La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell'artista.
()
About this ebook
Related to La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell'artista.
Related ebooks
I capolavori Rating: 4 out of 5 stars4/5L'arte di Eduardo. Le forme e i linguaggi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Mondo Decadente del Gattopardo: Sicilia, sicilianità e storia d’Italia nel romanzo e nel film Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cinema di Moretti, da Michele a Nanni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI grandi romanzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVitaliano Brancati: oltre il buio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI Viceré Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel Mondo Della Donna: Conversazioni Femministe (1906) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Autoritratto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTaccuino per satura: Elaborazione e tematiche del quarto libro di Montale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn Ragazzino all'Augusteo: Scritti musicali Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'impoetico mafioso: 105 poeti per la legalità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’impoetico mafioso: 105 poeti per la legalità Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe nostre favole Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutti i racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsProduzione e riproduzione: intertestualità nel cinema e nella multimedialità digitale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl cappotto e Il naso Rating: 4 out of 5 stars4/5Trasformazioni figure della fin de siècle Pater, Symon, Wilde, James, Lee, Wharton, Wetmore Story, Machen Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa prima impresa. Shakespeare in Warburg e Benjamin: Con una lettera di Aby Warburg trascritta e presentata da Claudio Wedepohl Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa parola alta: Sul teatro di Pirandello e D’Annunzio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntologia di Giovanni Pascoli: a cura di Alberto Casadei Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome fumo nell'aria Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRealtà e Sogno. Suggestioni poetiche con Theo Anghelopulos Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa donna che legge: Racconto teatrale in dodici sequenze Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCronache letterarie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria del teatro italiano - Parte I Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOnde lunghe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBuzzati in musica: L'opera italiana nel dopoguerra. Prefazione di Angelo Foletto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl libro delle Trecentonovelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe avventure di Pinocchio Rating: 4 out of 5 stars4/5
Literary Criticism For You
Il Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntichità - La civiltà romana - Letteratura: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 16 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Seicento - Letteratura e teatro (54): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 55 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsParolacce Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTutti i racconti del maestro del brivido Rating: 4 out of 5 stars4/5Delos Science Fiction 215 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDossier Fatima: Tutti i misteri del giallo del XX secolo che la Chiesa ha occultato. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsManuale di sopravvivenza per scrittori esordienti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsScrivere - Manuale di tecnica narrativa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItalo Calvino e il fantastico Rating: 1 out of 5 stars1/5Esercizi di stile Rating: 1 out of 5 stars1/5Scuola di scrittura - Stile e talento Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 229 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsItalian Sword&Sorcery: La via italiana all'heroic fantasy Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XI-XII) - Letteratura e teatro (29): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 29 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDante e l'Islam: L'empireo delle luci Rating: 5 out of 5 stars5/5Dietro la scena del crimine: Morti ammazzati per fiction e per davvero Rating: 5 out of 5 stars5/5La Serietà nel Buffo: il melodramma italiano e l'arte di Gaetano Donizetti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome si scrive un racconto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Settecento - Letteratura e teatro (60): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 61 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAntichità - La civiltà greca - Letteratura: Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 9 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Giocatore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Principe: testo semplificato in italiano corrente Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome si scrive un romance erotico Rating: 5 out of 5 stars5/5Dragon Ball Z “It’s Over 9,000!” Visioni del mondo in collisione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria della letteratura italiana (Edizione con note e nomi aggiornati) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 214 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGli Studi Culturali Rating: 5 out of 5 stars5/5
Reviews for La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell'artista.
0 ratings0 reviews
Book preview
La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell'artista. - Margherita Melara
Margherita Melara
La poetica di Samuel Beckett. Il fallimento dell'artista.
UUID: d4e20d96-22b8-11e6-9a85-0f7870795abd
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
Indice dei contenuti
Dedicato alla mia famiglia
Introduzione
La poetica del fallimento
La letteratura beckettiana: dai personaggi ai suoni delle loro voci
L’impossibilità di comunicare nel linguaggio teatrale
Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
Filmografia
Ringraziamenti
Dedicato alla mia famiglia
Introduzione
[…] è possibile che in Beckett, come in qualsiasi artista, ci sia la consapevolezza che non esiste comunità che non comprenda anche coloro che non ci sono più. Si scrive anche per loro (anzi forse più per loro che per altri).
È una cosa che ha a che fare con la sensibilità di ciascuno di noi, in modo conscio. Ma a un livello più nascosto (a noi stessi), ha piuttosto a che fare con il linguaggio, che è un filo sottile, che nessuno però può spezzare, fra i vivi e i morti. Parliamo ancora la loro lingua (quale che sia, francese o inglese o italiano), se ne facciamo un uso artistico addirittura la lavoriamo, e diamo un po' a tutti loro la possibilità di rivivere.
Gabriele Frasca
L’obiettivo di questo lavoro è focalizzare l’attenzione sulla poetica beckettiana, in particolare dal punto di vista dell’esplorazione del linguaggio attuata dallo scrittore irlandese. Egli, infatti, si è confrontato con ogni mezzo di comunicazione di massa disponibile durante il periodo in cui visse: dalla scrittura con i romanzi e le poesie, al teatro con le rappresentazioni delle pièce, alla radio con i radiodrammi, al cinema, con la sua unica opera intitolata Film [1] (interpretata dalla stella del cinema muto, Buster Keaton) fino alla televisione con i videodrammi: medium che hanno determinato la forma economica e culturale delle società occidentali [2].
