Conoscere la LOGISTICA - Ambito Nautico: Articolazioni Conduzione del Mezzo, Costruzione del Mezzo. Opzioni Conduzione del Mezzo Navale, Conduzione di Apparati e Impianti Marittimi, Costruzioni Navali - con esercizi
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Il volume “Conoscere la LOGISTICA ambito nautico” è costituito da 10 moduli formativi e 31 unità didattiche organizzate in una parte introduttiva, una parte generale e una parte specifica relativa agli aspetti che più caratterizzano la logistica in ambito nautico.
La parte introduttiva (unità didattiche da 1 a 4) presenta l’origine e l’evoluzione della logistica e il campo di applicazione della stessa, mettendo in risalto la trasversalità tipica della materia intesa non soltanto come il puro trasferimento fisico dei beni da un luogo a un altro, ma come l’organizzazione e la gestione di un insieme integrato di flussi, la parte introduttiva termina esponendo il concetto di approccio per processi e il funzionamento dei sistemi di gestione per la qualità.
La parte generale (unità didattiche da 5 a 15) mette a confronto le diverse tipologie di trasporto in ottica di intermodalità, introduce il concetto di unità di carico e le tecniche di caricamento e movimentazione in sicurezza del carico, descrive tutte le infrastrutture attualmente a disposizione della logistica, i ruoli, le competenze e le responsabilità delle diverse figure professionali che le gestiscono o ne utilizzano i servizi, presenta gli aspetti giuridici nazionali, comunitari e internazionali, nonché gli aspetti amministrativi e assicurativi che regolano la gestione in sicurezza del trasporto e la distribuzione delle merci anche pericolose, compresa la documentazione, i modelli e le procedure utilizzate nella pratica quotidiana.
La parte specifica (unità didattiche da 16 a 31) identifica e descrive la struttura e le funzioni dei principali componenti che costituiscono il mezzo navale, nonché le tecniche di gestione e programmazione della manutenzione dello stesso, presenta le caratteristiche delle diverse tipologie di navi mercantili e le tecniche che riguardano, nel rispetto delle normative internazionali e sulla sicurezza, il carico, lo scarico, lo stivaggio, l’imbarco e lo sbarco sia delle merci sia dei passeggeri, descrive i concetti fondamentali che regolano la stabilità e l’assetto della nave, nonché l’assegnazione del bordo libero, mette a confronto le diverse tipologie di trasporto marittimo in ottica di pianificazione della traversata, descrive i mezzi per la movimentazione delle merci in banchina e nei piazzali, la parte si conclude con lo studio dei differenti sistemi produttivi, degli aspetti di contabilità industriale, delle tecniche di gestione degli approvvigionamenti e delle scorte, dei principi di gestione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro secondo le normative vigenti.
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Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi Valutazione: 5 su 5 stelle5/5
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Anteprima del libro
Conoscere la LOGISTICA - Ambito Nautico - Antonio Nevani
Antonio Nevani
Conoscere la LOGISTICA
ambito nautico
Articolazioni
Conduzione del Mezzo
Costruzione del Mezzo
Opzioni
Conduzione del Mezzo Navale
Conduzione di Apparati e Impianti Marittimi
Costruzioni Navali
con esercizi
collana Digital Docet - Teacher 2.0
DIGITAL INDEX
Collana Teacher 2.0
Una collana di libri digitali per la scuola di ogni grado. Non libri di testo solo convertiti dalla carta al digitale, ma progettati in digitale da insegnanti che vogliono offrire il meglio della loro esperienza di insegnamento. Per studenti curiosi di imparare utilizzando le nuove tecnologie.
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PREFAZIONE
Il testo Conoscere la LOGISTICA ambito nautico
è stato sviluppato nel pieno rispetto delle indicazioni nazionali (conoscenze e abilità) per la disciplina Logistica introdotta nei piani di studio degli Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo Trasporti e Logistica, articolazioni Conduzione del Mezzo (opzioni Conduzione del Mezzo Navale, Conduzione di Apparati e Impianti Marittimi) e Costruzione del Mezzo (opzione Costruzioni Navali).
Il testo Conoscere la LOGISTICA ambito nautico
:
attraverso un linguaggio chiaro e diretto, introduce il lettore nei concetti fondamentali, nella terminologia anche internazionale e negli aspetti pratici che riguardano la logistica, costituisce pertanto una valida base per l’inserimento nel mondo del lavoro oppure per la prosecuzione degli studi;
è strutturato in moduli formativi e unità didattiche a loro volta suddivise in paragrafi discretizzati in molteplici sotto argomenti per aiutare il lettore a focalizzare i temi chiave della materia, facilitando la lettura e la fruibilità del testo;
ai fini della progettazione didattica, comprende una parte introduttiva, una parte generale e una parte specifica relativa a ogni singola articolazione e opzione;
è corredato da numerosi schemi, diagrammi di flusso, documenti, esempi, esercizi svolti e immagini che favoriscono l’apprendimento della materia;
essendo la materia in continua evoluzione, prevede risorse ed espansioni digitali on-line scaricabili dal sito www.digitaldocet.it/conoscere-la-logistica.
