La Dieta Su Misura
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Reviews for La Dieta Su Misura
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- Rating: 5 out of 5 stars5/5Straordinario!!!
Davvero illuminante e scritto con grande semplicità e conoscenza.
Book preview
La Dieta Su Misura - Letizia Bernardi Cavalieri
Morini
Introduzione
La Bioterapia Nutrizionale® è un sistema di scelte nutrizionali, messo a punto dalla Dott.ssa Domenica Arcari Morini, che è in grado di influire sulle funzioni organiche del corpo umano per preservarne lo stato di salute o per intervenire a sostenere le funzioni fisiologiche con rimedi naturali, anche in caso di malattia.
L’obiettivo di questa metodica è quello di insegnare a ciascuno a mangiare in modo corretto per il proprio organismo per recuperare la salute o per conservarla.
Noi tutti sappiamo che la nutrizione provvede al rifornimento energetico, alla costruzione e riparazione dei tessuti e alla regolazione dei processi metabolici. Tutto questo però avviene se i diversi nutrienti sono ben associati e se c’è un corretto equilibrio tra i diversi macronutrienti: carboidrati, proteine e lipidi, accanto ad un sufficiente apporto di vitamine e sali minerali.
Ma non basta. Quello che viene aggiunto con questa metodica è che l’alimento deve essere vivo e vitale, alterato il meno possibile dalla cottura, escludendo dall’alimentazione tutto quello che è manipolato industrialmente, conservato, contenente additivi chimici, perché questi processi fanno perdere agli alimenti la caratteristica della vitalità e della biodisponibilità.
Inoltre è importante conoscere le diverse combinazioni possibili tra i micronutrienti e gli effetti che i micronutrienti contenuti negli alimenti producono sinergicamente sulla fisiologia di quel singolo organismo. E sulla sua specifica costituzione.
I tre cardini della Bioterapia Nutrizionale® si basano quindi sulla regolazione della glicemia, sullo stimolo epatico e sul drenaggio d’organo per facilitare il recupero delle funzioni fisiologiche individuali. Gli alimenti banditi sono quelli definiti cibo spazzatura
e quelli manipolati industrialmente, conservati.
Le consulenze suggeriscono il metodo di cottura, l’associazione tra i diversi alimenti, gli accorgimenti per abbassarne il carico glicemico in modo da assicurare un corretto contributo di zuccheri, sufficienti per le funzioni organiche e costanti nell’organismo, senza pericolose oscillazioni glicemiche.
La Bioterapia inoltre si serve dello studio delle costituzioni derivante dalla Medicina Tradizionale Cinese per personalizzare le consulenze. Conoscere le peculiarità delle diverse tipologie ci consente di prevedere anche le risposte di quell’organismo al metodo.
Il metodo
Il metodo si basa fondamentalmente sull’attivazione epatica in quanto sfrutta le capacità detossicanti dell’organismo, principalmente del fegato, che costituisce il più grande laboratorio del corpo umano.
Il fegato è un organo fatto per lavorare, ma deve essere messo, prioritariamente, in grado di poter svolgere il suo lavoro. La Bioterapia costruisce per questo scopo una sinfonia: sostenere il fegato, drenare l’organo, sollecitarlo, promuovere la catarsi. È un addestramento al funzionamento corretto dell’organismo. Gli strumenti musicali
sono reperibili nel mondo naturale, ma non tutto è sano, non tutto è amico
.
Bisogna perciò conoscere la biodisponibilità degli alimenti e soprattutto conoscere come la manipolazione di quegli alimenti ne trasforma gli effetti. È altrettanto importante capire la funzionalità delle diverse combinazioni tragli alimenti e la funzionalità dei vari metodi di cottura.
Vitamine, proteine, carboidrati sono i mattoni dell’organismo umano, ma bisogna renderli disponibili per un organismo affaticato che spesso, a causa di diversi interferenti nelle funzioni organiche o di distruttori endocrini o anche di polimorfismi genetici caratteristici dell’evoluzione, a volte di vere e proprie mutazioni, non permette a quell’organismo di gestire quei nutrienti.
