King Crimson - Red (Dischi da leggere)
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About this ebook
In questo libro viene analizzata in dettaglio la musica contenuta nel disco. Soltanto la musica. L’analisi di ogni opera viene introdotta da un quadro storico-musicale di riferimento e seguita da un resoconto sull'eredità lasciata alla musica successiva.
Non sono presenti, quindi, riferimenti agli aneddoti e alla storia della registrazione, né commenti sulla copertina e sugli aspetti iconografici. Altri libri si sono soffermati su questi argomenti e non c’è bisogno di aggiungere altro.
Per poter godere appieno delle informazioni qui presentate, si consiglia di ascoltare il disco oggetto dello studio di pari passo con la lettura.
Indice dei contenuti:
- Introduzione
- Red
- Fallen Angel
- One More Red Nightmare
- Providence
- Starless
- Conclusioni
- Robert Fripp
- John Wetton
- Bill Bruford
- L’indefinibile Rock e il definito Progressive
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Book preview
King Crimson - Red (Dischi da leggere) - Carlo Pasceri
cpasceri@libero.it
Nella stessa collana
Già pubblicati:
1) Miles Davis - Kind of Blue
2) John Coltrane - A Love Supreme
3) Miles Davis - Bitches Brew
4) Return To Forever - Hymn Of The Seventh Galaxy
5) Pink Floyd - Wish You Were Here
6) Led Zeppelin – Houses Of The Holy
7) Deep Purple – In Rock
8) King Crimson - Red
Prima di iniziare
Un disco da leggere può sembrare un paradosso, ma non lo è. La guida all'ascolto, fino ad oggi, è stata una metodologia usata quasi esclusivamente nella musica classica, la musica alta
. E l’obiettivo della collana di libri Dischi da leggere
è proprio quello di trattare i dischi di musica popolare (jazz e rock) alla stregua delle grandi opere classiche. In parole più semplici, cerchiamo di restituire agli artisti popolari i loro meriti. Lo facciamo mettendoci dalla loro parte e andando a svelare ai lettori tutti i segreti contenuti nelle loro opere: le tecniche usate, i trucchi in studio
di registrazione, le scelte compositive e di realizzazione. Con questo cerchiamo di restituire al lettore la complessità che c'è dietro la realizzazione di ogni grande opera discografica.
In ogni libro viene analizzata in dettaglio la musica contenuta nel disco. Soltanto la musica. L’analisi di ogni opera consiste nell’analisi dettagliata di ogni brano (arricchita da forme strutturali e trascrizioni) e viene introdotta da un quadro storico-musicale di riferimento e seguita da un resoconto sull'eredità lasciata alla musica successiva. Non sono presenti, quindi, riferimenti ai testi, agli aneddoti e alla storia della registrazione, né commenti sulla copertina e sugli aspetti iconografici. Altri libri si sono soffermati su questi argomenti e, almeno per quel che ci riguarda, non c’è bisogno di aggiungere altro.
Per poter godere appieno delle informazioni presentate in ogni libro, si consiglia di ascoltare il disco oggetto dello studio di pari passo con la lettura.
King Crimson - Red
1) Red - 6:16 (Fripp)
2) Fallen Angel - 6:03 (Palmer-James, Fripp, Wetton)
3) One More Red Nightmare - 7:10 (Fripp, Wetton)
4) Providence - 8:10 (Cross, Fripp, Wetton, Bruford)
5) Starless - 12:16 (Palmer-James, Cross, Fripp, Wetton, Bruford)
Robert Fripp – chitarra, Mellotron
John Wetton – basso, voce
Bill Bruford – batteria, percussioni
Musicisti aggiuntivi:
David Cross – violino (Providence)
Mel Collins – sax soprano (Starless)
Ian McDonald – sax alto (One More Red Nightmare, Starless)
Mark Charig – cornetta (Fallen Angel)
Robin Miller – oboe (Fallen Angel)
Registrato presso gli Olympic Sound Studios (Londra) – Luglio/Agosto 1974
Providence è registrata dal vivo al Palace Theatre di Providence, Rhode Island (U.S.A.) il 30 giugno 1974
Prodotto dai King Crimson
Etichetta originale: Island Records
Pubblicato nell’Ottobre 1974
Versione dell’album oggetto dell’ascolto:
CD (30th Anniversary Edition) – Discipline Global Mobile – DGM0507 (Europa – 2004)
Introduzione
1969 – 1974, sei anni di una dorata epoca per la musica, e per i King Crimson sette dischi che porteranno il gruppo direttamente tra quelli che hanno contribuito a scrivere tra le pagine più importanti della storia del Rock; peraltro quello più contiguo al Jazz.
