Guida parziale ed un po' casuale a Volterra
By Carlo Susara
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Guida parziale ed un po' casuale a Volterra - Carlo Susara
Carlo Susara
Guida parziale ed un po' casuale di Volterra
con la collaborazione de
Introduzione di Alessandro Benvenuti
Fotografie del
COLLANA EMOZIONI
DIGITAL INDEX
A chi sa d'essere
AI LETTORI:
"O voi che il libro a legger v'apprestate:
liberatevi d'ogni passione
e leggendo non vi scandalizzate,
chè non contiene male nè infezione.
Anche gli è ver che poca perfezione
v'apprenderete, salvochι nel ridere;
non può il mio cuore senza riso vivere,
e innanzi al duolo che vi mina e estingue.
Meglio è di riso che di pianto scrivere,
chè il riso l'uom dall'animal distingue."
VIVETE LIETI!
(Francois Rabelais – Gargantua e Pantagruel)
Suggestioni
Bruno, l'amico mio di-vino di Volterra, mi rimanda via e-mail per l'ennesima volta l'invito-esortazione affinché io scriva 'due righe' a mo' di presentazione per questo delizioso 'libricino' di poesie di Carlo Susara...e io sprofondo nella malinconia di me stesso: ma come, ancora non gliele ho scritte queste benedette 'du' righe' di presentazione? La memoria mi fa giocare a rimpiattino con i miei doveri. Questi si nascondono, chi dietro un angolo, chi dietro un albero, chi acquattato dietro un cespuglio di more...nere...sugose...ribes...lamponi. Annuso: si alzano dalla terra effluvi che sanno di fruttato e che mi tirano per il naso. E mi ritrovo in piedi. Davanti a me si estendono i vigneti di tante zone geografiche quante ne può contenere il cuore. Ed ogni 'affaccio' simile a questo, che ora si fa panorama davanti a me, mi torna adesso in mente; tutti quelli - e sono parecchie centinaia - che i miei occhi hanno visto nel tempo passato in Toscana. La pace mi invade subitanea. Mi vedo al ralenty, non so perché, sotto la nevicata bianca di un ciliegio in fiore. Sembro un po' scemo, ma è pura beatitudine quella che adesso mi sciacquetta dentro gli occhi facendomi apparire fortemente vago. Quanto ho bevuto? Tanto! Boh. Però era vino buono. E in mezzo a due filari diritti come longarine impreziositi dalla presenza di due sentinelle che son cespugli in rosa, vedo la faccia aperta, franca, simpatica di Bruno che adesso ha un bel sorriso come la bocca a luna dello Stregatto di Alice. Alla fine ce l'hai fatta a scrive' du' bischerate per i' libricino...
Bruno, mi spiace di non averlo fatto prima. Ho avuto i miei casini, impegni, i tagli del governo al FUS, le bambine...
Ma l'avevi lette almeno?
Ma cosa, le poesie? Ma si, solo che non sapevo cosa dire; non te l'ho mai detto?: l'intelligenza che ho non è del tutto mia, ce l'ho soltanto a mezza fida, a volte me la ripigliano...poi me la rendono...si fa un pochino a turno. Insomma Bruno, non sono esattamente come credi...
E come saresti, sentiamo
No dai, lasciamo stare. Piuttosto mi fa piacere invece vederti costaggiù in mezzo a quei filari, in questa terra gialla...che dietro, fra un momento, ci sarà un tramonto! Ti vedo proprio bene - dico - Bruno
. Ma Bruno non c'è più. Sparito in un baleno dentro al suo stesso sorriso compiaciuto. Magia?, o piuttosto Madonnina mia quanto ho bevuto?
Alessandro Benvenuti
POSTPRODUZIONE
Dodici sono state scritte perché,
così son tante quante le stagioni,
solo moltiplicate a perfetto tre.
Profumano del ribollir dei tini,
ma ‘si tanto non basta e, viene da sè,
parlano anche dei molti reggiseni.
Ci dicono d’ una città in Val d’Era,
intendo dir Volterra è chiaro, sicché
l’ avevate già capito, si spera.
Parlano si dei vini dello staffe,
ma vivono su molte burle: anche
della prosodia si fanno beffe.
Sono in endecasillabo cialtrone,
vien da sè non per facile rimata:
è felice in qualsivoglia occasione,
avendo d’Arno solo una spruzzata.
Dei molti reggiseni
è un evidente richiamo all'esposizione, dei reggiseni appunto, appesa al soffitto de "La vena di vino: collezione composta da centinaia di pezzi e continuamente aggiornata, nata come un' installazione artistica per
VolterraTeatro" del 2005, ed ispirata da una conversazione con un turista americano, come meglio spiegato su: www.lavenadivino.com:
"L’idea di allestire una mostra di reggiseni ci è venuta parlando con Mister George Puskar., venuto dalla Florida per girare le nostre campagne in bici. Tra un bicchiere di vino e l’altro, ci raccontava come La Vena di Vino gli ricordasse, soprattutto per le sensazioni e l’atmosfera, State of mind
, il bar della sua infanzia in Pennsylvania, gestito da un italiano detto Chiodo
, che con fare affabile e simpatico cercava continuamente di convincere le clienti del locale a lasciargli il reggipetto che lui inesorabilmente attaccava al soffitto. Feticismo? Può essere, certo è che gli uomini ne vanno pazzi e le donne lo usano come arma impropria di seduzione. E’ l’oggetto di desiderio degli uomini, perché ne contiene l’oggetto, il contenitore ha assorbito la proprietà evocativa del contenuto. Per noi frequentatori di vinai, bettole e osterie del nuovo millennio è il mitico compagno della donna di oggi, depositaria di una gran varietà di seni: reali, fantastici, estetici, erotici, mediatici, medici, pubblicitari…o materni. Il mito di Artemisia di Efeso, rimane sorprendentemente attuale, questa dea onorata dagli antichi Greci, veniva rappresentata con il corpo ricoperto da una moltitudine di seni, simbolo di fecondità. Ed Artemisia è anche la pianta da cui è generato l’assenzio, liquore risorto dalle ceneri dei locali ottocenteschi, battelli ebbri e poeti maledetti. Tra un ponce ed un assenzio,