Lo stress, ad esempio, qualsiasi tipo di stress, interferisce nei metabolismi; un sistema di detossificazione imperfetto interferisce sulle funzioni organiche di quell’organismo; un sistema nervoso iperattivo blocca determinate funzioni; la permeabilità intestinale da una parte non consente il giusto assorbimento dei nutrienti, dall’altra lascia passare sostanze tossiche, che finiscono con l’infiammare il cervello; citochine vaganti infiammano i distretti e costringono il fegato a gestire l’infiammazione; tutto un set di disequilibri che va tenuto presente se non si vuol rischiare di affaticare ancora di più i sistemi con la nutrizione.
La Bioterapia Nutrizionale è un metodo che consente di lavorare sulle funzioni organiche rispettandole. Il metodo è l’attivazione metabolica su misura
della persona. Un po’ un lavoro di alta sartoria…
Regolazione della glicemia
In Bioterapia Nutrizionale l’assioma fondamentale è proprio assicurare l’equilibrio glicemico attraverso uno stile nutrizionale corretto. Equilibrio che, in un soggetto sottoposto a stress cronico, è sempre molto in bilico.
Ogni funzione del corpo implica processi biochimici, sia che si tratti di attività fisica o mentale, oppure dell’attività respiratoria o di quella emozionale. Ci ammaliamo fisicamente e soffriamo psichicamente per un disordine metabolico che si traduce in uno squilibrio chimico. Ma anche uno stress fisico o psichico si traduce inevitabilmente in malattia se disregola i sistemi e le funzioni organiche.
L’organismo umano è sensibilissimo alle variazioni ormonali ed essendo un network citochinico lo si dovrebbe mantenere in uno stato più equilibrato possibile.
La Bioterapia Nutrizionale® tiene conto dei meccanismi fisiologici al fine di mantenere stabile l’equilibrio degli zuccheri, anche in un soggetto stressato o con dismetabolismi.
Un corretto stile nutrizionale parte infatti da un’organizzazione dei pasti che assicuri una stabilità glicemica pressoché costante, nell’arco della giornata e durante la notte.
Sono sicuramente molto pericolose le iperglicemie, ma lo sono anche le ipoglicemie. Saltare i pasti, sostituire un pasto completo con sola frutta, ridurre i nutrienti indispensabili, al pari del fare una grande abbuffata, sono tutte situazioni che mettono un organismo in condizione di andare incontro a pericolose ipoglicemie.
Per cercare di venire incontro a tali problematiche la Bioterapia Nutrizionale® si distacca dai consigli standardizzati in voga, di fare frequenti piccoli pasti oppure di proporre acqua e zucchero al soggetto in crisi ipoglicemica. Questo accorgimento può essere riservato ad occasioni straordinarie (ad es. durante una febbre defedante), ma non può costituire il rimedio standard.
Anche se il normale funzionamento del cervello dipende dallo zucchero, non è sufficiente e talvolta è dannoso assumere zuccheri veloci come miele o saccarosio che provocano una rapida increzione della glicemia. Infatti, in determinate condizioni, assumere zucchero può provocare una temporanea iperglicemia a cui segue, ad opera dell’insulina, una rapida diminuzione del livello di zucchero nel sangue. L’illusione di poter sostituire il saccarosio naturale (lo zucchero bianco di uso domestico) con zuccheri sintetici è aleatoria, non incide sulla risposta insulinica e quindi non evita le conseguenze dannose.
