8 marzo - Storie di donne
()
About this ebook
Read more from Silvana Sanna
Sarà un bellissimo Natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa danza dei lupi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFiori di ghiaccio - storie di natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStorie moderne di streghe, fate e folletti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLA CENA DELLA VIGILIA - Una storia di Natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl segreto di villa adelaide Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCRONACHE DI PRIMAVERA Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsE per Natale... tutti al castello! Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa notte del pipistrello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa mia casa sulla collina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn nome inventato - Sul filo dei ricordi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn racconto omaggio Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCinque storie misteriose Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiccola favola di natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSognando il primo amore Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNella valle dell'Eden Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Related to 8 marzo - Storie di donne
Related ebooks
Tienimi ancora per mano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMia nonna, un ricordo indelebile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAspettando Natale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMiele Tossico Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome l’ortica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSei sfumature di rosa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSei tu la mia principessa? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo Sono Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa verità di Agnese Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsQuel sorriso che non so più regalare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn anno solare Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl vento dentro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl mio sogno proibito Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl delitto della Tonnara Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL’ odore dei guanti di pelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArianna's Notes Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa vera storia di Larysa Aston Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCalore sulla pelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsBaci, Giulia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo e Bersca Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome d'improvviso Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPiccoli Veleni Quotidiani Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSe cadesse il mondo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTerroni al nord Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDa grande farò il mostro o l'elefante Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe donne della casa sul lago Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsExequia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn cielo di stelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsVita Rjustika Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGli attimi in cui Dio è musica Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Literary Fiction For You
Tutti i romanzi e i racconti Rating: 4 out of 5 stars4/5I magnifici 7 capolavori della letteratura erotica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUlisse Rating: 4 out of 5 stars4/5Madame Bovary e Tre racconti Rating: 4 out of 5 stars4/5Tutti i racconti gialli e tutte le indagini di Padre Brown Rating: 3 out of 5 stars3/5Il libro dell'inquietudine Rating: 4 out of 5 stars4/5Tutti i romanzi, le novelle e il teatro Rating: 5 out of 5 stars5/5Tutti i racconti, le poesie e «Gordon Pym» Rating: 4 out of 5 stars4/5Alla ricerca del tempo perduto Rating: 5 out of 5 stars5/5Sette sfumature di eros Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsStoria di una ninfa Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDesiderio per te - romanticismo erotico: Storie di sesso da 18 anni di censimento italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGiacomo Puccini - I segreti del grande maestro tra Musica e massoneria- II edizione Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl nome della rosa di Umberto Eco (Analisi del libro): Analisi completa e sintesi dettagliata del lavoro Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSherlock Holmes: "Elementare, Watson" Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe undicimila verghe. Il manifesto dell'erotismo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLeggende del mare ed altre storie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI grandi romanzi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Decamerone Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'idiota Rating: 4 out of 5 stars4/5La metamorfosi e tutti i racconti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'educazione sentimentale: Ediz. integrale Rating: 4 out of 5 stars4/5Racconti dell'età del jazz Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa locandiera Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOpere Complete di Italo Svevo (Italian Edition) Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'Eneide Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlice nel paese delle meraviglie e Attraverso lo specchio Rating: 4 out of 5 stars4/5I fratelli Karamazov Rating: 4 out of 5 stars4/5Confessioni di uno psicopatico Rating: 4 out of 5 stars4/5I capolavori Rating: 4 out of 5 stars4/5
Reviews for 8 marzo - Storie di donne
0 ratings0 reviews
Book preview
8 marzo - Storie di donne - Silvana Sanna
Silvana Sanna
8 MARZO
Storie di donne
… un po’ tristi, un po’ allegre
Marzo 20016
La copertina è di Gianluigi Corte
Un ringraziamento speciale a:
Adriana, Anna, Anna Maria, Daria, Dealma, Emily, Francesca, Giusy, Laura, Loredana, Maria Grazia, Marialuisa, Mariangela, Patrizia, Silvia, Simona, Stefania, Viviana, che gentilmente mi hanno permesso di usare il loro volto per la copertina.
La proprietà di questo eBook è dell’autrice e sono vietati,
in qualunque forma,
la riproduzione e l’uso anche solo parziali del contenuto
Otto racconti che hanno per protagoniste altrettante donne. Persone comuni, come lo sono di solito i personaggi delle mie storie, che vivono delle situazioni particolari e che si ritrovano a dover compiere delle scelte, capaci, nel bene e nel male, di condizionare la loro vita.
