Caro Homo Sapiens
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About this ebook
In questa sua esplorazione si muove con passi incerti come addentrandosi nel fitto di una boscaglia e, ad ogni passo, scopre l'arroganza di una pretesa onnipotenza con cui l'“Homo Sapiens” ha investito ogni sfera del vivere quotidiano e della storia.
Questo scritto non ha la pretesa di essere un vero e proprio saggio e si esprime perciò in forma di pamphlet ma riflette su molti temi, passando dalla storia alla filosofia, all'arte, alla medicina e alla religione.
La parte critica vuole essere polemica e provocatoria, la parte propositiva è più debole perché sovrastata dalla consapevolezza della sua impotenza.
Tuttavia la riflessione può indurre ad una capacità di autocritica e di osservazione della società da una differente prospettiva, dove l'uomo non si senta al centro dell'universo ma solo parte di un tutto.
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Caro Homo Sapiens - Ornella Gorziglia
Ornella Gorziglia
… CARO HOMO SAPIENS
Dubito… dunque sono
AbelBooks
Proprietà letteraria riservata
© 2015 AbelBooks
Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:
AbelBooks – Massimo Lerose editore
Via Leonardo Da Vinci Pal. CEEPLA snc
04019 Terracina (Latina)
ISBN 9788867521623
L’invenzione infinita, l’esperimento infinito
Portano conoscenza del moto, non dell’immobilità
Conoscenza del linguaggio ma non del silenzio
Conoscenza delle parole e ignoranza del Verbo
Tutta la nostra conoscenza ci porta più vicini alla nostra ignoranza.
[…]
Dov’è la Vita che abbiamo perduto vivendo?
Dov’è la saggezza che abbiamo perduto sapendo?
Dov’è la sapienza che abbiamo perduto nell’informazione?
Thomas Stearns Eliot
… premessa dolorosa ma necessaria
Caro Homo Sapiens,
Mi rivolgo a te con animo amareggiato e con rabbia impotente per denunciarti di fronte a te stesso.
Il mio attacco, almeno nelle intenzioni, vorrà essere il più possibile aggressivo e distruttivo.
L’ira è comunque preferibile all’indifferenza o all’apatia e nel desiderio di distruggerti in realtà nascondo anche molta voglia di resurrezione.
Non vorrei buttare alle ortiche tutto il tuo mondo (perché è anche il mio), ma spero che tu abbia almeno una vaga consapevolezza della tua attuale decadenza.
Converrai, spero, con me che di questa tua civiltà c’è molto da buttare.
Nel corso di questo mio monologo (in cui, vedrai, non ti darò alcuna possibilità di replica) ti dimostrerò quanto tu sia stupido, quanto tu abbia sprecato e ancora ti ostini a sprecare della tua vita, quanta ricchezza tu stia gettando dalla finestra e in quale modo illusorio trascini la tua esistenza.
Lo so che tutto quello che sto per dirti non ha in sé nulla di nuovo, so benissimo che tirerò fuori dal cassetto argomenti che avrai già sentito mille volte e che tratterò temi già ripetutamente e lungamente dibattuti.
A volte, anzi sempre, il semplice è inesplicabile e l’ovvietà è invisibile. È un po’ come quando ci troviamo su una banchina e cerchiamo la nave su cui ci dobbiamo imbarcare: non la vediamo perché è troppo grande.
Sento l’obbligo, anzi l’urgenza, di scriverti perché a mio parere tu stai vagando nella tua vita senza bussola, sospinto da venti ora favorevoli ora contrari, alla deriva, ora attratto dalla carota, ora sospinto dal bastone.
Bisogna ricapitolare, ripartire, riassumere, ricomporre il cerchio ma per fare ciò è necessario attaccare, smontare, distruggere, scomporre.
Lo so, ripasserò più e più volte per un sentiero già tracciato da tanta gente prima di me ma questo è un percorso obbligato e inevitabile.
Tu replicherai dicendo che le mie non sono che una mescolanza di idee, prese qua e là, senza costrutto, assemblate alla bell’e meglio.
È vero, se lo dirai non ti darò torto. Potrò dirti però che questo sentiero, così frequentato e affollato è magico, perché ha il potere di trasformarsi in un intrico sempre più fitto, sempre capace di svelare sorprese e di ripresentarsi, ad ogni passo, con nuove e insospettate verità.
Su questo sentiero mi ci sono ritrovata casualmente, per colpa (o merito) di un libro che avevo ricevuto in regalo e che sicuramente non avrei mai acquistato. *
In questo libro si confrontavano due autori che osservavano la stessa realtà da due punti di vista opposti, diametralmente; due pensieri a confronto, uno totalmente razionale e scientifico, l’altro spirituale e metafisico. Niente di nuovo sotto il sole!