Riuscire invece ad individuare una corretta alimentazione che assicuri la stabilità glicemica ad uno specifico soggetto, dipende anzitutto dalla funzionalità pancreatica di quel soggetto, ma non solo. In condizioni normali, il livello di glucosio nel sangue è direttamente mantenuto da due diversi tipi di alimenti: carboidrati e proteine, contenuti nella carne, nel pesce, nel latte, nelle uova e in alcuni vegetali e cereali. Il livello di zucchero nel sangue è anche influenzato indirettamente dalla quantità di grasso bruciato dai tessuti. Tutti i carboidrati che mangiamo, però, sono trasformati in glucosio, mentre solo la metà delle proteine può essere trasformata in zuccheri. Il fegato è l’organo deputato allo stoccaggio degli zuccheri sotto forma di glicogeno ed è in questa forma che parte delle proteine alimentari contribuisce a mantenere un adeguato livello di glucosio nel sangue.
Per questo il lavoro di counseling nutrizionale proposto dalla Bioterapia Nutrizionale punta sulla conoscenza della fisiologia di ogni determinato individuo, sullo studio e l’osservazione dei suoi comportamenti alimentari, per passare poi, attraverso la stimolazione epatica e metabolica, a riequilibrarne il metabolismo.
Nella dieta che segue i cardini della Bioterapia Nutrizionale una particolare attenzione è perciò rivolta alla costruzione di pasti che tutelino l’equilibrio glicemico.
Normalmente bisogna comporre dei pasti facendo in modo che l’equilibrio glicemico resti il più a lungo stabile, non soffra di oscillazioni. La fame tra i pasti è infatti il primo indicatore che denuncia un pasto (la colazione, o anche il pranzo) che non ha rispettato questo equilibrio.
Ma anche lo stress è in grado di provocare problemi di disequilibrio della glicemia e occorre quindi maggiore attenzione per seguire chi soffre di questi problemi.
Inoltre è fondamentale osservare che, per il controllo dell’equilibrio glicemico, non è affatto sufficiente considerare esclusivamente l’indice glicemico degli alimenti inseriti in un pasto (dieta a basso indice glicemico). Un’attenzione preliminare va posta anzitutto al problema dello zucchero bianco che è sempre controindicato, soprattutto quando si voglia tutelare l’equilibrio glicemico. Ma anche gli altri zuccheri semplici (contenuti come additivi nei prodotti alimentari industriali o nelle bibite industriali) possono portare sbalzi della glicemia e a lungo andare indurre problemi al pancreas. Anche in piccole dosi. In realtà il primo segno di un pancreas sofferente è proprio la ricerca di zuccheri. La voglia del dolcetto a fine pasto, i biscottini dopo cena, un eccesso di alcolici…
Il pancreas cerca gli zuccheri perché manca degli enzimi indispensabili.
Altri indicatori che ci informano che stiamo eccedendo con gli zuccheri nella nostra alimentazione sono: la presenza della candida o della cistite, e tra i sintomi neuroglicopenici: l’ansia, la depressione, gli sbalzi di umore, i disturbi comportamentali, così come gli attacchi di panico e finanche le convulsioni.
Mangiare un bel gelato è sicuramente molto gratificante e dà immediatamente una sensazione di piacere perché procura gli zuccheri di cui il nostro organismo (dal fegato al cervello) avverte il bisogno. Tuttavia questo è un piacere temporaneo perché dopo due ore si avverte nuovamente il bisogno di mangiare (la ricerca di altri zuccheri). Questo è dovuto essenzialmente alla rapidità con cui è avvenuto l’assorbimento del glucosio che ha determinato un picco glicemico, ma subito dopo ha generato un crollo del livello degli zuccheri nel sangue. Sembrerebbe semplice, per risolvere il problema dell’altalena degli zuccheri
, proporre dei pasti piccoli e frequenti, ma questo comporterebbe soltanto un continuo stato di oscillazione insulino-glicemico che, a lungo andare, sfiancherebbe il pancreas e predisporrebbe al diabete.
È molto più importante invece assicurare una formulazione dei pasti adeguata, curando l’associazione tra i diversi nutrienti, assicurando un carico glicemico complessivo del pasto che consenta un lento e costante assorbimento degli zuccheri, indispensabile al lavoro del metabolismo e che si mantenga stabile per un congruo periodo di tempo.
