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Rapa Nui: la maledizione della Profezia di Mu… e poi il seguito
Rapa Nui: la maledizione della Profezia di Mu… e poi il seguito
Rapa Nui: la maledizione della Profezia di Mu… e poi il seguito
Ebook127 pages1 hour

Rapa Nui: la maledizione della Profezia di Mu… e poi il seguito

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Questo fantasioso racconto intitolato “Rapa Nui – La maledizione della Profezia di Mu e poi… il seguito” inizia riportando la maledizione di un’antica profezia: “solamente un’isola resterà nel centro del Mondo…” dicevano le parole che poi proseguivano: “...ma quando anch’essa si inabisserà nell’oceano, avverrà la fine di tutto e di tutti”. L’autore ci descrive gli eventi di una lunga storia che nasce con la scomparsa, nell’Oceano Pacifico, del “Continente Mu”. Risalendo alla leggenda si calcola che più di tredicimila anni or sono, l’evento catastrofico sia avvenuto circa mille anni prima di quello che sommerse il “Continente di Atlantide”. Due Oceani differenti ma storie similari si erano ripetute. Sempre, secondo i miti polinesiani, sembrerebbe che gli attuali arcipelaghi posti nella parte di Oceano Pacifico già occupata dal continente scomparso sia ciò che è restato. Anche “l’Isola di Rapa Nui” sembrerebbe avere la stella origine ma qui in questo “Ombelico del Mondo” avvengono i fatti, talvolta cruenti ma non privi di effetto scenico, descritti da Learco. Egli vi intesse le storie descritte con salti temporali, dall’origine ai giorni nostri. Quello scritto dall’autore non è un libro che propone nuove ipotesi scientifiche ma semplicemente una ricerca, talvolta romanzata ed in parte storica, che riporta anche eventi di fantasia. Pregevole è il “poscritto” dell’autore, ad alto contenuto morale ed ecologico. La prosa di Learco si legge scorrevole e con piacevolezza. I lettori, ancora una volta, non resteranno delusi da quanto l’autore ha voluto proporre.
LanguageItaliano
Release dateFeb 21, 2016
ISBN9788899001568
Rapa Nui: la maledizione della Profezia di Mu… e poi il seguito

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    Rapa Nui - Learco Learchi d'Auria

    Cop.RapaNuiR

    Learco Learchi d’Auria

    RAPA NUI

    la maledizione della Profezia di Mu

    …e poi il seguito

    West Press

    Copertina realizzata da Antonella Simonotto

    Immagine di copertina: dipinto di Learco Learchi d’Auria

    ISBN 978-88-99001-56-8

    © 2015 Copyright West Press - Editrice Virtuale Avalon

    Tutti i diritti riservati

    West Press -Via A. Volta 4

    37029 San Pietro in Cariano

    Tel/Fax 045 2224293

    Editrice Virtuale Avalon - Via Solaro 12

    80053 Castellammare di Stabia

    Tel/Fax 081 8715338

    www.westpress.it - e-mail: westpress@westpress.it

    www.uniavalon.com - e-mail: info@uniavalon.com

    Contatto con l’autore: e-mail el.dorado.44@hotmail.com

    Prefazione

    L’Isola di Pasqua, conosciuta anche con il nome di Rapa Nui, è immersa nell’Oceano Pacifico e si trova al largo delle coste del Cile. Il suo nome è dovuto al fatto che l’isola è stata scoperta il giorno di Pasqua del 1722 dall’esploratore Olandese Jacob Roggeveen.

    Nell’immaginario collettivo viene identificata con le statue dei Moai, enormi busti monolitici sparsi lungo l’intero territorio. Se ne contano ben 638. Nonostante le ricerche condotte negli ultimi anni il loro scopo non è tuttora noto con certezza. Secondo alcuni studi recenti, le statue rappresentano capi tribù indigeni del passato e, secondo la credenza popolare, avrebbero permesso ai vivi di prendere contatto con il mondo dei morti. Alcune statue possiedono sulla testa un cilindro (pukao) ottenuto da un tipo di tufo di colore rossastro, interpretato come un copricapo oppure come l’acconciatura un tempo diffusa tra i maschi indigeni. I Moai sono alti tra i 2,5 e i 10 metri. Ne esiste uno, incompleto, alto 21m. Quelli di 10 metri pesano tra le 75 e le 86 tonnellate.

    Una leggenda dell’Isola di Pasqua narra che dal cielo giunsero degli uomini uccello (Tangata-manu) che potevano volare. Il loro capo si chiamava Make-Make e, secondo la mitologia locale, era il creatore dell’umanità, il dio della fertilità e la divinità principale del culto dell’uomo uccello. La sua immagine è stata scolpita su alcune rocce presenti sull’isola. Secondo i racconti, tramandati oralmente, i colossi di pietra si muovevano grazie a una forza misteriosa che solo due sacerdoti erano in grado di controllare. Un giorno, però, i due sacerdoti scomparvero e da quel momento il lavoro di costruzione delle statue fu sospeso. È il motivo per cui una schiera di statue è rimasta incompiuta. Gli studiosi fanno coincidere questo momento vicino all’anno 1500.