Mentre leggevo non potevo fare a meno di identificarmi con la posizione razionale e scientifica sostenuta da uno dei due autori. (Ho una specie di orticaria allergica verso tutto ciò che riguarda la religione, ed è per questo motivo che non avrei mai comprato questo libro, che tuttavia ho letto).
Nel corso della lettura però ho finito per trovare troppo saccente e sicura di sé la parte nella quale mi ero risolutamente identificata.
L’antipatia per la parte scientifica e razionale mi ha colta quasi di sorpresa!
Tra le righe ho letto ad un tratto una ironia gratuita e un mal celato disprezzo per le teorie dell’autore che sosteneva le tesi più incerte, quelle che tentano di seguire lo spirito anziché la materia.
Nelle affermazioni lapidarie dell’autore di parte scientifica si avvertiva una tolleranza sottile, eppure percepibile, verso ogni argomento che tracimava dalle assolute certezze che dà la ragione, quasi quel confronto fosse un’inutile perdita di tempo, nella fremente impazienza di giungere alla verità certa.
Tanta spavalderia del pensiero così ostinatamente scientifico alla fine mi sembrava funzionale solo ad un suo ingiustificato senso di onnipotenza.
Non ho potuto fare a meno di notare come questo senso di sapienza stridesse con la fragilità dell’essere umano e non ho potuto fare a meno di simpatizzare con l’autore che invece avanzava nel mondo della conoscenza con passo cauto, consapevole della sua pochezza di fronte al creato.
Quasi senza accorgermene ho iniziato a dissociarmi dalle mie ferree e rigide convinzioni e, credimi, il passo è stato più breve di quanto immaginassi.
Mi sono accorta che questi due pensieri così distanti fra loro erano in realtà divisi da una membrana molto sottile, che poteva spezzarsi in qualsiasi momento e tutto a un tratto mi sono trovata dall’altra parte dello specchio.
È bastato che un piccolo dubbio si insinuasse nella mia testa:
Che cosa mi dà la certezza della mia libertà di pensiero? Sono proprio certa di non aver subito condizionamenti nel corso della mia formazione?
Mi sono ritrovata in mezzo al marasma, con Kant che mi soffiava sul collo e il mio mondo sensoriale che faceva di tutto per reclamare la mia attenzione.
La ragion pura inganna?
Dunque non ero stata libera? La mia libertà era stata solo un ‘illusione?
Per un attimo ho chiuso il libro e mi sono accorta che mi mancava il respiro: dovevo ricominciare tutto daccapo! Adesso mi sembrava difficile capire quali erano state le letture e le suggestioni che mi avevano influenzata e condotta in una direzione piuttosto che in un’altra.
È davvero libero chi cresce in un mondo dominato dalla tecnologia, immerso in una cultura che, superato il buio della superstizione, non può più prescindere da Cartesio o Darwin o Newton?
Verità rivelate, lampi di razionalità, liberazione. Certo, ma anche limiti verso un’evoluzione con diverse uscite, diverse desinenze.
Ho notato che l’unica costante di tutto il pensiero razionale e scientifico è la tua centralità, Homo Sapiens!
Ai tempi della potenza della Chiesa non era accettabile l’idea di un cosmo in cui la Terra non ne fosse il centro e l’ombelico; nei nostri tempi evoluti la scienza, pur riconoscendo la posizione periferica del pianeta, glorifica sostanzialmente solo se stessa per la potenza del suo pensiero.
Due modi differenti, anzi opposti di pensare, quello della Chiesa e quello della scienza, ma che alla fine convergono perché hanno un’identica funzione e lo stesso identico scopo: esercitare il potere.
Me già che c’ero con i dubbi perché non spingersi oltre?
A te, come del resto a tutti noi, sembra che il percorso dell’umanità, la sua storia, la sua evoluzione, siano logici e ineluttabili.
Ineluttabili ci appaiono le guerre che sono state combattute, le stragi che sono state perpetrate, ineluttabile l’odio, ineluttabili le conquiste, le scoperte, le invenzioni.
La tua storia è un concatenarsi di passi avanti, come li chiami tu, ed effettivamente non si può negare che la tua vita, in genere, ma non sempre, sia migliorata.
Tu, ma anch’io, tutti noi, non ci domandiamo mai se quel concatenamento di passi avanti non avrebbe potuto direzionarsi su un percorso differente da quello che poi effettivamente è stato. Chissà, forse per esempio avremmo potuto avere meno tecnologia e meno guerre, potremmo aver privilegiato l’amore anziché l’odio, la collaborazione piuttosto che gli egoismi. Forse avremmo potuto avere una diversa fortuna, o una diversa intelligenza, magari meno tecnica ma potremmo essere stati ugualmente capaci di edificare grandi opere, che so, piramidi in Egitto o Mohai nell’isola di Pasqua.
Ah! Sono opere esistenti? Mi vuoi far credere che