Io c'ero
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Io c'ero - Giusi Ferraro
Giusi Ferraro
Io c'ero
Cavinato Editore International
© Copyright 2016 Cavinato Editore International
ISBN: 978-88-6982-337-4
I edizione 2016
Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi
© Cavinato Editore International
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Realizzazione ebook a cura di Boris
Indice
Prefazione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Dedicato a mio fratello Giovanni che è mio coetaneo e può dire insieme a me:IO C’ERO
.
Prefazione
Anni ’80.
Siamo in Italia.
Per chi, in quel periodo, viveva la propria adolescenza, sarà facile commuoversi e provare tanta nostalgia, soprattutto perché con meno di due mila lire, facevi il pieno al motorino.
Amici che si divertono, andando in giro, col Ciao
.
Mitico, così come è mitico, portare i pantaloni così corti, da sentirsi dire:hai l’acqua in casa?
Se devi fare una telefonata ad un amico e non sei a casa, ci sono le cabine telefoniche e con un gettone ci parli, quanto vuoi.
Gli unici stranieri, che incontri per strada, sono gli africani e in Italia vige la democrazia cristiana.
Per incontrarsi, ci si dà appuntamento in piazzette, giardinetti o bar e quando arrivi sotto casa di un amico usi il citofono per chiamarlo.
La scuola dell’obbligo, consiste nel terminare la terza media e non tutti andranno alle superiori; la maggior parte degli adolescenti andrà a lavorare, anche perché è facile per chi frequenta la terza media, essere
ripetente ed avere già compiuto i sedici anni d’età e proseguire, vorrebbe dire, rimanere studenti, troppo a lungo.
La bocciatura è frequente!
Essere figlio unico, è davvero raro e ancor di più, avere i genitori separati. L’omosessualità viene vista come una malattia e i figli si concepiscono solo all’interno di un matrimonio.
Le vacanze all’estero sono un lusso, che non tutti si possono permettere e se hai i nonni che vivono al mare, riesci anche a farti mesi di villeggiatura, se no diventa difficile, almeno che non hai una roulotte.
Le discoteche sono i luoghi preferiti dai ragazzi e la musica in voga è quella di Donna Summer, Bee Gees, Duran Duran e Madonna.
Tra gli artisti italiani più in voga ci sono: Claudio Baglioni, Umberto Tozzi, Matia Bazar.
Chi non ha mai ascoltato questo piccolo grande amore
?
Chi?! Scagli la prima pietra?!
Ritornare indietro, col pensiero, è bello!
Mi vengono i brividi e quando succede, vuol dire che ciò che sto facendo in quel momento, ha un senso, un significato profondo che solo il mio io
più intimo può comprendere.
In quegli anni, per chi come me, viveva il suo periodo adolescenziale, c’era tanta voglia di crescere in fretta e di avere un ragazzo accanto che ti volesse bene e con cui un domani creare una famiglia.
Era impensabile, che la tua prima storia importante sarebbe potuta finire, eh si! Allora, se ti concedevi, era perché ci credevi veramente nella persona con cui eri insieme e non volevi credere assolutamente, di aver sbagliato
.
La verginità, l’intimità e tutto ciò che concerne il sesso erano strettamente legati alla parola amore
.
Andare a letto con qualcuno significava, che te ne eri innamorata.
Ci sono quattro amici dai quattordici ai diciassette anni d’età..
Luca ha sedici anni, è alto, biondo di capelli, magro, carino, i genitori sono liberi professionisti e ha un fratello più grande e una sorella minore.
Michele di diciassette anni, ha un’altezza media, magro, moro, carino, il padre è operaio e la madre un’ ex infermiera in uno degli ospedali più grandi di Milano, ritiratasi dopo diciannove anni, sei mesi e un giorno di servizio, è già in pensione, nonostante abbia solo quarant’anni; Miki
- per gli amici- ha una sorella più piccola di due anni.
Emma ha quattordici anni, altezza media, è castana chiara di capelli, riccia, ha solo la mamma che è operaia e un fratello più grande di un anno.
Il papà è morto, quando lei aveva solo tre anni in un incidente d’auto.
Infine c’è Lucia che ha quindici anni, piccola di statura, è mora ed è figlia di un conosciuto imprenditore edile e di un’impiegata, ha solo una sorella più grande di dieci anni.
Tutti e quattro abitano nello stesso paese, alle porte di una Milano ricca, in continua emancipazione sociale, ma allo stesso tempo un po’ bigotta.
