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La ragazza dell'isola
La ragazza dell'isola
La ragazza dell'isola
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La ragazza dell'isola

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About this ebook

E' la storia di una ragazza nata povera, abbandonata dalla madre che era una bambina, lei con la forza della volontà, caparbia, si trova a fare da donna di casa, un padre ubriacone, un fratello più grande e stanco che vuole abbandonare tutto e tutti, un fratellino, che amerà sempre; lei piccolina, fragile, riesce a tenere unita la famiglia, ad aiutare il padre ad uscire dalla dipendenza dall'alcool, spendeva quel poco che guadagna. Da adulta diventa imprenditrice, riesce dove gli uomini dell'isola non riescono a fare, incontra un ragazzo che cambierà la sua vita, amerà un cavallo, di un amore profondo, se lo porterà con se dovunque vada, come quelle persone che portano con loro un cane o un gatto, se la permanenza è lunga. Il cavallo, Tornado, chiamato come il cavallo di Zorro. Un solo uomo toccherà il suo cuore.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateOct 17, 2016
ISBN9788892629714
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    La ragazza dell'isola - Pietro Avolio

    Dell'Isola

    1

    Prefazione

    E’ la storia di una ragazza nata povera, abbandonata dalla madre

    che era una bambina, lei con la forza della volontà, caparbia, si trova a fare da donna di casa, un padre ubriacone, un fratello più grande e

    stanco che vuole abbandonare tutto e tutti, un fratellino, che amerà

    sempre; lei piccolina, fragile, riesce a tenere unita la famiglia, ad

    aiutare il padre ad uscire dalla dipendenza dall’alcool, spendeva

    quel poco che guadagna. Da adulta diventa imprenditrice, riesce

    dove gli uomini dell’isola, non riescono a fare, incontra un ragazzo

    che cambierà la sua vita, amerà un cavallo, di un amore profondo,

    se lo porterà con se dovunque vada, come quelle persone che por-

    tano con loro un cane o un gatto, se la permanenza è lunga, il caval-

    lo: Tornado, chiamato come il cavallo di Zorro, un solo uomo

    toccherà il suo cuore.

    2

    La Ragazza dell’Isola

    Di

    Avolio Pietro

    Tutti i diritti riservati

    3

    Capitolo 1

    Dal tetto, una ragazza scrutava l’orizzonte incurante del vento

    gelido che soffiava da nord senza tregua, diminuiva, aumentava,

    non conosceva tregua.

    Lei gracile, con un vestitino che si era cucito da sola; aveva appena

    tredici anni ed era già vecchia, lo sentiva, non lo era, la sua tenera età con un seno che appena si iniziava a vedere, per forza di cose si

    era fatta carico, di una famiglia.

    Ad un tratto, il suo viso angelico si illuminò, all’orizzonte si

    vedevano appena dei punti neri, lei con la forza dell’abitudine li

    contò due volte, sorrise c’erano tutte le barche dei pescatori e tra

    quelle c’era la barca del padre.

    Il mare in quella zona, in pochi minuti diventava burrascoso, ed a

    volte avveniva che qualche famiglia piangesse i suoi uomini.

    Scese giù si diede da fare ai fornelli, avevano una cucina a legna,

    ravvivò il fuoco, da lì a poco sarebbero arrivati il padre ed il fratello maggiore; il più piccolo era a riva ansioso di vedere il fratellone

    come lo chiamava, iniziò a preparare la cena a base di pesce, la

    carne era un lusso che non si potevano permettere, il suo papà da

    quando la madre era andata via, si beveva la maggior parte del

    guadagno che veniva dalla pesca, adesso arrivava, puzzolente di

    pesce, non si lavava, avrebbe mangiato qualcosa e sarebbe andato

    alla taverna, sarebbe tornato ubriaco da non reggersi in piedi, tutto

    questo da quando la moglie era andata via con un venditore che si

    era presentato sull’isola e di cui si era invaghita facendosi lusingare 4

    dalla città e da una vita migliore; andò con lui incurante di lasciare i figli, cosi la ragazza si era trovata a mandare avanti la famiglia.