    Il territorio dell’isola è ricoperto da tre vulcani: Rano-Kau, Maunga-Puakatiki e Maunga-Terevaka. Per questo motivo l’Isola di Pasqua è molto selvaggia e non si trovano molti animali, se non cavalli, pecore, mucche e maiali importati, recentemente, dalla terraferma. Il mare non è caratterizzato dalla barriera corallina come altre isole del Pacifico. Tuttavia, nelle sue acque vive una grande colonia di capodogli che possono essere osservati dai visitatori dell’isola. Per chi ama praticare trekking ed escursionismo è la meta ideale. L’isola che emerge dalle acque dell’Oceano Pacifico, l’Isola di Pasqua, è quasi un grande scoglio che fa parte del territorio cileno nonostante la distanza. È coperta di vegetazione scarsa e presenta una selvaggia natura, sferzata dai venti e battuta dalle onde.

    Lo scritto di Learco Learchi d’Auria nasce da una sua ricerca attenta e circostanziata. La fonte della Profezia, più volte citata, è il libro sulla scomparsa del Continente Mu" scritto nel 1926 da James Churchward, un colonnello dell’esercito britannico in pensione (1852-1936). Secondo le sue descrizioni quel continente era situato nel mezzo dell’oceano Pacifico: un vasto territorio variegato da alture ed altopiani che aveva, come confini attuali a settentrione le isole Hawaii e a meridione una linea immaginaria tracciata tra l’isola di Pasqua e le Isole Figi. Il nome deriverebbe dalla omonima lettera greca, che sarebbe stata trovata incisa sulle pareti delle grotte di accesso al continente. Al momento della sua scomparsa, circa 12.000 anni fa, secondo Churchward sarebbe stato abitato da 64 milioni di persone di varie razze, sulle quali predominava quella bianca, con molte grandi città e colonie negli altri continenti. Al Continente Mu, da alcuni altri autori, è associata l’isola di Pasqua che viene considerata una delle sommità restate emerse dopo l’inabissamento.

    Learco è riuscito ad imbastire l’avvio di una storia dell’isola intrecciando gli esodi di Hawaiani e di Māori fino all’incontro dei due gruppi nell’Isola di Pasqua ed alla loro unione anche se suddivisi in due distinte tribù. Ci fa conoscere usi, costumi e tradizioni dei due popoli descrivendoci in maniera molto puntuale fatti storici e miti che tuttora sono poco conosciuti dai popoli Europei. L’autore non si ferma alla descrizione e all’intreccio di storie di popoli, di miti e leggende ma va oltre. Ci porta a riflettere sul poi ed è cosa che riguarda tutti. Dobbiamo porci, infatti, il problema su alcuni punti focali dell’inquinamento creato dall’Uomo.

    Tutti parlano di ecologia, riempiendosi la bocca, ma nessuno fa nulla. Allora sembra che nelle parole della profezia, che Learco ci ricorda ripetutamente, c’è qualcosa di inquietante: …solamente un’isola resterà nel centro del Mondo… dicono le parole che poi prose-guono: ...ma quando anch’essa si inabisserà nell’Oceano, avverrà la fine di tutto e di tutti. La profezia pare che sia stata lasciata, un milione di anni fa, dagli Antichi Padri provenienti da un altro pianeta facente parte della Fratellanza Cosmica. Riguarda Mu un Continente perduto nell’Oceano Pacifico, si presume attorno al 10985 a.C., quindi prima dell’inabissamento di Atlantide. Ma non è tutto! La predizione riguarda anche l’Isola di Pasqua e l’odierno Mondo intero. Ecco il senso di quel e poi… il seguito voluto inserite dall’autore a fine titolo.

    Elisa Savarese

    Presidente dell’Università Avalon

    Favole, miti e leggende, da sempre,

     hanno accompagnato la fantasia di

     grandi e piccini. L’uomo, non più

     bimbo, talvolta sente il bisogno di

     credere a quel mondo dimenticato.

     Può accadere che una malvagia

     Profezia risorga dall’oblio e venga a

     turbare la fiaba. È in quel momento

     che si impone un esame di coscienza

     per quello che si sta facendo contro

     Madre Natura, prima che questa si

     rivolti sconvolgendo tutto.

    Questa ricerca sulla storia di un mito

     inabissato nella notte dei tempi e di

     quanto, emerso, ne è rimasto viene

     da me dedicata a tutte quelle persone

     che stanno tentando di preservare

     non solo un’isola ma anche il mondo

     al quale apparteniamo.

    Anche la Terra è un’isola posta nel

     mezzo dell’immenso oceano di uno

     spazio siderale e un grido spontaneo

     in gola mi sale: uniamoci e tentiamo

     di salvarla finché siamo in tempo!

    (Learco Learchi d’Auria)

    I personaggi di questo libro ed anche l’autore, tal quale si descrive, sono stati ideati dalla fantasia. Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti sono puramente casuali. Le pagine con il fondino più o meno scuro distinguono gli eventi accaduti in epoche più o meno remote rispetto a quella attuale.

    Prologo

    Tutto era iniziato a causa di una battuta: «… ci potresti scrivere sopra un romanzo: qualcosa di interessante per i tuoi lettori.»

    A pronunziarla era stata un’amica cilena, cultrice della storia, dei

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