Per questo consigliamo di associare, in ogni pasto, a modiche quantità di zuccheri complessi, altri nutrienti capaci di abbassare il carico glicemico: alimenti contenenti ferro, iodio, zinco, grassi, proteine, ecc.
Ma è anche per raggiungere questo stesso obiettivo che proponiamo di ripassare (saltare in aglio e olio o nel condimento) la pasta e le verdure. Un riso in bianco è un piatto composto di zuccheri puri, inadeguato a chi ha bisogno di tutelare la glicemia. Mentre un riso (meglio ancora se integrale o basmati) saltato in padella con una proteina (es.: risotto alla norcina) riduce il carico complessivo di quel pasto e non compromette l’equilibrio glicemico, perché consente un assorbimento graduale e con ciò mantiene stabile più a lungo la glicemia. Meglio proporre un bel piatto di pasta all’amatriciana. Se poi quel piatto viene accompagnato ad un piatto di cicoria ripassata in padella, l’equilibrio glicemico resta molto stabile più a lungo.
Ripassare, saltare in padella, friggere, sono accorgimenti che servono a due scopi ben precisi: oltre che ad offrire uno stimolo epatico, servono proprio ad abbassare il carico glicemico complessivo del pasto.
Per noi è fondamentale, perché alla base di molti sintomi neuro-immunologici ci sono proprio squilibri della glicemia. Tutelare l’equilibrio glicemico diventa quindi un obiettivo fondamentale per assicurare la salute umana.
Stimolo epatico
La Bioterapia Nutrizionale fonda il suo metodo sulla stimolazione epatica.
Il metodo dell’attivazione epatica sfrutta le capacità detossicanti dell’organismo, principalmente del fegato, che è il più grande laboratorio del corpo umano. Ma soprattutto rispetta l’individuo e le sue funzioni. Rispetta l’organismo del singolo. Lo osserva, lo controlla, monitora le sue reazioni.
Lavorare per liberare un organismo dai tossici non è impresa semplice, ma è un indispensabile presupposto per una dieta sana, capace di riequilibrare le funzioni organiche.
Compito della Bioterapia Nutrizionale è aiutare la produzione e lo smaltimento della bile: questo è indispensabile per far funzionare il sistema di nettezza interna dell’organismo; è la bile infatti che veicola tutte le tossine liposolubili (che si sciolgono con i grassi) ed è con la produzione della bile che si innescano tutte le altre funzioni epatiche.
Con la sollecitazione dell’escrezione della bile si attiva un’azione coleretica e colagoga. Questo meccanismo innesca sistemi diversi, fa anzitutto contrarre il polo biliare (quella parte degli epatociti che guarda sul canalicolo biliare), dove dal canale biliare la bile va a finire nel coledoco che è collegato al duodeno. E in questo modo coinvolge anche l’intestino.
La produzione biliare è importantissima, proprio perché è mediante questo processo che avviene la produzione e l’allontanamento delle scorie tossiche dalle cellule. La bile stimola la colecisti che si contrae. La bile va a finire nell’intestino dove ha un effetto catartico proprio perché esercita un’azione irritante sull’intestino, sollecita la peristalsi e con ciò mantiene pulito l’intestino.
Fluendo in modo costante, è anche l’unico vero regolatore della flora batterica intestinale. Vince la stipsi e contribuisce all’eubiosi dell’intestino.
Èimportante ricordare che la bile è il deposito di tutti i tossici e se li si vogliono rimuovere la strada è soltanto uno stimolo epatico adeguato. Questa funzione è fondamentale perché il corpo, attraverso questa via, elimina ciò che il fegato è riuscito ad impacchettare
attraverso la bile (dai farmaci, ai tossici dovuti al catabolismo, ai metalli pesanti, al colesterolo).
Un intestino disbiotico è un intestino dove il microbiota non può realizzare il suo ecosistema e ciò porta, inevitabilmente, ad una sovra-crescita batterica impropria (Sindrome da Contaminazione Batterica del