    Il tugurio dove vivevano e chiamavano casa, puzzava di pesce, tutto

    sapeva di pesce, il fratellino andava in spiaggia, raccoglieva la legna che le onde portavano a riva, la povertà non permetteva loro di

    poter comprare del carbone, ad un tratto scosse la testa, disse a se

    stessa: io uscirò da questa povertà, il mio fratellino sognava di fare il medico condotto, non so se ci riuscirà, promise a se stessa che

    avrebbe fatto di tutto, affinché si avverasse il suo sogno.

    Lisa è pronto ho una fame?

    Tra poco, papà? dopo la consegna del pesce, è andato alla taverna.

    Ho capito adesso si beve quel poco che avete guadagnato non

    potevi fermarlo? Io non so più come fare all’emporio non vogliono

    farmi più credito.

    Quello ci mancava poco e mi menava, io un giorno vado via sono

    stanco, guardami ho vergogna di uscire, non ho un pantalone, una

    camicia decente, ho vergogna di avvicinarmi ad una ragazza.

    Ora vado io alla taverna e che mi picchiasse pure, vediamo.

    Andò verso la taverna aveva degli zoccoli di legno più grandi della

    sua misura e le facevano un male cane, per fortuna non era

    distante, appena entrata lo vide e le fece pena, era da solo, si

    avvicinò, papà andiamo a casa.

    Lasciami stare.

    5

    Andiamo, lo tirò per un braccio per quello che le forze le

    permettevano, non oppose resistenza, si alzò, per fortuna non era

    tanto ubriaco.

    Tu sei come tua madre sempre a dare fastidio.

    Papa abbiamo bisogno di soldi non possiamo andare avanti così,

    bevi i tutti sudori del tuo lavoro siamo i tuoi figli, è andata via ok, fregatene io non voglio più né vederla né sentirla, ha fatto la sua

    scelta, ci ha abbandonati, lo sai che fa ora?

    No nessuno mi dice niente.

    Fa la donnaccia, si vende per pochi centesimi.

    Chi ti ha detto queste cose?

    Tutto il paese lo sa, solo tu fai finta di non saperlo, ti rovini la vita e non solo la tua, adesso andiamo a casa e ti fai un bagno puzzi da far

    venire il voltastomaco a starti vicino.

    Lo costrinse a spogliarsi restò solo con le mutande, gli diede

    dell’acqua calda, si lavò, rasò, gli diede i vestiti puliti, sembrava un altro, si sdraio sul letto pochi minuti e già russava come un trattore.

    Chiamo il fratellino, prese una cesta, andiamo.

    Dove?

    Giù alla conca prendiamo un po’ di cozze, e tu raccogli la legna.

    Non mi va.

    Ti va eccome, se non ti muovi ti faccio il culetto rosso.

    6

    Sei cattiva, ti odio.

    D’accordo odiami adesso prendi il sacco e andiamo.

    Vengo, vengo uffa.

    Una stradina portava giù verso il mare, girando a sinistra si entrava

    nel bosco, era di terra battuta larga appena per il passaggio di

    uomini ed asinelli, la gente del paese andava a far legna e lavorare

    campi, verso la metà della strada si scendeva giù, la piccola stradina era scavata nel terreno, da tutti quelli che scendevano in quella

    piccola conca da anni, l’acqua era tranquilla, limpida cambiava il

    colore a seconda del cielo, lì non arrivavano le onde, onde che

    spingevano a riva tutto quello che le grandi navi gettavano in mare,

    una piccola spiaggia, la sabbia di un bianco splendente con il sole,

    allo zenit dava fastidio, per i riflessi.

