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Romantica Cena di Sangue: I progressi di un vampiro
Romantica Cena di Sangue: I progressi di un vampiro
Romantica Cena di Sangue: I progressi di un vampiro
Ebook103 pages1 hour

Romantica Cena di Sangue: I progressi di un vampiro

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About this ebook

Un uomo egoista, dalla vita vuota e mediocre, mentre cerca conforto in una prostituta, viene trasformato in vampiro.
Deve imparare a sue spese cosa significa il suo nuovo essere, cerca di colmare il vuoto dentro se stesso, uccide, si deprime, si eccita, si innamora, in un crescendo di adrenalina.
Il suo percorso è accompagnato dal un suo grande amico, Ivanov, trasformato durante la seconda rivoluzione industriale inglese e da Svetlana, vampira proveniente dalla Bielorussia.
Ancora non sa di essere parte di un progetto molto più grande, che farà nascere una nuova razza di vampiri, più potente e malvagia.
Il tutto raccontato in prima persona, in una sorta di finta normalità.
Dimenticatevi di Twilight
LanguageItaliano
PublisherDario Polvara
Release dateJul 31, 2016
ISBN9788822826756
Romantica Cena di Sangue: I progressi di un vampiro

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    Romantica Cena di Sangue - Dario Polvara

    MANIFESTO DELL'AUTOPIRATERIA EDITORIALE

    E' più di un decennio che avevo deciso di fare il bravo, di cercare di adeguarmi ad una logica distributiva da cui mi sembrava non poter discostarmi; sono anche sceso a compromessi, mi sono anche dimenticato di alcuni concetti che costituivano il mio background culturale. Non ho più l'eta', mi sono detto. Ho quindi cercato di applicare una logica contro e di inserirla in un contesto normale di diffusione culturale e ho miseramente fallito.

    L'AUTOPRODUZIONE E' MORTA.

    Perche' l'autoproduzione, quella vera, era basata su un'ideologia ben precisa, su una scena che rifiutava il sistema e le distribuzioni ufficiali, che si basava sulla genuinità culturale, non sul marchio o sulla confezione ultra perfetta. Era un'artigianato alternativo, un insieme di persone che erano stati capaci di fare il salto da sotto-cultura a contro-cultura.

    Adesso guardatevi::::::::::::::::::

    rifiutate gli ebook autopubblicati, rifiutate le copertine spartane, rifiutate il prodotto artigianale a favore di una sciatta pillola commerciale, vi crogiolate nelle mode, siete degli alternativi da strapazzo, conformisti dell'anticonformismo.

    Per questo L'AUTOPRODUZIONE E' MORTA.

    Perchè non mollare?.................. La domanda aleggiava da molto. Non c'era più l'entusiasmo, ma solo la consapevolezza che non si poteva cambiare il mondo con un libro, avevo perso l'idealismo ingenuo e utopico di un tempo. Autoproducevo vari testi, ma tutti i canali per distribuirli (anche quelli alternativi) sono stati chiusi, perche' non erano ufficiali, perche' non erano catalogabili in nessun genere; quante volte mi hanno proposto dei compromessi in cambio di una distribuzione?

    E, soprattutto, quante volte ho rischiato di cedere?

    Riesco gia' a vedere le vostre facce, contratte nel disgusto, che mi stanno accusando per quanto sembrano datati questi discorsi. Visto come si sta evolvendo il nuovo, questi pensieri vecchi mi sembrano l'unica alternativa, ma come fare?

    L'AUTOPRODUZIONE E' MORTA.

    Stavo cercando un canale per distribuire la mia idea di cultura, che potesse raggiungere piu' persone possibili, perche', ne sono ancora convinto, sono ancora tanti gli individui (intesi come non omologati nella massa informe) che credono ancora in questi concetti, solo che e' molto difficile raggiungerli.

    E questo canale esiste, e' costantemente davanti ai nostri occhi, e' piu' ramificato di qualsiasi altro mezzo: e' la pirateria.

    Non voglio addentrarmi in giudizi morali sulla pirateria, non mi interessano; voglio solo sfruttare questo giro trasversale che si e' creato.

    L'autoproduzione pura ha ormai fallito; la sua logica continuazione, ancora piu' estrema, e' l'autopirateria.

    Per questo i miei ebook saranno distribuiti gratuitamente, zero spese, zero guadagno. Copiateli, diffondeteli, aiutatemi.