Sono donne ben diverse l’una dall’altra, sia per età che per estrazione sociale, sia per le problematiche del loro vivere che per il modo in cui ognuna le affronta, ma in egual modo ricche di sentimenti e di quella sensibilità speciale che caratterizza l’animo femminile.
E’ diversa anche l’atmosfera che si respira nei vari racconti, in alcuni triste se non addirittura tragica, in altri più lieve e persino venata di ironia e di umorismo. E anche lo stile si adatta al contenuto.
Ho raccolto i racconti accostandoli a due a due, puntando su un aspetto, che, in qualche modo, accomuna le protagoniste.
Filomena e Altea. Essere prigioniere del marito e della casa può risultare orrendo, oppure qualcosa a cui non si vuole rinunciare. Tutto dipende dalla situazione personale.
Pinuccia e Teresa. La condizione di suocera non è facile, specie se col marito della propria figlia esiste un feeling decisamente scarso.
Anna e Carmela. Un figlio può costituire un problema se se lo si desidera intensamente e ci viene negato, ma anche se una gravidanza inaspettata arriva ad aggiungere difficoltà a una situazione familiare già non facile.
Silvana e Angela. Entrambe le protagoniste si rivolgono a una persona cara, la madre e la figlia, e traggono dal loro ottimismo, dalla loro positività, coraggio e speranza.
I proventi di questo ebook andranno totalmente all’Associazione onlus Franca Cassola Pasquali, una bella realtà che opera sul nostro territorio soprattutto a sostegno della Senologia di Tortona che fa capo alla dottoressa Maria Grazia Pacquola, donna di straordinarie doti professionali e umane.
L'Associazione, nata in ricordo della signora della quale porta il nome e che, prima di morire, ha chiesto di fare tutto il possibile per evitare alle donne il suo calvario, nei sedici anni dalla sua fondazione ha dato vita a raccolte fondi, incontri di sensibilizzazione, opuscoli informativi, ha acquistato molti strumenti tecnologici, pagato la psicologa, la dietologa, la genetista, l'epidemiolgo che affiancano la Senologia, sostenendo in modo quasi totale il lavoro di questa a sevizio della gente del territorio che, purtroppo, ha in Piemonte la più alta incidenza di cancro al seno.
Un impegno splendido, quello dell'Associazione, che merita dunque tutta l'attenzione possibile.
Grazie di cuore a tutti quelli che hanno acquistato questo ebook, e che, col loro gesto, hanno dato un contributo per un'ottima causa.
Per sostenere direttamente l’Associazione:
C. F.: 94020710060
IBAN: IT38Z0558448190000000022422.
Silvana Sanna
Insegnante elementare a riposo con la passione per la scrittura, vive in un piccolo paese di campagna sulle colline del tortonese.
Da molti anni collabora con due noti settimanali femminili con racconti e romanzi, ha pubblicato in volume il romanzo Sul filo dei ricordi
ed è possibile trovare sulle varie piattaforme on-line diversi suoi eBook.
Per conoscere e contattare l'autrice: https://www.facebook.com/silvana.sanna.56
Indice
Filomena - OTTO MARZO
Altea - DONNA IN PANTOFOLE
Pinuccia - L'AMANTE SEGRETA
Teresa - NELLA VALLE DELL'EDEN
Anna - LA FORZA DI RICOMINCIARE
Carmela - TUTTO IN UNA VOLTA
Silvana - L' ABITO DA VIAGGIO
Angela - IL CORAGGIO DELLA SPERANZA
Della stessa autrice
Filomena
OTTO MARZO
Quando esco dal centro commerciale è quasi notte, fa freddo e una leggera nebbia rende le luci dei lampioni biancastre e ovattate. Mi sono attardata troppo tra gli scaffali del supermercato per cercare gli articoli meno cari e quelli in offerta, confrontando prezzi, peso e qualità, e le ore sono volate senza che io me ne rendessi conto. Poi, alle casse, la solita coda di fine giornata mi ha rubato altro tempo. Ed ora eccomi qui col cuore in gola al pensiero che Salvo sarà già rientrato e, non trovando la moglie in casa e la cena in tavola, avrà un diavolo per capello.