    Si tolse gli zoccoli, incurante del freddo dell’acqua ed entrò, il

    fratellino sapeva, quale era il suo lavoro, era rimasto su, raccoglieva ramoscelli, lei s’allontanò, conosceva una fenditura nella roccia era

    stretta si riusciva appena ad entrare, all’interno si allargava, ed era piena di cozze ed ostriche, riempì presto il piccolo sacchetto di rete, usci, svuotò e ritornò di nuovo, sino a riempire la cesta, se la caricò sulla testa e con fatica risalì sulla strada, il fratello era li che la aspettava.

    Non venivi più ne hai prese molte?

    Si andiamo; per andare a casa dovevano passare davanti alla

    drogheria, la signora Katia era sulla porta.

    Lisa hai la cesta piena me ne vendi un po’?

    7

    Si signora.

    La signora pesò e le diede dei soldi, vedendo quei pochi spiccioli si

    senti ricca.

    L’indomani mattina, disse a se stessa se la signora le ha comprate,

    può darsi che la pescheria le compra, mentre andava, alla pescheria,

    passo davanti al ristorante, gli venne di chiedere a loro, fece il giro busso alla porta della cucina, aprì un matrona.

    Cosa cerchi ragazzina?

    Se vi porto cozze e ostriche le comprate?

    Devo vedere cosa mi porti.

    Va bene signora mi può dire quanti chili.

    Per oggi porta cinque di cozze e dieci di ostriche, per il prezzo

    vediamo la merce.

    Sara contenta vedrà.

    C’era una sua parente, aveva un carretto piccolo, l’aveva costruito il figlio per giocarci, ora era militare.

    Il carretto era abbandonato nel cortile, andò da lei, era una brava

    donna, una matrona, lei la chiamava zia.

    Buon giorno zia.

    Ei ragazzina come mai da queste parti?

    Zia volevo chiederti se potevi prestarmi il carretto.

    8

    Prendilo, da solo fastidio ma che te ne fai?

    Penso di usarlo per portate le cozze al ristorante, cosi guadagno

    qualche soldo.

    Brava Lisa portene un po’ anche a me, te le pago.

    Da lei non voglio soldi zia sei cosi buona con noi.

    Vai, e vediamo se ne hai tante passo la voce a tutto il vicinato, lo sai che le conserviamo per l’inverno.

    Va bene zia.

    Andò a casa trascinandosi dietro il carretto, chiamò Tony.

    Cosa c’è, che fai con il carretto?

    Vieni andiamo alla nostra grotta segreta.

    Uffa, sempre a me?

    Muoviti e non fare storie.

    Iniziò un andare e tornare carichi, stanchi, lei era furba cambiava

    strada tutti i giorni aveva la paura che la seguissero, nessuno badava a quei due ragazzini, ma lei era contenta, che nessuno badasse a

    loro due, piano ma con insistenza riuscì, a convincere il padre di non tornare alla taverna, e cosi la loro vita iniziò a cambiare, il papà e il fratello portavano a casa il misero stipendio, quasi tutti i pescatori dell’isola lavoravano per il consorzio, le barche erano di proprietà

    del consorzio, pagavano una miseria.

    9

    Aveva sedi anni, quando nel suo nascondiglio si mise a contare i

    risparmi, si rese conto che aveva una piccola fortuna.

    Adesso poteva realizzare il suo sogno, doveva trovare solo chi

    l’avrebbe aiutata, pensò al curato, era un bravo uomo, nascose il

    suo tesoro ed uscì, si recò alla chiesa.

    Buon giorno curato.

    Buono giorno figliola, cosa c’è.

    Mi può aiutare vorrei andare sul continente e comprare una barca

    da pesca per mio padre.

    Posso, figlia mia ci vogliono un bel po’ di contanti.

    Ce l’ho mi auguro che bastino.

    Vieni andiamo in sagrestia, chiamo un mio cugino, e vediamo che ci

    dice.

    Il curato chiamò il cugino, parlò con lui e poco dopo.

    Cara lui lavora in un ristorante nelle vicinanze dei cantieri navali, si informa, come hai sentito, non una cosa grande giusto?

