I ragazzi di Egham 78' crescono : l'avventura di Dundee
Di Antonio Bova
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I ragazzi di Egham 78' crescono - Antonio Bova
Bova
CAPITOLO 1
Ritorno a casa : duro ritorno alla realta’
Casa dolce casa
– queste parole riecheggiarono non per molto ; la malinconia prese il sopravvento sulla gioia di riabbracciare i propri cari e gia’ dopo poche ore sembrava a tutti impossibile che all’indomani ognuno si sarebbe risvegliato in un altro letto , senza avere nella propria camera l’amico di sempre , l’amico del cuore con cui condividere gioie , dolori ed emozioni di una vacanza diventata ormai leggenda .
In cuor loro , molti di loro sapevano che forse non si sarebbero mai piu’ rivisti anche se la vita , talvolta , propone situazioni che mai avremmo pensato che si sarebbero mai potute svolgere .
Antonio , invece , era certo che avrebbe rivisto Ugo e Filippo nonche’ l’amico Renato che , come sappiamo , non era tornato con loro a Napoli e la sua non era un’effimera sensazione ma era la consapevolezza che i quattro avevano condiviso tanto in quei ventuno giorni magari qualcuno avrebbe potuto dire troppo ma – sicuramente – non c’e’ mai fine al troppo .
I quattro , come del resto gia’ sappiamo , si erano uniti proprio perche’ si completavano visceralmente l’un con l’altro ed ognuno di loro si intersecava visceralmente con gli altri tre si da formare un corpo unico , un fabbricato di granito che mai puo’ essere scalfito da chicchessia .
Antonio , la sera del ritorno , ceno’frugalmente con le cose buone
, cucinate dalla mamma , che tanto aveva desiderato quando stava in Inghilterra ma le sue papille gustative non assaporavano gli alimenti poiche’ li’ era solo il corpo ma la mente era rimasta ad Egham ; Rivedro’ mai le ragazze e quando e quali ?
, era il ritornello che aveva in mente e che non smetteva di risuonare nella sua testa , E Marta , la dolce Marta ?
.
Ma , ad un certo punto , la stanchezza prese il sopravvento e anche gli occhi si socchiusero lasciando dispersa la risposta a quelle domande ,
Filippo ed Ugo furono prelevati dall’auto del padre di Filippo , che prima accompagno’ Ugo nella sua villetta di via Manzoni e poi torno’ a casa con il proprio figliolo .
Ugo , nobile cavaliere ottocentesco , si addormento’ con il sorriso e gli occhi verdi di Mary Francavilla stampati sulla fronte e gia’ meditava di poterla mai rivedere ; mentre Filippo , un po’ piu’ prosaico o forse solo piu’ realista , pensava alla dolce Antonella ma anche a cio’ che avrebbe fatto l’anno successivo a scuola .
E Renato ? Beh , Renato era rimasto – come sappiamo – a Sperlonga con i genitori e non aveva poi molto tempo per pensare al tempo che fu , tutto preso nella sua attivita’ di gran play-boy ma – e non ho motivo di dubitare – che anche lui non vedeva l’ora di poter rivedere Marina , l’unica ragazza che mai gli aveva tenuto testa , orgogliosa e piena di se’ ma tutta di un pezzo e , forse – poiche’ Renato non ama essere sottomesso – sapeva che Antonio sarebbe stato fondamentale per rivedere Marina grazie alla sua struggente passione per la dolce Marta , sua sorella .
Chissa’ se anche le ragazze pensavano ai napoletani ma , anche se cosi’ non era , ai quattro giovani piaceva l’idea di essere pensati intensamente ; si sa , a 14-15 anni sembra tutto facile ed ogni avventura sembra la piu’ bella ed importante della vita , unica ed irripetibile nel suo essere particolare .
Poi , passano i mesi , gli anni , i decenni e quasi non ci si ricorda piu’ degli episodi della fanciullezza , degli amori giovanili e delle persone in cui ci siamo imbattuti nella strada percorsa .
Andiamo di fretta , troppo in fretta , la vita e’ breve ma noi la rendiamo ancor piu’ breve di quello che gia’ sia e non ci rendiamo conto che ci dovremmo un po’ fermare per valutare le situazioni , le persone ed i nostri sbagli .
Fermarsi per riflettere e’ fondamentale , ma se non ci fosse quel muscolo esplosivo nella cassa toracica , che si chiama cuore , sarebbe tutto noioso , tutto piatto , tutto stiracchiato verso il nulla , verso un qualcosa d’intangibile e forse di etereo che poche persone possono permettersi di raggiungere in vita : IL SALE DELLA VITA SONO LE EMOZIONI .
Ed in quanto ad emozioni , i nostri quattro erano gonfi come i pavoni quando fanno la ruota ; pulsavano vita per ogni stilla di sudore .
Il giorno dopo , quel 12 agosto 1978 , per tutti sarebbe stato solo l’ennesimo giorno di quella calda estate , ma per quei quattro simpatici bastardi sarebbe stato solo il primo giorno di una nuova era .