All’interno del saggio, si è evidenziato come la sua poetica sia nata dalla consapevolezza dei limiti mostrati dalla tradizione narrativa, in ambito artistico e letterario, nel cogliere l’esperienza umana e raccontarla. In particolare, si tratta della sua incapacità di far entrare nell’arte quella dimensione percettiva, concreta e biologica propria della vita. Per tale motivo, Beckett mira a scarnificare il linguaggio classico: per valorizzare l’aspetto sonoro e ritmico delle parole e indebolire il ruolo primario delle concettualizzazioni linguistiche, spesso formali e distanti dalla comprensione del reale. Al tempo stesso, lo scrittore esprime la condizione dell’uomo occidentale fotografandone i processi mentali, pervasi da quegli stimoli sonori propri del cambiamento percettivo avvenuto, in seguito alla diffusione dei mezzi di comunicazione, durante la seconda guerra mondiale. Dunque, è il soggetto che percepisce [3] quotidianamente questi suoni a essere centrale nell’opera di Beckett. E con il suo lavoro, egli porta in superficie l’essenza del processo mentale dell’uomo nato dalla seconda guerra mondiale, offrendo a chi fruisce delle sue opere la possibilità di guardarsi e riconoscersi in esse. È questo lo spiraglio di luce annidato nei suoi testi, nonostante, a volte, si possano ritenere cupi e privi di speranza.
In particolare, nel primo capitolo, si è cercato di mostrare il processo creativo dell’autore in cui – come lui stesso ha dichiarato –– la tensione verso il silenzio (e dunque al non raccontare l’esperienza umana) avrebbe potuto prevalere su quell’obbligo di esprimere che appartiene all’artista del ‘900, una volta divenuto consapevole della mancanza di un linguaggio in grado di descrivere il reale. Ciò vuol dire che se l’arte ha il compito di raccontare le vicende umane, anche le più terribili come quelle accadute durante la seconda guerra mondiale, deve ricercare dei nuovi moduli narrativi. Tale percorso non è affatto semplice e implica, per sua natura, il fallimento nel tentativo di individuare un nuovo linguaggio.
Nel secondo capitolo, si è voluta indicare la presenza di tale ricerca nell’ambito della produzione letteraria di Beckett. In particolare, si è citata la trilogia Molloy, Malone muore e L’Innominabile [4], dove la poetica del fallimento prende forma attraverso la conformazione dei personaggi e delle loro storie. Con essa, lo scrittore ha avviato una graduale destrutturazione narrativa che va di pari passo con quella fisica dei protagonisti. Qui, si ravvisa quel lavoro di riduzione degli elementi della struttura narrativa lineare, insieme a un’ironica derisione del testo linguistico, per risaltarne i limiti espressivi. Ad esempio, in Molloy è il corpo del protagonista a identificare questo processo di riduzione, attraverso il venir meno delle sue funzioni vitali e della capacità di interpretare gli stimoli provenienti dal mondo esterno. Dunque il pensiero razionale non basta più per comprendere il mondo circostante, come la logica della parola che non può più mettere ordine a questo caos percettivo evidente anche in Malone muore, il secondo romanzo, in cui sembrano anticipati alcuni elementi che si ritroveranno nel teatro beckettiano: l’attesa e la consapevolezza dei personaggi di trovarsi all’interno di una storia. Qui le vicende narrate da Malone si sovrappongono a quelle raccontate da Beckett, quasi a identificare una dichiarazione dello scrittore irlandese nello scivolare da autore a personaggio e viceversa. Nell’ultimo romanzo della Trilogia, L’Innominabile, la poetica beckettiana sembra prendere quella direzione che definirà le opere successive: i suoni e i silenzi diventano preponderanti sugli elementi narrativi del romanzo tradizionale, conferendo al ritmo una rilevanza fondamentale.
Nell’ultimo capitolo, si è tentato di rintracciare la poetica beckettiana nell’ambito della produzione teatrale soffermando l’attenzione su tre pièce, forse le più significative: Aspettando Godot, Finale di partita e Giorni Felici [5]. Esse sono accomunate dal sembrare prive di significato ma, a dire il vero, in queste sono presenti delle norme precise al fine di rendere evidente l’incapacità di comunicare tra i personaggi e l’assenza di senso tra pensiero e azione. Riguardo alla prima pièce, se è vero che a essere centrale è il tema dell’attesa, è vero anche che il lavoro ritmico apportato da Beckett sul testo è preponderante rispetto al riconoscimento di eventuali interpretazioni simboliche. La sua attenzione per un genere teatrale basso
, appartenente alle comiche del varietà, evidenzia notevolmente il rifiuto dello scrittore verso le concettualizzazioni significanti e la riscoperta dell’azione fisica, della sua concretezza biologica lontana da definizioni linguistiche e di forma. È dunque il ritmo a sottendere quest’opera, ed è da questo che bisogna partire per poterne apprezzare l’intento comunicativo. Con l’analisi relativa al secondo testo teatrale, Finale di partita, non si è cercato di comprendere quali possibili messaggi vi fossero al suo interno ma, piuttosto, si è voluta rilevare proprio la mancanza di senso che si respira dentro la pièce e l’intento dell’autore di svelarne la struttura narrativa, quasi a voler rendere partecipe lo spettatore del processo di costruzione dell’opera. Ma è nell’ultima opera teatrale, Giorni Felici, che Beckett sperimenta l’essenza comunicativa del mezzo. Difatti, in essa risuona la potenza comunicativa delle immagini in contrapposizione con le parole pronunciate dalla protagonista nel suo monologo.
Colpisce come la poetica di Beckett, fondata sul fallimento, vada di pari passo con i suoi personaggi e con le loro vite. Questi conoscendo la loro condizione di inconsistenza fisica e mentale, che li