Appendo le borse colme di spesa al manubrio della bicicletta, sistemo la più voluminosa sul portapacchi posteriore assicurandola bene con le cinghie elastiche, poi monto in sella e mi metto a pedalare con tutta l'energia della mie gambe ben allenate. Ho cinquantaquattro anni, non sono più una ragazza, ma ho gambe forti e resistenti, il mio mezzo di locomozione è da sempre la bicicletta: che piova o nevichi, io devo pedalare se non voglio farmi la strada a piedi. La mia non è una scelta, mi piacerebbe molto di più potermi muovere in automobile, specie quando, come adesso, sono carica e spingere sui pedali mi costa una bella fatica, ma non ho la patente e, anche se l'avessi, non cambierebbe nulla perché mai potrei avere il bene di possedere una macchina, mentre Salvo non mi permetterebbe comunque di usare la sua, anche se se ne stesse inutilizzata nella rimessa. E per il semplice motivo che lui non ritiene necessario che io possa godere di una qualche comodità.
Del resto quante cose Salvo non mi concede! Tante, troppe! Ma soprattutto mi nega la cosa più importante per una donna: il rispetto e un poco di libertà.
Arrivo sotto il portone sudata fradicia, ho pedalato come una pazza nell'illusione di riuscire ad arrivare prima di lui ed evitare una delle sue solite sfuriate. Ma temo proprio che la faticaccia sia stata inutile.
Abitiamo in una strada del centro storico a quest'ora ancora molto animata e mentre cerco la chiave per aprire il portone che conduce al cortile interno e sistemare la bicicletta nel garage, vengo abbordata da un ragazzino con una grossa cesta appesa al braccio:
- Eccole i fiori per la sua festa, signora – mi dice porgendomi un mazzetto di mimosa – solo un euro – aggiunge poi.
Già, è l'otto marzo, la festa della donna. Anche al centro commerciale gli addobbi e i cartelli di auguri, il tutto rigorosamente in giallo, si sprecavano. Così mostro al ragazzino il tralcio di mimosa che ho ricevuto in dono all'uscita del supermercato.
- Ce l'ho già – gli dico in modo sbrigativo preparandomi mentalmente ad arginare una petulante ostinazione. Invece lui non insiste, come mi sarei aspettata. E' piccolo e minuto, quasi ancora un bambino, e porta una giacchetta un po' troppo leggera. Se ne sta lì, zitto, in piedi accanto a me e mi fissa con due occhi chiari tagliati un po' all'ingiù nei quali leggo una nota di delusione che mi fa intenerire. Così prendo il mazzetto che mi porge e gli allungo il suo euro.
- Grazie, auguri e buona festa – mi dice con un bel sorriso prima di fare dietrofront e scappare via.
Buona festa! Mi verrebbe persino da ridere, vista la mia situazione. E poi siamo a sera e la festa è ormai praticamente finita. Una festa che, comunque, non mi riguarda, anzi non mi ha mai riguardata. Sono una donna, ma io non ho nulla da spartire con le altre donne, e, soprattutto, non ho proprio niente da festeggiare.
Mentre arranco lungo le scale con le borse in mano, vengo raggiunta da Pietro, il marito di Susanna. Sono i giovani inquilini del terzo piano e abitano proprio nell'appartamento sopra il nostro. Sono sposati da appena qualche mese e chiaramente molto innamorati
- Salve, signora Mena – mi dice il giovanotto levandomi la borsa più grande dalle mani – stasera è proprio carica!
- Era giorno di offerte e ne ho approfittato – gli rispondo.
Gli sono grata per la sua gentilezza, è davvero un caro ragazzo, Pietro, e io a volte mi scopro ad essere invidiosa di sua moglie. E non perché abbia trent'anni meno di me. Sebbene non ci sia tra noi una grande confidenza (per necessità ho dovuto rinnegare la mia indole socievole e non ho mai fatto amicizia coi vicini), sono certa che suo marito la renda felice. A volte arrivano fino a me le loro risate e un suono di musica allegra accompagnato dal rumore inconfondibile di piedi giovani che ballano ritmi indiavolati. Un pomeriggio, incontrandomi nell'ingresso, Susanna si è persino scusata:
- Ieri sera abbiamo fatto baccano fino a tardi - mi ha detto – sono venuti degli amici a trovarci e abbiamo tirato nottata. E magari abbiamo disturbato. Per quanto ci capiterà spesso di dar fastidio, a me e a Pietro piace da matti ballare e alla sera, se non c'è nulla di interessante alla televisione, ci scateniamo. Anche se siamo solo io e lui – ha aggiunto.
