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Fanciulli Irregolari
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Fanciulli Irregolari

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Cococcia è mio zio e il commissario Lupiero è il mio ‘Amico Superstar!’
Buon sangue non mente. Portate rispetto all’aiuto-detective Alfred Cococcia Junior… anche se ho solo 11 anni! La Pineta del Fanciullo era un incanto: candide scogliere e spiagge caraibiche. Pigra vittima, vivo la spartana colonia estiva come una recluta in caserma. Ecatombe di incidenti? Sembra aleggiare una maledizione! Un’amica cade in una fossa e si frattura un osso, in spiaggia due strani furti, foresta in fiamme e un ustionato in coma, una canoa che si ribalta, sette lavande gastriche, un sabotaggio alle bombole da sub e ci scappa l’annegato… ed è un mio amico! Sento che devo indagare: coalizziamoci e giuriamo insieme, compagni! Come detective leader, vorrei che Liz mi vedesse ora… confesso che mi ha proprio preso, ma in amore mi toccherà assaporare prima quel gusto amaro della rivalità. E io qui, che arrossisco come un pivello… pel di carota!
LanguageItaliano
Release dateAug 17, 2015
ISBN9788868170134
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    Fanciulli Irregolari - Liana Fadda

    Cococcia"

    È partenza per Punta Santa Clara

    È il 29 giugno: siamo tutti pronti davanti ai pullman che ci poteranno al soggiorno estivo. Quattro settimane da trascorrere tutti assieme, al mare. Tre corriere sono parcheggiate in pieno sole, i bagagli sono già a bordo e stiamo aspettando gli ultimi ritardatari. Ancora dieci minuti e l’autobus si avvierà sulla strada del mare. Un’aria di vacanza e di spensieratezza si legge già sui nostri volti. La signorina Thompson ci invita a prendere posto, fa l’appello e poi… via, verso la colonia estiva! Siamo centocinquanta ragazzini tra gli undici e i quattordici anni. Ognuno di noi, per motivi diversi, è stato spedito in vacanza per un mese.

    Negli ultimi giorni di scuola non abbiamo fatto altro che parlarne e pensare a come organizzare il nostro soggiorno. Per me è la prima volta, ma altri sono già stati al campo estivo. Dopo il lunghissimo elenco di presenti e assenti, finalmente si parte per il mare!

    La nostra accompagnatrice, non accontentandosi di contarci per ben tre volte, ci chiede, con tono severo, di prestarle ancora alcuni minuti di attenzione:

    – Ragazzi, da questo momento in poi sono io la vostra referente e la vostra responsabile. In colonia sarò affiancata da altri due educatori, che mi aiuteranno a rendere il vostro soggiorno più piacevole. Come ben sapete, per andare d’accordo con me, dovrete sottostare ad alcune regole basilari: noi adulti rappresentiamo i vostri genitori, vi abbiamo in consegna e di conseguenza tutte le responsabilità sono sulle nostre spalle; se collaborerete sono certa che assieme ci divertiremo moltissimo. Grazie!

    Finito il discorsetto, finalmente possiamo impiegare il nostro tempo come meglio ci pare. Dalle ultime file del pullman qualcuno inizia a cantare, le note arrivano fino all’autista e, in pochi minuti, un coro caotico e stonato grida a squarciagola i motivetti più svariati. Tra risate, burle e canzoni, dopo ben cinque ore di viaggio, l’autobus lascia la strada principale e svolta verso la pineta. La tavola in legno dell’insegna, riporta in rosso la scritta: ‘Colonia di Punta Santa Clara. Proprietà privata’.

    Guardo con curiosità il fitto bosco di conifere che inghiotte i mezzi che ci precedono. I raggi di sole faticano ad aprirsi un varco tra i rami e un profumo di resina mi penetra nelle narici. Ci troviamo nel bel mezzo di una radura, quando la signorina ci invita a scendere:

    – In fila per due, prendete i vostri bagagli e aspettate sotto l’insegna. Siamo arrivati.

    Prendo lo zaino e alzo lo sguardo a fissare un cartello:

    ‘Pineta del Fanciullo’

    Finalmente anch’io vivrò la tanto agognata esperienza. Colonia aspettami… sto arrivando!

    La colonia

    La ‘Pineta del Fanciullo’ è la colonia più nota nella nostra scuola e da diversi anni gli alunni delle medie vi trascorrono i mesi estivi. L’immaginavo come un posto fantastico, da sogno. Finalmente ci sono, mi sento incredulo ed emozionato. Guardo tutt’attorno: gli alberi si aprono in lunghi corridoi naturali, mentre un sentiero sterrato ci conduce a un edificio. La costruzione, a pianta rettangolare, sarà la nostra sede.

    La struttura, composta di due piani sopra quello inferiore, ci apre i battenti. La signorina Thompson ci invita a entrare e ad accomodarci nell’ampio salone di quella che si potrebbe un po’ considerare la hall dell’albergo. Prima di partire, siamo stati suddivisi in gruppetti da sei, la colonia, infatti, è composta delle stanze interne all’edificio rettangolare e da alcuni bungalow esterni, progettati per ospitare fino a sei persone ognuno. Dopo aver preso le chiavi della camera, mi avvio finalmente alla scoperta della stanza: Trovo tutto esattamente come me lo avevano descritto.

    I letti sono tre, a castello; l’armadio ha tre ante e un’enorme cassettiera trova posto lungo la parete vicino alla porta-finestra; infine una scrivania e tre sedie sono incastrate tra i letti. Ogni stanza è provvista poi di bagno con doccia e solo alcune hanno il privilegio di godere di un terrazzo: io sono capitato in una delle stanze fortunate; seguito da due compagni corro verso il balcone e per poco non faccio un capitombolo, inciampando nelle gambe di una sedia di plastica.

    La veduta che si apre ai nostri occhi è straordinaria! La mia stanza è al secondo piano, tra le cime dei pini scorgo una striscia bianca di scogliera e la lingua di sabbia dorata che porta al mare. Respiro a pieni polmoni l’odore della salsedine. Ora la mia vacanza è davvero cominciata!

    – Alfred, sbrigati! – Andrej, un mio compagno di stanza, mi distoglie dal panorama. − Metti a posto la tua roba: tra un’ora abbiamo il raduno, poi esploreremo il posto!

    Stavo già scordandomene, qui sono in vigore le regole della scuola: vacanze sì, ma sotto l’occhio vigile degli insegnanti!

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