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Dedicato a mio Padre
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Ebook48 pages25 minutes

Dedicato a mio Padre

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Il libro raccoglie i ricordi della vita dell'autore con suo padre, perso prematuramente durante l'adolescenza. Piccoli affreschi di vita che hanno cercato di coprire e surrogare la mancanza improvvisa di un genitore, una mescolanza di poesia, prosa e fotografia intrisa da una non celata nostalgia.
LanguageItaliano
Release dateMar 22, 2016
ISBN9788892579316
Dedicato a mio Padre

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    Dedicato a mio Padre - Giovanni Carità

    Note

    L’ULTIMO INCONTRO

    Quando mio Padre morì non mi resi conto di quanto la sua presenza fosse importante. Ricordo quegli attimi con una straordinaria lucidità mentale avendo presente ancora la pace di quella mattina.

    Passata l’infanzia la morte non mi aveva più spaventato. Nemmeno in quel momento mi impressionò. Quando capii che Lui non c’era più, l’accettai come un evento naturale ed inevitabile; accesi la radio tenendo l’audio a basso volume rimanendo qualche minuto a letto, avvolto in una calma irreale, che allora mi stupiva o mi spaventava.

    Perché non piangevo?

    Quella mancanza di lacrime si risolse negli anni in un continuo pensare a Lui, al nostro rapporto così bruscamente interrotto dalla differenza di età. Si creò quindi un’immagine non falsa ma amplificata del bel ricordo che ho tuttora di Lui. Un’immagine nata da basi solide e reali, abbellita dalla nostalgia di non poterla più ritrovare.

    Qualcuno dice che siamo due figure molto simili, questo mi piace, non per nulla ha lasciato un’impronta indelebile su di me, forse troppo, un’impronta che si è insinuata abbarbicandosi nelle mie profondità. In passato era diventata quasi un'ossessione, ora finalmente sento di poterne parlare con un certo distacco, di aver la capacità di sistemare e catalogare tutte quelle immagini in una sequenza legata dal filo dei ricordi lontani.

    1

    Lo vidi per l’ultima volta seminascosto dagli alberi poco prima che l’ictus lo colpisse. Mi dileguai confondendomi nel dedalo di tronchi muschiati. Quando alzò il volto per guardare in avanti nella mia direzione non ero più là. Non so se mi vide, non credo, questa certezza non l’avrò mai. Non volevo mi vedesse: stavo attraversando un momento di estrema solitudine, per me naturale, ma che qualcuno intorno a me indicava come non buona; dovevo essere come lo stereotipo dei miei coetanei per non subire critiche. Dopo le scuole medie e a causa delle superiori frequentate in una scuola in una città diversa rispetto a quella dei miei coetanei mi ero ritrovato da solo: non volevo lo scoprisse. Per questo motivo mi allontanai il più velocemente possibile. Dopo dieci

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