LE STELLE IN-QUIETE -Libro Secondo
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LE STELLE IN-QUIETE -Libro Secondo - Maurizio Bonanni
Dediche
Dediche
Dedicato a tutti coloro che soffrono il Male e ne sono vittime innocenti
Capitolo I - L'Allievo, il Maestro e l'allegoria del Precettore
Capitolo I
L'Allievo, il Maestro e l'allegoria del Precettore
L'Allievo studiava per diventare magistrato, sognando di divenire, un giorno, tutore della Legalità e del rispetto del Diritto. Il Maestro, ormai in pensione, era stato un alto burocrate e aveva per molto tempo diretto un sofisticato apparato dello Stato, nato per combattere la Lebbra Mafiosa. Governava pertanto gli aspetti pratici del flagello delle consorterie, conoscendo meglio di qualsiasi altro, al contempo, i precetti del diritto penale e della giurisprudenza relativa, visto che prima di quel prestigioso incarico aveva svolto un intenso lavoro come alto magistrato, per la repressione del grande crimine organizzato.
Guardava con una certa nostalgia, riconoscendosi in lui, all'entusiasmo di quel suo giovane studente così appassionato, che credeva sinceramente di portare la giustizia nel mondo con le sue opere. Sicché il Maestro, volendo spiegare all'Allievo la diffusione della Lebbra delle consorterie mafiose in tutti i continenti si trovò a raccontare l'allegoria di quella riunione di demoni comandati dal Grande Diavolo, in cui venne deciso di favorire in ogni modo la diffusione del contagio delle congreghe nell'intero Mondo Basso [che coincide con il mondo degli umani e dei senzienti, in generale: cfr. Libro Primo. NdA].
Molto tempo prima, la lettura di questo racconto scritto, tra il fantastico e il reale, era stata proposta al Maestro dal suo Precettore che, in fondo, voleva rendere quelle sue lezioni più divertenti e leggere, spostando sul versante dell'immaginario una realtà che, spiegata con i codici del diritto, sarebbe stata fin troppo intricata e, in fondo, noiosa. Quella volta il Precettore iniziò così il suo racconto in metafora -che, per inciso, non aveva mai fatto leggere a nessuno, fino ad allora-, che aveva come argomento il più grande flagello che affligge oggi l'umanità.
* * *
Il racconto allegorico del Precettore
Il Mondo di Mezzo
«Le Entità del Mondo di Mezzo sono creature semi-divine [Cfr. Libro Primo. NdA], che possono assumere sembianze umane, ma solo in base alle autorizzazioni e ai progetti del Primo Cielo, di cui sono esecutori. Esse, in primo luogo, sono regolate dalla Legge Generale voluta dalla Forza Suprema, che è la seguente. Ognuno dei tre Cieli, è suddiviso in due semisfere separate tra di loro da un diaframma, denominate Lato Oscuro e Lato Lucente, laddove quest'ultimo è il complementare del primo (esattamente come avviene nel rapporto tra la Materia Apparente e la Materia Oscura, laddove quest'ultima rappresenta il 95% della massa dell'intero Universo!), con i loro Demoni e i loro Angeli. Ma, come nel gioco eterno dell'incertezza che mai diverrà certa, nessuno è obbligato dalla forza del destino a rimanere per sempre in uno stesso Lato del Mondo di Mezzo o del Mondo Basso, potendo scegliere in ogni momento da che parte stare.
Le divinità del Primo Cielo, al contrario, sono immutabili. I due Cieli minori sono regolati dalla Legge Eterna dell'Imprevedibilità, che è il punto di confluenza e l'origine stessa delle forze fondamentali che regolano l'attuale Universo. Tali forze agiscono solo ed esclusivamente per gli abitanti del Terzo Cielo, o Mondo Basso e per quelli del Mondo di Mezzo, o Secondo Cielo, qualora questi ultimi assumano sembianze umane. Per la Legge, i due Lati, complementari tra di loro, rimarranno tali, ma solo alla fine di questo mondo, nato da un'Origine che, per infiniti cicli, è destinata a tornare sempre al suo punto di partenza. Ogni ciclo dà vita a un Universo completamente diverso da quelli precedenti e da tutti i successori. Perché ogni ciclo, devi sapere, è un Respiro di Dio.
