccola e ancora una volta le faccio segno di rimanere in silenzio e di procedere con calma: la bimba annuisce. Bene, non so come si comporteranno i sopravvissuti nel vedermi arrivare. Tenendoci bassi ci muoviamo, passando da un albero a un altro, osservando i dintorni, scrutando il terreno in cerca di trappole. A un albero di distanza dalla

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