    Si padre.

    Ma dimmi che vuoi farne.

    Voglio che il mio papa e mio fratello abbiano una loro barca, e

    quello che pescano, io lo vendo, la cooperativa li sfrutta, una paga

    da fame.

    10

    Capisco e tu come hai fatto a mettere tanti soldi da parte?

    addirittura per poter comprare una barca.

    Sono più di tre anni che raccolgo frutti di mare, polipi e li vendo.

    Ero a conoscenza di tutto quello che fai, non pensavo che ti

    fruttasse tanto.

    Vado padre, vengo tra due giorni va bene?

    Vieni di pomeriggio.

    Quando aveva iniziato a prendere i frutti di mare, aveva visto che il

    fondo, era ricco di polipi avevano, molto cibo a disposizione sono

    chiotti di cozze e granchi che vivono tra le cozze, cosi inizio a

    prenderne, il ristorante, comprava molto e il vicinato anche

    costatato che lei vendeva a un prezzo basso.

    Due giorni dopo si recò dal curato.

    Novità padre?

    Si c’è una barca, che può fare caso tuo, sono diecimila euro più altre spese, ce li hai?

    Si padre, ci possiamo fidare, dobbiamo andare sul continente?

    Ci possiamo fidare, si deve andare, deve venire tuo padre.

    Perché?

    Tu sei minorenne, poi chi la porta qui?

    Possiamo trovare qualcuno vede io ho paura che papà vedendo i

    soldi si arrabbia e torna alla cantina.

    11

    Vedo che posso fare.

    Adesso vai.

    Mentre la accompagnava alla porta le mise la mano sul sedere, e lo

    accarezzava.

    Sei bella mia cara, poi mi ringrazierai vero?

    Come padre.

    Dovrai essere gentile con me.

    Come vuole padre, buona giornata.

    Quella mano l’aveva turbata, era la prima volta che una mano

    maschile la toccava, il turbamento non era dovuto al gesto ma

    quello che aveva sentito dentro di se, meglio non pensarci, era

    contenta, si stava per realizzare, il sogno di anni.

    Andò alla conca con il fratello, la grotta era piena, si rigenerava la vita, durante l’inverno rare volte vi poteva accedere, la marea alta,

    le onde arrivavano anche lì, diventava pericoloso entrare nella

    grotta, e anche il fatto che lei cresceva, iniziava ad avere difficoltà ad entrare, non era più quella ragazzina gracile di tre anni prima, il suo corpo era cambiato in donna, le tette erano abbastanza grandi,

    il pantalone attillato, le mettevano in mostra i fianchi e

    arrotondavano il sedere, il motivo che aveva attirato, il pastore.

    Il pastore non era un vecchio, poi i pastori prendevano moglie, e lui

    era scapolo, chi sa?

    12

    Caricarono il carretto, come era suo solito portò il tutto al

    ristorante.

    Signora lei il pesce dove lo prende?

    Alla cooperativa.

    Tra poco potrò vederle il pesce lo prenderà?

    Si tieni presente che prendo solo pesce di prima qualità.

    L’ho mai delusa?

    No sei una donnina che ci sa fare.

    Due giorni dopo andò dal pastore.

    Vieni ho buone notizie, da darti.

    Hanno trovato la barca?

    Si mi hanno chiamato dicono che hanno una buona barca, costa

    dodicimila euro più cinquecento di spese ce li hai?

    Si dobbiamo andare lì?

    No siccome è il cantiere che la vende, se vuoi la portano loro

    domani; se vuoi come è giusto vederla prima si parte domattina con

    il primo traghetto.

    Non lo so io non capisco nulla di barche, se poi ci portano una barca

    che serve solo per il fuoco?

    13

    Non credo, io ho parlato con il direttore del cantiere, mi ha

    assicurato che è una buona barca da pesca, ci sono anche delle reti,

    è stata sequestrata dal cantiere il padrone non pagava le rate.