Nel Mondo di Mezzo è registrato tutto ciò che accade nel corso della vita di ciascun essere umano, giù nel Terzo Cielo, il più basso e corrotto. Non un solo gesto, parola e pensiero viene dimenticato. E le Entità che abitano quel Secondo Cielo possono riprendere le sembianze di chi già è stato, e ripeterne le opere e i comportamenti. Ma così facendo, quelle stesse Entità non possono procurare direttamente alcun danno o modificare la materia circostante. Esse, quindi, rappresentano una sorta di visioni
, o più precisamente delle apparizioni tridimensionali. In base al libero arbitrio, ciascun essere umano decide senza condizionamento o obbligo alcuno se ascoltare o ignorare ciò che le Entità del Mondo di Mezzo gli suggeriscono durante le loro reincarnazioni apparenti.
Gli umani hanno la percezione e la sensazione di poterle toccare le Entità e di sentirle vicino, come fossero vere creature del Mondo Basso, fatte della loro stessa materia e struttura biochimica. E come tali appaiono agli umani: il tatto, la sensazione di contatto, la vista e l'udito sono del tutto reali per i loro fruitori, senza mai esserlo veramente. Ma i senzienti non hanno nessuna possibilità di distinguere le Entità dai loro simili della stessa specie. Perché, se fosse il contrario, il Fato di ciascun senziente subirebbe modifiche incompatibili con quanto stabilito dalla Legge Suprema. Le Entità, quindi, appaiono del tutto reali, senza mai esserlo davvero. A esse, più precisamente, è proibito inventarsi una vita di senziente che non sia stata già vissuta. Anche quando in apparenza offrono doni concreti, in realtà tutti quelli oggetti (soprattutto i testi scritti) svaniscono nel nulla con il passare del tempo. Gli abitanti del Mondo di Mezzo possono solo riprodurre ciò che, effettivamente e concretamente, è già stato e come tale accaduto in base al libero arbitrio degli umani.
Del resto, questo è un principio logico e coerente con la Legge, a ben vedere. Se gli umani avessero registrato con le loro scritture tutto ciò che è stato annotato nel Secondo Cielo per ciascuno di loro (a partire da.. Adamo ed Eva!), allora chiunque qui in terra sarebbe potuto venire a conoscenza dell'intera vita di uno, o più, o molti dei senzienti trapassati. Ovviamente, le Entità possono ricordare e concentrare in una stessa visione più memorie di personaggi diversi tra di loro e realmente esistiti, in modo da poter mantenere invariata una stessa apparenza. Quindi, in conclusione, gli abitanti del Mondo di Mezzo possono soltanto clonare personaggi già vissuti, riproducendone esattamente gli stessi peccati e le stesse azioni da loro commesse in vita. Questo perché la Legge Generale dice che:
Nessuno può comandare il Fato di nessuno. Chiunque, in ogni istante, può liberamente scegliere il Lato in cui, in quel momento, desidera stare. Nessuno dei Cieli può influire nelle scelte dei due restanti.
»
* * *
I Diavoli Minori Très e le Consorterie
«Il Lato Oscuro del Mondo di Mezzo è densamente popolato da Entità demoniache, che compaiono nei sogni degli uomini e, spesso, si materializzano come oscuri suggeritori per il tempo strettamente necessario alla loro missione. Molti secoli fa, nella scala temporale dei tempi umani, il Grande Satana TreEsse, Soldi/Sangue/Sesso, primo servitore e alfiere di Mirabilia, il Grande Re del Male, padrone assoluto del Lato Oscuro [Cfr.Libro Primo. NdA], convocò al suo cospetto tutti i Diavoli Minori Très.
