Intuitivamente liberi: Il contributo della filosofia sperimentale al dibattito sul libero arbitrio
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Intuitivamente liberi - Consuelo Luverà
arbitrio.
§ 1. Il problema del libero arbitrio:
un dibattito ancora aperto
La discussione sul problema del libero arbitrio è una delle questioni morali più antiche, eppure è sempre attuale. Sebbene in epoche passate la questione riguardasse soprattutto la ricerca di una possibile conciliazione tra la libertà umana e Dio, oggi la questione è secolarizzata e riguarda il tentativo di conciliare il libero arbitrio con la nostra conoscenza scientifica del mondo. Nonostante l’idea che l’uomo eserciti il libero arbitrio sia, a prima vista, molto intuiva, il problema è stabilire se, in un’ottica scientifica, l’uomo sia vincolato nelle proprie scelte e nelle proprie decisioni, o se possa agire autonomamente in base alla propria volontà.
Una valida teoria del libero arbitrio deve rispettare alcune condizioni: perché si dia libero arbitrio bisogna che il soggetto agente abbia la così detta possibilità di fare altrimenti e, inoltre, è necessario che abbia il controllo sulle proprie azioni, cioè l’autodeterminazione (cfr. De Caro, 2004). Infatti, affinché una scelta sia realmente liberà, l’individuo deve essere in grado di scegliere tra corsi di azione alternative: senza la possibilità di fare altrimenti, non si ha l’opportunità di vagliare diverse alternative e la scelta ricadrebbe inevitabilmente sull’unica opzione disponibile. Inoltre è necessario che la scelta di compiere una certa azione dipenda dalla volontà dell’agente, bisogna, cioè, che l’agente decida autonomamente delle proprie azioni e non in base a fattori indipendenti dalla sua volontà: è necessario, dunque, che l’agente si autodetermini. Una soluzione soddisfacente al problema del libero arbitrio deve tenere conto di entrambe le condizioni (ivi).
Inquadrando la questione della libertà umana all’interno del dibattito tra determinismo e indeterminismo, il problema principale è stabilire se l’ambito dell’agire umano sia deterministico o indeterministico e, quindi, capire quali sarebbero le ricadute per la libertà umana nel caso in cui fosse vera l’una o l’altra tesi. Secondo la teoria del determinismo gli eventi sono determinati in modo causale da ciò che è avvenuto in precedenza. In realtà, esistono alcune forme di determinismo che non hanno a che fare con la causalità, come per esempio il fatalismo secondo cui ogni cosa accade perché è già decisa, indipendentemente dagli eventi che la precedono e accadrà in virtù della volontà del fato, che determina in maniera inevitabile ciò che sarà. Tra i determinismi causali, invece, è possibile fare una distinzione tra forme di determinismo causale locale e forme di determinismo causale universale: le prime sono teorie che limitano il determinismo a una particolare classe di fenomeni, come ad esempio il determinismo biologico, genetico, etico. In questi casi, solo l’ambito definito nel nome della teoria sarebbe soggetto alle leggi deterministiche, altri ambiti potrebbero anche non esserlo (ad esempio il determinismo biologico, genetico etc).
Quando si parla di determinismo in seno al dibattito sul libero arbitrio si fa riferimento ad una forma causale di determinismo, precisamente al determinismo scientifico universale d’ispirazione laplaciana secondo cui la descrizione dello stato del mondo in un certo istante, congiunta con la proposizione che specifica tutte le leggi di natura, implica la descrizione dello stato del mondo in ogni istante successivo. Ciò significa che per ogni evento che accade nel mondo esistono antecedentemente delle cause sufficienti a determinare il suo accadere. Secondo questa teoria, se si conoscessero tutte le leggi del mondo, si potrebbe, in linea di principio, fare delle previsioni scientificamente attendibili sugli eventi futuri. L’indeterminismo, invece, non è altro che la negazione del determinismo e postula, quindi, che in natura gli eventi non sono determinati da cause precedenti ma che risultano, pertanto, imprevedibili e frutto del caso. Se il determinismo descrive il mondo governato dalla necessità, l’indeterminismo descrive il mondo governato dal caso (cfr. Dessì, 1997; De Caro, 2004).
Com’è noto, determinismo e indeterminismo sono, nel loro rapporto reciproco, due teorie logicamente contraddittorie: se una è vera, l’altra è falsa; o il mondo è deterministico, oppure è indeterministico. Tuttavia, sembra che entrambe le teorie presentino serie difficoltà per quanto riguarda la loro conciliabilità con la nozione di libertà. Il problema è che, a ben guardare, se si assume la tesi del determinismo, bisogna ammettere che anche gli esseri umani, come tutto ciò che è al mondo, sarebbero soggetti alle leggi naturali e, pertanto, non potrebbero sfuggire alla catena delle leggi deterministiche: le loro azioni risulterebbero, così, determinate dagli eventi. D’altra parte, se fosse vero l’indeterminismo, le azioni umane, proprio come tutti gli altri eventi del mondo, sarebbero indeterminate; ma ciò significa che nulla potrebbe determinarle, nemmeno gli agenti stessi, così la libertà collasserebbe sul caso. Sembra, dunque, che la libertà umana non trovi collocazione in nessuno dei quadri teorici sullo stato del mondo (cfr. De Caro, 2004). I filosofi che tentano di risolvere il problema del libero arbitrio si trovano, dunque, a dover spiegare l’enigma della libertà umana e del rapporto tra questa e il resto del mondo, sia che si tratti di un mondo deterministico o indeterministico. È bene precisare che, malgrado la scoperta dell’indeterminazione al livello quantistico della materia, oggi la maggior parte degli autori ritiene che la tesi deterministica sia perlopiù vera per il livello macroscopico (livello delle azioni umane) su cui l’indeterminazione quantistica non avrebbe ricadute significative (crf. Searle, 2005).
1.1. Teorie sul libero arbitrio
La tradizionale classificazione delle teorie sul libero arbitrio vede da un lato i compatibilisti e dall’altro gli incompatibilisti¹. I primi sostengono che il libero arbitrio sia compatibile con il determinismo, gli altri, invece, ritengono che la libertà umana sia inconciliabile con la concezione deterministica del mondo. Una suddivisione ulteriore prevede che all’interno della famiglia incompatibilista ci siano i libertari e gli antilibertari. I primi sostengono che il libero arbitrio sia reale e che nel mondo ci sia una buona dose di indeterminismo; i secondi invece, chiamati anche deterministi hard, negano l’esistenza della libertà proprio perché ritengono che il mondo sia deterministico e quindi, essendo incompatibilisti, sostengono che non si dia libero arbitrio. Infine, gli scettici, il gruppo teorico più numeroso, sostengono l’idea che la libertà umana sia incompatibile sia con l’indeterminismo sia con il determinismo e, dunque, che la libertà sia solo un’illusione (De Caro, 2004).