MODULO FORMATIVO 1 - LOGISTICA E CONCETTI INTRODUTTIVI
CONOSCENZE
Origini ed evoluzione della logistica
Inquadramento del sistema impresa e settori di attività
Classificazione delle aree della logistica
Logistica integrata e supply chain management
Strutture di funzionamento delle organizzazioni aziendali con riferimento alle figure professionali in ambito logistico
Pianificazione, programmazione e controllo della produzione
Criteri di gestione della logistica inversa
Comunicazione, coordinamento e cooperazione nel rapporto fornitore-cliente
Metodologie di monitoraggio e valutazione dei processi
Sistema di certificazione della qualità secondo le normative UNI EN ISO
ABILITÀ
Interpretare il ciclo logistico
Descrivere i principali modelli di logistica e distinguere tra logistica interna esterna e integrata
Individuare gli elementi principali della catena logistica integrata
Individuare il modello logistico più efficiente ai fini di un migliore impatto ambientale nella gestione della logistica inversa
Rappresentare modelli economici e flussi aziendali mediante grafici e report significativi
Riconoscere strutture organizzative e unità operative nelle loro specifiche funzioni in un processo logistico
Organizzare e gestire il rapporto con fornitori e clienti
Organizzare il ciclo logistico ottimizzando le risorse a disposizione
Applicare i principi della teoria della qualità e identificare le norme di riferimento
Interpretare e utilizzare la normativa per applicare le istruzioni operative definite dalle certificazioni acquisite
Valutare e correggere gli scostamenti dagli obiettivi definiti
Applicare i protocolli per la gestione delle non conformità definite dalle normative di riferimento europee e internazionali
CONTENUTI
Unità didattica 1
Introduzione alla logistica
Unità didattica 2
Flussi della logistica
Unità didattica 3
Modelli organizzativi
Unità didattica 4
Sistema di gestione per la qualità
Unità didattica 1 - INTRODUZIONE ALLA LOGISTICA
1.1 Etimologia e origine della logistica
▪ Etimologia
Il termine logistica ha origine dal greco antico légein (λέγειν) che significa scegliere, enumerare, raccogliere, nel senso di raggruppare cose inizialmente disperse, metterle in ordine, classificarle, da cui il senso della logistica di disporre persone e/o cose in modo razionale e ordinato.
Dal termine légein deriva lógos (λόγος) che significa discorso, parola, linguaggio, ragione, quest’ultima intesa in senso metaforico come capacità di calcolare
, ne derivano poi il sostantivo logismòs (conto, calcolo, computo) e il verbo logìzomai (contare, calcolare, computare).
In latino medievale logistica si traduce in logisticus cioè calcolo mentre in francese logistique, termine introdotto nel 1838 dal generale e scrittore militare svizzero Antoine-Henri de Jomini nella sua opera Précis de l’art de la guerre ou nouveau tableau analytique
(Capitolo VI Sur la logistique, ou art pratique de mouvoir les armées
).
La traduzione inglese logistics deriva invece dall’ammiraglio statunitense Alfred Thayer Mahan.
Ai tempi di Caio Giulio Cesare venne introdotta la figura del Logista
ufficiale incaricato dei rifornimenti alle truppe mentre, all’epoca di Luigi XIV, la figura militare del Maréchal des Logis des Camps et Armées du Roi
che non aveva autorità di comando sulle truppe e non partecipava ai combattimenti, ma era incaricata di organizzare i campi, le marce dell’esercito e le risorse al fine di garantire il supporto materiale per poter sopravvivere (cibo, vestiario, alloggio), spostarsi (mezzi, carburanti) e combattere (armi, munizioni).
▪ Origine della logistica
L’evoluzione del termine lascia intuire come la logistica sia nata in ambiti prettamente militari, dove viene intesa come il complesso delle attività volte a organizzare e coordinare lo spostamento di uomini, materiali e mezzi sui campi di battaglia.
