Tre scimmie
Di Antropoetico
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non è la medesima cosa, non è lo stesso,
indosso l'armatura della paura,
per scendere lungo la pianura,
dietro l'elmo piango,
ma i nemici vedono solo il bronzo,
luccica come medaglia sotto il sole.
Assaporo il sale delle lacrime,
fiori intorno sfiorano i calcagni,
avanzo fino a dove sono ben visibile
e pianto la spada con le mani
fino ad affondarne l'impugnatura,
batto i pugni sull'armatura
e li chiamo alla guerra,
fantasmi del passato si elevano dalla terra
in cromatiche invincibili divise.
E' l'ora che il ferro entri nella carne
e che il sangue scorra per dare nuova vita.
Io sono qui.
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Anteprima del libro
Tre scimmie - Antropoetico
Ipocrisia
Dio fasullo
Mi riproduco come un virus,
genero personalità di continuo,
divento ogni cosa
plasmandomi sui dolori.
Ormai non sono più un uomo,
nemmeno una donna,
mi sento dio.
Vengono a me ignari
e concedo loro quello che vogliono ascoltare.
Io sono genio e loro semplici esseri viventi,
ormai ho molti seguaci che non sapranno mai
chi gli ha rapito l'anima.
Dentro gli algoritmi alimento la vetrina,
faccio pause solo per andare sulla latrina.
Non tornerò indietro,
sono troppo intelligente,
nessuno saprà e io godrò.
Capire
Mi chiedo cosa sia la vita,
semplice scivolar d'acqua tra le dita,
eppur di emozione si prova la ritenzione,
carne la mia da non indurre in tentazione,
me lo chiedo cosa cavolo sia la mia presenza,
quasi fossi attore prima della sentenza.
Non trovo risposta. Non vi è risposta,
se non quella, per condizione supposta.
Nemmeno di Dio posso esser certo,
cosa devo pensar di lui che nella carne
mi lascia invecchiare?
Mi chiedo di nuovo chi sono.
Parole scrivo per disegnare un mondo diverso
dal reale, non mi bastano pane e vino,
vorrei capire.
Settanta
Settanta donne,
me lo raccontano
mettendomi la cinta di tritolo,
ma loro non sanno l’odio che mi consuma,
ricordo il sangue di mia madre
sulla faccia.
Mi piacevano gli elicotteri,
come quelli dei giocattoli.
Bastardi invasori,
dove mio padre piantava pomodori,
solo macerie e dolori.
Si crepa questo mondo,
spaccato dalle parole false
di potenti e magnati,
conta l’atomica per aver
la nazione umilmente amica,
torri gemelle crollano
nel grido di pompieri
come antichi cavalieri.
Settanta morti in Israele,
come mosche dentro il miele,
innocenti consumati per gli occidentali,
piangeranno anche loro
come ho fatto io.
Non finirà per cause accidentali,
non basteranno le parole.
Ho bisogno che qualcuno ami
per portare la pace.
Manette del cuore
Legacci, forti nell'abbraccio,
sento che ci sei con la corda,
dolcissima la vita leghi al collo
e la sento la catena dell'amore,
il tuo profumo rarefatto non si scorda.
Sorrisi legati alle immagini,
vedo te come fiume