CAPITOLO 2
Alla ricerca perduta di Marta : Antonio ebbe l’idea di andare a Grottaferrata
In attesa del ritorno di Renato dalle vacanze con la famiglia , Antonio , Ugo e Filippo continuarono a frequentarsi per tutto agosto ; qualche volta andavano al cinema , tal’altra bighellonavano e magari andavano in sala giochi oppure a prendere un frappe’ da Mexico
ma il piu’ delle volte si riunivano a via Manzoni a casa di Ugo .
L’ amletico Ugo , fino a quel momento , non era certo stato baciato dalla fortuna nella sua ancora giovane esistenza ; e’ vero che era ricco e viveva in una specie di villa condominiale in cui vi erano poche altre famiglie , i Iacono con i due figli : la splendida Cristiana ed il simpatico Federico ; ed i Marchi con il figliolo , il biondissimo Marco coetaneo dei nostri amici , mese piu’ mese meno .
Ma aveva perso la mamma quando era piccolo ed insieme al fratello piu’ grande , Massimo , viveva in maniera molto indipendente ma anche senza calore perche’ il Professor De Iorio , il padre , si era risposato e la seconda moglie dava tutte le sue attenzioni al bambino che era nato da quella unione tralasciando ed abbandonando letteralmente i due ragazzi che il padre di Ugo aveva avuto dal precedente matrimonio .
Comunque , in attesa di Ronnie
i nostri tre amici continuavano a frequentarsi ed un bel giorno Antonio , che aveva un desiderio ardente di risentire la voce della sua Marta , mentre stavano sul Vomero disse :Ragazzi , poco distante vi e’ la sede della SIP dove si possono fare le telefonate in teleselezione , andiamo , che voglio provare a chiamare Marta e Marina
.
I giovani entrarono nella SIP di via Bernini e chiesero una cabina libera ; di li a pochi istanti , entrarono nella cabina indicata dall’addetto ed Antonio incomincio’ a ruotare i dischetti numerati di quei vecchi telefoni che allora si usavano ; Pronto , chi e’ Marta o Marina
– No sono la mamma , chi devo dire ?
– Antonio da Napoli , ci siamo conosciuti in Inghilterra , signora
– aggiunse il timoroso Antonio .
Subito dopo una voce giovanile con spiccato accento romanesco pronunzio’ dall’altro capo del filo queste parole : Ciao papa’ , come stai ?
– e distintamente si sentiva la voce della mamma che da lontano diceva : Marta , non e’ papa’ ma sono quei ragazzi napoletani
. ( ma come ben sappiamo papa’ era il soprannome di Antonio , e , quindi , era tutto normale ).
I 5 minuti della telefonata – anche per non spendere molto – sembrarono ancora piu’ brevi ed Antonio quasi non riusciva a proferire parola anche perche’ emozionatissimo nel risentire l’angelica voce di Marta .
Ma Antonio riusci’ , comunque , a captare l’invito da parte delle ragazze a trascorrere qualche giornata sui Castelli Romani , a Grottaferrata all’inizio di settembre prima dell’inizio del nuovo anno scolastico e l’entusiasmo era alle stelle e Antonio non vedeva l’ora di parlarne con Renato e Ugo e Filippo faticavano a trattenerlo e tutto era molto bello ed ancora piu’ bello sarebbe stato per Antonio se il sogno Marta
si fosse tramutato in una realta’ .
Beata giovinezza con tanti sogni ed aspirazioni ; hai un unico difetto sei troppo breve e nel corso dell’esistenza sei un puntino troppo piccolo come una piccola zattera che va alla deriva nel procelloso oceano e , cosi’ come questa , solo se hai fortuna ti fara’ realizzare i tuoi sogni e le tue aspirazioni , altrimenti sprofonderai negli abissi per non riemergere mai piu’ e ti rimarranno solo gli appetiti di cio’ che mai fu il tuo frugale pasto !!!
Dopo pochi giorni , Renato torno’ dalle vacanze ed aveva una gran voglia di rivedere i 3 amici ; poi , quando seppe della pazza idea di andare a Grottaferrata per ritrovare le amiche di Egham subito impazzi’ di gioia ma la cosa piu’ importante per lui era poter rivedere e riabbracciare la sua
per sempre Marina .
Dopo un paio di giorni , Antonio , Renato ed Ugo presero il treno per Roma ; Filippo all’ultimo momento diede forfait e fu chiamato il bel tenebroso
Luigi Caretti , che non se lo fece ripetere due volte poiche’ avrebbe potuto riabbracciare il suo amore di Egham : Anna Caracci .
Nel 1979 non esistevano gli Eurostar e . per andare a Roma , i treni piu’ veloci che si potevano prendere erano gli Intercity o gli Espresso che , pero’ , ci impiegavano poco meno di tre ore ; i nostri , di buon ora , presero allora un’Intercity e incominciarono il loro viaggio e – bisogna dire – le tre ore trascorsero molto ma molto velocemente tra chiacchiere e grandi attese per quella appendice di vacanza abbastanza sorprendente .