Alcune significative citazioni storiche danno evidenza di questa origine e di quanto sia fondamentale il concetto di logistica in ambito militare:
L’arte della guerra si divide in sei parti puramente militari: la politica della guerra, la strategia o l’arte di dirigere le masse sul teatro di guerra, la grande tattica delle battaglie, la logistica o l’applicazione pratica dell’arte di muovere gli eserciti, l’arte ingegneristica di attacco e di difesa dei luoghi, la tattica del dettaglio
(Antoine-Henri de Jomini)
La linea tra disordine e ordine si trova nella logistica
(Sun Tzu)
Non sarà difficile dimostrare che le battaglie, le campagne e anche le guerre sono state vinte o perse soprattutto a causa della logistica
(Dwight David Eisenhower)
Durante l’ultima guerra, l’ottanta percento dei nostri problemi furono di natura logistica
(Field Marshall Montgomery)
Solo un comandante in grado di comprendere la logistica può spingere la macchina militare al limite senza rischiare la rottura totale
(Julian Thompson)
Chiaramente, la logistica è la parte più difficile per combattere una guerra
(E. T. Cook)
Dietro ogni grande leader vi era un logista ancora maggiore
(M. Cox)
I dilettanti pensano alla tattica, ma i professionisti pensano alla logistica
(Robert H. Barrow)
Un’altra citazione sulla logistica è stata espressa dall’economista indiano Amartya Kumar Sen, professore presso la Harvard University e Premio Nobel per l’economia nel 1998:
Nel mondo non esiste penuria di beni. L’unico problema con cui dobbiamo confrontarci è quello della logistica
1.2 Sistema impresa
A partire dalla seconda metà del ’900, quando l’economia si trasformava da agricola-industriale a prevalentemente industriale, la logistica, dall’ambito militare, iniziava a estendersi anche a quello civile e, in particolare, alle attività aziendali.
▪ Definizione di imprenditore
Il concetto di imprenditore, dal quale si può desumere per derivazione quello di impresa, è richiamato all’art. 2082 del Codice Civile (Libro V Del lavoro
- Titolo II Del lavoro nell’impresa
- Capo I Dell’impresa in generale
- Sezione I Dell’imprenditore
) che recita: "È l’imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi".
L’imprenditore (persona fisica, società o enti collettivi) coordina i fattori produttivi al fine di trasformare le materie prime, i semilavorati oppure le informazioni in prodotti finiti o servizi da collocare sul mercato di vendita (escluso quindi l’uso personale o familiare).
L’imprenditore si interpone con stabilità e sistematicità (non occasionalmente, ma con professionalità) tra chi offre capitali e lavoro e chi, per soddisfare le proprie esigenze, richiede beni o servizi.
L’imprenditore, oltre alle attività di trasformazione, si occupa anche della distribuzione e dello scambio dei beni o servizi.
L’attività produttiva di beni oppure l’erogazione di servizi svolta dall’imprenditore deve presentare criteri di economicità, deve cioè tendere a coprire i costi sostenuti per la produzione/erogazione con i ricavi ottenuti dalla vendita (cosiddetto pareggio di bilancio).
▪ Definizione di azienda
La definizione giuridica di azienda si trova all’art. 2555 del Codice Civile (Libro V Del lavoro
- Titolo VIII Dell’azienda
- Capo I Disposizioni generali
) che recita: "L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa".
I beni impiegati nell’esercizio dell’impresa (stabilimenti industriali, macchinari, scorte di magazzino, conoscenze, brevetti, ecc.) possono essere di proprietà dell’imprenditore oppure acquistati da terzi mediante rapporti contrattuali.
▪ Definizione di impresa
La Raccomandazione 2003/361/CE, in merito alla definizione di impresa, recita che: "Si considera impresa ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. In particolare sono considerate tali le entità che esercitano un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitino un’attività economica".
L’impresa, consumando risorse, svolge quindi in modo economico l’attività di produzione al fine di soddisfare i bisogni dell’uomo che acquista e consuma i beni/servizi che l’impresa stessa produce/eroga.
▪ Definizione di ditta
La ditta rappresenta il nome commerciale con il quale l’imprenditore svolge la propria attività.
▪ Definizione di società
L’art. 2247 del Codice Civile, in merito al concetto di società, recita che: "Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili".
La società, a differenza dell’impresa che tende a pareggiare costi e ricavi (attività economica), prevede quindi un’attività lucrativa al fine di realizzare utili da distribuire ai soci.
▪ Impresa come sistema
Un sistema rappresenta un insieme di elementi interconnessi che agiscono come se fossero un’unica entità organizzata per raggiungere un determinato obiettivo.