    Facciamola arrivare, se vediamo che, non serve a nulla non

    paghiamo.

    Va bene come vuoi, adesso chiamo vieni nel mio studio.

    Le mise una mano sulla spalla, andarono nell’ufficio prese la

    cornetta e compose il numero, rimise la mano sulla spalla, la tirò

    leggermente a se, pochi secondi e iniziò a parlare, nel frattempo

    scese col la mano, giù lungo la schiena, sino arrivare sul sedere, lo

    accarezzò, piano le sollevò la gonna leggera, lei si blocco, non capiva cosa succedeva, non sapeva cosa fare, intanto lui la toccava, aveva

    messo la mano, tra il solco di pesca, forse fu l’istinto, si allontanò, non le piaceva, non solo quello che faceva il pastore, era quello che

    provava lei, si sentiva strana, al momento che aveva passato con le

    dite tra il solco, aveva avuto un spasmo davanti, il pastore finì di

    parlare e chiuse.

    Cara hai paura di me?

    Non ho paura ma non mi piace quello che fa.

    Potresti essere gentile con me.

    Cosa devo fare?

    Mi piace accarezzarti che male c’è?

    Non lo so nessuno mi ha mai toccata cosi.

    14

    Ti piacerà vedrai.

    Sarà, cosa hanno detto?

    Domani mattina prima di mezzogiorno la barca arriva, tu sei sicura

    che tuo padre non dirà nulla?

    Tranquillo, me la vedo io.

    D’accordo ci vediamo al porto prima di mezzogiorno va bene?

    D’accordo, a domani.

    Ti fai accarezzare?

    Un’altra volta.

    Fece ritorno a casa, si mise ai fornelli, il papà ed il fratello sarebbero tornati tra poco, preparò la pentola grande piena d’acqua, alimentò

    il fuoco, pensò: la prossima spesa deve essere una bella cucina a

    gas, l’aveva vista dalla zia, devo realizzare i miei progetti, la

    finiranno di trattarci da pezzenti.

    Arrivarono padre e fratello, gli diede l’acqua calda e i vestiti puliti, trovava sempre il tempo per fare il bucato; pensò anche ad una

    lavatrice, dopo che si erano lavati e vestiti, gli servì la cena.

    Papa domattina non andate al lavoro.

    Perché ragazzina?

    Domattina ci sarà una sorpresa.

    Di cosa parli?

    15

    Domani vedrai.

    Si diede da fare a rassettare, avevano un vecchio televisore in bianco e nero, guardavano insieme un vecchio film, mentre guardavano le

    tv, lei un occhio alla tv con l’altro rammendava, il film finì, diede la buona notte, nella camera che fungeva anche da cucina in un angolo

    c’era il suo lettino, tiro la tenda, era quel pezzo di

    stoffa che gli dava un po’ di privacy, si distese a letto, data la

    stagione estiva solo con una sottanina, chiuse gli occhi e le venne

    alla mente la mano del pastore sotto la gonna, cercava di cambiare

    pensiero, pensò all’indomani mattina, la sua mente andava sempre

    li, istintivamente la mano andò a toccare il fiore della sua

    fanciullezza, era la prima volta che si toccava, ci mise poco a sentire un calore e una sensazione mai provata, strinse il lenzuolo tra i denti per non gridare, dopo un bel po’ di dormiveglia si addormentò.

    Come al suo solito si sveglio, alle prime luci dell’alba, era in procinto di alzarsi, ci ripensò oggi papà e Franco non devono andare a pesca,

    oggi è una giornata importate, di sicuro porterà dei grandi

    cambiamenti, preparò, la colazione, chiamò gli uomini di casa.

    Venite la colazione e pronta.

    Presero posto a tavola, lei li servi aveva fatto le crepes, le servì con la marmellata di frutti di bosco, che lei e il fratellino avevano

    raccolto, lei con l’aiuto di un vecchio libro di cucina, aveva fatto la marmellata e veniva apprezzata da tutto il nucleo famigliare.