Bisogna sapere che ogni demone del Lato Oscuro del Mondo di Mezzo è portatore di tre dannazioni corrispondenti a tre tipi di malvagità che albergano nell'animo e nella mente degli umani del Mondo Basso, in base alla loro libera scelta. Nessun Demone, infatti, può obbligare un essere dotato di libero arbitrio a obbedirgli, perché è vietato dalla Legge Suprema poter condizionare il Fato dei viventi.
"A Voi -li apostrofò il Demone Supremo TreEsse, Sesso/Soldi/Sangue-, d'ora in poi, ho deciso di assegnare il seguente compito, affinché le opere del mio Signore trionfino laggiù nel Mondo Basso. Voi sarete i suggeritori privilegiati dei peggiori peccatori tra gli umani, favorendone in ogni modo la riunione in consorterie affinché disseminino ovunque nel Terzo Cielo le più perverse delle opere terrene, contaminando con i loro immondi veleni il quotidiano dei viventi.
Avranno riti di affiliazione che saranno da me benedetti e si moltiplicheranno senza limiti, seminando delitti orribili tutt'intorno a loro. Si daranno forza l'uno con l'altro, affinché il talento e le attitudini perversi di ciascuno di loro si sommino e si cementifichino con quelli di tutti gli altri.
Grazie a Voi, attraverso la diffusione delle consorterie e congreghe in tutto il Mondo Basso, gli spazi di luce si faranno sempre più esigui e ristretti. Gli adepti dovranno dedicarsi e industriarsi nello sviluppo e nella proliferazione dei commerci più turpi, in modo da far ammalare di vizi e paure quanti più senzienti possibile. Alle consorterie io garantirò tutto l'immenso potere della mia trinità Soldi/Sesso/Sangue che potranno usare a loro piacimento, per corrompere gli spiriti e piegare ai loro malvagi voleri anche i più forti e puri tra i senzienti.".
Fu così che quella Lebbra si diffuse con una rapidità straordinaria in tutti i continenti del Mondo Basso e venne chiamata in molti modi: mafia, crimine organizzato, clan e sodalizi criminali, etc.. Noi continueremo, di qui in poi, a chiamarla Lebbra, Consorteria, Congrega, senza specificare oltre.»
* * *
"Maestro, fuori metafora, come funziona realmente questo contagio?".
"Devo avere ancora nel cassetto una copia dattiloscritta di quel racconto vero/fantastico. Ah, trovato! Ecco la risposta alla tua domanda -la stessa che gli feci io, tra l'altro- dal racconto del mio precettore".
* * *
«L'infezione, dapprima locale, legata a gruppi chiusi arcaici e rozzi, si estese gradualmente fino a globalizzarsi all'inizio dell'era della Dea Technè, grazie a una serie di circostanze, prima fra tutte la finanza mondializzata, in grado di spostare da un luogo all'altro del pianeta immense risorse di denaro. Fin dalla sua nascita e con incessanti modifiche nel corso della sua evoluzione, il Dna della Lebbra ha come corrispondente RNA il codice d'onore, del tutto simile come funzionamento a quello di qualsiasi altro organismo biologico, grazie al quale il suo virus letale non consente (chissà ancora per quanto altro tempo!) nessun rimedio o cura efficaci!.
Questo perché, in fondo, il codice fa parte della natura intima del senziente: non può disfarsene di sua volontà, altrimenti non sopravvivrebbe. L'umanità tutta si codifica in gruppi, di ogni genere, tipologia e ampiezza. Ma tutti -nessuno escluso- contraddistinti tra di loro da ferree regole discriminanti tra chi ne fa parte, e chi ne è escluso. Come ogni organismo vivente di tipo evolutivo (e la Lebbra delle consorterie non si può eradicare con alcun vaccino, cura o unguento!), il virus del crimine è soggetto a profonde modificazioni, che gli derivano dall'avvicendarsi delle generazioni di criminali, dal loro radicamento nel territorio e, soprattutto, dal continuo aggiornamento dei metodi operativi, per impedire alle difese immunitarie delle società civili di bloccarne la diffusione.
