Tintoretto nelle chiese veneziane
By Laura Latini
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Book preview
Tintoretto nelle chiese veneziane - Laura Latini
Indice
Introduzione
Biografia di Jacopo Tintoretto
Legenda
Castello
1.Chiesa di San Zaccaria
2. Chiesa di San Giuseppe di Castello
3. Chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti
Cannaregio
4. Chiesa dei Gesuiti o di Santa Maria Assunta
5. Chiesa della Madonna dell'Orto
6. Chiesa di San Marziale
7. Chiesa di San Felice
8. Chiesa di San Marcuola
Santa Croce
9. Chiesa di San Simeone Grande
10. Chiesa di Santa Maria Mater Domini
11. Chiesa di San Cassiano
San Polo
12.Chiesa di San Silvestro
13. Chiesa di San Paolo Apostolo, vulgo San Polo
14. Chiesa di San Rocco
San Marco
15. Chiesa di Santo Stefano
16 Santa Maria del Giglio o Zobenigo
Dorsoduro
17. Santa Maria della Salute
18. Chiesa di San Trovaso
19.Chiesa di Santa Maria del Rosario o dei Gesuati
Isole
20. Chiesa del Redentore
21.Chiesa di San Giorgio Maggiore
Cenni bibliografici
Laura Latini
Tintoretto
nelle chiese veneziane
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Tintoretto nelle chiese veneziane
Autore | Laura Latini
ISBN | 9788892600706
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il
preventivo assenso dell’Autore.
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Le immagini riprodotte nel presente volume sono tratte da dipinti di proprietà del Patriarcato di Venezia, la cui riproduzione è stata concessa dall'Ufficio Beni Culturali con delibera prot. n. 11.16.2039
Ad Elio e Marco,
senza il loro aiuto
non sarebbe stata
possibile la
pubblicazione
di questo libro
Introduzione
Questo libro è il risultato di diversi anni di studi e di ricerche, come tutti quei libri che trattano di argomenti artistici, perché accanto allo studio dei testi e del periodo storico in cui è vissuto il pittore, è necessario visitare le sue opere ed i luoghi, dove esse sono state collocate, non una volta soltanto, ma molte volte per arrivare a vederle nel modo giusto e con la corretta angolazione.
Veneziana di nascita e Mestrina d'adozione, sono stata guidata dalla grande passione che ho per la mia città, che nel corso degli anni ho cominciato a vedere con occhi diversi, con quelli del forestiero che scopre gradualmente le bellezze nascoste di un luogo veramente singolare e capace di suscitare grandi emozioni.
Ecco a voi, perciò, un percorso attraverso le chiese veneziane che contengono opere del Tintoretto, un itinerario che va dai sestieri di Castello (quello più lontano dalla terraferma e, quindi, più genuino) a Cannaregio, S. Croce, San Polo, Dorsoduro, e, per ultimo quello centrale di San Marco, in una sorta di cammino a ritroso rispetto a quello dei tradizionali giri turistici, per testimoniare l'esigenza di andare a scoprire quella Venezia nascosta, che è la più affascinante ed emozionante.
L'occasione ci è data dalle opere di Jacopo Tintoretto, uno dei più grandi pittori veneziani, che ha operato quasi esclusivamente a Venezia e che ha arricchito tantissime chiese della città, ciascuna delle quali presenta, presa singolarmente, la valenza di un museo.
Il consiglio principale è quello di percorrere un po' alla volta l'itinerario prescelto, senza fretta, di perdersi nell'intrico di calli e campi che si incontreranno per raggiungere i diversi edifici religiosi, di entrarvi per ammirarne con calma i dipinti e le architetture, cioé di fare tutto ciò che viene precluso al turista abituale, spesso tormentato dalla tirannia del tempo.
Mi auguro che questo testo, scritto in un modo chiaro e semplice che lo rende adatto indistintamente a tutti, possa rappresentare per voi una guida utile.
Biografia di Jacopo Tintoretto
Nel 1518, presumibilmente tra la fine del mese di settembre ed i primi di ottobre, nasce a Venezia Jacopo Robusti, noto col soprannome di Tintoretto, attribuitogli, come si usava un tempo, dal mestiere del padre, tintore di panni di seta, attività a quel tempo molto importante e redditizia.
Pare che la sua famiglia fosse originaria della Toscana, precisamente della città di Lucca, infatti l'irruenza e l'animosità del suo carattere viene da molti critici attribuita appunto alle sue origini toscane.