    Che festa è oggi? non ci hai fatto uscire a lavoro e sai che ci serve

    lavorare, adesso la colazione con la marmellata, mi spieghi che

    succede?

    16

    Papà è una sorpresa ti piacerà vedrai, tra poco andiamo al porto.

    Che dobbiamo fare al porto?

    Papà abbi fiducia ti prego.

    Come vuoi, io ho lasciato tutto su di te piccola mia, non so cosa

    avremmo fatto senza di te.

    Lascia stare papà, tra poco andiamo, aspettatemi fuori.

    Uscirono, sul portico, si guardavano a vicenda sorridevano, il più

    piccolo, sorridendo disse:

    Sembriamo dei damerini.

    Si contento? tua sorella è brava in tutto, tu sai niente? stai sempre

    insieme a lei.

    No papà non so niente.

    Andiamo uomini.

    Durante il percorso incontrarono il pastore, lei gli fece il segno di

    tacere, lui capì, sorrise, si avviarono tutti insieme verso il porto,

    pochi minuti arrivarono al piccolo porticciolo.

    Si può sapere, cosa ci facciamo, qui?

    Papa ti prego un po’ di pazienza.

    Pochi minuti e si vide una barca arrivare, il fratello maggiore Franco esclamo.

    Papà quella è una barca.

    17

    E’ bella per davvero.

    La ragazza guardava speranzosa, si augurava che fosse la sua barca.

    E’ bella papà?

    E lo chiedi? è bellissima.

    La barca si avvicino al molo lancio una corda, un pescatore la prese

    la lego ad una bitta, il marinaio che governava la barca spense il

    motore e tiro la corda, la prua lentamente si accosto al molo fece la

    stessa cosa a poppa, poi scese a terra.

    Scusate mi potete dire dove posso trovare il pastore.

    Sono io buono uomo.

    Buon giorno, potete controllare la barca.

    Papà puoi controllare la barca.

    Si ma mi dici la verità?

    Controlla e poi ne parliamo.

    Il padre e il fratello salirono a bordo, guardavano da per tutto.

    E ottima, bella.

    Padre per i documenti?

    Andiamo all’ufficio, marittimo.

    Papà è nostra, ad essere sincera è mia.

    Tua?

    18

    Si da domani uscirete a pesca con questa non starete più sotto

    padrone.

    Tanti soldi, dove l’hai presi?

    Calmati, andiamo.

    Si recarono all’ufficio di mare.

    Posso cambiarle nome?

    Certo signorina rispose l’impiegato.

    Come vuole chiamarla?

    Lisa uno.

    Vuole mettere il numero davanti.

    Si.

    Posso chiederle il motivo?

    Semplice, ne verranno altre e tutte porteranno il mio nome, e

    davanti un numero.

    Come vuole.

    Un’ora dopo uscirono, con i documenti in regola, il marinaio incassò

    i soldi, si salutarono, avrebbe preso il traghetto, per fare ritorno.

    Papà ti va di controllare cosa serve e cambiare nome?

    Si padrona, sei una forza ragazza mia.

    Il pastore gli mise la mano sulla spalla, si allontanarono un po’.

    19

    Lisa verrai a farmi visita?

    Certo vengo tutte le domeniche in chiesa.

    Non intendevo questo, ricordati che mi devi molto, e poi potrai

    avere ancora bisogno di me, verrai?

    Si ricordò di quella mano sotto la gonna che gli aveva accarezzato le

    cosce ed il fremito di piacere che aveva provato, cosi rispose.

    Appena posso verrò.

    Quella mano su di lei e quello che aveva provato, la mettevano di

    buono umore, devo dirlo alla zia, adesso non volle pensarci era

    contenta.

    Tony andiamo, compriamo un po’ di dolci oggi facciamo festa, papa

    vuoi dei soldi devi comprare qualcosa per la barca.

