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Leggende Metropolitane: Una raccolta di oltre 100 racconti, tra leggende metropolitane e creepypasta
Leggende Metropolitane: Una raccolta di oltre 100 racconti, tra leggende metropolitane e creepypasta
Leggende Metropolitane: Una raccolta di oltre 100 racconti, tra leggende metropolitane e creepypasta
Ebook215 pages1 hour

Leggende Metropolitane: Una raccolta di oltre 100 racconti, tra leggende metropolitane e creepypasta

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About this ebook

Leggende Metropolitane è una raccolta di oltre 100 racconti tra leggende metropolitane e creepypasta.
In questo libro le varie storie, che si presentano come dei brevi racconti, organizzati in capitoli, sono state suddivise in: Tipiche leggende; Mistero e paranormale; Leggende italiane; Leggende giapponesi; Bambole e quadri; Pazzia, psicopatici e ospedali psichiatrici; Internet, video e videogiochi.
Questo libro è ottimo per chi è interessato alle leggende e alle creepypasta, infatti ne costituisce una comoda raccolta. Ma lo è anche per tutti coloro che sono interessati al genere fantasy, horror, “creepy”, al paranormale e così via.
Comunque, non tutti i racconti sono degli “horror”. È semplicemente un’ottima e comoda raccolta di leggende, racconti da leggere per intrattenimento, da soli o magari con gli amici, di notte, davanti a un bel focolare!
LanguageItaliano
Release dateMay 30, 2016
ISBN9786050448689
Leggende Metropolitane: Una raccolta di oltre 100 racconti, tra leggende metropolitane e creepypasta

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    Book preview

    Leggende Metropolitane - S. Pelleriti

    Tipiche leggende

    La tomba maledetta.

    Esistono molte varianti di questa storia, e qui ne vediamo due.

    Alcune ragazze erano andate a dormire in casa di un'amica durante un'assenza dei suoi genitori. Dopo avere spento le luci, cominciarono a parlare della recente sepoltura di un vecchio nel cimitero poco lontano. Si diceva che l'uomo fosse stato sepolto vivo e che qualcuno lo avesse sentito raspare nel tentativo di uscire. Una ragazza rise della storia, così le altre la sfidarono a uscire e andare sulla tomba di quell'uomo. Per provare di essere davvero andata, avrebbe dovuto piantare un paletto nella terra sopra la tomba. Mandarono così fuori l'amica e spensero le luci, aspettandosi di rivederla pochi minuti dopo. Ma trascorse un'ora e, poi un'altra, senza che ci fosse alcun segno della ragazza. Le altre restarono sveglie, sempre più terrorizzate a mano a mano che passava il tempo. Giunse il mattino, e la loro amica ancora non era tornata. Più tardi, i genitori arrivarono a casa, e tutti insieme andarono al cimitero. Trovarono la ragazza stesa sulla tomba, morta. Quando si era chinata per piantare il paletto di legno nel terreno, lo aveva inavvertitamente conficcato anche nell'orlo della sua gonna. Quando aveva cercato di rialzarsi in piedi, e non ci era riuscita, aveva pensato che il morto l'avesse afferrata, ed era morta all'istante di paura.

    Adesso l’altra versione:

    Un gruppo di uomini all’osteria passano la serata a giocare a poker. A un certo punto qualcuno comincia a raccontare delle storie con elementi paurosi e fantastici, capitategli personalmente. Nessuno gli crede, tutti sono convinti che stia raccontando frottole e ridacchiano. Uno dei presenti inizia a narrare di un fatto vicino, di un fantasma che vaga nel cimitero locale oppure di una tomba maledetta perché sembra vi sia sepolto un peccatore o una strega. Nasce una discussione su chi di loro sia più coraggioso e abbia il coraggio di entrare là dentro di notte. Un ragazzo accetta la sfida. Infila il suo lungo mantello, perché la notte è fredda. Accompagnato dai compari, che lo attendono fuori, entra nel cimitero e sparisce alla vista degli altri. Risoluto, si avvicina alla tomba. Per provare di essere davvero entrato deve piantare un paletto sulla tomba incriminata. Prende il legno e, nonostante la serata sia buia e senza luna, riesce a porlo in verticale sul tumulo. La terra dovrebbe tremare o il fantasma dovrebbe urlare per il dolore. Non accade nulla. L’uomo sorride di fronte all’ingenuità dei suoi amici e si prepara a uscire vittorioso dal cimitero. Fa un passo per allontanarsi dalla tomba ma sente che non può farlo. Qualcosa sta trattenendo il suo mantello, impedendogli di spostarsi più di un metro. Qualcosa. L’uomo suda freddo. Ha capito che il suo gesto non è passato inosservato, che Qualcosa, dalle profondità della terra, sta reclamandolo laggiù per punirlo. Un gufo lancia il suo verso cupo. La paura è troppo forte. L’uomo urla e si accascia a terra, morto per lo spavento. 