    Dario Polvara – info@virus4.it

    DARIO POLVARA – ROMANTICA CENA DI SANGUE

    CAPITOLO UNO

    E' l'alba. Accendo il furgone a carrozzeria speciale e inizio a scaldare il motore. Entro nel vano di carico posteriore per controllare che le vasche di raffreddamento siano collegate correttamente, il sangue e' una merce difficile da trasportare.

    La tempia sinistra mi pulsa, come succede quasi ogni volta che faccio serata. Ricordarsi poi cosa ho combinato e' impresa ardua, inversamente proporzionale al mal di testa. Mi sono sempre chiesto cosa mi spinge a conciarmi in questo stato. Probabilmente e' il vuoto, quello che si insinua tra i miei organi interni, etereo e impalpabile, un fottutissimo fantasma che ho brillantemente coltivato negli anni.

    Ogni tanto ci penso, mi sforzo di capire, ma il risultato e' sempre lo stesso, una sega mentale che finisce con un sonoro fanculo e una sigaretta aspirata a tuono. Decido che e' ora di partire, mi metto al volante ma i pensieri non mi abbandonano, tanto sono abituato, praticamente mi si sono fissati in modo indelebile nel cervello.

    Accendo lo stereo del furgone e mi sparo un cd dei Folkstone, almeno mi rilassa. Adoro il loro sound, così grezzo come metal e così melodico con gli strumenti celtici.

    Mi suona il telefono, sobbalzo perche' proprio non me l'aspettavo. Guardo sul display a chi tocca oggi rompermi le balle; e' ricky, mi chiede se stasera voglio andare al pub con loro, aggiungendo che gli viene ancora da ridere per quello che ho combinato la sera prima. Rido, ma e' una risata forzata visto che non ricordo nulla. Non chiedo niente per non fare figure di merda. L'auricolare continua a trasmettere la voce di Ricky che mi chiede se sono ancora in linea, mi ero perso con i pensieri e mi ero dimenticato della telefonata.

    sono in linea, sono in linea, cazzo e' la mia risposta, poi penso tra me che stasera e' il 9 e ogni 9 del mese e' lo zoccola day, quindi di pub non se ne parla.

    Alcuni mi hanno definito l'essere più egoista e figlio di buona donna che hanno mai incontrato. E' solo perché non mi hanno conosciuto bene; chi mi frequenta da anni sa che non sono così...... Sono pure peggio. Qualche anno fa ho avuto una relazione di un anno e qualcosa con una tipa, quasi quasi pensavo di cambiare, poi l'ho trovata a letto con un altro. Da allora, quel poco di fiducia che avevo nei sentimenti e' scomparsa. Questa e' la spiegazione che do a me stesso, ma poi, alla fine, mi viene il sospetto che sia tutta una scusa e che io sia molto probabilmente un inguaribile bastardo. Quindi zero relazioni sentimentali, cerco solo una bella scopata senza complicazioni e l'unico modo per soddisfare questa necessita' e' andare a puttane. Purtroppo il caro vita ha toccato anche la prostituzione e devo darmi una regolata; quindi ho ideato lo zoccola day, spendo un po di più per le prestazioni che richiedo, ma almeno rimango assolutamente soddisfatto. Infatti non vedo l'ora di finire la consegna, tornare a casa, doccia e poi via con la caccia.

    CAPITOLO DUE

    E' giunta l'ora. Sono in giro per i vicoli della città vecchia a cercare la mia preda. Deve essere una ragazza che mi colpisce di botto, un innamoramento barra colpo di fulmine che duri pero' solo lo spazio di una notte. Cammino piano, non ho fretta. Immagino il capo che si sta ancora chiedendo il motivo per il quale faccio un giorno di ferie ogni 10 del mese.

    Passo davanti al paninaro del centro, quasi quasi uno sfizio me lo tolgo. Entro, controllo in tasca di avere le cicche (non posso certo far morire asfissiata la prescelta) e ordino un bel paonazzo con cotoletta, peperoni e cime di rapa.

    Sistemata questa fame, e' il momento di concentrarsi sul motivo principale del mio girovagare.

    Sono appena arrivato nel quartiere apposito, pieno di merce in esposizione e affittacamere abusivi per consumarla. Mi guardo un po in giro, ma niente per il momento attrae la mia attenzione. Passeggio con aria distratta per non farmi abbordare da tutte le prostitute che incrocio.

    E' a questo punto che la vedo, l'occhio la trova senza controllo, li, appoggiata al palo della luce, l'attenzione cade subito sugli stivali alti e neri, che circondano

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