Questa terribile, inguaribile malattia si diffonde per partenogenesi esattamente come accade nel caso delle cellule tumorali che, partendo da un primo, consolidato aggregato, si dipartono verso altri tessuti sani per infettarli e farli ammalare, con la differenza sostanziale, però, che il malato (l'intera società ospite) non deve morire. Questo perché il tumore delle consorterie è di tipo parassitario e può vivere e prosperare solo e soltanto finché l'organismo infettato continui a produrre le sostanze vitali (ovvero, il benessere) che gli sono necessarie. Il prodigio vero dei Demoni Très, però, è quello di illuminare
quegli esseri perduti su come costruire tra di loro (tra le masse tumorali, cioè!) un sistema di alleanze. Questo consente a un singolo germe di dare origine a organismi ben più complessi e pericolosi.
Così, con la benedizione di TreEsse, si verificano nel trascorrere del tempo ibridazioni sempre più maligne e ad altissimo tasso di morbilità, con incrocio, scambio e commistione tra i vari Dna! Gruppi autoctoni che si spostano da continente a continente, infettando altre regioni con i loro metodi operativi, sempre più violenti e spietati. L'humus, una volta che si è sviluppato nel sottosuolo e nel sottobosco dei grandi aggregati urbani, non è più estirpabile. I tessuti ospiti si ammalano gradualmente, pervertendosi moralmente e obbedendo ai più cinici principi d'omertà che permettono alla Lebbra di espandersi e contaminare quante più creature possibile, tra quelle costrette a muoversi nel suo raggio d'azione. L'aria diviene irrespirabile e la vita di tutti i giorni si fa incerta, sempre più degradata. La Lebbra contamina in via del tutto prioritaria il Potere, identificandosi letteralmente con quest'ultimo.
Ogni comunità, piccola o grande, dove vi sia un minimo di benessere economico è infettabile e colonizzabile, nessuna esclusa. Quando la cellula tumorale si diparte dal primo ceppo gravemente malato essa porta con sé tutti i doni malvagi di TreEsse: mezzi, armi, denaro (molto denaro), capacità corruttive praticamente smisurate, in quanto il codice è un patto tra uomini di malavita, ma non ne limita in alcun modo i percorsi -anche i più feroci- per il loro arricchimento rapido! Il suo sistema di vasi capillari di conquista dei tessuti sani penetra in primo luogo nei santuari che gestiscono pubblici denari, devastando la libera concorrenza e opponendosi ferocemente, con ogni tipo di violenza, al riconoscimento del merito individuale. Quando la Lebbra si appropria di un territorio, piccolo o grande che sia, non c'è opera pubblica, livello occupazionale pubblico o privato che possa sottrarsi alla sfera d'azione delle consorterie controllanti.
L'omertà e la paura sono filtri potenti per impedire ai rimedi di colpire le cellule già malate. L'attivazione discrezionale della minaccia segue criteri flessibili, disomogenei e modulari, per raggiungere il massimo della convenienza e dell'equilibrio. Quando, però, la densità criminale aumenta oltre il livello di guardia (perché troppi lebbrosi intendono predare una stessa comunità sempre più impoverita), allora, in assenza di accordi di spartizione e di alleanze di sangue o di affari, esplodono violentissimi i conflitti tra le fazioni delle consorterie presenti. Fatto quest'ultimo che, nell'economia del Grande Demonio TreEsse, è del tutto benvenuto, in quanto va ad arricchire di occhi, cuori, labbra e sfere le foglie degli alberi dei boschi piantati nel divino Giardino del suo padrone e Signore: Mirabilia il Dominus del Lato Oscuro del Primo Cielo [Questa storia è già stata spiegata nel Libro Primo delle Stelle In-Quiete. NdA].
Soprattutto ciò accade quando vengono meno (perché imprigionate a vita o eliminate) le figure carismatiche della consorteria, i boss