    I compagni sentono l’urlo angosciato e si ritraggono spaventati dal cimitero. Sono passati pochi minuti da quando l’uomo è entrato e solo qualcosa di terribile (forse il fantasma) può averlo spinto a gridare con terrore. Due suoi amici prendono coraggio e decidono di andare a vedere cosa sia successo. Entrano nel cimitero. Camminano nel buio facendosi coraggio a vicenda. Poi vedono qualcosa di chiaro per terra, vicino alla tomba maledetta. Si avvicinano e scoprono che il biancore che hanno notato poco prima sono i capelli dell’amico. L’uomo è morto di paura e i suoi capelli sono diventati completamente canuti. Ironia della sorte, nessun fantasma o essere maledetto ha provocato la morte del coraggioso. Semplicemente, un lembo del mantello è rimasto impigliato nel paletto che l’uomo ha piantato sulla tomba. E, trattenuto, egli ha pensato che la maledizione si fosse compiuta.

    Battiti sulla macchina…

    Una giovane coppia stava andando verso un promontorio sul mare per potersi appartare; era ormai notte fonda, quando, al momento di ripartire, la loro macchina rimane senza benzina. Il ragazzo tranquillizza la sua compagna, dicendo che andrà fuori a cercare una stazione di servizio, che ha visto a circa un miglio di distanza; le raccomanda di non uscire dalla macchina per nessun motivo; quando lui sarà di ritorno, busserà tre volte sullo sportello. Dopo circa un'ora di attesa, la ragazza comincia a sentir battere sulla macchina, e non capisce se è il suo ragazzo. Aspetta ancora e sente ancora battere, è sul punto di aprire la porta, quando sente altri battiti. Comincia ad essere sospettosa e si sentono ancora battiti e battiti. La ragazza incomincia ad agitarsi e ad essere spaventata, e si nasconde tra i sedili posteriori della macchina. I battiti continuano, e lei cerca di convincersi che sia solo un albero. Aspetta finché i battiti non cessano, e poi si addormenta. Al momento del risveglio, sentì un forte bussare sulla macchina. Aprì gli occhi e vide un poliziotto, che la invitava a scendere e a camminare in avanti senza guardarsi indietro. Inizialmente seguì le indicazioni, ma poi si voltò improvvisamente… vide il corpo del suo ragazzo che pendeva impiccato proprio sopra la macchina, e che grondava sangue provocando dei battiti sulla macchina.

    L’ostia.

    Una signora anziana polemicamente miscredente, dopo una discussione su argomenti di fede con le amiche con le quali si riunisce di tanto in tanto, si reca in Chiesa per ascoltare la Messa e dimostrare, una volta per tutte, che quell'ostia altro non è che un pezzo di pane azzimo.

    Ricevutala dal sacerdote, anziché mandarla giù la nasconde tra i vestiti e la porta a casa. Convocate le amiche in cucina, le invita ad assistere al prodigio: estrae la particola e la getta, sotto gli occhi esterrefatti e scandalizzati delle compagne, in una pentola piena d'olio bollente che aveva preparato.

    La particola magicamente si trasforma in un pezzetto di carne che gronda sangue. Le amiche, scandalizzate, scappano, mentre la signora muore d'infarto e non viene seppellita in cimitero perché riconosciuta blasfema e sacrilega.

    L’abito da ballo.

    Un giorno una ragazza venne invitata ad un ballo da un giovane. Purtroppo, però, era molto povera e non poteva permettersi un abito elegante per l'occasione.