- Non si preoccupi – l'ho rassicurata – mio marito dopo cena va sempre a farsi la partita al bar e non rientra prima di mezzanotte e a me non date proprio alcun fastidio.
Avrei voluto aggiungere che, anzi, mi fa piacere sentire quanto siano affiatati, sapere che c'è gente felice e innamorata. Ma non ne ho avuto il coraggio.
Pietro stasera regge col braccio un enorme fascio di mimosa legato con un nastro rosso e i tralci delicati, mentre lui sale le scale, ondeggiano dolcemente spandendo un delicato profumo.
- Adesso mi becco una sgridata da mia moglie – mi dice ridendo – ho un po' esagerato con la mimosa. Ma dovevo farmi perdonare, stamattina non mi è riuscito di trovare il tempo per andare dal fioraio e mandargliela a casa. Così le arriva a festa finita. Ma sono passato anche dal gioielliere e in tasca ho una cosetta che a Susanna piacerà di certo più dei fiori – aggiunge guardandomi con aria di complicità – eccoci qua, lei è arrivata, signora Mena. E tanti auguri anche a lei!
Pietro appoggia la mia sporta sul pavimento del pianerottolo, poi sale di corsa l'ultima rampa e io mi attardo un attimo davanti alla porta di casa: giusto in tempo per sentire le esclamazioni di Susanna quando apre l'uscio al marito.
- Ma tu sei matto – gli dice tutta trillante – avrai speso un capitale! E non ho neppure i vasi sufficienti per sistemarla, tutta questa mimosa! E' davvero troppa!
- Niente è mai troppo per la donna più adorabile del mondo…
Poi le sue parole si perdono nel rumore della porta che si chiude. E io penso che ci saranno musica e balli stasera. E, magari, una cenetta a lume di candela, e allegria e gioia e amore. Tutte cose che io non conosco.
Apro la porta e trascino faticosamente all'interno le borse della spesa. All'improvviso tutta la stanchezza della lunga pedalata nell'aria fredda e umida della sera mi piomba addosso e i pochi passi che separano l'ingresso dalla cucina mi sembrano chilometri. La luce in cucina è accesa a anche il televisore, una voce modulata con un accattivante sottofondo musicale reclamizza un prodotto per la casa che pare faccia miracoli con lo sporco incrostato.
Anche a me servirebbe un miracolo: Salvo è seduto sul divanetto e il suo sguardo, quando mi vede entrare, non promette nulla di buono.
- Dove diavolo eri finita? Ti eri persa nella nebbia? – mi chiede col tono sarcastico e tagliente di quando è arrabbiato – un uomo lavora tutto il giorno e quando torna a casa il minimo che possa aspettarsi è di trovare la cena pronta e una moglie che gliela metta in tavola. Pretendo troppo forse?
- Scusa, ho fatto tardi, al supermercato c'erano delle belle offerte e…
- Al supermercato c'erano delle belle offerte – ripete lui facendomi il verso – te ne sarai andata a spasso in gironzola per negozi, altro che offerte! E avrai trovato quelle pettegole delle tue amiche e vi sarete messe a ciacolare a destra e a manca… bla… bla… bla… - aggiunge facendo un stupido verso con le dita, come per riprodurre l'aprirsi e il chiudersi del becco di un'oca.
Lo detesto quando fa così. Veramente lo detesto in ogni momento, da tutta la vita, ma quando mi schernisce col chiaro intento di offendermi, di umiliarmi, lo detesto ancora di più.
- Non ho parlato proprio con nessuno, non ne ho di amiche e tu sai bene il perché – gli dico radunando tutto il mio coraggio.
