Bip Calamita e altre star da favola: Bambini, ben essere, comunità educante nell’era digitale
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Book preview
Bip Calamita e altre star da favola - Renata Franca Flamigni
Autori
Antef@tto
Flavio Milandri
Abi-tanti l’immaginario
Quando incrociamo cambiamenti epocali, il mito, la metafora e il simbolo si assumono il compito di costruire ponti tra le sponde del reale che ancora non vediamo compiutamente, ma solamente intravediamo, anche se ci stiamo già vivendo dentro. L’infanzia si rapporta con un contesto, una cornice, un ambiente sociale che è quello adulto fin dai primi mesi di vita. La fiaba è quindi particolarmente utile per affrontare il mutamento che lo investe, che coinvolge tutti i suoi referenti educativi, e in momenti di crisi spesso travolge anche l’idea stessa di educazione. Ecco la necessità della funzione ponte della narrazione: raccontare una fiaba è spesso fare una rappresentazione che molto deve alla creatività ma che ha radici nel mondo. Si incontrano in Bip Calamita e altre star da favola diversi richiami ad un fatto, ad una esperienza, all’infanzia ovviamente in fil di metafora. Questo permette ai bambini di produrre ipotesi, possibili strade, soluzioni, percorsi ed è già un primo modo per permettere loro di esplorare le molteplici possibilità del proprio mondo recondito. Le mirabolanti storie contenute in questo libro, create, soppesate, studiate nei dettagli, servono a favorire l’adattamento creativo del sé nei suoi contatti con l’ambiente, aiutando così anche il lavoro di prevenzione nell’ambito dell’educazione alla salute. Obiettivo principale del fare favole contemporanee per Renata Franca Flamigni è affrontare le questioni che affliggono i bambini, promuoverne il benessere e i diritti con un occhio di riguardo alle famiglie e agli operatori educativi che tutti i giorni si prendono cura di loro, proponendo un modo di vivere la comunità educante alternativo al mero accoglimento di quei modelli contraddittori che investono quotidianamente e con più forza le giovani generazioni. Tramite la fiaba si vanno a rafforzare l’Io infantile, la fiducia negli altri, la capacità di pensare l’altrove, si combattono i brutti sogni, le insicurezze, le ansie velate. Le fiabe contemporanee hanno molteplici finalità, quale quella di creare un mondo immaginario nel quale il bambino possa lasciarsi andare con la mente, sviluppare la fantasia, riconoscersi in alcuni personaggi, sentire emozioni diverse, provare il piacere di stare con l’adulto di riferimento che gli sta dedicando la sua attenzione e il suo tempo. La favola, inoltre, può comunicare sicurezza, offrire rassicurazione e far capire al bimbo che tutto ha un inizio e una fine, l’esistenza di un ordine, il necessario rapporto con l’altro e con l’altrove. Attraverso le fiabe si apre il mondo interiore dei bambini, che è ricco di sentimenti e di emozioni spesso non conosciute, ma che attraverso il racconto si riescono a manifestare e rendere evidenti. Il bambino a volte non sa cosa sta succedendo, ma il suo inconscio sì. Con la crescita imparerà a leggere da solo le fiabe e le storie aumentando le conoscenze, riconoscerà i sentimenti, passando in qualche caso ad elaborare da sé storie fantastiche.
Cos’è la logica fantastica se non un rapporto in un certo senso più acuto con il mondo che ci circonda? Per i bambini le parole non se ne stanno ferme in righe ordinate, immobili sulla pagina, bensì operano nel loro corpo e nei loro sensi. Si trasformano in mondo fluido, in dramma, movimento, danza, canzone. I bambini sono in un flusso, in un processo di cambiamento, di scoperta, di esplorazione. E le fiabe che leggono e rileggono sono piene di riverberi. La fiaba infine è un perfetto oggetto multiculturale proprio per la sua flessibilità storico-antropologica. Soprattutto essa pare un passaggio obbligato per transitare dall’accettazione del mondo alla capacità di criticarlo, fino all’impegno per trasformarlo. Per questo dobbiamo guardare i bambini come ad una parte di noi e giocare con loro all’interno di quello spazio ponte che permette di esplorare gli aspetti aperti del loro avvenire. La curiosità naturale del bambino è spesso incanalata dal mondo degli adulti verso la semplificazione e la concentrazione, ovvero verso convenzioni, pregiudizi, modellizzazioni. In altre parole, si scambia l’immaturità vantaggiosa con il rigore della sopravvivenza. In questa prospettiva, accettando il dialogo col futuro, con responsabilità critica, va ribadito che le tecnologie non sono buone o cattive perché tutto dipende da come e quanto si usano. Con il Tablet i piccoli sempre più precoci imparano, disegnano, ma sono sicuramente più liberi con un foglio bianco e i pennarelli avendo uno spazio totalmente loro per esprimersi senza barriere. L’unico timore rispetto alla tecnologia in età precoce quindi sta nell’impoverimento della creatività. Per questo negli studiosi non pare trovarsi contrarietà pregiudiziale anche ad Internet quando il piccolo è affiancato dall’adulto di riferimento per sorreggerlo nello schivare tutti i materiali a lui non adatti. Magari dando l’esempio su come usare in modo intelligente la tecnologia. La rete ha una grande capacità di creare relazioni, di connettere gli adolescenti che oggi fanno della connessione un valore. La questione si comprende se i social network sono interpretati come reti sociali. Si afferra per questa via che i bambini oggi hanno una maggiore precocità sociale, che inizia già alle elementari. Le relazioni in queste generazioni hanno più peso. Del resto siamo di fronte a giovani figli di mamme che lavorano, che hanno bisogno di figli autonomi, di ragazzi che abbiano una rete di rapporti complementare alla famiglia. Torna nuovamente al centro della questione la relazione tra bambino, adulto di riferimento, comunità educante. Anche le emozioni sono moltiplicatori di opportunità di apprendimento. A tal proposito quest’ultimo nel testo è proposto in sintonia con i principi delle mappe cognitive o concettuali come integrazioni al primo spontaneo uso dell’oggetto libro. Ora però vi invito alla lettura, a nutrire l’immaginario, aprendo le porte di questo sconquasso corale, colorato, ispirato, che, con la forza sensoriale delle immagini oniriche, propone in dieci storie a bambini,