    Magari ne puoi noleggiare uno, le suggerì sua madre. La giovane decise, così, di andare a cercare il vestito che le serviva in un banco dei pegni poco distante da casa sua. Qui trovò un abito di satin bianco della sua taglia. Le stava benissimo e, fortunatamente, riuscì a noleggiarlo a poco.

    La sera del ballo era così bella che tutti volevano conoscerla. Ballò a lungo, divertendosi tantissimo. Poi, però, cominciò a sentirsi svenire, così chiese al ragazzo di riaccompagnarla a casa. Forse ho ballato troppo, gli disse.

    Una volta a casa si coricò nel letto, dove la madre la trovò morta il mattino seguente. Il dottore non riuscì a capire la causa del decesso, così chiese al coroner di eseguire l'autopsia sul corpo della ragazza. Si scoprì che la giovane era morta a causa di un fluido imbalsamatore che le aveva progressivamente bloccato la circolazione sanguigna. Tracce del fluido furono rinvenute sull'abito di satin bianco che aveva indossato la sera prima. Per questo motivo il coroner concluse che il veleno doveva essere entrato in circolo mentre la ragazza ballava.

    Il proprietario del banco dei pegni rivelò di aver acquistato l'abito dall'assistente di un becchino, che l'aveva sottratto a un'altra ragazza prima che fosse sepolta con indosso proprio quell'abito.

    Apri gli occhi.

    Si racconta che una ragazza di nome Lory, molto presto dovette ricredersi circa il suo scetticismo.

    Era una sera come tante e la ragazza armeggiava con una barchetta in miniatura quando, ad un certo punto, le sfuggì di mano e le cadde per terra, rompendosi in 3 pezzi. Il modellino le era stato regalato dal padre, a cui era molto affezionata, e così, armandosi di super colla, decise di aggiustarla. 

    Dopo un po’ di tempo, suonarono al campanello; Lory posò il flacone di colla su una mensola in cucina, che stava accanto al frigorifero, e andò alla porta: erano le sue amiche, che si erano auto invitate per organizzare una cena in casa a sua insaputa. Ad ogni modo la ragazza non si oppose e dopo aver finito di cenare, una delle sue amiche tirò fuori una strana variante dei biscotti della fortuna: i biscotti della sfortuna.

    Lory, che era la più scettica del gruppo, canzonò l’amica e dopo che ognuna di loro prese un biscotto, lessero il biglietto.

    Arrivato il suo turno, la ragazza lesse ad alta voce il suo, più scettica e sprezzante che mai.

    Apri gli occhi

    Lory non credeva nel destino, nell’oroscopo, nella fortuna e tantomeno nella sfortuna.

    Al momento quindi, quella frase le sembrò irritante e stupida. Molto stupida.

    Non ci diede peso e quando le amiche andarono via, Lory andò a dormire; ma c’era troppo buio.

    Il buio. L’unica cosa che davvero la terrorizzava: nella sua mente, ogni minimo angolo scuro era popolato da qualsiasi obbrobrio vivente e non, che la mente umana potesse creare.

    Così decise di andare a guardare la tv. 

    Si fece tardi, ed i suoi occhi iniziarono a lacrimare; andò in bagno per guardarsi allo specchio e li vide rossi, che lacrimavano copiosamente, come se fossero irritati. Non ci vide quasi più e pensò di metterci del collirio per alleviare il bruciore, che si faceva sempre più intenso.

    Teneva tutti i farmaci su una mensola in cucina vicino al frigorifero e dopo essersi recata là, cercò a tentoni il flaconcino. Lo trovò, mise 2 gocce per occhio e, sempre a tentoni, si diresse in camera da letto.

    Si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi.

    Dal quel momento in poi, Lory non riuscì ad aprirli mai più: il liquido agì fin troppo in profondità.

    Quel buio che tanto le faceva paura, abitato da creature orrende, quel buio era diventata la sua casa. Lory fu trovata morta il giorno dopo nel suo letto, si presume che sia morta di paura.

    La sfortuna, da quel giorno, diventò la governante del suo castello di incubi, per l’eternità.

    Prestate attenzione, quando fate il bagno in un lago.

    Da qualche parte, in Asia, una bellissima donna amava farsi il bagno in uno strano lago, nuotandovi per ore. Un bel giorno

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