L’impresa, dal punto di vista economico e sociale, si può quindi definire come un sistema con le seguenti caratteristiche:
è in grado di modificarsi nel tempo e nello spazio adattandosi ai cambiamenti dell’ambiente che la circonda (sistema dinamico);
è in grado di intrattenere continui rapporti (sistema aperto) con i protagonisti interni oppure istituzionali del proprio settore di riferimento anche detti portatori di interesse nei confronti dei risultati dell’impresa (stakeholder) come, ad esempio, azionisti, investitori, dipendenti, collaboratori, clienti, fornitori, banche e istituti di credito, ma anche enti locali territoriali (comuni, province, regioni), agenzie funzionali (consorzi, camere di commercio), organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, ecc.;
è in grado di acquisire e trasformare beni e servizi da collocare sul mercato per soddisfare i bisogni umani e, al tempo stesso, massimizzare i profitti mantenendo l’equilibrio economico (ricavi maggiori o uguali ai costi) e l’equilibrio finanziario (entrate monetarie maggiori o uguali alle uscite monetarie);
è in grado di rispettare i principi etici, ambientali e di sicurezza;
è costituita da elementi interdipendenti tra loro con specifici ruoli e responsabilità al fine di raggiungere un obiettivo comune (sistema complesso);
è in grado di impiegare con continuità risorse umane, tecniche, strumentali, finanziarie, cognitive, organizzative e culturali.
1.3 Classificazione delle imprese e delle società
La Raccomandazione 03/361/CE, in relazione al numero dei dipendenti, del fatturato annuo e del totale di bilancio, classifica le imprese in:
microimprese, occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo entrambi non superiori ai 2 milioni di euro;
piccole imprese, occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo entrambi non superiori ai 10 milioni di euro;
medie imprese, occupano meno di 250 persone e realizzano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro oppure il totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro;
mentre si possono definire:
grandi imprese, le imprese che superano tutti i limiti delle classi precedenti.
Le imprese, in base alla forma giuridica, si classificano in:
individuali, il soggetto giuridico è costituito da una singola persona fisica (titolare o imprenditore) che, per onorare alle obbligazioni assunte verso terzi per l’esercizio dell’impresa, risponde con tutto il proprio patrimonio personale e non soltanto con il patrimonio investito nell’azienda;
collettive (società), il soggetto giuridico è costituito da più persone fisiche (soci) o da una persona giuridica.
Le imprese collettive si suddividono nelle categorie di seguito descritte.
1.3.1 Società di persone
Il soggetto giuridico delle società di persone è rappresentato dai singoli soci (almeno due) ai quali fanno capo tutti i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dalla conduzione delle attività aziendali.
L’impresa familiare, nella quale oltre all’imprenditore collaborano anche i familiari, nonché l’impresa coniugale esercitata dai coniugi, non sono considerate società di persone.
I soci delle società di persone rispondono delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa:
illimitatamente, nei limiti del patrimonio sociale e, se questo non è sufficiente, con il proprio patrimonio personale presente e futuro;
solidalmente, ogni singolo socio scelto dal creditore risponde dell’intero ammontare del debito con tutto il proprio patrimonio personale salvo poi il diritto di rivalersi sugli altri soci per la parte da loro dovuta in proporzione alla quota di partecipazione alle perdite;
sussidiariamente, risponde delle obbligazioni assunte prima la società con il proprio patrimonio sociale e, se questo non è sufficiente oppure agevole da acquisire, risponde il socio con il suo patrimonio personale.
L’ordinamento italiano prevede le seguenti tipologie di società di persone.
▪ Società semplice
La S.s. - Società semplice viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo II Della società semplice
- artt. 2251-2290).
La S.s. - Società semplice ha per oggetto un’attività economica non commerciale (imprese agricole) il cui contratto costitutivo non è soggetto a forme speciali (può essere stipulato anche in forma orale o di fatto) tranne la forma scritta nel caso del conferimento della proprietà oppure del godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari per un tempo che eccede i nove anni (o per un tempo indeterminato).
I singoli soci possono amministrare la società disgiuntamente dagli altri soci salvo eventuali opposizioni sollevate prima che le decisioni vengano attuate.
▪ Società in nome collettivo
La S.n.c. - Società in nome collettivo viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo III Della società in nome collettivo
- artt. 2291-2312).
La S.n.c. - Società in nome collettivo prevede che:
tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali;
la società, in caso di dissesto finanziario, può essere soggetta a fallimento;
la ragione sociale deve essere costituita dal nome di uno o più soci con l’indicazione del rapporto sociale;
l’atto costitutivo della società, per l’iscrizione della stessa, deve essere depositato presso l’ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale.
▪ Società in accomandita semplice
La S.a.s. - Società in accomandita semplice viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo IV Della società in accomandita semplice
- artt. 2313-2324).
