Sei tu Arie?
Di S. Turolo
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Il capitano Akira vede in ciò più una punizione diretta verso di lui che verso le principesse.
Il reparto si avvia verso al foresta, durante la sua permanenza, tuttavia, qualcosa di strano accade al castello, qualcosa a cui nè Akira, nè Arie sono preparati ad affrontare, ma che per il bene delle principesse faranno l'impossibile per venirne a capo.
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Anteprima del libro
Sei tu Arie? - S. Turolo
Risveglio
Sei tu Arie?
Turolo Stefano
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Sei tu Arie?
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Sommario
Prologo
Capitolo 1. Nel bosco
Capitolo 2. Qualcosa è cambiato
Capitolo 3. Cosa sta accadendo?
Capitolo 4. Loro
Capitolo 5. Il deposito
Capitolo 6. Stupido!
Capitolo 7. L’accordo
Capitolo 8. Risveglio
Prologo
Ai si immerse nell’acqua termale fino al collo. Rilassandosi appoggiò la schiena contro una roccia resa liscia dal tempo e dall’acqua. Chiuse gli occhi. Gli intensi profumi dei fiori circostanti le pervasero i sensi.
Un lieve rumore le fece aprire gli occhi, con lo sguardo ne cercò, alla luce lunare, l’origine. Un’ombra ferma e immobile. Una sagoma che si stagliava contro il disco lunare.
-Sei tu Arie? – Chiese la ragazza.
L’ombra fece un inchino posando a terra un ginocchio e la mano destra a terra, mentre il fodero della katana era tenuto fermo dalla mano sinistra.
-Sì, mia principessa.
-Per favore, puoi venire più avanti? Così che ti possa vedere meglio?
Arie si alzò e fece alcuni passi. I raggi lunari ne illuminarono l’armatura nera, riflettendosi sugli ornamenti dorati.
-Perché – domandò Ai – non ti togli quell’armatura e ti immergi accanto a me?
Il viso di Arie arrossì lievemente.
-I…io… mia principessa, se mi privo dell’armatura e della mia spada, come potrò difenderla?
Ai si alzò in piedi e, camminando nell’acqua, si diresse verso Arie la quale abbasso lo sguardo.
-Lo sai – disse la figlia del daimyo – che stai diventando sempre più rossa? Come mai?
-Ecco – rispose l’altra iniziando ad arretrare – è per i-il caldo… qui fa tanto caldo… e con l’armatura…
-Appunto. Toglila. Se vuoi ti aiuto io…
-No… no grazie, non si disturbi principessa, io…
Arie non riuscì a terminare la frase che cadde all’indietro, subito si girò si rialzò e, dopo un profondo e veloce inchino, uscì dall’onsen lasciando sola la principessa.
-Uff… - sbuffò Ai – anche stavolta mi è scappata! Ma prima o poi ci riuscirò!
La principessa si sedette nuovamente sul fondo della vasca lasciando che l’acqua le lambisse i lunghi capelli neri raccolti sulla nuca. Chiuse gli occhi, con la mente tornò indietro a otto anni prima, quando le venne presentata la sua guardia del corpo: Arie Fudo, unica donna samurai dell’esercito di suo padre, e per questo, secondo le convinzioni del daimyo, l’unica guardia del corpo totalmente affidabile.
-Peccato… - mormorò Ai – perché lei è l’unica ad aver fatto breccia nel mio cuore.
-Parole sconvenienti, mia principessa! Stasera ci saranno le stelle cadenti, può sempre provare ad esprimere un desiderio. – Una voce femminile quasi sibilò sovrapponendosi al monotono suono del fluire dell’acqua nella vasca.
Quell’improvvisa frase fece sussultare Ai che si girò di scatto verso le rocce dalle quali sgorgava l’acqua termale. Una donna ninja era immobile in cima ad esse.
-Kaede Ayase– commentò Ai tornando nella posizione precedente – mio padre ti messa a controllarmi?
Nessuna risposta, la principessa si volse nuovamente verso le rocce: nessuno.
Alzò lo sguardo verso il cielo nel momento in cui passarono alcune stelle cadenti. La ragazza chiuse gli occhi ed espresse il suo desiderio.
-Chissà, chissà – risuonò improvvisamente una voce cristallina – che il tuo desiderio non si realizzi proprio stanotte!
Ai, per lo spavento, si alzò di scatto coprendosi il petto con un braccio. Poi vedendo che si trattava di sua cugina si rilasso.
-Yuuna, cosa hai in mente?
L’altra sorrise.
-Come tutte le sere – iniziò la nuova venuta – Arie fa l’ispezione dei tuoi appartamenti, poi si dirige verso le sue stanze dove si toglie l’armatura e si mette lo yukata. Se tu l’aspettassi in quel frangente, nascosta da qualche parte…
Gli occhi di Ai parvero brillare.
-Ma non c’è il rischio – chiese dubbiosa la principessa – che qualcuno ci scopra? E come faremo ad entrare?
-Non ti preoccupare, a quello ci penso io.
Il buio all’interno dell’armadio era quasi totale, solo una fine lama di luce filtrava dall’anta socchiusa.
Un lieve suono, la porta scorrevole della stanza era stata aperta e subito richiusa. Passi veloci e leggeri accompagnati da un tintinnio metallico.
Ai, nascosta nell’armadio, si sentì il cuore battere all’impazzata, le mani le tremavano, il corpo fremeva scosso da continui sussulti. Facendo attenzione a non far rumore si spostò leggermente per spiare dalla fessura.
Un brivido le corse lungo la schiena. Arie era lì, poco distante da lei. La samurai era immobile, sospirò. Si tolse i guanti dell’armatura, poi, con le mani libere, si slacciò il fodero della katana che depose sulla rastrelliera. Con movimenti rapidi iniziò a slacciarsi l’armatura togliendosi le varie parti, in pochi minuti rimase con addosso soltanto con l’hadajuban.
Ai deglutì. Con gli occhi osservò i lineamenti del volto della sua guardia del corpo, i capelli raccolti dietro la nuca, la siluette che il leggero abito di cotone bianco faceva intravedere.
Arie si portò le mani dietro alla nuca e sciolse i capelli. Una cascata nera le si distese sulle spalle e sulla schiena. Si avvicinò alla propria katana e l’accarezzò.
-Come invidio quella katana, sempre al suo fianco, sempre accanto a lei… - mormorò Ai.
Arie iniziò a slacciarsi la giacca dell’hadajuban. A quella vista Ai eb