Nonostante ciò, il nostro è un autore venezianissimo, sia per le caratteristiche della sua arte, ma anche perché, cosa eccezionale per un artista del suo livello, operò quasi esclusivamente a Venezia.
Nel 1539, giovanissimo, è già in possesso di una sua bottega a San Cassiano, quindi il suo talento artistico si sta già sviluppando in piena autonomia ed inizia così quel percorso che in pochi decenni lo porterà a diventare uno dei più famosi e ricercati pittori in città.
Importante per la sua carriera risulta l'amicizia di Pietro Aretino: nel 1545 dipinge due soffitti a tema mitologico per la casa veneziana dell'amico e nel 1548 sempre l'Aretino gli scrive una lettera di lode per Il miracolo di San Marco, (dipinto per la scuola di San Marco a Castello) lettera che sarà molto importante per lui perchè lo introdurrà nella cerchia delle persone che contano
.
In breve tempo diventerà uno dei pittori più richiesti ed affermati in quella Venezia del Cinquecento, che era destinata a svolgere, insieme a Roma e Firenze, un ruolo di primo piano all'interno del panorama artistico dell'epoca.
Le sue committenze sono prevalentemente religiose: dipinge per le chiese di San Marcuola, San Marziale, San Rocco, la Madonna dell'Orto, Santa Maria del Giglio, ecc., cioè per rinomati centri religiosi, dove le sue opere potevano essere ammirate sia dalla popolazione come dal pubblico che conta.
Nel 1553 si sposa con Faustina Episcopi (suo padre era molto influente all'interno della Scuola Grande di San Marco) e così inizia la sua vita matrimoniale che sarà coronata dalla nascita di numerosi figli; questi ultimi lo aiuteranno negli anni della maturità e del successo a portare a termine molti dei suoi impegni artistici.
Nel 1564 si procura quel lavoro che lo impegnerà per tutto il resto dei suoi giorni , indubbiamente la sua opera maggiore, alla quale si dedicherà con grande passione e che gli darà grande fama: i teleri per la Scuola Grande di San Rocco.
Era riuscito furbescamente a spiazzare gli avversari presentando, al posto del bozzetto, richiesto dai confratelli per il San Rocco in gloria, addirittura il quadro bello e pronto, già collocato sul soffitto.
Pattuisce con i confratelli di San Rocco la riscossione di una sostanziosa rendita annuale, una sorta di vitalizio (noi oggi la chiameremmo pensione), in cambio di un certo numero di quadri all'anno fino al completamento dell'arredo delle pareti della Scuola che, come si può ancor oggi vedere nella sua integrità, è molto grande.
Questo edificio ha avuto la grandissima fortuna di non subire la soppressione e la relativa spoliazione del periodo napoleonico, così ancora oggi si può ammirare la bellezza delle sue sale e restare attoniti di fronte alla potenza dell'arte di Tintoretto.
Nel frattempo lavora per committenti importanti, addirittura dipinge per il Palazzo Ducale (purtroppo alcuni suoi quadri verranno perduti durante l'incendio del 1577).
Nel 1580 si reca a Mantova per consegnare le ultime quattro tele, commissionategli dal duca di Mantova Guglielmo Gonzaga per il suo Palazzo Ducale.
Questa è una delle pochissime volte in cui il nostro autore ha rapporti con una committenza forestiera
, infatti il Tintoretto, a differenza di altri artisti quali, per esempio, Tiziano e Veronese, si mantiene nell'ambito cittadino, in quanto la sua produzione è quasi tutta chiusa all'interno della città lagunare, però la grandezza della sua arte spazia attraverso il tempo e lo spazio, come si addice ai grandi
.
Gli anni Ottanta vedono l'invecchiamento dell'artista, che ritrae se stesso con spietato realismo in diversi famosi autoritratti, però la sua arte non perde potenza ed acquista nuovo fascino soprattutto nei paesaggi dipinti con pennellate liquide e quasi diafane ed in quei personaggi sullo sfondo che sembrano figure evanescenti.
Nel 1592 dipinge le due grandi tele di San Giorgio Maggiore (L'ultima Cena e La caduta della manna) mirabili per il colore e gli effetti luminosi del chiaroscuro, e tra il 1593 ed 1594 completa la sua ultima opera, una Deposizione, sempre per la chiesa di San Giorgio Maggiore.
Muore il 31 maggio del 1594 lasciando alla città ed al mondo intero i segni tangibili della sua grande arte.
Queste le linee essenziali delle tappe del percorso biografico ed artistico del Tintoretto; però non è possibile apprezzare pienamente il valore delle sue opere se non si colloca