I KC in questi anni sono stati un gruppo instabile, un laboratorio capeggiato da Fripp con via vai di assistenti, e spesso proprio questa instabilità ha prodotto musica eccellente. D’altra parte il Rock è un tipo di laboratorio completamente aperto, permeabile a tutto e tutti ma che principalmente ne permea altri, importando qualsiasi cosa (e persone) gli interessi per realizzare musica.
Robert Fripp, il leader dei King Crimson, è un grandissimo musicista (e chitarrista) in grado di trattare lo spazio sonoro in maniera straordinaria: manipola facilmente timbri e tempo, ed ha un talento particolare: è uno di quelli cui basta pochissimo materiale per renderne interessantissimi gli esiti. Lo ha sempre dimostrato, prima e dopo Red. Condivide questo suo talento con un altro gruppo, i Pink Floyd.
Fripp in particolare ha un’abilità aggiuntiva derivante forse anche dalla sua istruzione musicale, ovvero quella di riuscire a realizzare interi brani che siano in buona sostanza delle varianti di altre matrici… Continuamente Fripp varia e rimescola le carte offrendo sempre delle partite avvincenti. Dunque un altro fattore comune che contraddistingue l’intera opera di Fripp è la potente ed efficace adesione al concetto (con relative tecniche) di tema, variazione e leitmotiv: lo ha sempre applicato, rendendo le sue opere riconducibili, a ben ascoltare, a pochi modelli musicali, che siano precisi motivi melodici, progressioni di accordi o più generiche soluzioni (sequenze blues ecc.): con questi materiali, genialmente amalgamati e decorati, ha edificato la sua grande reggia.
Altri fattori comuni: in tutta l’opera di Fripp, pure la susseguente a questa prima era dei KC terminata con Red, si possono riscontrare in ordine sparso, ma in modo patente, i Beatles; come c’è il Jazz. Da rammentare in tal senso Groon, pezzo pubblicato nel gennaio 1970 come lato B del singolo con Cat Food, registrato in puro trio strumentale: manifesta e diretta discendenza con gli esperimenti che stavano compiendo in quegli anni due chitarristi di punta del jazz elettrico, che poi si evolse in Jazz-Rock, cioè Larry Coryell e John McLaughlin.
Nella prima fase (i 4 dischi del ‘69/‘71) c’è stata una prevalenza di pezzi cantati e di contenuti legati alla musica del decennio precedente, ed è tutto sommato un gustosissimo antipasto di quel che avverrà nella seconda fase fondata dai 3 dischi del ‘73/‘74, nella quale lo strumentismo e l’improvvisazione aumenteranno, e di molto, il loro peso insieme con un’accresciuta originalità e modernità nei contenuti. In ogni caso lo schema costitutivo dei dischi è sempre lo stesso: a eccezione di Larks’ Tongues In Aspic, tutti gli album dei KC si compongono con la seconda parte (facciata B del vinile) di uno o due brani soltanto, ma più elaborati.
I KC con il loro primo disco In The Court Of Crimson King, pubblicato nell’ottobre del 1969, hanno di fatto ufficializzato la chiusura del decennio, elaborando sofisticatamente gli elementi più semplici di un certo fare rock ma immettendoli in una confezione diversa. Hanno prodotto un disco che diverrà epocale. Questo album è stato importantissimo perché ha indicato ad altri un percorso di formalizzazione stilistica dei contenuti strutturali, sintetizzando e impacchettando benissimo quello che loro avevano inserito dentro il contenitore, che era oggettivamente poco, ma che sembrava tantissimo, concentrando l’attenzione degli ascoltatori in maniera nuova. Fino ad allora Beatles, Moody Blues, Jethro Tull, Soft Machine, Deep Purple, Caravan, Van der Graaf Generator, i neonati Yes ecc., avevano prodotto dischi nei quali c’era moltissimo materiale musicale, manifestato con varietà sonica e frammentato in molti brani; una specie di gara a chi immetteva più forme e colori dentro le proprie opere. Pochissimi i gruppi che hanno tentato di concettualizzare, al di là di testi e iconografie, un suono in modo originale: Pink Floyd, e poi Pretty Things e Who (con le loro opere concept) hanno tentato un compattamento di significati, coagulando i tantissimi materiali ispirativi che erano nel loro orizzonte, mediante una prospettiva più precisa e focalizzando un obiettivo che non fosse necessariamente quello di un super arcobaleno per potersi compiutamente esprimere. In