    Lisa adesso andiamo a casa con franco ci cambiamo mi sembra che

    un po’ di pittura bianca c’è, cosi cambio il nome, poi vediamo per

    l’attrezzatura, ma dimmi il pesce a chi lo vendiamo non credo che il

    consorzio lo prende.

    Voi cercate, di prenderne molto, e me la vedo io.

    Sarai tu a pagarci chiese il fratello.

    Franco tutto quello che ti servirà te lo do, noi dobbiamo uscire dalla miseria, e parola mia ci riusciremo, e ce ne sarà per tutti.

    Lei ed il fratellino si recarono al supermercato, decise che quel

    giorno doveva essere particolare, si sbizzarrì a fare compere, il

    fratellino era euforico, mentre girava per i reparti passarono vicino

    20

    al banco del pesce, vide i prezzi, si spavento sono matti pensò io lo

    posso vendere a meno, mentre tornavano a casa carichi come muli,

    ma felici, in quella piccola testa, volavano mille pensieri, giù al porto cera un vecchio magazzino, doveva informarsi se poteva prenderlo

    in affitto, arrivarono a casa lei era contenta penso di aprire un

    pescheria, senza tante pretese, non gli erano rimasti molti soldi,

    dopo avere pagato la barca, poi pensò: il pastore pure di toccarmi

    farà quello che voglio e lui mi aiuterà, si diede da fare ai fornelli

    adesso era brava, all’inizio era una catastrofe, con tante prove,

    aveva fatto pratica, due ore dopo aveva preparato un pranzo da re,

    nel pomeriggio pensò di andare dal pastore, non solo aveva capito

    che poteva servirsi di lui, poteva fare di lui quello che voleva, e

    quella mano che gli aveva accarezzato il sederino, non gli dispiaceva

    riprovare quella sensazione piacevole, anche se si era arrabbiata

    all’inizio.

    Tony vai, chiama papà e Franco, il pranzo e pronto.

    Il ragazzo quel giorno era felicissimo, capiva che qualcosa stava

    cambiando pochi mesi e doveva partire, la scuola d’obbligo stava

    per finire, doveva andare sul continente, il papà non era a

    conoscenza della volontà del ragazzo, solo la sorella e lui era sicuro che la sorella avrebbe fatto di tutto per farlo partire, cosi non fece, obiezioni, andò a chiamare il padre e il fratello.

    Lisa il nome e cambiato, ma tu veramente pensi che prenderai altre

    barche.

    Si papa, io cambierò la nostra vita.

    Dove hai preso tanti soldi? Io, noi non abbiamo guadagnato tanto.

    21

    E certo che no, io e Tony tutti i giorni, andiamo alla conca,

    raccogliamo cozze, ostriche, polipi e li vendiamo, sono tre anni che

    lo facciamo e metto da parte ogni minimo risparmio, così ho

    raggiunto la cifra per la barca, e dato che stiamo parlando, lo sai che Tony tra poco finirà la scuola?

    Lo so verrà a pesca con noi, due braccia in più faranno comodo.

    Il fratello tremò, sapeva come il padre diventava cattivo e violento,

    si chiese perché Lisa non aspettava ancora.

    Papa Tony finito qui andrà sul continente, almeno uno di noi

    studierà, desidera fare il medico, e per Dio lo diventerà.

    Tu pensi a decidere tutto in questa casa, sono io il capo famiglia.

    E lo sei, devi capire che io mi do da fare per accudire tre di voi, ti sei mai chiesto come faccio? hai dato tutto per scontato, adesso sorridi

    e sei felice per quello che abbiamo, Tony va in continente, vero che

    ci va?

    Tony vieni qui piccolo mio non avere paura, tu sei fragile per il

    lavoro della pesca ci vogliono bracci forti, e vero che vuoi diventare dottore?

    Si papà.

    Ebbene andrai sul continente, tua sorella la vince sempre, per

    questo che la voglio un mondo di bene, siediti dai, servi, metti in

    tavolo, o mio dio, maccheroni con braciole è proprio

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