Piccole storie di Olbia dagli Anni Venti agli Anni Cinquanta
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Piccole storie di Olbia dagli Anni Venti agli Anni Cinquanta - Marella Giovannelli
633/1941.
Primo capitolo
Gli anni Venti
Nel 1921 D. H. Lawrence nel suo Sea and Sardinia descrive così Terranova: …Ed ecco un porto magico, chiuso dalla terra, un bacino scintillante circondato da alberature di navi e dalla scura terra… una baia solenne, misteriosa… con i colli raggruppati intorno, azzurro-cupa e invernale nel bagliore dorato del crepuscolo, ancora accerchiava la grande baia dove l’acqua riluceva come uno specchio. Passata una ferrovia, dalla strada piatta sempre più buia entrammo di corsa in una piatta città di case scure abbandonate da Dio, sulla paludosa estremità della baia. Più che una città pareva un accampamento. Ma era Terranova – Pausania…
Risale invece al 1833 la testimonianza di un altro viaggiatore famoso, il francese Paul Valery, autore del Voyage en Corse, à l’ile d’Elbe et en Sardaigne: Il villaggio marittimo di Terranova, insalubre, spopolato, non ha duemila abitanti, occupa il sito dell’antica e celebre Olbia. L’aspetto delle case è quello delle grandi fattorie, allineate e bianche. Vi fui ricevuto molto bene dal signor Puccio, un sardo pieno di spirito, d’intelligenza e di capacità, che, dopo una vita avventurosa trascorsa in viaggi, è tornato a coltivare i campi…. Dal punto detto Cucotto (Su Cuguttu), dov’era l’antico arsenale, si gode la più bella vista del golfo. Nella campagna, la chiesa di San Simplicio, che risale ai Pisani, è press’a poco abbandonata, e vi si celebra Messa solo due volte all’anno; nel mese di maggio, per la festa del Santo, e nel mese di settembre, anniversario della consacrazione. Quando v’entrai, la chiesa era una vera uccelliera: v’erano tanti uccelli che facevano uno schiamazzo spaventevole coi loro gridi e con lo sbattere delle ali, mentre cercavano d’uscire dalle finestre lunghe e strette…Una cisterna cinta di granito, scavata nella roccia, e del tempo della chiesa, fornisce un’acqua abbondante e freschissima. Dalla chiesa di San Simplicio si gode una vista superba della pianura coronata da colline di forme diverse, con lo sfondo dell’isola di Tavolara. Lì vicino vi sono le tracce di una strada romana. Tutto questo deserto spira antichità: si vedono gli avanzi di muri e d’un acquedotto, e si può immaginare l’estensione della città antica che il console Lucio Cornelio Scipione non aveva osato attaccare, e per poterla assediare fu costretto a tornare in Italia per cercare rinforzi alla sua armata. Questa bella pianura di Terranova, un tempo così fiorente da contare fin dodici città e settanta comuni, così felicemente situata in riva al mare, riparata dalle montagne e favorita da un bel clima, potrebbe nutrire più di cinquantamila abitanti, possedendo ancora tutti gli elementi della sua antica prosperità… Nella pianura di Terranova fu sconfitto ed ucciso il generale cartaginese Annone da Lucio Cornelio, che gli fece un funerale magnifico al quale assistette anche lui. Questo capitano romano fu il primo a ottenere con la sua vittoria il trionfo scritto sulle tavole del Campidoglio, e migliaia di schiavi sardi seguirono il carro del vincitore…
Il 29 gennaio 1920 il piroscafo di linea Città di Cagliari approdò a Terranova, alla presenza di tutta la cittadinanza festosa dopo una lunga battaglia parlamentare portata avanti principalmente dall’Onorevole Giacomo Pala, detto Onorevole Terranova.
Secondo l’Annuario Generale della Sardegna del 1925, allora gli abitanti di Terranova erano circa 8500 e … la cittadina sviluppa a vista d’occhio, è adorna di giardini bellissimi e di orti, le condizioni climatiche sono migliorate grazie ai lavori di bonifica. Il porto ha oggi notevole importanza per l’approdo giornaliero del piroscafo Civitavecchia-Terranova…
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In effetti, con la ripresa dei collegamenti portuali, la città conobbe uno sviluppo economico strettamente legato ai trasporti e al commercio. Esisteva l’Agenzia Marittima Tamponi-Webber e C. in viale Principe Umberto, diretta dal cavalier Stefano Linaldeddu, uno dei promotori più attivi per l’approdo di Terranova. L’Agenzia rappresentava la Citra (Compagnia Italiana Transatlantica), e la Florio. Nel 1932 queste si riorganizzarono dando vita a una nuova Società: la Tirrenia Flotte Riunite Florio-Citra.
Intanto, nel 1925, era stata costituita a Genova la Compagnia Sarda di Navigazione che comprendeva la linea giornaliera Terranova-Golfo Aranci-La Maddalena. In quegli anni a Terranova operava attivamente, come agente marittimo e spedizioniere, Pietro Sardo che aveva la sua Agenzia in Corso Umberto. Il figlio Gesuino subentrò nel 1925, nella conduzione della Ditta.
I lavori di ampliamento del Porto proseguirono sino agli anni Trenta con la costruzione della Stazione Marittima e degli edifici portuali, la tettoia sul molo dell’Isola Bianca, il banchinamento del porto interno e del molo Benedetto Brin. Allora, l’acqua del mare arrivava fino a dove oggi è l’Unimare e c’era un piccolo viottolo che portava alla Villa Tamponi e all’Idroscalo.
La Villa Tamponi, esistente dal 1870, era stata edificata da Giovanni Battista Tamponi, Agente Generale di Navigazione e proprietario terriero, originario di Tempio e trasferitosi nell’Ottocento a Terranova. A quell’epoca rappresentava i Consolati Inglese e Francese. La villa occupava un terreno di circa 6 ettari che, bonificato nella parte verso il mare, arrivava fino al Porto Romano dove, in seguito, sorse l’Idroscalo.
Gran parte di questo terreno venne trasformato in parco con alberi di pregio e giardini bellissimi. La Villa, in stile Neoclassico, fu realizzata da maestranze toscane. Edificata su due piani, sia per le dimensioni, sia per l’eleganza della struttura e degli arredi, rappresentava l’unica dimora di prestigio in città. Agli inizi del Novecento vi era stato ospitato Guglielmo II, futuro Imperatore di Germania. Negli anni Trenta la Principessa Iolanda di Savoia, appassionata cacciatrice, vi soggiornò più volte e si organizzavano battute di caccia nelle riserve dei Tamponi a Golfo Aranci. Sempre in Villa, furono ospitati in quegli