I soci della S.a.s. - Società in accomandita semplice si classificano in:
accomandanti, non partecipano all’amministrazione e alla gestione della società e non sono responsabili illimitatamente nei confronti dei creditori della società, ma soltanto entro i limiti del capitale conferito alla società;
accomandatari, partecipano all’amministrazione della società e sono responsabili illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali nei confronti dei creditori della società.
1.3.2 Società di capitali
Il soggetto giuridico delle società di capitali è rappresentato dalla stessa società (gruppi di persone fisiche o giuridiche) alla quale fanno capo i diritti e gli obblighi che derivano dall’attività aziendale.
I soci delle società di capitali rispondono delle obbligazioni sociali limitatamente alla quota di capitale apportato nella società e non con i beni personali (autonomia patrimoniale perfetta) oppure, in altri termini, a rispondere dei debiti è soltanto la società con il suo patrimonio.
L’ordinamento italiano prevede le seguenti tipologie di società di capitali.
▪ Società per azioni
La S.p.a. - Società per azioni viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo V Società per azioni
- artt. 2325-2451).
La S.p.a. - Società per azioni deve costituirsi per atto pubblico e, per acquistare personalità giuridica, deve essere iscritta al registro delle imprese con un capitale minimo sociale non inferiore a cinquantamila euro (le quote di partecipazione dei vari soci vengono determinate ed espresse in azioni e, quindi, in titoli di credito) in modo tale da:
offrire una garanzia ai creditori della società nel caso la stessa contragga dei debiti;
affrontare le spese necessarie per esercitare l’attività economica.
La S.p.a. - Società per azioni può essere composta da un singolo socio (società unipersonale) oppure da più soci (società pluripersonale).
▪ Società in accomandita per azioni
La S.a.p.a. - Società in accomandita per azioni viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo VI Della società in accomandita per azioni
- artt. 2452-2461).
I soci della S.a.p.a. - Società in accomandita per azioni si classificano in:
accomandatari, sono amministratori di diritto e rispondono in maniera solidale e illimitata delle obbligazioni sociali, nonché sono obbligati a risarcire i danni procurati alla società;
accomandanti, non possono amministrare la società in maniera diretta e sono obbligati a rispondere nei limiti del capitale conferito.
▪ Società a responsabilità limitata
La S.r.l. - Società a responsabilità limitata viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo V Delle società
- Capo VII Della società a responsabilità limitata
- artt. 2462-2483).
La S.r.l. - Società a responsabilità limitata deve costituirsi per atto pubblico con un capitale sociale minimo non inferiore a diecimila euro.
La S.r.l. - Società a responsabilità limitata può essere composta anche da un unico soggetto (persona fisica o giuridica) socio (società unipersonale) oppure da più soci (società pluripersonale).
1.3.3 Società cooperative
Le società cooperative, regolate dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro
- Titolo VI Delle società cooperative e delle mutue assicuratrici
- Capo I Delle società cooperative
- artt. 2511-2548), sono società a capitale variabile (al momento della costituzione non si deve indicare l’ammontare del capitale sociale).
Le società cooperative non hanno lo scopo di dividere gli utili tra i soci (scopo lucrativo), ma quello di procurare ai soci, escludendo il profitto dell’imprenditore, beni, servizi oppure occasioni di lavoro a condizioni più favorevoli rispetto a quelle tipicamente offerte dal mercato (scopo mutualistico).
1.4 Settori di attività
Le imprese si possono classificare anche in base al settore economico di appartenenza.
▪ Settore primario
Le imprese del settore primario producono utilizzando le risorse naturali e sono costituite da:
imprese di estrazione di minerali da cave e miniere,si occupano dell’estrazione di carbone, petrolio greggio e gas naturale, minerali metalliferi ferrosi e non ferrosi, estrazione di pietra, sabbia e argilla, torba, sale, bitume naturale, ecc.;
imprese agricole, si occupano della coltivazione del fondo, della selvicoltura (impianto, conservazione e utilizzo dei terreni boschivi), dell’allevamento di animali e delle attività connesse.
Il fine delle imprese agricole è quello di curare e sviluppare un ciclo biologico oppure una sua fase, nonché manipolare, conservare, trasformare, commercializzare e valorizzare i prodotti naturali del territorio e del patrimonio rurale e forestale.
Le imprese agricole, utilizzando le attrezzature e le risorse che hanno a disposizione, si occupano inoltre di fornire beni e servizi, comprese le attività di ricezione e ospitalità (agriturismo).
▪ Settore secondario
Il settore secondario è costituito dalle imprese edili e dalle imprese industriali (metalmeccaniche, chimiche, metallurgiche, tessili, agroalimentari, farmaceutiche, ecc.).
