La pennellata del basta.
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Book preview
La pennellata del basta. - Matteo Zumiri
2016
PREFAZIONE
Questo libro e i racconti in esso contenuti sono opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a persone o luoghi realmente esistiti è puramente casuale
.
Questo è quello che avrei dovuto scrivere.
Ma non sarebbe vero. In questo libro c’è una forte componente autobiografica volutamente romanzata al fine di rendere impossibile discernere esattamente dove finisce la realtà e inizia la fantasia. Chi deve sapere, già sa.
Indice
Indice
La risposta giusta
Sincero con me stesso
Le nonne e i dolci
Sotto la neve
Mio nonno era falegname
Eppure non dovrei
La pennellata del basta
La risposta giusta
Stasera mi parla. Stasera lui mi parla.
La sua voce è poderosa e tonante come al solito, tanto da sembrare un ruggito per chi non lo conosce.
Ma non per me, che l’ho avuto al mio fianco da quando sono nato.
Quante volte mi sono rifugiato in quel senso di sicurezza, di maestosità e di profonda saggezza che solo lui sa incutermi. Per me, qualunque sia il suo umore, la sua voce mi pervade, mi scuote, colpisce la mia più pura essenza e sa tirare fuori il lato più vero di me.
Chissà quanti ne hai visti di uomini come me, distrutti, desolati, disperati. Uomini che credevano di non saper piangere e hanno finito le lacrime, che credevano di essere invincibili e hanno reso le armi, che non si piegano ma si spezzano. Persi nei dedalici percorsi che solo i cuori umani sanno creare, uomini sconfitti dal passato, annichiliti dal presente, atterriti dal futuro.
Ma la sua potente voce è per me melodia stasera, mi culla mentre mi appresto a rivisitare, non senza un po’ di apprensione, gli eventi di questi ultimi diciotto mesi e lo sconvolgimento che hanno portato nella mia vita.
Lui mi parla. Questo meraviglioso e poderoso mare mi parla e stasera mi chiede di raccontargli tutto dall’inizio.
Inizio…. Almeno mi fossi accorto che c’era un inizio.
Tutto infatti era cominciato con la più normale delle serate, in un giorno di quel miracolo primaverile che è il ritorno dell’estate in una città di mare.
Ero con il mio amico Massi, con le nostre vecchie vespe sulla terrazza lungomare in cerca degli altri amici con cui avevamo appuntamento.
Quella sera sembrava teso, quasi nervoso, ma non vi detti molto peso.
Massi è quel genere di amici con cui non hai bisogno di tante parole, quelle persone genuine che non hanno paura di mostrarsi per come sono, e con le quali puoi stare anche un mese senza vederti o sentirti e dopo ti ritrovi più vicino che mai.
È un amico che per quanto sia complice e compagno, ha il coraggio e la lealtà di prenderti per il bavero e dirti guardandoti negli occhi che stai facendo una stupidaggine e che devi smetterla.
Rientra in quella categoria di persone che ringrazi dopo.
Mi spiego: ci sono persone come gli amici occasionali, i medici, colleghi, ecc, che ringrazi immediatamente per la loro compagnia o la loro prestazione. Ci sono invece altre persone capaci di darti qualcosa di talmente grande che solo a posteriori realizzi il suo effettivo valore; come i genitori, i nonni, alcuni professori, e gli amici come Massimiliano. A volte ti fanno pure rimanere male, ti riprendono con la crudezza propria della più bruciante sincerità, ma analizzando a mente fredda devi ammettere che avevano ragione e hanno agito spinti dal bene che provano per te.
Ma indipendentemente da quanto bene ci conoscessimo, nessuno poteva prevedere che gli eventi di quella sera avrebbero cambiato per sempre la mia vita.
Incontrammo gli altri ragazzi al gazebo. La vidi subito. Eva.
Eva possedeva quella combinazione che solo poche donne sanno avere. Era simpaticissima, spigliata, divertente, meravigliosamente bella e affascinante. Piaceva e lo sapeva e spesso se ne approfittava. Ma con me aveva un rapporto particolare. Eravamo amici da tantissimo tempo. Solo amici? Forse non avrei saputo dirlo neanche allora. Magari entrambi avevamo preso in considerazione l’idea di un’evoluzione del nostro rapporto, ma eravamo troppo spaventati. Sicuramente ero io quello che in segreto nutriva più ambizioni di farlo sbocciare. Per lei era sempre andata bene cosi. Sembrava che avrebbe potuto fare a meno di me da un giorno all’altro e anche se quando non ci vedevamo per un po’ mi diceva che le ero mancato, non ne sono mai stato davvero convinto. A me invece lei piaceva. Razionalmente comprendevo che c’erano molte cose che probabilmente avrebbero reso poco stabile e duraturo un nostro eventuale rapporto. Ma avrei voluto provarci. Lei mi calamitava. Lei sapeva lasciarti addosso qualcosa che ti faceva pensare a lei anche dopo che