Si conoscono da sempre, tranne Emma che si è appena trasferita da una cittadina vicina al paese, dove vivono attualmente.
Prima abitava coi nonni materni, insieme alla madre e al fratello, ora hanno ottenuto un appartamento, in uno stabile popolare, ma dignitoso.
Il condominio è situato in una delle zone più belle di nord ovest di Milano.
I quattro ragazzi affrontano le prime esperienze adolescenziali insieme.
Non è facile crescere, lo è meno nel periodo dell’adolescenza, perché ci si sente continuamente soli, anche quando non lo si è.
Si ha sempre la sensazione di essere fuori luogo e anche i ragazzi, che all’apparenza appaiono sicuri di sé, hanno mille paure.
Ogni nuova esperienza viene vissuta, come se fosse l’ultima e invece è solo la prima.
Il primo amore, la prima vera amicizia, la delusione di non piacere a chi ci interessa e il corpo che si trasforma e inizia a prendere forma piano, piano..
Si vive come se tutto fosse per sempre, senza rendersi conto che nulla è eterno e da qui, nascono le incomprensioni con se stessi, perché la prima vera lotta la affronti col tuo io e non riesci ad accettarti per come sei.
Vorresti piacere a chiunque e imparerai solo vivendo che è presso che impossibile accettarti intorno ai quattordici anni o giù di lì; è una meta lontana che forse un giorno raggiungerai.
Luca, Michele, Emma e Lucia rappresentano quattro esempi di giovanissimi, alle prese con le prime esperienze d’amore, di sessualità, di amicizia, di scontri coi genitori che avvengono per imporre la loro libertà e poter tornare anche solo un’ora più tardi la sera.
Chi non ha mai litigato col proprio padre per allungare l’orario del copri fuoco?
Negli anni ’80 era ancora più comune, che ciò avvenisse!
Eravamo in un’Italia che si, si stava emancipando, ma non abbastanza e non tutti gli adolescenti potevano uscire ad esempio la sera dopo le 20.00!
Parecchie famiglie del nord Italia erano originarie del sud e quindi le mentalità erano un po’ più ristrette, rispetto a quelle settentrionali.
Terrone
e polentone
erano due termini volgari utilizzati spesso per descrivere la provenienza di una persona e quando avvenivano fidanzamenti, tra un settentrionale e un meridionale, un po’ di scontri c’erano tra le rispettive parentele.
Paragonabili ai matrimoni misti di ora, oserei dire.
Questo libro è una piccola chicca
di ciò che era l’Italia di quell’epoca e vista con gli occhi di quattro adolescenti è ancora più interessante, anzi particolare.
Il racconto inizia, con l’incontro di Emma con gli altri tre ragazzi e prosegue pagina, dopo pagina, descrivendo le varie vicissitudini dei quattro amici, insieme alla rappresentazione delle loro famiglie e dell’ambiente che gira intorno loro.
A volte divertente, altre malinconico, altre disperato come può esserlo l’urlo silenzioso di un giovane.
Feste, discoteche, le prime sigarette così come le prime canne, le prime sbornie, la scuola superiore, gli amori reali e gli innamoramenti platonici che tali resteranno, purtroppo o per fortuna, di tutto e di più.
I quattro non si fanno mancare nulla e con la voglia di aver una vita spericolata
, come cantava Vasco
in quegli anni, ne combinano di tutti i colori, senza rendersi conto, che come dice un famoso detto, sbagliare è umano e persistere è diabolico.
Dalla loro parte c’è comunque la giovinezza e quindi il tempo di recuperare gli eventuali errori commessi.
È questo il bello di quell’età!
Si ha davanti tutto il tempo possibile e immaginabile per vivere, ancora di più di quanto si possa credere!
Capitolo 1
"Nonna non voglio cambiare casa!
Voglio stare qui con te e il nonno.
Mamma e Carlo possono fare a meno di me, non io di te e nonno!"
Emma piangeva, perché sua mamma aveva ottenuto finalmente una casa popolare in una delle zone più belle del nord ovest di Milano e non ne voleva sapere di sradicarsi dalla casa dei nonni.
Tesoro ti ho cresciuta io come una figlia, ma non posso portarti via da tua mamma, non me lo perdonerebbe mai e poi non è giusto!
"Verrò qui tutti i giorni, quando uscirò da scuola perché questa è casa mia!
Io con Carlo non ci vado d’accordo e con mamma non ci parliamo quasi!"
"Mamma ti vuole bene e ha