Le imprese industriali si occupano, a partire dalla progettazione del prodotto, di trasformare tecnicamente, chimicamente oppure fisicamente (forma, peso, dimensioni, volume) le materie prime e i derivati delle stesse, nonché i prodotti provenienti dal settore primario, i semilavorati, l’energia e il lavoro (produzione diretta).
Le imprese del settore secondario si occupano inoltre delle operazioni di assemblaggio di parti e componenti per ottenere i prodotti finiti (finished goods) nelle quantità, varietà, qualità e tempi richiesti dal mercato.
I prodotti assumono, proprio a seguito delle operazioni di trasformazione e/o assemblaggio, un valore maggiore rispetto alle risorse impiegate per realizzarli (valore aggiunto).
I prodotti finiti, dopo l’attribuzione di un prezzo di vendita, vengono scambiati sul mercato di riferimento con l’obiettivo di conseguire un ricavo (entrate di denaro) in grado di coprire tutti i costi sostenuti (uscite di denaro) generando, al termine dell’esercizio economico (tipicamente annuale), un margine di profitto o utile d’esercizio per l’impresa (incremento del patrimonio dell’azienda dopo aver recuperato tutte le spese sostenute per produrre e vendere i prodotti finiti).
▪ Settore terziario
Il settore terziario è costituito dalle imprese commerciali, dalle imprese di servizi o di produzione indiretta che producono beni immateriali a servizio appunto delle imprese del settore primario e del settore secondario.
Le imprese del settore terziario si occupano della distribuzione e del trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio senza che gli stessi subiscano una trasformazione materiale.
Il settore terziario comprende, ad esempio, le imprese di trasporto, di commercio, di credito, di assicurazione, di informatica, di distribuzione dell’energia, gli studi legali e di commercialisti, la pubblica amministrazione, le scuole, gli ospedali, gli alberghi, i ristoranti, i supermercati, ecc.
▪ Settore terziario avanzato
Il settore terziario avanzato comprende le imprese che svolgono attività ad alto valore aggiunto e a elevata specializzazione tecnologica e scientifica come, ad esempio, le telecomunicazioni, l’elaborazione dei dati (informatica), la trasmissione a distanza delle informazioni (telematica), i centri di ricerca scientifica e di consulenza.
1.5 Evoluzione della logistica
▪ Sistema chiuso
La logistica, nel corso del processo di industrializzazione degli anni ’50 e ’60, era considerata soltanto un’attività di servizio accessoria alla vendita, rivolta esclusivamente al puro trasferimento fisico dei beni da un luogo a un altro (physical movement of products).
L’impresa, in questo periodo, rappresentava ancora un sistema chiuso
focalizzato sulle attività strettamente produttive poiché quelle ritenute a maggior costo.
▪ Sistema aperto
Durante gli anni ’70 iniziarono i primi approcci alla gestione della distribuzione delle merci sotto forma di semplici reti distributive orientate più che altro dal magazzino (warehouse) dei prodotti finiti dello stabilimento di produzione direttamente verso il magazzino dei clienti.
Nello stesso periodo la logistica si occupa di altre importanti attività come quella della scelta del numero ottimale di magazzini per immagazzinare e conservare le merci (warehousing and storage), della movimentazione e trasporto (handling and transportation), di come imballare le merci (packing) e del livello di servizio (customer service level) da garantire ai clienti in termini di affidabilità e tempestività delle consegne.
L’impresa diventa pertanto un sistema aperto
che, per fronteggiare la concorrenza, si occupa anche della promozione delle vendite (marketing).
L’impresa passa quindi da un orientamento rivolto esclusivamente al prodotto (product oriented) a uno rivolto anche al mercato (market oriented).
La logistica, nella terza fase evolutiva, inizia a gestire le scorte di magazzino (inventory management) necessarie per fronteggiare le possibili irregolarità delle richieste del mercato di vendita, ma anche per cautelarsi dagli imprevisti del mercato di fornitura e da quelli che possono verificarsi durante le fasi di produzione.
La logistica, in questo periodo, si occupa inoltre di razionalizzare gli spazi per lo stoccaggio dei materiali e della movimentazione degli stessi all’interno degli stabilimenti produttivi.
A partire dagli anni ’80, a seguito dello sviluppo di nuove tecniche gestionali e di strumenti informatici sempre più evoluti, l’attività della logistica si estende ulteriormente fino alla pianificazione e alla programmazione della produzione rivolta inizialmente alla sola ottimizzazione della capacità produttiva degli impianti e, successivamente, anche all’approvvigionamento, movimentazione e gestione dei materiali necessari per svolgere le attività produttive (materials management o inbound logistic).