Salvo si alza di scatto in piedi, porta il braccio in alto e fa il gesto di colpirmi sul volto col dorso della mano. Si ferma a pochi centimetri dalla mia guancia, poi lascia ricadere il braccio. Non mi colpisce mai veramente, non l'ha mai fatto, ma per me è come se mi picchiasse davvero: quel gesto orribile non fa che sottolineare la violenza di cui sono oggetto ogni giorno da parte sua. Ogni giorno da trentotto anni. Una violenza che non è fisica ma che è forse ancora più terribile, una violenza fatta di disprezzo, di parole offensive, di denaro per la spesa concesso col contagocce, di controllo continuo, di mancanza di libertà e di considerazione, di mancanza d'amore.
- Sbrigati a mettere qualcosa in tavola – mi dice con uno sguardo torvo, sedendosi di nuovo.
Metto sul fuoco, per riscaldarlo, lo spezzatino che ho preparato prima di uscire poi mi affretto a vuotare le sporte della spesa. Mi vengono in mano i due rametti di mimosa, quello che mi hanno regalato al centro commerciale e quello che mi ha dato il ragazzino incontrato sotto casa, e li appoggio sulla credenza.
- E questa che roba è? – mi chiede mio marito che ha seguito con gli occhi il mio trafficare.
- Oggi è la festa della donna – gli rispondo cominciando ad apparecchiare la tavola – ma sta' tranquillo la mimosa non mi è costata niente, la regalavano a tutte al centro commerciale – mi affretto a specificare.
- La festa della donna! Una stupidaggine che avete inventato per spalleggiarvi l'una con l'altra, per gridare al mondo che volete essere emancipate! Per avere la scusa di far bisboccia. Ecco perché la pizzeria all'angolo era piena di donne! E altre ne stavano arrivando. Femmine, stupide femmine. E tu? Tu magari avresti voglia di andartene pure tu in giro a far casino, a proclamare che la donna deve essere libera di fare tutti i suoi porci comodi! Libera di far la svergognata! Il bastone ci vorrebbe, capite solo quello, voi donne. E' pronta questa cena, sì o no?!
Salvo si alza dal divano per mettersi a tavola, ma prima di sedersi prende i due rametti di mimosa e li butta, facendoli cadere dall'alto, dentro la pattumiera, con un gesto ostentatamente lento, plateale.
- Qui deve stare la tua mimosa. Nella spazzatura. Insieme alle idee cretine che magari ti ballano per la testa.
Mi siedo anch'io e mangiamo in silenzio. La televisione continua a sfornare musica e voci allegre, più di una volta viene nominata proprio la ricorrenza che si festeggia quest'oggi.
- Auguri a tutte le donne! – esclama a un certo punto con enfasi la conduttrice del programma - godetevela tutta fino in fondo, ragazze! Oggi è la nostra festa!
Oggi è la nostra festa… per lei è una festa di certo, bella, sicura di sé, ricca, osannata dal pubblico, probabilmente priva di problemi e con un uomo adorante che la attende a casa. Per certe è una fortuna essere donna. Per altre è una condanna.
E' sempre stato così per me fin da bambina: essere nata femmina è stata la mia disgrazia.
Sono venuta al mondo in un paese della Sicilia, un paese dell'interno piuttosto isolato, chiuso alle novità, abitato da persone dalla mentalità ristretta sempre desiderose di sapere i fatti altrui e impegnate a giudicare e a condannare il minimo sgarro nei riguardi di un modo di vivere regolato dalla tradizione e da una moralità che badava quasi esclusivamente all'esteriorità delle cose. Una moralità assurda che penalizzava soprattutto le donne, prigioniere, fin da bambine, del gretto conformismo e della volontà paterna. Erano gli anni cinquanta, e al paese non era ancora arrivata l'eco di un modo di vivere più moderno e più libero, la donna non aveva ancora scoperto, come avrebbe fatto in seguito, e per fortuna anche al sud, di avere gli stessi diritti dei maschi. Ero la quarta di una nidiata di nove figli, cinque maschi e quattro femmine. Non eravamo poveri, almeno non lo eravamo come certe famiglie disgraziate che pativano la fame, ma di sicuro nemmeno ricchi. Mio padre aveva ereditato dai suoi genitori un discreto podere e il cibo non ci mancava. Ma neppure il lavoro, perché tutti, maschi e femmine, appena eravamo stati in grado di farlo, avevamo dovuto piegare la schiena e lavorare sui campi.
Mia madre era una donna spenta, distrutta nel fisico dal lavoro e dalle troppe maternità e schiacciata nell'anima dalla prepotenza del marito. Lui era marito,