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Centoquarantasette
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Ebook37 pages30 minutes

Centoquarantasette

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C’è un circolo del biliardo a Cagliari che è un microcosmo tutto da studiare. C’è un uomo musone e vendicativo, un cacciaballe professionista e una memorabile sfida a biliardo inglese che degenererà in un massacro. E c’è una notte, in cui tutti i nodi vengono al pettine, i segreti si sgretolano e un uomo chiamato Culodilegno ritornerà ad indossare il suo vero nome come un sudario. E tutto per colpa del numero 147.

LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2011
ISBN9788897543053
Centoquarantasette

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    Centoquarantasette - Vincenzo Saldì

    Thoma

    1

    Il punteggio massimo che si può ottenere in una partita di snooker, il biliardo inglese, quello con la mezzaluna che sembra un campo di calcio, è di 147 punti. Imbucando tutte e 15 le palle rosse seguite da una nera, e poi tutte le biglie colorate da quella col valore più basso a quella più alta, gialla verde marrone blu rosa e nera, la somma dei punti ottenuti sarà 147. Il risultato perfetto.

    Marcellino lo chiamavano così perché era piccolo di statura. Superava il metro e cinquantacinque, ma solo perché gliel’avevano scritto nella carta d’identità. Prima di cambiargli soprannome, quelli del circolo del biliardo, lo chiamavano Su Professori. Non che insegnasse, ma ogni tanto se ne usciva con una delle sue, cose allucinanti tipo che il serpente a sonagli ha due emipeni, o che il leone marino per accoppiarsi si finge femmina, oppure che nel pene del cane e pure in quello del gatto c’è un osso. Cose così, dette a volte per riempire il silenzio tra un colpo di stecca e l’altro. Poi, una sera, aveva aspettato che ci fossero tutti, li aveva raccolti attorno al tavolo da snooker e aveva detto: – Carissimi, ho fatto il mio primo 147. Tutti si erano guardati tra di loro, non sapendo se ridere o se prenderlo sul serio (per verificare se il cane avesse un osso nel cazzo erano andati a chiederlo alla figlia di Marietto, che studiava veterinaria a Sassari). Così Culodilegno, che poi era sempre stato l’antagonista di Marcellino Su Professori, aveva chiesto:

    – E contro chi hai giocato?

    E Su Professori:

    – Da solo.

    Allora tutti erano scoppiati a ridere e Marcellino non si era fatto vedere al circolo del biliardo per una settimana. Di solito una settimana serviva a sistemare ogni cosa al circolo del biliardo. Anche quella volta che Marcellino e Marietto si erano menati tanto da far arrivare il centodiciotto ed i carabinieri, dopo una settimana le cose tra loro due si erano aggiustate con una simbolica sambuca con la mosca offerta reciprocamente.

    Così sette giorni dopo Marcellino Su Professori era rientrato al circolo del biliardo come se nulla fosse, con la stecca sotto braccio, due metà conservate nella valigetta di rovere, e li aveva salutati mentre erano tutti con gli occhi incollati davanti al 40 pollici appeso al muro e sempre in procinto di cadere. La combriccola stava guardando una videocassetta. Era un cinese che giocava a snooker. E giocava bene. E alla fine era scattato l’applauso quando aveva messo dentro per ultima

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