I rapporti con i fornitori dei materiali, gestiti dalla funzione acquisti, erano però ancora di tipo conflittuale, basati esclusivamente sulla negoziazione del prezzo per l’acquisto di quantità elevate al fine di ridurre i costi e aumentare i profitti mentre altri aspetti importanti quali il coinvolgimento del fornitore per renderlo sempre più parte attiva dello stesso processo aziendale, l’ottimizzazione delle giacenze di magazzino, la qualità del prodotto fornito e il livello di servizio delle forniture (disponibilità del prodotto e puntualità delle consegne) venivano spesso trascurati.
▪ Sistema integrato
La logistica, nel corso degli anni ’90, sia per rispondere alle nuove esigenze del mercato in termini di prezzo, qualità e servizio al cliente sia per far fronte a una visione troppo frammentata, circoscritta e a compartimenti stagni che le varie funzioni aziendali (progettazione, acquisti, produzione, distribuzione, trasporto, ecc.) tendevano ad avere, inizia ad assumere un ruolo di collegamento e coordinamento delle stesse funzioni (horizontal collaboration).
Il fine della logistica è quindi quello di condividere un obiettivo comune: porre al centro dell’impresa il cliente e la sua piena soddisfazione (customer satisfaction) a costi sostenibili, ottimizzando il sistema aziendale in tutto il suo complesso e non soltanto nei suoi singoli componenti.
La logistica si muove pertanto trasversalmente attraversando tutta la struttura organizzativa aziendale nelle sue attività generatrici di valore (catena del valore), nasce la cosiddetta logistica integrata (internal supply chain).
▪ Sistema globale
La logistica, nella sesta fase, esce dai confini aziendali passando da un approccio tattico-operativo alla gestione di tutta la catena di fornitura (SCM - Supply Chain Management).
La logistica si occupa quindi di gestire i flussi informativi e finanziari dall’approvvigionamento delle materie prime, passando per la realizzazione dei prodotti oppure l’erogazione dei servizi, fino alla distribuzione degli stessi ai clienti, in una rete di continui rapporti con le varie organizzazioni dell’ambiente esterno.
Le varie figure professionali protagoniste del ciclo logistico (fornitori, subfornitori, terzisti, produttori, distributori, grossisti, dettaglianti, agenti, intermediari, rivenditori, trasportatori, ecc.) diventano sempre più integrate dalla stipula di alleanze strategiche per fornire prodotti e servizi in grado di massimizzare il valore per il consumatore finale e, al tempo stesso, ridurre i costi per l’impresa.
L’obiettivo della logistica è quindi quello di coordinare e ottimizzare i rapporti tra i protagonisti dei canali di fornitura, produttivi e di vendita (inter-company collaboration) al fine di rendere l’impresa un sistema globale
in grado di affrontare la concorrenza sempre più numerosa, i mercati in espansione e la crescita delle aspettative dei clienti.
▪ Definizioni della logistica
L’evoluzione della logistica si rispecchia nelle varie definizioni che nel tempo si sono susseguite arricchendosi progressivamente di contenuti:
la logistica consiste nella movimentazione delle merci dal punto di produzione al punto di consumo o di utilizzo
AMA – American Marketing Association
(1948)
un termine usato nell’industria e nel commercio per descrivere l’ampio spettro delle attività necessarie per ottenere un efficiente flusso di prodotti finiti a partire dalla fine della linea di produzione fino al consumatore e, in alcuni casi, include il movimento delle materie prime dai fornitori alle linee di produzione, queste attività comprendono il trasporto merci, lo stoccaggio, la movimentazione, l’imballaggio, il controllo del magazzino, l’ubicazione degli stabilimenti e dei magazzini, l’elaborazione degli ordini, le previsioni di mercato e il servizio al cliente
NCPDM – National Concil of Physical Distribution Management
(1962)
un termine che descrive l’integrazione di due (o più) delle attività, al fine di pianificare, attuare e controllare un flusso efficiente delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti, dal loro punto di origine al punto di consumo, queste attività possono comprendere, senza che la lista sia limitativa, il tipo di servizio offerto ai clienti, la previsione della domanda, le comunicazioni relative alla distribuzione, il controllo delle scorte, la gestione dei materiali, l’elaborazione degli ordini, il servizio post-vendita e dei pezzi di ricambio, l’ubicazione delle fabbriche e dei magazzini, i negozi, l’imballaggio, la lavorazione dei beni restituiti, la negoziazione o riutilizzazione degli elementi recuperabili o rottamati, l’organizzazione dei trasporti e il trasporto effettivo, nonché l’immagazzinamento e lo stoccaggio
NCPDM – National Concil of Physical Distribution Management