Quando i nostri giunsero a Roma Termini , incominciarono a percorrere con passo svelto e sicuro , la piattaforma del binario dove era arrivato il loro treno e , dopo poco , ecco due giovani ragazze correre a rotta di collo incontro a loro driblando alla grande i viaggiatori che erano scesi da codesto treno : erano Marta e Anna Caracci .
Baci , abbracci e commozione la facevano da padroni e di li’ a poco le due furono raggiunte dall’algida Marina che era accompagnata dalla signora Licia , mamma delle Marini e dalla signora Franca Caracci e via altri baci , altri abbracci e le dovute presentazioni e poi tutti quanti s’incamminarono verso il parcheggio dove erano le auto in cui sarebbero saliti per la destinazione Grottaferrata .
Adesso , i miei lettori penseranno che io voglia descrivere minuziosamente questi tre giorni di Vacanze romane
dei giovani napoletani , ma non e’ quel che faro’ ; a me interessa , soprattutto , descrivere gli stati d’animo e la psicologia di quei ragazzi e solo sullo sfondo ci potrebbero essere gli episodi avenuti in quei giorni , peraltro cosi’ lontani nel tempo ed avvolti in un alone di nebbia avvolto nel mistero .
La villa di Marta e Marina , a Grottaferrata , era quanto di piu’ bello e spettacolare ho visto nella mia vetusta esistenza ; 2 piani , arredati in maniera classica e rustica allo stesso tempo , al piano di sopra vi erano le camere da letto e i bagni mentre al piano terra c’era un ampio ambiente con salone , cucina e spazio per la televisione ; poi c’era un’ ambiente sotto terra ma non era una cantina ma una vera e propria tavernetta e via con la filodiffusione in tutta la casa .
All’esterno , poi , vi era un vero e proprio parco con statue e soppellettili classici e tante auto ( ne contammo almeno quattro ) tutte rigorosamente della marca Ford ; dopo , ci fu svelato l’arcano : il papa’ di Marta e Marina , il signor Antonio , era il proprietario della piu’ grande concessionaria d’auto Ford del Lazio .
Ma i nostri baldi giovani non avrebbero dormito li’ , anche se il posto ci sarebbe stato tutto e penso non per quattro ma per quaranta ragazzi ; infatti , di li’ a poco salirono in auto e giunsero a Rocca di Papa dove la mamma di Anna aveva una specie di appartamento ( se lo si puo’ chiamare cosi’) in cui probabilmente ospitava amici e parenti all’occorrenza .
E cosi’ ando’ : insomma si passo’ dalle stelle alle stalle ma tant’e’ i nostri erano ragazzi accomodanti e tanta era la voglia di stare insieme e soprattutto di stare insieme alle ragazze , che poi non ci fecero un gran caso .
Invece , a pranzo e cena , i Marini ed i Caracci avevano organizzato cose diverse cosi’ da mettere a proprio agio e da far divertire i giovani napoletani .
I tre giorni di quella breve vacanza furono troppo brevi ma intensissimi ed Antonio riusci’ a capire quello che aveva paura di comprendere : cioe’ che si era veramente innamorato di Marta .
Conoscere i castelli romani , tra Grottaferrata , Rocca di Papa , Marino e Frascati fu un’esperienza indimenticabile e come ci si puo’ dimenticare del gelato gustato sul corso di Frascati e il ritorno a piedi ( erano circa 3-4 Km ) da Frascati a Grottaferrata e la corsa di Antonio con accanto l’unica persona che tento’ di seguirlo che non poteva essere che Marta .
Non so se la ragazza avesse un debole per il giovane napoletano oppure era solo il suo brioso modo di fare a far immaginare fantasticherie alla mente di Antonio , ma certo era che in quei momenti al ragazzo sembrava veramente di essere in paradiso .
Ed in quel mentre di celestiale poesia , ecco che la ruvida ma simpatica voce del rosso Renato non riporto’tutti sulla terra : Guaglio’ , fermatevi che non c’e’ la faccio chiu
.
E poi , la sera la grande tavolata con adulti e ragazzi e tutto era bellissimo e grandissimo ed era imperniato sulle alacri battute di Renato , vero istrione della serata mentre in televisione scorrevano le immagini della I puntata dello sceneggiato Radici
e cambiando canale alzandosi e avvicinandosi al televisore perche’ non c’era allora il telecomando per fare zapping , ecco comparire uno spettacolo musicale che aveva come protagonisti il gruppo dei Boney M che andava per la maggiore in quel periodo .
E poi , quando i ragazzi andarono al cinema a vedere un film sulla Formula 1 e lo sciocco e nostalgico Antonio , invece di seguire fedelmente la sua Marta ecco che rimase a casa con la signora Licia perche’ trasmettevano in televisione la partita di Coppa Uefa – Torpedo Mosca – Napoli .
I nostri , poi , con le auto di Licia e Franca ecco che fecero una bella gita al complesso dell’ EUR a Roma , che era stato costruito pochi anni prima ; il laghetto , i cigni , le paperelle , le giostre con scivoli e altalene era tutto molto bello ma ad Antonio l’unica cosa importante era solo che ci fosse Marta e guardarla e starle vicino era emozionante e valeva veramente