Gli invisibili, un presepe di anonimi
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Gli invisibili, un presepe di anonimi - Rosario Stefanelli
2
Gli invisibili, parte 1
CAP.1 IL PRESEPE
Alla Borsa di Milano gli intermediari sono frenetici. Gli operatori osservano grafici e dati, in attesa dell’apertura borsistica. In un quartiere di Napoli si dorme alle prime luci dell’alba. Tutto appare sereno. C’è un uomo sulla fermata dell’autobus. Ha un’uniforme. E’ un autista della ditta di trasporti della città. Sbuffa continuamente. Ha l’aria di chi già torna dal lavoro. In Afghanistan gli alpini marciano e pattugliano zone calde, attenti che qualche talebano possa sorprenderli. Nel quartiere il panettiere inizia a lavorare con buona lena. I colpi del suo impasto squarciano il silenzio che inonda le viuzze della città. Nella casa del Grande fratello ormai è l’alba. C’è ancora qualcuno che balla tra corpi dormienti buttati qua e là, con spumante e sigaretta tra le mani. In un gabbiotto di un parcheggio delle corriere quattro donne sbraitano con virulenza. Fanno le prove generali prima del gran debutto. Sulle scale mobili della metropolitana di Roma migliaia di gente si inabissa nell’inferno quotidiano. Le sedie del bar del messicano
sono ancora vuote. C’è solo una persona con due cani che gli ronzano intorno
CAP.2 LA STANZA
Enzo è alla scrivania. Alza lo schermo del portatile, toglie il telo protettivo, e accende il Pc. Inserisce lo spinotto per caricarlo, avvia il router e lo collega al computer. Mentre attende che il pc si avvii, fissa la parete. Poi inizia a controllare le email
ENZO: vediamo se qualcuno ha risposto su gmail. Niente. Vediamo su yahoo. ( Controlla ancora) niente. Virgilio. Niente. Libero. Niente. Msn. Niente. Niente. Niente. Manco il cazzo. L’unica consolazione è che con internet non devi possedere 10 case per avere altrettanti indirizzi postali. Vorrei essere tanto contento per chi si arricchisce con tutto questo. Ma con impegno e costanza non ci riesco. Tutta colpa dell’ignoranza
Poi in modo compulsivo comincia a dare invio. Le dita sulla tastiera sono veloci ed energiche. Si sente soltanto il rumore dei tasti
ENZO: CV, CV, CV. E anche a voi il bignami della vita di questo stronzo. Cv, cv, cv e anche a voi il vomito di trent’anni. Morirete soffocati ancor prima di annegare. Cv cv cv. A voi le bugie, la fuffa, la truffa. Che pena pensare che nemmeno un lestofante riesce a sbarcare il lunario. Cv cv cv ( si blocca) Basta per stamattina. Vediamo altro. Che dice all’alba il caro titoletto in borsa ( con entusiasmo)
Ora i movimenti si fanno più lenti. Lo sguardo è meno aggressivo, si fa assente. Guarda lo schermo, e sembra fissare il vuoto. C’è silenzio. Si fa cupo
ENZO: Che titolo di merda! Compri e vanno giù. Vendi allo scoperto e vanno su. Entri quando sono basse scommettendo sull’affare, e arrivano fino alle fogne. Fai short selling quando sono all’apice, ed eruttano come vulcani. In borsa guadagnano gli schizofrenici. Meglio vedere il profilo su facebook. Quanti commenti sulla notizia di nuove morti di migranti in mare. Che aggressività, che volgarità! Ma come si fa? Si dovrebbe essere più educati e invece. Che vigliaccheria. Vorrei vederli uomo ad uomo, diventerebbero pecore. Internet è’ una forma di comunicazione troppo vigliacca per mostrarsi aggressivi. Si rischia di diventare ridicoli. Meglio chiudere
Enzo stacca tutte le spine. Lo fa in modo frenetico ma preciso. Prima il router e poi lo spinotto di carica. Spegne il computer, lo riveste col telo e abbassa lo schermo. Torna a fissare la parete
ENZO: laurea, già tre anni. Non ti sei rotta i coglioni di startene inchiodata al muro? Gesù ci ha messo molto meno per staccarsi e risorgere. Capisco che non sei l’Unto del Signore, ma tre anni dovrebbero bastare. Stamattina sai che faccio? Vado in cartolibreria e compro l’adesivo ‘do not disturb’. Come le coppiette in luna di miele. Ridi? Sei contenta? Il problema è che sei nata al sole. Che bisogno c’è di andarsene in giro
Il santuario viene invaso dalla madre che spalanca la porta in modo prepotente, espugnando quel fortino fatto di penombra, silenzio e alienazione. La donna alza le persiane e sbarra l’ingresso al sole. Enzo si nasconde coprendosi gli occhi. A fatica continua a guardare il pezzo di carta
MADRE: come è andata ieri?
Enzo distoglie gli occhi dalla parete e si costringe a guardare la faccia piena di rughe ma presente della madre
ENZO: Bene
La madre resta in silenzio e continua le sue faccende. Sistema il letto, toglie le carte dal tavolino, passa lo straccio sui vetri, senza badare al figlio. Enzo la tiene sotto controllo, aspettando una reazione. Il silenzio viene riempito dai rumori della praticità: lo strofinio sui vetri, le carte appallottolate che si ribellano alla compressione, gli affanni di coperte e cuscini che lottano dentro gli armadi alla conquista di un centimetro di spazio
ENZO: E’ difficile che mi assumano. C’erano 30 persone per un solo posto
MADRE: Situazione ideale ( sorriso dolce e protettivo). La colazione è pronta, ci sono anche le brioches all’albicocca
La madre esce dalla stanza
ENZO: ( abbassa lo sguardo) ok arrivo
CAP.3 LA BIGOTTA
Enzo entra in cucina. Poi si affaccia alla finestra
ENZO: buongiorno paese di merda
Si siede e inizia a mangiare le brioches all’albicocca. Con lo sguardo inebetito guarda l’orologio
ENZO: appena le 9
Enzo continua a desinare, quando sente bussare con veemenza alla finestra
LA BIGOTTA: Signora, Signora
Enzo cerca di nascondersi da quella invadenza
ENZO: ecco la programmazione di radio Maria
LA BIGOTTA: Signora, Signora
Arriva la madre di Enzo che getta uno sguardo fugace sul figlio
MADRE: Giuseppina che succede?
LA BIGOTTA: stasera c’è un convegno in parrocchia sull’importanza dell’utilizzo del velo in chiesa. Se è anacronistico oppure no
ENZO: Tu sei anacronistica ( la madre per un attimo volge lo