l’insieme di attività volte alla collocazione sul mercato al minor costo, di una quantità di prodotti, dove e quando esiste una domanda, la logistica riguarda pertanto tutte le operazioni per determinare la circolazione delle merci, come, ad esempio, l’ubicazione delle fabbriche e magazzini, l’approvvigionamento, la gestione del lavoro fisico nel processo, il confezionamento, lo stoccaggio e gestione magazzino, la movimentazione e preparazione degli ordini, il trasporto e le visite delle consegne
ASLOG – Association des Logisticiens d’Entreprises
(1983)
la pianificazione, l’esecuzione e il controllo del movimento e del posizionamento di persone e beni e delle relative attività di supporto, in un sistema organizzato per conseguire specifici obiettivi
CEN – Comitato Europeo di Normazione
Technical Committee 273 Logistics
(1996)
la logistica si può definire come la gestione, secondo le esigenze del cliente, del flusso e dello stoccaggio di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, nonché delle relative informazioni, dal punto di origine al punto di consumo finale, in senso lato la logistica comprende anche la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti
Commissione delle Comunità Europee
(1997)
la logistica è quella parte della supply chain che programma, gestisce e controlla in maniera efficiente ed efficace il flusso di beni e servizi e delle relative informazioni dal punto di origine al punto di consumo con l’obiettivo di soddisfare le richieste del cliente
CLM – Council of Logistics Management ora
CSCMP – Council of Supply Chain Management Professionals
(1991 e aggiornamento del 1998)
il processo di progettazione e gestione della catena di approvvigionamento in senso più ampio, la catena può estendersi dalla consegna delle forniture per la produzione, attraverso la gestione dei materiali presso lo stabilimento, consegna ai magazzini e centri di distribuzione, smistamento, movimentazione, imballaggio e distribuzione finale al punto di consumo
UN/ECE – United Nations/Economic Commission for Europe
(2001)
la logistica è una collezione di funzioni di flusso di merci, informazioni e pagamenti tra fornitori e clienti dall’acquisizione delle materie prime al riciclo o smaltimento dei prodotti finiti
TLI – The Logistics Institute
(2001)
la logistica è l’attività di posizionare le risorse nel corso del tempo
Institute of Logistics
la logistica è la gestione strategica di una supply chain, la supply chain è una sequenza di eventi per soddisfare i clienti, può contenere le attività di approvvigionamento, produzione, distribuzione e gestione dei rifiuti, con il relativo trasporto, lo stoccaggio e la tecnologia informatica
Institute of Logistics
l’organizzazione, la pianificazione, l’esecuzione e il controllo del flusso dei beni e delle relative informazioni dallo sviluppo e dall’approvvigionamento attraverso la produzione e la distribuzione fino al cliente finale, con l’obiettivo di soddisfare le richieste del mercato al minimo costo e con il minor impiego di capitale
ELA – European Logistic Association
(2001)
la logistica è l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi dei materiali dall’acquisto delle materie prime presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita
AILOG – Associazione Italiana di Logistica
(2001)
1.6 Efficacia ed efficienza nella logistica
Le definizioni precedenti lasciano intuire come il ciclo logistico sia rivolto al miglioramento del servizio offerto al cliente, l’obiettivo della logistica è quindi quello di rendere l’organizzazione competitiva rispetto ai propri concorrenti sincronizzando le fasi di approvvigionamento, trasformazione e distribuzione (operations management) in modo tale da proporre al mercato:
il prodotto giusto
;
al prezzo giusto
;
nella quantità giusta
;
nella qualità giusta
;
nell’ assortimento giusto
;
al tempo giusto
;
nel luogo giusto
;
al cliente giusto
;
nella condizione giusta
;
con l’ informazione giusta
;
con il servizio giusto
.
L’attività della logistica in un’impresa è inoltre necessaria per ottemperare a due obiettivi fondamentali ma, al tempo stesso, anche contrastanti: massimizzare la soddisfazione minimizzando i costi (economicità).
L’impresa, infatti, per produrre e vendere i propri prodotti oppure per erogare i propri servizi, soddisfando quindi le richieste del mercato (imprese industriali, commerciali o consumatori finali), ha bisogno di approvvigionarsi di tutto quanto è necessario e produrre nei tempi, quantità e qualità giusti, minimizzando i costi.
I suddetti obiettivi si ottengono attraverso la ricerca del compromesso (trade-off) tra efficacia (efficacy) ed efficienza (efficiency).
L’efficacia rappresenta la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato mentre l’efficienza la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato impiegando le risorse minime indispensabili.
ESERCIZIO
Il concetto di efficacia e di efficienza si può concretizzare con l’esempio seguente che simula la pian